La cancel culture occidentale
La democrazia occidentale ricorda quel metodo,
elaborato da un ex magistrato famoso ex Mani Pulite
insieme a una che si è inventata un mestiere,
per impedire i litigi ovvero obbligare tutti ad andare d’accordo:
basta tu la pensi come me, se no sei morto.
Perché sono io a decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Ora, non è che qui si debba per forza difendere l’ex Campione del Mondo, bandiera del Milan:
ma quante volte si è sentito dare del calabrese, del delinquente, del terrone?
Quante volte le testate straniere, tedesche ma non solo, hanno insinuato, alluso, irriso riferendosi alle sue origini?
E quante volte, alla vigilia di una partita, la
Nazionale italiana è stata presa in fama
di squadra di ladri, di fannulloni, di mafiosi, pallone e lupara?
La differenza è che noialtri ci siamo talmente abituati da non dargli molta importanza, per l’appunto.
Popoli virtuosi come gli inglesi, gli spagnoli, i teutonici, invece, ed è tutto dire,
possiedono la fiaccola della decenza e la usano per bruciare chi vogliono in ragione di quattro frasi appiccicate.
Esagerazioni,
esasperazioni che non c’è modo di arginare,
e che forse conviene lasciar scorrere fino al rigetto.
Come sta succedendo in America, dove le fregne (in senso abruzzese: belle, ragguardevoli) frignanti non fanno più molta impressione,
e, a forza di insistere, finiscono per mettere in crisi i movimenti pubblicitari-opportunistici quali il
metoo,
della qual cosa è arrivata ad avvedersi perfino
Repubblica.
Perché da che mondo è mondo funziona così:
la vita, la società apparecchiata a tavolino, che poi è l’ideologia,
tiene fin che gli umani non ne possono più
e ricominciano a comportarsi in pubblico così come sempre si sono comportati in privato.
E i più ipocriti erano quelli di sinistra:
io non dimenticherò quell’amica, sempre pronta a bacchettare tutti
per una virgola storta, per un asterisco sessista, che un giorno,
reduce dalla polemica con un amico piuttosto conosciuto, mi ringhiò:
avrei dovuto dirglielo, che è un frocio del cazzo.
Francamente,
le frasi di Gattuso non hanno niente di criminale, di insostenibile,
sono opinioni che lasciano il tempo che trovano e comunque innocue:
“Ognuno fa quello che vuole”.
Di certo non giustificano la revoca di un contratto per allenare una squadra di calcio.
Se poi la morale pubblica deve basarsi sulla diarrea social,
coi provocatori che in nome della tolleranza
vorrebbero far fuori chi non la vede come loro, allora si accomodassero.
Con tutto che
queste orde di imbecilli senza volto e senza nome
non hanno la benché minima cognizione, conoscenza, esperienza
di ciò che vanno sostenendo, di qualsiasi cosa si tratti.
Una volta si diceva che il calcio è sport maschio,
oggi se ti azzardi finisci come Giordano Bruno o Sacco e Vanzetti.
Alla fine avrai ragione tu, per il momento devi rassegnarti e subire le conseguenze di un delirio
che
spinge l’Occidente a processarsi per tutto,
mentre chiude tutti e due gli occhi sui sessismi, i razzismi, gli abusi e le stragi del resto del mondo,
dalla Cina agli Emirati agli stessi regimi tribali africani.