Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Questi o hanno completamento azzerato il neurone,
ma sono più propenso a credere che ci sia dell'altro .....

Addetti alla sicurezza sanitaria vestiti come palombari che spruzzano disinfettanti sulle strade,

supermercati e negozi di alimenti presi d’assalto da gente affamata,

droni che a migliaia sorvolano i quartieri intimando ai cittadini di non uscire dalle proprie abitazioni

e persino cani, appartenenti a presunti untori, che vengono abbattuti a colpi di pala.



Questo non è, purtroppo, lo scenario agghiacciante di un sequel del celebre “Blade Runner”,
straordinario film distopico diretto da Ridley Scott, bensì

la drammatica realtà che stanno vivendo gli oltre 26 milioni di abitanti di Shangai,

grande polmone commerciale e finanziario dell’immensa Cina.


Tutto questo sta accadendo a causa dell’insensata politica di contrasto al Covid-19,
che sembra ancora molto apprezzata dai nostri talebani sanitari al potere,
portata avanti senza soluzione di continuità dai sodali del regime comunista.

L’idea di questa gente, al pari dei nostri Speranza, Ricciardi, Locatelli, Brusaferro e compagnia cantante,
è quella di raggiungere l’obiettivo di “zero contagi” con ogni mezzo, arrivando persino ad affamare milioni di persone.

Obiettivo che, nella mia semplice qualità di modesto commentatore,
ho ritenuto folle sin dall’inizio di questa tragedia, più civile e democratica che sanitaria.


D’altro canto, se non folle, con quale altro aggettivo dovremmo definire il tentativo di eradicare il Sars-Cov-2
da un Stato con oltre un miliardo e 400 milioni di abitanti,
in un mondo globalizzato in cui la stessa Cina ha da tempo assunto un ruolo centrale sul piano degli scambi commerciali?

Ammesso e assolutamente non concesso che per avventura si riesca nell’impresa,
con un virus da tempo endemico a livello planetario,
ai cinesi non resterebbe che rinchiudersi all’interno del loro smisurato Paese,
costruendo una nuova e ancora più impenetrabile muraglia, bloccando ogni ingresso ed ogni uscita.


Ma come al solito buona parte della nostra informazione,
tranne che per lucrare sul sensazionalismo destato dalle drammatiche scene di protesta
che ci arrivano clandestinamente dalla Cina, non sembra voler cogliere in tutti suoi drammatici risvolti la citata follia.


A tale proposito mi ha colpito un lungo articolo pubblicato sul “Quotidiano Nazionale”,
in cui si sottolinea l’editoriale di un tabloid locale, il “Global Times”,
nel quale la linea di “contagi zero” viene definita “l’unica via per uscire dall’attuale complessa situazione”.

Tutto questo, però, senza minimamente criticarne la demenziale ratio.

Ma l’asino cade assolutamente quando, nello stesso pezzo, leggiamo che
“Shanghai è attualmente diventata un campo di battaglia primario contro il virus.” (DELLA LIBERTA', FORSE ?)


Nel senso che solo chi ancora crede ciecamente nella narrazione del terrore virale,

ancora dominante anche in Italia, non comprende affatto

che in Cina la guerra non è al coronavirus,

bensì alla crescente voglia di libertà

di una popolazione sottoposta ad un rigidissimo controllo sociale da otre settant’anni.


Il resto sono solo chiacchiere e propaganda.
 
Fanno tutti finta di non sapere e di non vedere ?
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Queste sono le persone trucidate.
 
Ogni 2 x 3 salta fuori la verità :


" Il Covid, per quanto "eccezionale" nella sua tipicità,

fa parte della famiglia dei Coronavirus,

con i quali conviviamo da sempre. "
 
"Esprimerò una opinione alquanto impopolare:

personalmente finché ci saranno gel, mascherine e GP super o meno,

credo che difficilmente mi rivedrete.[...]

salto con una certa frequenza dall'italia all'estero e mi spiace, alcune cose che sto vedendo per me sono storture."


Da dicembre ad oggi sono rimasto fuori.

Fuori da ciò che richiedeva GP e non fosse lavoro.


In realtà anche prima evitavo tutto ciò che richiedeva tracciamento.

Sono servizi/attività non essenziali?

Allora non è essenziale che ci vada.

Non è che sfuggivo o "baravo": per natura non aggiro le leggi.

Le "rispetto", le leggi.


Livore?

Invelenito?

No, mi spiace, semplicemente non aderisco.


Non mi serve il caffè al bar al bancone,

le calze le posso comprare on-line e farmele spedire a casa se in Italia serve un GP anche per entrare in un negozio,

ho una patente ed in alternativa buone gambe, per cui anche i mezzi di trasporto posso evitarli.


Non credo che falliranno per la mia assenza,

ma non ho voglia di mostrare un QR code ogni due passi.


E se non ho voglia non lo faccio, perché nessuno mi obbliga.



Perché nessuno mi obbliga, al caffè al bar,
alle calze acquistate in negozio,
all'uso dei "mezzi di trasporto pubblici".


Ed un cordiale saluto alle maestrine

che trasudano morale sedute al caffè

e che vorrebbe tutto il mondo

felice di esibire il codice a barre

per respirare la loro stessa aria.
 
Mi chiedo sempre. Perchè ? Perchè partire per queste avventure da soli ?



E' un ragazzo di Milano classe 1997, il giovane trovato senza vita nella notte a cavallo tra mercoledì e giovedì ad Artavaggio.

Era partito per un’escursione in montagna, conosceva abbastanza bene la zona perché ci veniva da anni con la famiglia.

Ieri sera il mancato rientro ha allarmato i genitori, che non riuscivano a contattarlo e allora hanno chiesto aiuto.

La centrale ha attivato il Soccorso alpino, Stazione di Valsassina e Valvarrone della XIX Delegazione Lariana,
i Carabinieri della Stazione di Introbio, i Vigili del fuoco di Lecco e la Protezione civile.


Sono partiti 25 tecnici del Cnsas, saliti a piedi e con i mezzi fuoristrada verso Artavaggio per battere i sentieri principali.

L’elicottero di Sondrio di Areu - Agenzia regionale emergenza urgenza ha caricato un soccorritore e ha sorvolato la zona di Campelli e del Monte Sodadura.


Durante la perlustrazione, le squadre si sono concentrate anche sul Sentiero degli stradini, che va dai Piani di Artavaggio ai Piani di Bobbio.

Poco dopo, all’1:40, a circa 1.800 metri di quota è stato trovato lo zaino del 24enne.

Il suo corpo si trovava un centinaio di metri al di sopra: era caduto dall’alto, in una zona molto impervia.

È arrivato da Como l’elicottero di Areu, abilitato per il volo notturno, che ha scaricato il medico per la constatazione del decesso.
 
Solo i Pagliacci possono difendere un simile personaggio.


Di fronte alle prime immagini della guerra appena esplosa,
l’Occidente si era affrettato a identificare buoni e cattivi.

Condannando, comprensibilmente, l’invasione militare russa.

Ed elevando l’Ucraina a simbolo di una democrazia da difendere a tutti i costi.


Ecco, su quest’ultimo punto in parecchi si sono dovuti ricredere col passare dei giorni,

quando man mano anche i più sbadati degli analisti si sono accorti del fatto che,

dalle parti di Kiev, qualche “problemino” c’è.

Non a caso in queste ore è arrivata la notizia dell’arresto di Viktor Medvedchuk,
operazione celebrata dalla stampa ucraina (e non solo) con toni più che trionfalistici.


Medvedchuk era stato già fermato prima dell’inizio del conflitto
in quanto leader del partito di opposizione e avversario di Zelensky.


A conferma di come i metodi del presidente ucraino somiglino in maniera preoccupante a quelli del suo nemico Putin.

Un capo di Stato sì efficace nelle sue strategie comunicative, che hanno fatto breccia anche nel cuore di tanti italiani.

Ma non certo un campione di democrazia, come qualcuno vorrebbe invece dipingerlo.

Non a caso poche testate, nel dare la notizia dell’arresto dell’oligarca “amico di Putin”
hanno però ricordato come questo sia il secondo fermo, in realtà, di Medvedchuk.


Come spiegato dal Corriere della Sera, Medvedchuk
“l’11 maggio 2021 era stato incriminato per alto tradimento,
accusa che fino a oggi è stata reiterata altre cinque volte”.

Si trovava agli arresti domiciliari quando la Russia ha iniziato l’invasione dell’Ucraina
ed è stato semplicemente rintracciato di nuovo e ancora una volta fermato.

Celebrare l’arresto di un uomo finito in passato in carcere in quanto leader di un partito di opposizione (Ukrainan choice)
è parso a dir poco fuori luogo da parte della stampa occidentale.


Nessuno, insomma, sembra più ricordare chi fosse Zelensky prima dell’esplosione del conflitto.


L’uomo che non solo aveva fatto arrestare Medvedchuk,
ma aveva anche denunciato un colpo di Stato che vedeva tra le personalità coinvolte, a suo dire,
anche Rinat Akhmetov, l’uomo più ricco del Paese, sospettato a sua volta di tradimento.

Stessa accusa che era stata mossa a Petro Poroshenko, predecessore di Zelensky alla presidenza.


Parlare dell’Ucraina come di una grande democrazia, insomma, continua a sembrare un filino fuori luogo.
 
Non ditelo a speranza e company


Mentre George Orwell scriveva la sua celebre opera “1984”,
non avrebbe potuto pensare che, settant’anni più tardi,
quella realtà fosse così vicina alla sua fantascienza.

I caratteri totalitari, che il grande scrittore britannico descriveva, raccontava e criticava con la sua penna distopica,
paiono più che mai attuali nella Shanghai cinese del 2022.

La macchina del Grande Fratello di Xi Jinping è costituita da cani-robot, droni, case sigillate con lucchetti,
bimbi strappati dalle proprie famiglie perché positivi, magari anche asintomatici.

L’intera struttura organizzativa permette la capillare vigilanza di 26 milioni di abitanti rinchiusi, segregati, privati della loro vita sociale.


I contagiati non possono rimanere in quarantena nelle loro case.

Per ordini del governo centrale, devono essere trasferiti in strutture apposite,
presumibilmente adibite alla circoscrizione del contagio.

Il blocco del settore logistico sta causando notevoli difficoltà nel ricercare acqua e cibo nei supermercati online;
i medicinali scarseggiano; in alcune zone della città, sono iniziate le prime rivolte.

Shanghai 2022 rappresenta uno spettro ancora più inquietante di Wuhan 2020.

Non solo perché, a distanza di più di due anni, stiamo ancora raccontando nuovi casi di quarantene,
restrizioni e smanie da “Covid zero”; ma, soprattutto, perché le nuove misure adottate dal regime di Xi
manifestano più che mai i tratti di un confinamento.

Se cerchiamo sul dizionario il vero significato della parola “confinamento”,
non denotiamo una semplice – seppur sempre preoccupante – “limitazione”.

Piuttosto, si parla di relegazione, segregazione, reclusione.


Insomma, si tratta di una formula con una carica emotiva ben più intensa, nonché ben più liberticida e autoritaria.


Gran parte dei media nazionali italiani hanno riportato il racconto di Alessandro Pavanello,
produttore musicale di 31 anni, chiuso da alcuni giorni in un centro espositivo a Shanghai,
dopo essere risultato positivo al Covid.

Egli parla di “condizioni igieniche pessime”, dove
“non ci sono docce, ciascuno ha un catino per lavarsi, tutti tossiscono e sputano in un grande secchio”.


In nome della vita, si è limitata la vita.

In nome della libertà, si sta limitando la libertà.
 
Noto con grande tristezza che oltre a questo "ottuagenario",

dove i democratici americani hanno fatto carte false per farlo eleggere,

ci sono una miriade di politici europei che lo seguono senza batter ciglio.


Ritengo che questi siano ancora più dementi del tipo in questione.

POVERA EUROPA, meriti proprio lo scioglimento.
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Una palese verità che da fastidio.
Che va contro certi "interessi".


"In un programma serale su Rete 4 ci accusavano di tutto.

Io dico parliamone: i nazisti di Azov?

E loro: i vostri soldati uccidono.

Io li fermo: no, fatemi vedere le prove dei crimini dei nostri soldati, se le avete.

Faccio notare che i soldati ucraini tagliano le gole ai prigionieri, faccio vedere le foto.

E gli italiani fanno finta di non vedere"
denuncia.


Interviene sul finale anche un altro ospite :


"Fanno finta di non vedere, ma vedono tutto:

questa cosa li trasforma in mostri e canaglie, forse anche più degli ucraini".
 
Poveretti. Ancora attaccati al pezzo di carta che non serve a nulla.
Però il gioco delle 3 carte gli piace assai.


Dal primo maggio gli italiani potrebbero tirare finalmente un sospiro di sollievo
e liberarsi di quelle maledette mascherine che non sopportiamo più.

Il 30 aprile, infatti, scade l’obbligo, ma il governo è pronto a introdurre alcune novità.


Il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha spiegato che

“questa settimana verranno prese delle decisioni in merito.
Credo che la direzione sia quella che si passi a una raccomandazione sull’uso delle mascherine
perché sono convinto che in questi due anni gli italiani abbiano preso una consapevolezza diversa,
come è successo con le mascherine all’aperto, dato che vedo cittadini che le indossano ancora”.


Si dovrebbe quindi dire addio all’obbligo anche al chiuso, ma non per tutti.

A scuola, infatti, resteranno fino alle fine dell’anno scolastico.

Tra i nodi da sciogliere resta anche quello relativo al prolungamento dell’uso delle mascherine sui mezzi pubblici,
su cui Costa dà parere favorevole.


Riguardo al Green pass, invece, il governo Salvini-Draghi-Speranza non fa passi indietro.

“I criteri non cambiano – spiega ancora Costa a nome dell’esecutivo -.
Di fatto il Green pass c’è sempre, solo che dal primo di maggio non verrà più richiesto per nessun tipo di attività,
e noi confidiamo e auspichiamo che non ce ne sia più bisogno”.

Insomma, la certificazione verde “non è che sparisce
– precisa Costa -,
semplicemente non viene più richiesta e non viene più utilizzata,
così come peraltro accaduto con la struttura commissariale:
non c’è più il commissario straordinario ma c’è sempre una struttura pronta per l’evenienza”.
 

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