Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo. (1 Viewer)

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Torniamo alla LIRA
Dal 1° settembre 2021 è ripartita l'attività di riscossione dell'Agenzia, riprendendo così

la procedura di notifica di nuove cartelle,

degli altri atti di riscossione

nonché delle procedure di riscossione, cautelari ed esecutive.


Con la recente approvazione e pubblicazione in GU della Legge n. 25 del 28.03.2022 di conversione del Decreto Sostegni-ter
sono stati definiti nuovi termini per:

  • il versamento delle rate 2020 e 2021 della Definizione agevolata (Rottamazione ter e Saldo e Stralcio)

  • il versamento delle rate del 2022 per la Rottamazione ter, che slittano al 30 novembre 2022.
A seguito di queste novità, l'Agenzia delle entrate-Riscossione ha pubblicato

le risposte alle domande più frequenti (FAQ) aggiornate al 29 marzo 2022,

per fornire alcuni chiarimenti ai contribuenti in merito alle disposizioni introdotte in materia di riscossione.



E' inoltre utile segnalare che recentemente:

  • la Legge di Bilancio 2022 ha esteso a 180 giorni il termine di pagamento delle cartelle notificate dal 1° gennaio al 31 marzo 2022

  • il Decreto Milleproroghe 2022 ha previsto per i contribuenti con piani di rateizzazione decaduti
  • prima della sospensione dell’attività di riscossione conseguente all’emergenza epidemiologica da Covid-19 (8 marzo 2020*),
  • la possibilità di presentare una nuova richiesta di dilazione per le somme ancora dovute entro il 30 aprile 2022,
  • senza necessità di saldare le rate scadute del precedente piano di pagamento.
Ma vediamo nel dettaglio, così come indicato anche sul sito dell’Agenzia delle Entrate,
un riepilogo delle novità introdotte con gli ultimi provvedimenti normativi.
 

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Termini pagamento delle cartelle notificate
Diversi i termini di pagamento a seconda della data di notifica delle cartelle:

  • per le cartelle notificate dal 1° gennaio al 31 marzo 2022,
  • il termine per il pagamento è fissato in 180 giorni dalla notifica
  • (rispetto ai 60 giorni ordinariamente previsti)
  • senza alcun onere aggiuntivo (secondo quanto disposto dalla Legge di Bilancio 2022);

  • per le cartelle notificate dal 1° settembre al 31 dicembre 2021,
  • il termine per effettuare il pagamento è esteso da 60 a 150 giorni (Decreto Fiscale).
Dal 1° aprile 2022, pertanto, ritorna ad applicarsi il termine ordinario di 60 giorni.


Fino allo scadere del termine del pagamento dalla notifica
non saranno dovuti interessi di mora e l’agente della riscossione non potrà dar corso all’attività di recupero.
 

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Definizione agevolata: riammissione rate scadute 2020, 2021 e proroga rate 2022

La legge di conversione del “Decreto Sostegni-ter” (Legge n. 25/2022)
ha previsto la riammissione ai benefici della “Definizione agevolata”
per i contribuenti decaduti a causa del mancato, tardivo o insufficiente pagamento, entro il 9 dicembre 2021
(14 dicembre considerando i 5 giorni di tolleranza, termine definito dal Decreto Fiscale” n. 146/2021),
delle rate in scadenza negli anni 2020 e 2021.


Le rate scadute, potranno così essere versate, in unica soluzione:

  • il 30 aprile 2022 per le rate del 2020 di “Rottamazione-ter”, “Saldo e stralcio” e “Rottamazione UE”;

  • il 31 luglio 2022 per le rate del 2021 di “Rottamazione-ter”, “Saldo e stralcio” e “Rottamazione UE”.
Inoltre, per le rate in scadenza nell’anno 2022 (“Rottamazione-ter” e “Rottamazione UE”),
viene stabilito che il pagamento è considerato tempestivo e non determina l’inefficacia della definizione agevolata
se effettuato integralmente entro il 30 novembre 2022.


Si ricorda che è prevista la possibilità di effettuare il pagamento avvalendosi anche dei 5 giorni di tolleranza
aggiuntivi concessi dalla legge, di conseguenza saranno considerati validi i versamenti effettuati entro:


  • il 9 maggio 2022 per le rate in scadenza nel 2020,

  • l'8 agosto 2022 per le rate in scadenza nel 2021,

  • il 5 dicembre 2022 per le tutte le rate in scadenza nel 2022.


In caso di pagamenti oltre i termini previsti o per importi parziali,
verranno meno i benefici della misura agevolativa
e i versamenti effettuati saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute.



Segnaliamo infine che sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it
è possibile chiedere la copia della “Comunicazione delle somme dovute”
e dei bollettini di pagamento
nonché utilizzare il servizio che consente di verificare la presenza,
tra gli importi da pagare in definizione agevolata,
di carichi potenzialmente annullabili in base ai requisiti di legge fissati dal decreto Sostegni (D.L. n. 41/2021) per lo “stralcio-debiti”.
 

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Rateizzazioni

Il Decreto Milleproroghe 2022 ha previsto che i contribuenti con piani di rateizzazione decaduti
prima della sospensione
dell’attività di riscossione conseguente all’emergenza epidemiologica da Covid-19 (8 marzo 2020*),
possono presentare una nuova richiesta di dilazione
per le somme ancora dovute entro il 30 aprile 2022,
senza necessità di saldare le rate scadute del precedente piano di pagamento.

Per i nuovi provvedimenti di accoglimento delle richieste di rateizzazione,
la decadenza dai piani viene determinata nel caso di mancato pagamento di 5 rate anche non consecutive.
 

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Piani di dilazione in essere all’inizio della sospensione Covid-19

Ricordiamo che per le rateizzazioni in essere all’8 marzo 2020*,
il Decreto Fiscale aveva previsto l’estensione da 10 a 18 del numero di rate che, se non pagate,
determinano la decadenza della dilazione concessa,

mentre per le rateizzazioni concesse dopo l'8 marzo 2020* e richieste fino al 31 dicembre 2021,
la decadenza si concretizza al mancato pagamento di 10 rate.


Inoltre, il termine per il pagamento delle rate in scadenza nel periodo di sospensione (8 marzo 2020 - 31 agosto 2021)
per i contribuenti con piani di dilazione già in essere all’8 marzo 2020*,
era stato differito dal 30 settembre al 31 ottobre 2021
(il versamento si considerava tempestivo anche se effettuato entro il 2 novembre
in quanto la scadenza fissata dal DL 146/2021 coincide con un giorno festivo).
 

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Ohibò. Come mai non arrivano i camion dell'esercito a portarli via ?

Tutti morti con covid ? O solo a Bergamo ?

Eh già. Allora c'era da spargere il TERRORE.


Nuovo allarme per le cremazioni a Roma.

I depositi delle bare presso il cimitero di Prima Porta al Flaminio sono nuovamente pieni,

dopo lo scandalo delle centinaia di salme in giacenza solo un anno fa.

Ama ha perciò inviato una comunicazione alle agenzie funebri romane

per disporre che le salme vengano trasportate al Verano in attesa della successiva cremazione al Flaminio.



Non basta la lista d'attesa, perché se non si trova posto
è tornata l'odiosa tassa sull'istruttoria confezionato da Ama a carico delle famiglie, 218,55 euro,
che richiedono di cremare il corpo dei loro cari in impianti diversi da quello di Roma.

E non basta, l’altra novità è che l’attesa è adesso nei depositi del Verano,
con ulteriore rischio di aumento delle spese per poi completare le operazioni al cimitero Flaminio”.


“Dal primo aprile, spiega”, e non è un macabro scherzo,
le pratiche costano di più, senza preavviso, e anzi,
la tariffa maggiore viene applicata anche a chi è in attesa fin da prima di quella data”.
 

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Grande Capuozzo. Almeno uno che ragiona.


La prima domanda che mi sono fatto è:

pensi che sia impossibile che i russi, ritirandosi, abbiano fatto, per vendetta e odio, una strage di civili?

Non lo ritengo impossibile, ho visto troppe volte che la guerra porta a dare il peggio di sé.


La seconda domanda è stata:

pensi che sia impossibile che gli ucraini, aggrediti, bisognosi di aiuto, ansiosi di coinvolgere la comunità internazionale, abbiano “costruito” la scena?

Ho una lunga esperienza, dal Kossovo al Libano, da Betlemme a Belgrado, di situazioni forzate, modificate, usate: in guerra ogni mezzo è buono.

In più, in questo caso,
ci sono i precedenti della ragazza di Mariupol (diceva la verità allora, o la dice adesso?),
il mistero del teatro di Mariupol,
i numeri che vengono forniti dalle Nazioni Unite e dagli ucraini su vittime civili e perdite militari russe
(sarebbero morti 400 militari russi per ogni civile ucciso….).


Il mestiere del giornalista è farsi domande, anche quelle scomode.

E allora mi ha sorpreso una sequenza di date:

– il 30 marzo le truppe di Putin abbandonano Bucha.

– il 31 marzo il sindaco, davanti al municipio, rilascia una dichiarazione orgogliosa, sul giorno storico della liberazione. Non parla di vittime per le strade.


Il sindaco di Bucha, che Tgcom24 riporta, senza dubbio alcuno, denuncia un “safari” russo a caccia di civili.

Il 31 marzo (il 30 i russi se ne sono andati) celebrava la Liberazione, ma non parlava di morti sulle strade, né di safari.


– il 31 marzo Maxar Technologies pubblica le foto satellitari che rivelano l’esistenza di fosse comuni attorno alla chiesa.
È una scoperta che poteva essere fatta a terra: è la fossa che pietosamente gli abitanti del posto
hanno iniziato a scavare il 10 marzo per seppellirvi i propri morti nella battaglia
– siamo poco lontani dall’aeroporto di Hostomelv- in cui nessuno avrebbe fatto distinzioni tra civili e militari.

– il 1 aprile va in onda a Ukraine TV24 l’intervista al sindaco.
Non è accompagnata da alcun commento su morti per strada.

– il 1 aprile un neonazista che si fa chiamare Botsman posta su Telegram immagini di Bucha.
Dice solo di aver trovato un parlamentare, in città, non parla di morti.
Ma lo si sente rispondere a una domanda:

Che facciamo con chi non ha il bracciale blu?” “Sparate”, risponde.

– il 2 aprile la Polizia ucraina gira un lungo filmato sul pattugliamento delle strade di Bucha (che non è enorme:28mila abitanti).
Si vede un solo morto, un militare russo, ai bordi della strada.
Nel filmato, lungo 8 minuti ci sono abitanti che escono dalle case, e passanti che si fermano a parlare con la polizia.
Lieti di essere stati liberati, ma nessuno parla di morti per strada.
La cosa peggiore è quando uno racconta di donne costrette a scendere in una cantina, e uomini prelevati per essere interrogati.



Questo è il lungo video della polizia ucraina (ripeto, ucraina) girato il 2 aprile a Bucha.

Due giorni dopo che i russi sono andati via.

Non si vedono morti.

Civili vivi e contenti di essere liberati, ma neanche un morto per le strade.


Allora i morti che appaiono dal 3 aprile da dove vengono?



– il 3 aprile il neonazi su Telegram incomincia a postare le foto dei morti.
A tre giorni pieni dalla Liberazione.


4 aprile, ieri, il “New York Times” pubblica una foto satellitare che riprende i morti per strada,
spiegando che è stata scattata il 19 marzo
(quindi i corpi sarebbero per strada da quasi due settimane, sembrano le armi chimiche di Saddam).


Va da sé che onestà e indipendenza
(che poi uno scambi l’indipendenza come dipendenza da Mosca mi fa solo ridere amaramente)
impongono domande.


Com’è che gli abitanti di Bucha che, sotto la dura occupazione russa,
seppellivano i propri morti, questi invece, pur liberi, li lasciano sulle strade?



Com’è che attorno ai morti non c’è quasi mai del sangue?


Se una vittima viene sparata alla tempia, è una pozza, finché il cuore batte.


Se gli spari che è già morto, niente sangue.


Com’è che in una cittadina piccola e in guerra, dove nessuno presumibilmente si allontana da casa,
nessuno ha un gesto di pietà, per tre giorni, neanche uno straccio a coprire l’oscenità della morte?


Erano morti loro o altrui?


Se uno vuole credere, se cioè è questione di fede,

anche l’osservazione che i morti, per bassa che sia la temperatura non si conservano così, è inutile.



Morti pronti per il camera car che è una gimkana tra i corpi.


Una volta tirai un sasso a un randagio, io che amo gli animali,
perché si stava cibando del corpo di un terrorista, e non era in una città affamata.
 

Val

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Mi interessano poco le testimonianze de relato – “mi hanno raccontato che”-
o i servizi che aggiungono alla scena solo rabbia e indignazione, e pietà all’ingrosso.

Ricordo ancora a Gerusalemme il responsabile della sede RAI
scrivere una mail privata ai dirigenti palestinesi attorno alle immagini di un linciaggio a Ramallah:

“La Rai non avrebbe mai mandato in onda immagini che vi danneggino”.

I gonzi pubblicarono la mail di solidarietà sui giornali.


Né mi turbano le accuse dei tifosi, dei trombettieri e dei tamburini.

Senza insulti sono disposto a discutere con chiunque,
e so che quelle persone, chiunque fossero,
in qualunque circostanza fossero state uccise,
a qualunque scopo venissero esibite
(i russi per terrorizzare, gli ucraini per emozionare il mondo)
sono morte nel modo peggiore, e meritano pietà e giustizia, non propaganda.


Resta l’orrore, e la speranza che commissioni severe indaghino e la facciano pagare ai responsabili.


Se sono russi, irraggiungibili, resteranno nell’album delle infamie.


Se qualche ucraino ha abbellito o costruito la cosa,
è giusto almeno porsi un altro paio di domande scomode.

Come fai a convincere l’opinione pubblica mondiale che bisogna mandare altre armi
e puntare a punire l’invasore, non a negoziarne il ritiro ?

Come si giustifica un’escalation?


In poche parole: a chi giova?

Ma, attenzione, anche rispondere a questa domanda non dà alcuna certezza.


Perché la guerra è calcolo, ma ancora di più follia e stupida ferocia.
 

Val

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Qui il sangue lo vedi.

Le atrocità commesse dagli ucraini sono reali.


Horrifying video shows Ukrainian soldiers
shooting captured Russian troops with their hands tied
behind their backs amid accusations of similar Russian atrocities in Bucha

  • The video, which the New York Times verified Wednesday, shows Ukrainian troops committing the killings after what appeared to be an ambush
  • 'Film these marauders. Look, he's still alive. He's gasping,' one of the troops is heard saying
  • One of the soldiers then shoots the man three times. After the second shot, the man keeps moving but stops after the third bullet
  • There appear to be at least three other Russian soldiers dead lying near the latest victim
  • The video was taken from a road just north of Dmytrivka, about seven miles southwest of Bucha
 

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