Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo. (4 lettori)

Val

Torniamo alla LIRA
Video published on Wednesday shows Ukrainian soldiers killing
their apparently captured Russian counterparts with their hands tied behind their backs -
just as accusations of similar atrocities committed by Russian forces surface from the city of Bucha.

The video, which the New York Times verified Wednesday,
shows Ukrainian troops committing the killings,
after what appeared to be an ambush outside a village west of Kyiv.

'He's still alive,' one of the Ukrainians - identifiable by their flag patches and 'glory to Ukraine' paraphernalia -
can be heard saying, as a Russian soldier is seen with a jacket pulled over his head.
'Film these marauders. Look, he's still alive. He's gasping.'


One of the soldiers then shoots the man three times.

After the second shot, the man keeps moving but stops after the third bullet.


There appear to be at least three other Russian soldiers dead lying near the latest victim,
all wearing camouflage and three with white arm bands typically worn by Russian military units.
 

Val

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Val

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Mi trattengo.


Ho davanti un video, girato nei dintorni di Bucha,
di un’imboscata ucraina a un gruppo di soldati russi in ritirata.

I soldati russi sono a terra, e dalle pozzanghere di sangue

e dalla gola di qualcuno si capisce che sono stati sgozzati
.

Gli ucraini si aggirano tra loro, uno a terra muove un braccio, gli sparano.


È la scena di un crimine di guerra. REALE. VERA.


Far vedere che gli ucraini non sono dei boy scout?

Bilanciare il piatto dei crimini commessi?

Lo conservo, quel filmato.


Perché si vedono i volti degli autori, fieri, mentre dicono “Gloria all’Ucraina”,
e magari un giorno ci sarà una piccola inchiesta

(il video è loro, non è rubato, è esibizione tronfia).
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il filmato mostra i soldati ucraini che giustiziano alcuni soldati russi con le mani legate dietro la schiena,

proprio come quei corpi visti nelle foto arrivate da Bucha e attribuiti alle atrocità dei russi.


Il video è stato verificato dal New York Times:


si vede uno dei soldati sparare all’uomo che a terra si muove ancora

(“Guarda, è ancora vivo. Sta sussultando”)

e che muore solo dopo il terzo proiettile.



Il video è stato registrato a Dmytrivka, solo 11 chilometri da Bucha.


Non mi trattengo, invece, dal fare altre domande.


Perché non è stata coinvolta, sulla scena del massacro di Bucha, la Croce Rossa Internazionale?

Lo sanno tutti che è il primo passo per denunciare un crimine, fare i rilievi, raccogliere testimonianze indipendenti.


Il timore che vedessero, ad esempio la scena che vi ho descritto prima?

O che facessero domande indiscrete?


Ho postato ieri il giornale ucraino che il 2 aprile annunciava un’operazione dei corpi speciali
per stanare sabotatori e collaborazionisti dei russi
.


Com’è finita?

I giornalisti andati sul posto lo hanno chiesto, se lo sono chiesti?


Nessuno risponde.
 

Val

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C’è una documentazione, piuttosto sofisticata, che circola in rete

che dimostrerebbe che la famosa foto satellitare del “New York Times” sarebbe stata scattata il 1 aprile.


Non mi interessa molto perché se pure fosse stata scattata il 19 marzo

non esiste che dei corpi restino all’aperto per quasi quindici giorni conservati in quel modo.


Il “New York Times” fa il suo mestiere.


Lo fa anche il “Corriere della Sera”.


Non gli passa per la testa che sia improbabile che i corpi siano rimasti in strada 15 giorni ?


Ma avete mai visto il luogo di un massacro, anche dopo soli 2 giorni?


IL SANGUE - QUELLO VERO - LO VEDETE NEL FILMATO DELLE ATROCITA' UCRAINE
 
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Val

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Se hai sfidato l’occupante nel gesto pietoso di seppellire,

perché non lo fai più quando Bucha è libera?


Erano morti altrui?


Il primo fotografo giunto sul posto raccontò a Repubblica di aver visto in una cantina vittime con il bracciale bianco, collaborazionisti.


Poi quel dettaglio è sparito.


Lo intervistano, non glielo chiedono più.


E lui, dovendo lavorare sul posto, non si dilunga.


Se cercavano un’autorizzazione a procedere sulla via della guerra, l’hanno trovata.

Non lo so se dietro quella strage ci siano menzogne o altro,
so che, alla fine, è stata una strage, chiunque fossero quei morti e chiunque li abbia uccisi.

Ma so che perfino lo spostamento di un corpo da esibire ai fotografi mi fa una pena infinita.


Lo stesso morto, ma cambiamo la posa.
 

Val

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Multe per i non vaccinati


Per scaricare il modulo da compilare e inviare alle caselle dell’Agenzia delle Entrate,

clicca al seguente link: https://www.ilparagone.it/wp-content/uploads/2022/04/PROC.-MULTA-.pdf



L’oggettiva modestia della sanzione, cento euro,
a fronte dell’enorme spreco di risorse umane e materiali per espletare l’intero iter previsto dalla legge,
cui dovrebbe seguire l’ulteriore iter per l’esecuzione delle multe irrogate,
evidenzia più di ogni discorso la natura essenzialmente simbolica di questo provvedimento,
cui sono del tutto estranee finalità di natura sanitaria o semplicemente finanziaria.


E’ questo il motivo per cui Italexit per l’Italia,
avvalendosi dell’operato del suo dipartimento legale,
ha predisposto il testo di una
comunicazione di riscontro in cui si chiede all’Agenzia delle entrate di archiviare il procedimento.


Ed allora non concediamo nemmeno un centimetro di spazio all’avversario.


Italexit per l’Italia invita tutti i cittadini ad inondare le caselle pec dell’Agenzia delle Entrate
con le contestazioni a questi provvedimenti predisposte dal suo ufficio legale
per continuare a resistere a questa odiosa deriva autoritaria,
nei luoghi di lavoro come nelle aule di Tribunale, nelle piazze come in Parlamento.



Non ci avete piegato sino ad oggi, non ci piegherete nemmeno domani.

Avv. Luigi Savoca, Avvocati Ultima Linea, Italexit
 

Val

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Z

“Sanzioni penali per chi la usa”.
La censura della Moretti supera ogni immaginazione

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L’attitudine del Partito Democratico alla censura di nomi, cose e simboli non attinenti alla propria ideologia
spesso lascia dietro di sé un mare di critiche.

Una buona occasione per farsi due risate attraverso la lucidità degli utenti del web nello stigmatizzare simili esternazioni.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Nella follia di questi giorni concitati, in cui la classe politica italiana
non ha perso occasione di distinguersi in negativo,
succede anche di incappare in vicende come la messa alla gogna del giornalista Rai Marc Iannaro,
accusato addirittura di aver fatto propaganda a favore del leader russo.

Il motivo? Una frase “politicamente scorretta” che ha fatto insorgere il popolo della sinistra,
evidentemente molto più concentrato su questioni del genere che sulle reali problematiche internazionali.


Come riportato dal Fatto Quotidiano,
Iannaro era in collegamento con lo studio della trasmissione di approfondimento del Tg2
condotta da Manuela Moreno quando ha detto:

“Gli europei scontano una totale assenza di memoria storica

e di comprensione delle dinamiche più profonde

che ha subito la Russia nell’ultimo secolo e negli ultimi trent’anni.

Basta guardare la cartina geografica per rendersi conto

che chi si è allargato negli ultimi trent’anni non è stata la Russia, è stata la Nato”.


Il Pd è subito insorto.


Secondo quanto riportato da Repubblica,
particolarmente infastidito dalla presunta linea filorussa della Rai
sarebbe addirittura il segretario dem Enrico Letta.

Con Iannaro che potrebbe presto farne le spese, visto che secondo il quotidiano
nei corridoi Rai si parlerebbe ormai della necessità di “cambiare il corrispondente da Mosca”,
che come gli altri non dipende dalla testata ma è nominato direttamente dall’azienda.


Un intervento quello dei dem, difficile da giustificare.

Perché di fatto l’espansione della Nato verso est è una realtà.

E' un passaggio chiave per capire quanto sta accadendo
e non può essere nascosto come cenere sotto il tappeto.


Attaccare un giornalista e chiederne la rimozione per aver semplicemente raccontato un fatto è inaccettabile, in una democrazia.

E dà ancora una volta il polso di una sinistra dalle pericolose tendenze autoritarie.
 

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