Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Ahahahahahah tenialoceli, anzi...facciamone arrivare il doppio....il triplo.

Torino.

Nelle ultime ore è andata in scena una sequenza da film dell’orrore:

nel pieno pomeriggio, lungo le strade del quartiere Aurora,

un giovane si è lanciato all’inseguimento di un coetaneo armato di machete.

L’episodio, avvenuto a pochi passi dalla scuola elementare Parini,

è stato immortalato da alcuni passanti, con le foto subito diventate virali in rete.


Il sindaco Lo Russo è subito finito nel mirino,
accusato di non muovere un dito mentre la città è sempre meno sicura,
a partire dalle periferie totalmente fuori controllo.

I residenti del quartiere Aurora di Torino chiedono da tempo maggiori controlli,
soprattutto negli edifici fatiscenti dove tante persone vivono nell’illegalità,
ma i loro appelli sono rimasti puntualmente inascoltati.


Rabbia e proteste anche a Roma, altra città a guida dem,
dove persino i vip che avevano sostenuto la corsa a sindaco di Gualtieri ora si scagliano contro di lui.

Nelle scorse ore, Claudia Gerini ha pubblicato immagini choc sullo stato di totale abbandono delle strade, invase da spazzatura e sporcizia.

Un allarme ripreso anche da Alessandro Gassman ed Elena Santarelli:

“Questa città è sporca non solo perché le persone sono incivili, ma anche perché nessuno la pulisce”.


La giustificazione di Comune e Ama, l’azienda che gestisce la raccolta rifiuti?

La pandemia è finita e i romani sono tornati a produrre tanta immondizia.


Verrebbe quasi da ridere, non fosse tutto maledettamente serio.
 
Ahahahahah

Questi inventano di tutto per di farsi conoscere e far soldi

ed i boccaloni - i giovani - abboccano su tik tok.

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Va lavorare in fonderia. Buffone.
 
Come al solito, il pd impera.

La tempesta in Rai sembra essere rientrata.

La crisi a livello dirigenziale innescata dall'ad Fuortes
che ha deciso di rimuovere dall'incarico Mario Orfeo,
responsabile degli approfondimenti,
ha innescato l'immediata reazione della politica.


Ieri il capo dell’azienda pubblica ha deciso, nonostante "il rapporto di fiducia venuto meno",
di riportare Orfeo al Tg3, da dove veniva prima del nuovo incarico,
e ha designato Antonio Di Bella agli approfondimenti,
mettendo al suo posto, alla direzione daytime, la direttrice del Tg3 Simona Sala.

Si dice che Orfeo non sia dispiaciuto di tornare al Tg3
ma difficilmente avrà già superato e supererà lo choc della rimozione subita pubblicamente.

In molti in Rai ieri ironizzavano sul fatto che la fiducia,
venuta meno nei suoi confronti da parte dell’ad,
fosse rientrata nel giro di 24 ore.


Quanto a Fuortes, - prosegue il Corriere - come sia uscito da questa vicenda si vedrà nei prossimi giorni.

Se il suo scopo era eliminare un possibile competitor come Orfeo c’è riuscito.

Ma l’agitazione creata dalla rimozione dell’ex direttore generale,
con il rosario di chiamate arrivate e partite da Palazzo Chigi perché riportasse le cose in ordine, lascia strascichi.

Dalla sua, Di Bella può vantare buoni rapporti con tutti i partiti
ma anche con molti colleghi che andrà a coordinare.

A partire da Bianca Berlinguer, il cui programma "CartaBianca" ora rischia meno stravolgimenti,
ma questo si vedrà nell’incontro risolutivo sul programma che l’ad aveva già fissato per lunedì.
 
Altro cretino patentato .......

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, ergo del Fisco, non intende sbattere 19 milioni di italiani in cella. Deo gratias.
Ieri Ernesto Maria Ruffini, al Festival Internazionale dell’Economia,
ha presentato la sua ultima fatica letteraria (non era il 730 pre-compilato).

Tra una cosa e l’altra, ha fatto sapere che il Fisco ha “individuato” tutti gli evasori e che le tasse sono utili.

Poi in un’intervista a La Stampa s’è lasciato andare ad una frase ambigua e un po’ angosciante.

Visto che incarcerare 19 milioni di persone che hanno debiti col fisco non si può,
allora meglio “farli lavorare finché non ripagano la collettività”.

Ora, letta così potrebbero apparire come una sorta di lavori forzati
che lo Stato impone per costringere l’evasore a ripagare il suo debito col fisco.

Ci auguriamo Ruffini intendesse dire che, anziché far chiudere l’impresa al contribuente incarcerato,
sarebbe meglio lasciarlo in attività e indurlo a versare mese dopo mese quanto non fatto in passato.

In entrambi i casi, il vero problema è che “il sistema ideale” del direttore dell’Agenzia
è quello in cui un presunto evasore “viene intercettato e deve per forza versare quanto non ha dato”.

Applausi.

Bene.

Bis.

Peccato che il ragionamento di Ruffini risulti fallace per due semplici motivi.

Primo: perché si riduce a tagliare la realtà con l’accetta.
Immagina un mondo diviso in due:

da una parte i dipendenti (pubblici e privati);

dall’altra imprenditori, partite iva e autonomi cattivoni che per abbuffarsi a più non posso truffano l’Erario appena possibile.

Visione parziale.

E pure infantile.

Che non tiene conto del fatto che quei 19 milioni di persone non sono un’ordalia di incivili,
carichi di Ferrari e dediti a serate a suon di champagne e caviale.

Si tratta in larga parte di classe media, piccole e medie imprese o partite iva.

Gente che a fronte di un investimento proprio fatica a sbarcare il lunario senza la garanzia del posto fisso.

E che magari si trova costretta a contrarre un debito altrimenti finirebbe col chiudere l’azienda.


Il secondo buco nel ragionamento di Ruffini è banale.

E lo riassumiamo così:

anziché immaginare metà dei contribuenti come dei criminali,
non si potrebbe spostare lo sguardo a monte?


Il nostro cuneo fiscale è 10 punti sopra la media europea, il che significa anche costi extra per le imprese.

Non potremmo pensare di abbassarle un po’?
 
Il governo del Kuwait ha annunciato di aver convocato un diplomatico americano di alto livello
per le posizioni espresse dall’ambasciata statunitense in Kuwait che ha twittato il suo sostegno al mese dell’orgoglio gay.


In occasione dell’inizio del mese dell’orgoglio LGBTQ+,
in cui un movimento appoggiato da ogni singolo organo della società occidentale
marcia per celebrare e proteggere i propri ‘diritti’,
l’ambasciata statunitense in Kuwait non ha esitato a segnalare la propria virtù, diciamo così.

Il tweet affermava che Joe Biden è un “campione dei diritti umani” delle persone LGBTQ+
e che “tutti gli esseri umani dovrebbero essere trattati con rispetto e dignità e dovrebbero poter vivere senza paura,
indipendentemente da chi sono o da chi amano”.


“All human beings should be treated with respect and dignity and should be able to live without fear no matter who they are or whom they love.” @POTUS is a champion for the human rights of #LGBTQI persons. #Pride2022 #YouAreIncluded pic.twitter.com/gdPPBDlHZH
— U.S. Embassy Kuwait (@USEmbassyQ8) June 2, 2022




Questo sembra aver irritato le autorità del Kuwait, dove il sesso gay tra uomini è punibile fino a sette anni di carcere.

“Il ministero degli Esteri del Kuwait ha dichiarato in un comunicato di aver convocato Jim Holtsnider,
incaricato d’affari ad interim dell’ambasciata statunitense,
in merito alla “pubblicazione da parte dell’ambasciata sui suoi account di social media di riferimenti e tweet a sostegno dell’omosessualità”
e gli ha ricordato “l’obbligo di non pubblicare tali tweet” e di “rispettare le leggi e i regolamenti in vigore” nello Stato”, riporta Axios.
 
Il momento tanto atteso è arrivato.

4 giugno 2022, ore 15.30.

Dalla centralissima Piazza Garibaldi di Lecco ha preso il via quest’oggi la ResegUp,
con la carica degli oltre 1.110 iscritti pronti a onorare una skyrace.

24 chilometri (con 1.800 metri di dislivello positivo) che uniscono lago e montagna,

croce e delizia dei tanti podisti desiderosi di avvicinarsi al cielo

sopra la città del Manzoni con la sola forza delle loro gambe.



Dopo la pioggia di ieri anche il meteo è stato dalla parte degli organizzatori:

alte, però, le temperature percepite dai “pazzi” corridori assiepati dietro la linea dello start,

con la testa e il cuore rivolti alla meta – la vetta simbolo del territorio lecchese, a quota 1.877 metri

da raggiungere in un pomeriggio di primavera avanzata attraverso boschi e sentieri montani,

prima del ritorno nel cuore della stessa Piazza Garibaldi.
 
Le celebrazioni del 2 giugno a Bellano, dove ha avuto spazio anche la scelta di commemorare i caduti della Repubblica Sociale Italiana.


La celebrazione del 2 giugno a Bellano viene accompagnata da una commemorazione ufficiale,
da parte del Gruppo Paracadutisti di Bellano, dei caduti della Repubblica Sociale Italiana.


I morti saloini sono uguali ai morti partigiani sul piano della pietà.
 
Si sta stilando la Top Ten della Resegup 2022


1° Lorenzo Beltami 2h18'09''


2° Jean Baptiste Simukeka 2h18'38''


3° Sergio Bonaldi 2h18'48''


4° Luca del Pero


5° Andrea Rota


6° Danilo Brambilla


7° Luca Arrigoni


8° Luigi Pomoni


9° Erik Gianola


10° Moreno Sala

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