Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Il via libera è arrivato.

28,3 milioni di euro = 54.8 MILIARDI DI VECCHIE LIRE

CINQUANTAQUATTROMILIARDI da investire come ?

Creare quanti nuovi posti di lavoro ?

Costruire quante nuove case popolari ?


NIENTE DI TUTTO QUESTO.


Serviranno alla nuova legge sulle " relazioni affettive dei detenuti "

PREFABBRICATI PER I "CASINI DELL'AMORE".
 
Una ne fa.
Cento ne inventa.
Mille ne sbaglia di collaboratori.


Questa volta il capo è furioso. Anzi, “sconcertato”.

Lo tsunami scatenato da Mariastella Gelmini contro il cerchio magico azzurro
e Silvio Berlusconi in persona, ha lasciato sul campo morti e feriti.

L’attacco della ministra, dopo l’incoronazione di Licia Ronzulli a coordinatrice della Lombardia, ha scatenato un putiferio.

E scosso l’equilibrio di rapporti già precario dentro il partito.

Al Cavaliere, vittima di un’offensiva personale, brucia l’ingratitudine della Gelmini.
Che ha messo in discussione la persona, la storia e la linea.


“Non si capisce bene dove voglia arrivare”, avrebbe detto ai suoi.

“Qualcuno di voi l’ha capito?”.


Ora si passa al muro contro muro.

E la ministra bresciana potrebbe restare con le mani vuote.

Nel mirino proprio il fronte governista, Brunetta, Carfagna e Gelmini.
Che non era il trio che Berlusconi avrebbe voluto a Palazzo Chigi.

Meglio gli ‘altri’: Antonio Tajani e i capigruppo di Camera e Senato, Barelli e Bernini.
Favorevoli al disegno di fusione con la Lega di Salvini.

Un piano che avrebbe dovuto disarmare Fratelli d’Italia e che la ministra Gelmini ha fatto saltare.
Attaccando l’ambiguità del Cavaliere sulla guerra in Ucraina e lo schiacciamento sul Carroccio.

Insomma.

Portando allo scoperto il lavoro ‘segreto’ della coppia Ronzulli-Tajani.


Ora “Silvio sta in surplace”, quasi immobile.
In attesa della mossa vincente per uscire dal guado.

In tanti, non ultimo proprio Salvini, spingono per una punizione esemplare alla ministra degli Affari regionali.
Chiedendole di rinunciare all’incarico di capodelegazione o, addirittura, di uscire dal governo.

Opzione difficile la seconda, anche perché – come ha ricordato Elio Vito – “i ministri li nomina il presidente della Repubblica”.

L’ordine di scuderia è tacere.

L’unico che può rompere il silenzio stampa è Tajani,

Che, non a caso, si è precipitato a smentire l’ipotesi di fusione con la Lega.

Ma la parola federazione, intanto, non è più un tabù.

La Gelmini tace.

Dopo i fuochi d’artificio del week-end.

Resiste.

La sua sembra l’ultima resistenza alla deriva filo Putin della dirigenza forzista.

Isolata (con lei forse ancora Brunetta e Carfagna) e additata da mezzo partito.


Per ora, dicono gli altri dirigenti, si occupi di Palazzo Chigi e non del partito.
Non ha un piano B, dice.
Ma Calenda la accoglierebbe a braccia aperte.


Da registrare una sintomatica lite a distanza con Salvini.

Che l’ha invitata a contare “fino a cinque” prima di contestare l’intoccabile Berlusconi.

Lei, ancora capodelegazione azzurra, lo invita invece a occuparsi dei fatti del suo partito “che non è ancora Forza Italia”.
 
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Sappiamo che sindaco c'è a Milano.


Il Milan non ci sta.

Nella giornata in cui la squadra neo-campione d’Italia arriva in sede per continuare la grande festa in città con il pullman scoperto,
dalla società emerge la voglia di fare chiarezza una volta per tutte sul caso maxi-schermo.

In molti, infatti, si sono chiesti perché non sia stato allestito uno spazio che permettesse ai tifosi di vedere la partita.

Secondo la società, da quando si è capito che il Milan aveva ottime – per non dire granitiche – possibilità di aggiudicarsi lo scudetto,
è stata la stessa squadra a dialogare con le autorità.

Partendo da un assunto: che lo schermo era già pronto, nel senso che sarebbe stata la società stessa a sobbarcarsi le spese necessarie.


Il rimpallo tra Sala, Fontana e la prefettura


A questo punto bisognava trovare il luogo adatto per installare lo schermo.

E qui la questione si complica: perché, ribadiscono dalla società, nessuno ha mai risposto,
asserendo che fosse il Milan a dover fare una richiesta formale.

A quel punto si è chiesta la disponibilità per Piazza del Duomo:

negata dal sindaco perché ancora presenti gli allestimenti del concerto di Radio Italia del giorno prima.

Allora la zona prospicente Casa Milan, nell’area di Portello?

Altolà dalla prefettura.

La cosa dunque si fa complessa: quali altre zone sarebbero state indicate?

Nessuno ha saputo dirlo.


E pensare che perfino Dazn, l’Ott che detiene i diritti di ritrasmissione di tutta la Serie A,
si era detto disponibile a mandare in onda la partita sui maxi-schermi.

A patto, ovviamente, che ci fosse il via libera da parte delle autorità competenti.


Che hanno però taciuto.

Ulteriore prova del fatto che la responsabilità non va eventualmente addebitata alla società.

I tifosi, delusi dall’impossibilità di vedere in piazza la partita, non si sono scagliati contro il Milan, ma contro le istituzioni.


Non è il caso di cercare responsabilità.

Ma, se proprio bisogna compiere questo esercizio,

allora non è dalle parti di Via Aldo Rossi che si dovrebbero trovare.
 
money money money


Per chi ha problemi di risparmio,
pagare in contanti può essere importante per tenere sotto controllo le spese.

Ad esempio, una persona con uno stipendio di 1.500 euro
sa già che più di tre prelievi al bancomat da 500 euro l’uno non potrà fare.

Anzi preferibilmente dovrà lasciare un terzo della paga sul conto
in modo da far fronte a spese impreviste e alle varie imposte da versare nel corso dell’anno.


Invece, i pagamenti con carta di credito o bancomat
non consentono una percezione immediata e diretta tra la disponibilità finanziaria e la spesa.

Il fatto di non percepire il materiale distacco dalla moneta potrebbe portare a eseguire spese superiori alle proprie possibilità.


Il secondo vantaggio di pagare in contanti
è di poter spendere denaro di cui non si potrebbe dimostrare al fisco la relativa provenienza
e che pertanto non bisognerebbe mai versare sul conto corrente.

Si pensi a un’ingente somma di denaro accumulata a casa a seguito di donazioni e vincite al gioco
o ritrovata in una cassaforte dopo l’apertura di una successione.


L’utilizzo del contante non richiede che il denaro venga riportato sulla propria dichiarazione dei redditi ed evita accertamenti fiscali.

Difatti, se il contante viene accreditato in banca (sempre che non si tratti di importi irrisori),
l’ufficio delle imposte può presumere che si tratti di reddito tassabile, salvo prova contraria che deve fornire il contribuente.


I contanti restano poi il metodo di pagamento più veloce e facile.


Inoltre, il pagamento in contanti è anonimo:
non lascia tracce sul conto corrente per chi voglia nascondere,
magari ai propri familiari o al cointestatario del conto stesso, la destinazione delle proprie spese.


I contanti sono poi sicuri: evitando di fornire i dati della propria carta di credito non si è soggetti a frodi informatiche e a clonazioni.


Il contante poi non comporta spese: la sua gestione infatti non richiede l’intervento di terzi.


Per pagare in contanti non c’è bisogno di avere una banca, di gestire un conto online, di detenere carte di credito o blocchetti degli assegni.
 
Faccio fatica a capire certi nostri politici.
Capisco il berlusca che cerca di attaccarsi a tutto pur di far sopravvivere la sua creatura,
ma con i dementi con i quali ha costruito il suo cerchio magico, è destinato a scomparsa,
lui spera, dopo la sua scomparsa.
Quel che non capisco è il comportamento della lega.
Più va avanti a stare nel governo più perde consensi.
Ed è un travaso di voti da un partito all'altro (fratelli d'italia) senza alcun guadagno.
E' ora di mettere un punto ed accettare il rischio.
Il rischio che fratelli d'italia sia il primo partito.
Ma mandiamo a casa questo elemento che governa - per modo di dire -
solo per il suo tornaconto personale. Per il suo ego smisurato.
E' un animale ferito. E sappiamo come si comportano gli animali feriti.


“Nel DL concorrenza Mario Draghi, con la solita scusa del "ce lo chiede l’Europa",

recepisce la direttiva Bolkenstein sulle concessioni balneari e sulle concessioni degli ambulanti.


In questo modo, il presidente del Consiglio ha programmato

la svendita del patrimonio costiero italiano alle grandi multinazionali straniere”.


“Sono 6.138 gli stabilimenti il cui contratto andrà in scadenza il 31 Dicembre 2023.


Per comprendere la portata di questo disastro,

basta guardare ai 12 ettari di litorale che con 9 Milioni di euro Red Bull ha acquistato a Trieste.


Il Dl va assolutamente fermato perché mette a rischio la sopravvivenza di migliaia di famiglie

e rappresenta un altro tassello del programma di svendita del nostro patrimonio nazionale.


Draghi ogni giorno di più si mostra con il suo vero volto,

che è quello di grande liquidatore dell’Italia.


I partiti che fanno parte del governo abbiano un moto d’orgoglio e votino contro a questo scempio”.
 
La nostra Città è amministrata da una giunta di cattocomunisti dell'oratorio.
Avete capito bene. Dell'oratorio proprio, perchè la maggior parte proviene da quel settore.
Ci hanno pure fatto un partito.

Lecco ha dei gravi problemi di viabilità "IN USCITA" dalla città,
dovuti al fatto che si è assecondato il gioco perverso delle "rotonde alla francese" sui 2 ponti cittadini,
che danno la precedenza a chi proviene da sinistra.

Uno è il Ponte Azzone Visconti, costruito nel 1500 e detto Ponte Vecchio,
l'altro è il Ponte costruito negli anni '60 , detto Ponte Nuovo.

Così il movimento di deflusso delle auto dalla città è notevolmente rallentato e molte volte bloccato,
perchè chi proviene da sinistra - strada provinciale trafficata - ha la precedenza.
Per migliorare la viabilità, i cervelli dell'ufficio comunale hanno poi modificato le corsie del Ponte Nuovo,
con 2 corsie in entrata verso Lecco ed 1 in uscita......... così il traffico lo portiamo in città.


Il Sig. Sindaco protesta perchè sul Terzo ponte non verrà costruita la corsia in uscita da Lecco.

Un Sindaco del territorio confinante ha invece "lavorato bene" ed è riuscito a far approvare
dall'Anas il progetto per costruire la Terza corsia in entrata ....... verso Lecco.


E che pensata risolutiva dei problemi L'Assessore alla mobilità porterà all'attenzione della commissione consiliare
nella prossima riunione del 26 Maggio ?


Riapriamo il Ponte Vecchio.....IN ENTRATA.
 

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