Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Gli fa eco il "profeta"


“In termini precauzionali – avverte Pregliasco – sicuramente sarebbe meglio
che continuassero a portare la mascherina in classe fino al termine dell’anno scolastico.


Non è facile, perché per i bambini è più complesso e fastidioso tenerle
– ammette il direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano – ma sarebbe meglio”.

In vista del 30 aprile quando scadrà l’obbligo del dispositivo di protezione in tutti i luoghi chiusi,
e dopo che il ministro della Salute Roberto Speranza
ha spiegato che si deciderà dopo Pasqua su ciò che avverrà dal primo maggio in poi, Pregliasco sottolinea:

“Ritengo che i soggetti fragili e le persone che li assistono, a prescindere dall’obbligo,
debbano assolutamente continuare a indossare la mascherina in situazioni a rischio, meglio se Ffp2”.


Non cambierà neppure la regola dell’utilizzo della mascherina Ffp2 per dieci giorni
dal contatto con una persona contagiata, se ci sono almeno quattro positivi in una classe tra alunni e insegnanti.

“Secondo l’esecutivo, infatti, la situazione epidemiologica vede ancora un numero di contagi consistenti
e procedere con l’eliminazione delle mascherine a scuola potrebbe pregiudicare la fine dell’anno scolastico.
Nel frattempo, però, nel resto d’Europa le mascherine sono già state superate anche a scuola”.


Francia, Belgio, Regno Unito e Olanda da tempo non sanno più nemmeno cosa siano.
 
Spiega Bergamo News:

“L’ultimo atto di un anno e mezzo di pronunce opposte da parte della giustizia amministrativa:

l’invio di ‘unità aggiuntive in determinati territori dei comuni della Bergamasca

è stato rimesso alla programmazione generale annuale e alla disciplina ordinaria,

sicché la richiesta di accesso andrebbe di fatto a investire un livello di programmazione strategica di più vasta portata

e, come tale, inattingibile da un livello di acquisizione parziale”.


L’avvocato Consuelo Locati, a difesa dei parenti delle vittime del Covid, è durissima:

“L’autorità giudiziaria avrebbe dovuto spiegare

perché l’operazione di contenimento del virus sia correlata con

‘Strade Sicure contro la criminalità organizzata’, a noi rimane incomprensibile”.


“Avrebbe dovuto chiarire perché questa correlazione sia applicabile solo ai comuni della Bergamasca

e non sia stata ravvisata nel Lodigiano.


Negare la fruibilità di atti che hanno avuto un impatto devastante sui cittadini dei territori bergamaschi

per una ragione che ci appare permanere inconferente rispetto alla richiesta,

ancora una volta lascia l’amaro in bocca a chi da due anni chiede trasparenza, verità e giustizia”.
 
Professor Giorgio Palù oggi esce il suo libro,
«All'origine, il virus che ci ha cambiato la vita», Mondadori.
Perché lo ha scritto?


«È stata una sofferenza vedere la disciplina che studio da 50 anni
svilita da virologi che la comunità scientifica non riconosce tali.

La virologia ha contribuito all'avanzamento della conoscenza biomedica in modo determinante.
Non va trattata così».






Così come?


Il laboratorio di Wuhan Il laboratorio di Wuhan


«Materia di comparsate televisive.

Il problema viene banalizzato o estremizzato.

Catastrofisti, negazionisti e chi più ne ha più ne metta».




Cosa condanna?


«Oggi parla chiunque. Basta che sia anti qualcosa. Non ci sto».



Cosa c'è all'origine di questo virus?


«Ho raccontato quello che è successo a giugno del 2014
quando il governo americano nominò una commissione per decidere se abolire le manipolazioni di virus respiratori.

Nel 2011 i virologi veterinari Kawaoka e Fouchier avevano modificato il virus dell'influenza aviaria
per renderlo capace di compiere il salto di specie.

Alla riunione, a Washington, partecipai come esperto».




Cosa accadde?


«Si decise di sospendere gli esperimenti sui virus influenzali.

La messa al bando sarebbe stata rimossa nel 2017.

Dalla moratoria restarono però esclusi i coronavirus.

Era necessario studiare la Mers (Meaddle East Respiratory Syndrome) comparsa nel 2012,
ancora endemica in alcune aree dell'Arabia Saudita.

Fu una collega del laboratorio di Wuhan a opporsi al bando».




E la sua posizione qual é?


«Modificare un virus animale e renderlo infettivo per l'uomo è giusto
se la finalità è comprendere i meccanismi del salto di specie.

Purché si usino le dovute cautele e la trasparenza, informando l'opinione pubblica».



Le ricerche sui coronavirus continuarono a Wuhan. Il Sars-CoV-2 può essere sfuggito?


«Non sappiamo se lo spill over sia stato naturale oppure si sia trattato di un incidente.

Non lo sapremo finché i cinesi non romperanno il silenzio.

Non hanno voluto consegnare i registri di laboratorio né dato risposte agli inviati dell'Oms.

Tanti interrogativi.

Non si è trovato l'ospite animale intermedio che avrebbe fatto da ponte tra pipistrello e uomo.

Questo virus non infetta più i chirotteri quindi qualcosa è accaduto».




Cosa abbiamo appreso?


«Primo. Investire nella scienza.
Siamo immersi nei virus, viviamo in una virusfera.

Finanziamo allora la virologia di base ed evoluzionistica.

Secondo: puntiamo sull'industria farmaceutica high tech.

Quasi tutti i Paesi europei hanno un vaccino proprio, inglesi, tedeschi, francesi e spagnoli.
Noi no.
Abbiamo poi bisogno di principi attivi made in Italy per non doverli acquistare all'estero».



Terzo?


«Serve un'organizzazione europea per rispondere a queste emergenze, come in Usa.

Ora esiste, ma è un ufficio burocratico.

Altre pandemie arriveranno.

Abbiamo imparato che le calamità vanno gestite a livello centrale, non regionale,
e che i virus respiratori vanno contrastati seguendo i malati a casa, non in ospedale.


La medicina di famiglia va rifondata».




La pandemia si è spenta?


«Il virus circola sempre meno.

Se continua così a maggio l'epidemia dovrebbe essersi estinta.

Da noi in estate i virus respiratori vanno in vacanza».




E in autunno?


«Gli italiani tra vaccinati e immunizzati per via naturale sono largamente protetti.

Molti soggetti a rischio mancano all'appello.

Il Sars-CoV-2 infetta dove trova spazio».




Servirà la quarta dose per i 50-60enni?


«Sì se arriverà un vaccino allestito sull'ultima variante Omicron, comprensivo del ceppo originario di Wuhan.

Altrimenti non avrebbe molto senso.

Per over 80 e 60-79enni fragili il secondo richiamo è raccomandato anche col vaccino attuale».
 
Mi vien da ridere.


LOMBARDIA: 9.981.554 abitanti.

2.329 nuovi casi (+ 715);

159.016 attualmente positivi (- 1.181);

2.676.545 il totale dei contagiati.


I tamponi processati sono 21.875 con indice di positività al 10.65% (ieri 12.53%).


In Terapia intensiva 35 pazienti (- 1) (posti letto 1.810);


nei reparti covid 1.147 (+ 31) (posti letto 10.457).
 
Povero povero povero povero


Nell’ultima puntata di “Piazza Pulita”, in onda su La7,
il conduttore Corrado Formigli ha ospitato l’onnipresente Massimo Galli,
accogliendolo con la stessa deferenza che viene riservata a chi ha appena ricevuto il premio Nobel per la medicina.

In una lunga intervista di quasi mezz’ora,
i telespettatori sintonizzati col programma hanno potuto “godere”
di una corposa dose di terrorismo sanitario,
così da continuare a mantenere alta la guardia contro un virus, il Sars-Cov-2,
che è stato descritto dall’ex primario del reparto malattie infettive del Sacco di Milano
ben più pericoloso dell’Ebola e di quello influenzale che nel lontano 1918 provocò la catastrofica Spagnola.


Grazie anche alla compiacenza del conduttore,
che ha spesso sconfinato nella mera piaggeria,
Galli ha dimostrato una invidiabile abilità dialettica,
portando gli ascoltatori a trarre una simile conclusione,
senza tuttavia esprimerla esplicitamente.

In particolare, quando Formigli gli chiede quale sia il virus più feroce che egli abbia mai incontrato, così risponde Galli:

“Guardi, Sarebbe facile dire Ebola,
ma Ebola è molto meno mortale di quanto si creda, pur essendo mortale.
Ebola è un virus che riesce a dare una quantità di infezioni asintomatiche.
E chi lo crederebbe? Eppure è così.”

Ha poi aggiunto che la letalità della malattia determinata dall’Ebola
nelle persone che sono state curate in Europa e in America è stata molto bassa,
rispetto a ciò che è avvenuto in Africa.

Ciò anche in soggetti gravi e non giovanissimi.


A questo punto, per esclusione, il conduttore gli domanda:
“E invece che altro virus le viene in mente?”

“Ma guardi – risponde Galli partendo da molto lontano – un virus che può diventare terribile,
in linea di prospettiva, è il virus dell’influenza;
perché esso è stato capace di dare una malattia come quella data dall’H1N1 Spagnola del 1918.”


A questo, con un salto di un secolo, il nostro eroe crea un collegamento logico,
a mio avviso piuttosto spurio, con l’attuale Coronavirus.


Dice infatti Galli:

“È quello – riferendosi un agente simil influenzale – che io mi aspettavo come virus pandemico pericoloso nel prossimo futuro,
ed è arrivato l’emulo della Sars, il Sars/2 che, oltre ad essere un emulo, ha però questa capacità diffusiva
che si è rivelata immediatamente molto maggiore rispetto a quella del virus del 2003.
Quello ad un certo punto è scomparso. Questo no.
Questo si è trovato un “parco giochi” enorme in una umanità diventata di 8 miliardi di persone.
Attenzione – ha voluto ricordare: la Spagnola che ha fatto quel che ha fatto,
provocando dai 20 ai 100 milioni di morti, sebbene ciò non sia mai stato accertato,
e lo ha fatto in un mondo in cui la gente vivente era poco più di un miliardo.”


Ora, ciò che colpisce in una tale guazzabuglio di numeri e riferimenti stiracchiati ben oltre il punto di rottura,
è la totale passività di un affermato professionista come Corrado Formigli,
il quale non ha mosso un capello di fronte alla sequela di balle spaziali espresse dal suo ospite a mitraglia.

D’altro canto, per chi opera in prima linea nel mondo dell’informazione è piuttosto grave non sapere,
o fingere di non sapere che il tasso di letalità apparente dell’Ebola è almeno 100 volte
(questo in Occidente, mentre in Africa è decisamente superiore) più elevato rispetto a quello attribuito al Sars-Cov-2.

Inoltre, come “piccolo” dettaglio aggiuntivo, occorre sottolineare che,
mentre l’attuale Coronavirus attacca duramente quasi esclusivamente i soggetti molto anziani e molto fragili
(lo dimostra l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, in cui si evince
che l’eccesso di mortalità registrato nel biennio 2020/21 è in gran parte concentrata tra gli over 80),
l’Ebola uccide in modo indiscriminato persone di tutte le età, a prescindere dalle relative condizioni di salute.

Infine, per il Sars-Cov-2 abbiamo i vaccini, mentre per l’Ebola dobbiamo solo affidarci a buone cure e ad una buona dose di fortuna.


Per quanto riguarda invece la famigerata influenza spagnola,
dato che essa si sviluppò in un mondo devastato da una lunga guerra,
in condizioni esistenziali che noi oggi neppure immaginiamo,
il paragone con la nostra epoca risulta impossibile.

Oltre al fatto, e qui ancora una volta Galli dimostra la sua idiosincrasia con i numeri,
che nel 2018 gli abitanti della terra non erano poco più di un miliardo, come egli ha affermato,
ma avrebbero raggiunto da lì a qualche anno i due miliardi.


In estrema sintesi, secondo l’astruso ragionamento esposto da Galli,
il quale ha più volte ribadito che il Coronavirus non se ne è andato e non se ne andrà,
“tornando più forte che prima in autunno”,
la sua pericolosità consiste essenzialmente nell’essere estremamente contagioso,
sebbene la stragrande maggioranza di chi lo ha incontrato, anche prima dei vaccini, non lo ha quasi avvertito.


Ma per il virologo star in pensione
gli asintomatici con il Coronavirus quasi non esistono,
così come affermò stizzito in un epico scontro televisivo con Nicola Porro;

mentre sono tanti, assai più di quelli stimati, i portatori sani del micidiale virus dell’Ebola.


Se qualcuno riesce a trovare un riferimento logico nelle affermazioni di Galli, batta un colpo.
 
Brucia....ohi come brucia....la VERITA'


Francesco Borgonovo ristabilisce l’ordine cronologico dei fatti sulla guerra tra Russia ed Ucraina.

Il vice-direttore de La Verità è stato ospite della puntata del 31 marzo di Dritto e Rovescio,
talk show serale di Rete4 che vede Paolo Del Debbio alla conduzione,
e si è scontrato con la scrittrice ucraina presente in studio:

“Quando si fa la guerra non ci vanno a combattere quelli di casa nostra seduti sul divano davanti alla televisione.

Ci vanno quelli che sono ultranazionalisti e disposti a morire per la patria come quelli del Battaglione Azov,

o i Wagner che sono pagati, è questa gente qui.

È tutto assolutamente normale, oggi la guerra si combatte in questo modo, sarebbe bene che la guerra non ci fosse.

Qui il passato è importantissimo, non possiamo decidere che la guerra inizia quando decidiamo noi o quando vogliamo noi,

con tutto quello che c’è stato prima che non conta.

Tutto quello che è successo dal 2014 ad oggi, anzi ancora prima con la rivoluzione arancione,

con gente come George Soros che si è vantata di aver influito sulla situazione dell’Ucraina…”.
 
“La numero 2 del dipartimento di stato degli Usa

è stata intercettata al telefono e parlando dell’Unione Europea diceva

‘chi se ne fotte della Ue, facciamo come decidiamo noi’.


Queste cose hanno inasprito le tensioni,

sono elementi, pezzetti di una guerra a bassa intensità che viene combattuta da anni,

combattuta anche militarmente nel Donbass, in violazione degli accordi di Minsk,

massacrando migliaia di persone, comprese donne e bambini.


In Crimea erano senza acqua prima che intervenissero i russi sulle dighe…”.
 
Quando il paziente è illustre, le cure arrivano addirittura a mezzo stampa.

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è risultato positivo al Covid, anche se è asintomatico.

Il circo Burnum dei televirologi, sempre più in ombra, non poteva perdere l’occasione di tuffarsi su un “malato” tanto illustre.


Il primo a cogliere la palla al balzo è stato Fabrizio Pregliasco, che a Radio Rai 1 ha addirittura ad ammonire il premier:

“È probabile che abbia preso Omicron 2,

ora deve fare almeno sette giorni di isolamento

e gli consiglierei di prendere degli antinfiammatori due volte al giorno, anche se è asintomatico”.


Già, perché “il vaccino è efficace sulle forme gravi

mentre la copertura ha qualche riduzione nell’arco dei mesi,

tanto che neanche la guarigione garantisce protezione a vita”.
 
Pregliasco ha scoperto che le cure esistono e che vanno somministrate nonostante il vaccino.


Ma come?

Per mesi ci hanno raccontato che le terapie precoci domiciliari erano una bufala antiscientifica,

un’invenzione dei no vax per dimostrare che sottoporsi all’iniezione di Pfizer era inutile.


Per due anni, il ministero della Salute ha avallato il famigerato protocollo “paracetamolo e vigile attesa”,

basato praticamente sul nulla, se non sulla speranza che il Covid non progredisse e non si aggravasse nello sfortunato infetto.
 
Ed ancora oggi, alcuni esperti, come la professoressa Maria Rita Gismondo,

denunciano la farraginosità delle procedure burocratiche per prescrivere a chi ne ha bisogno gli antivirali,

peraltro ampiamente pubblicizzati – a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca:

a differenza dei classici antinfiammatori, sono medicinali nuovi, che assicurano a chi li produce profitti extra.


Nonostante l’ostracismo delle terapie,

che probabilmente è costato la vita a parecchie migliaia di persone che si sarebbero potute salvare,

in un Paese con un bilancio disastroso a dispetto di lockdown e altre restrizioni assurde.


Nnonostante ci abbiano raccontato che, in effetti, l’unica salvezza era il vaccino,

ora scopriamo che il Covid si può curare e che tutto sommato basta poco.


Basta un farmaco che tutti abbiamo in casa.


Alla faccia di Omicron 3 la vendetta: non ci si poteva pensare prima?


Anche per quegli italiani che non si chiamavano Draghi?
 

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