Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Ahahahahah povero berlusca....è stato 10 anni insieme ad un "maschio" ?

....ma non lo sapeva.....



E vissero felici e contente.

Ecco, come nelle favole, Francesca Pascale e Paola Turci ora sono ufficialmete mogli.

In questi giorni si è parlato molto anche del patrimonio della Pascale che dopo la separazione,
nonostante non sia mai stata la moglie ma solo la compagna di Silvio Berlusconi,
è uscita dalla storia con un accordo milionario.


Infatti, dopo 10 anni di convivenza ha subito percepito la somma di 2 milioni di euro per ogni anno di relazione,
pari a 20 milioni e a circa 100 mila di euro al mese (un milione l’anno) come mantenimento dello stato di vita e di benessere
acquisiti durante gli anni passati al fianco del Cavaliere.


Infine a Francesca è spettata, per alcuni anni, l’abitazione battezzata Villa Maria, a Casatenovo in Brianza, realizzata proprio secondi i gusti di lei.

Una lussuosa dimora di 1.140 metri quadrati, immersa in un parco di oltre 30mila metri quadrati, che adesso però sarebbe tornata sul mercato.

La villa era sempre rimasta di proprietà dell’ex premier, anche se dopo la rottura, avvenuta nel 2020,
Pascale aveva continuato a vivere lì per un po'.

Qualche mese fa, però, sarebbe stata messa in vendita.


D’altra parte lei non abita più da parecchio tempo a Casatenovo.
 
I social, ormai si dovrebbe sapere, non sono terra di nessuno
e per i così detti “leoni da tastiera” il rischio di ritrovarsi in Tribunale
non è poi così basso se, di commento in commento,
si travalica il confine della tolleranza e soprattutto se ci si imbatte,
dall'altra parte dello schermo, con un soggetto che, dinnanzi all'insulto o all'offesa,
non ha intenzione di lasciare correre.

Non sappiamo se il lecchese, classe 1954,
finito quest'oggi a processo a Lecco per uno “litigata” su Facebook
sia un habitué delle “sparate”.

Di sicuro lo scorso anno ha rivolto epiteti sgradevoli nei confronti della persona sbagliata.

Commentando un post politico se l'è presa infatti con un avvocato marchigiano
che non ci ha pensato due volte a denunciarlo. “Diffamazione” il reato ascritto al 68enne.


Il giudice Paolo Salvatore ha però pronunciato sentenza d'assoluzione nei confronti dell'uomo,
non presente personalmente in Aula.

“Perché il fatto non è previsto come reato”.


Tecnico ma interessante il perché, che potrebbe tornare utile ad altri.

In pratica, come spiegato poi, dal dr. Salvatore dando sommaria lettura delle motivazioni,
i post ritenuti lesivi dal querelante sono stati scritti sì in una conversazione pubblica
ma di fatto nel corso di un botta e risposta, con scambi tra i due.

E' venuto meno dunque il requisito dell'assenza della "vittima", presupposto del reato
insieme all'offesa alla reputazione e alla presenza di almeno due persone.

Pur a distanza, l'avvocato marchigiano ha, per il giudice, percepito direttamente l'addebito diffamatorio e avrebbe potuto “difendersi”.

Pur in un “forum” su Facebook se reato è stato, si è trattato della vecchia “ingiuria”
ora depenalizzata e punita “solo” sul piano civile, con una sanzione pecuniaria.

Da qui la chiusura della causa penale, sancita dal giudice, con un'assoluzione.
 
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Fotoelettrica dall'altro lato del lago per cercare un "disperso" della montagna.

Chi paga ?
 
Punto da un insetto: 42enne trasportato in ospedale in elicottero in codice giallo.

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È intervenuto l'elisoccorso di Areu - Agenzia regionale emergenza urgenza, decollato dalla base di Caiolo in provincia di Sondrio;
attivati anche i tecnici della Stazione di Valsassina Valvarrone della XIX Delegazione Lariana del Cnsas - Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico.

Chi paga ?
 
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Una ragazzina di 15 anni ha subito un’orribile aggressione con rapina sabato sera a Riccione.

A pestarla un gruppo di cinque coetanee, che l’ha presa di mira vicino alla stazione.

Lo racconta la vittima al Resto del Carlino e lo testimonia un video, girato dai passanti e pubblicato sul sito del quotidiano.

Un gruppo di ragazzini mentre l’aggressione era in corso urlava “Riccione come Africa”.


“Mi hanno pestata e derubata. Presa per i capelli e riempita di calci e pugni.
Erano ragazze molto giovani, sembrava si divertissero a picchiarmi.
Nessuno dei presenti ha mosso un dito per difendermi.
Qualcuno ha fatto un video, mentre un gruppo di ragazzini cantava ‘Riccione come Africa'”.


L’aggressione si è verificata sabato verso le 22.30, era il weekend della Notte Rosa, vicino alla stazione.
La ragazza era appena scesa dal treno proprio per partecipare agli eventi.
Le ragazzine che l’hanno aggredita erano sui 14-15 anni.

“Hanno cominciato a strattonarmi. Una mi ha detto ‘vuoi rogne?'”.

Nel corso del pestaggio le è stata rubata la borsetta, con dentro cellulare e soldi.

La giovane ha avuto sette giorni di prognosi per le botte.
 
Roma, 7 luglio 2022 -

Nella crisi delle materie prime piomba improvvisamente l'anidride carbonica.

E l'acqua gasata presto potrebbe divenire merce rara, o per lo meno subire rincari significativi.

"La Co2 è introvabile e anche tutti i nostri competitori sono nelle stessa situazione. Siamo disperati".

Con queste dichiarazioni Alberto Bertone, presidente e ad di Acqua Sant'Anna,
annunciava ieri di aver fermato le linee di produzione dei prodotti gasati ("il 30% della nostra produzione").


Una presa di posizione netta e forte da parte dell'azienda di Vinadio (Cuneo),
considerato il più grosso produttore europeo di acque oligominerali con un miliardo e mezzo di bottiglie all'anno.


"È un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti".
 
Cosa sta succedendo sul mercato?

Perché l'anidride carbonica è introvabile?

Il presidente e ad di Acqua Sant'Anna fornisce la sua versione:

"Le aziende di C02 ci spiegano che preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità", dice.


La crisi della Co2 non è una novità sul mercato dell'acqua gassata.

"La difficoltà a trovare l'anidride carbonica per prodotti alimentari si era già presentata alla fine dell'anno scorso,
soprattutto nel Regno Unito, ma eravamo riusciti a tamponare quella che in questi giorni sta ripresentandosi in forma di vera emergenza, che riguarda tutti i produttori europei".

In settembre la Gran Bretagna fu scossa dallo stop alla produzione negli stabilimenti di CF Fertilizers a Teesside e Ince.

Solo l'intervento del governo, con aiuti finanziari, aveva salvato la società con sede negli Stati Uniti.

La produzione era quindi ripartita a Teesside, mentre l'impianto di Ince era rimasto chiuso.

Si era così scongiurata una possibile crisi alimentare che avrebbe potuto coinvolgere anche la birra, generando il panico tra i britannici.


Il nodo Co2 attanaglia ora l'Italia, con l'annuncio della Sant'Anna a scuotere il mercato:

"Saremmo disposti a pagarla di più anche se già costava carissima ma non c'è stato verso di fare cambiare idea ai nostri fornitori".


Che prediligerebbero quindi concentrarsi sul settore sanitario.
"Così l'acqua gasata rischia di finire : una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita".


L'Italia è un dei primi paesi al mondo in quanto a consumo di acqua gasata.

Acqua Sant'Anna riferisce di aver recuperato "un piccolo carico che ci arriverà dall'Olanda, ma ci servirà per qualche giorno, forse soltanto uno".


Per Bertone con la situazione attuale "sembra di essere in pieno dopoguerra".
 
Ad oggi, sono quasi duecento (175 per l’esattezza) i comuni lombardi che hanno già imposto divieti
per garantire una diminuzione dell’uso dell’acqua potabile.

E Milano rientra tra questi.

Settimana scorsa, il sindaco Sala ha sottoscritto il provvedimento

“Risparmio idrico e limitazioni per l’utilizzo dell’acqua potabile durante il periodo di siccità”.


Peccato che, per il capoluogo della regione motore d’Italia, c’è un piccolo disguido: il capoluogo non corre alcun rischio.


…Ma Milano non è in siccità

L’ingegnere Fabio Marelli, direttore dell’acquedotto meneghino,
ha infatti specificato come il problema dell’approvvigionamento non riguardi il capoluogo né i 133 comuni della città metropolitana.

Anzi, al contrario, “la situazione è sotto controllo.
L’acquedotto si rifornisce dalla seconda falda, che è un serbatoio d’acqua molto grande,
alimentato dal Ticino, dalle Prealpi e dall’Adda”.


In realtà, il direttore spiega come la falda sia più che ottima, trovandosi
“al livello più alto che si sia mai verificato dagli anni ’70 ad oggi.
I prelievi industriali sono diminuiti e negli ultimi 40 anni
la falda si sta riportando alla situazione che c’era tra fine ‘800 e inizi del ‘900.

C’è molta acqua, Milano ne ha un surplus perché è nata in mezzo ai fiumi e ai fontanili”.



Contro l’ordinanza, cominciano anche le prime mobilitazioni verdi.

Il consigliere comunale milanese di Europa Verde, Carlo Monguzzi,
ha criticato, con un post su Facebook, il divieto di irrigare campi e alberi:

“Stiamo facendo fare al verde un sacrificio che non ha alcuna utilità.
Tutti i tecnici che ho sentito la pensano così e gli ambientalisti sono allarmati”,


specificando poi come la città di Milano non sia affatto in crisi idrica, a differenza di alcune zone limitrofe.


A ciò, si aggiunge pure uno studio del Politecnico di Milano.

L’università ha certificato, infatti, che pure nelle ipotesi più disastrose a livello ambientale e di siccità,
il capoluogo lombardo non avrà problemi di acqua potabile da qui al 2050.


E allora:

perché alimentare inutili allarmismi,

che rischiano di generare altrettante paure infondate,

irragionevoli ed immotivate?


La risposta la lasciamo al lettore.
 

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