Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Oh, qui le regole le facciamo anche rispettare alle ......papere.

Bellano (Lecco), 10 luglio 2022 –
Ha attraversato la strada rigorosamente sulle strisce pedonali.

A rispettare la regola del codice della strada più di quanto spesso facciano le persone è stata una papera.

L'uccello acquatico che zampetta sicuro sui passaggi zebrati è stato immortalato
da Maria Teresa Ferraroli
sul lungolago del lago di Como a Bellano, in viale Tommaso Grossi,
sotto lo sguardo divertito e stupito di turisti, passanti e commercianti della zona.

Gli automobilisti in transito di fronte a un animale tanto prudente e disciplinato non hanno potuto altro che frenare,
fermarsi e attendere con pazienza che il pennuto terminasse la traversata del nastro di asfalto
e raggiungesse sano e salvo al sicuro il marciapiede dall'altra parte della carreggiata.

Sembra che la papera sia una abituè del lungolago:
spesso esce dall'acqua del Lario approfittando dello scivolo di un vicino imbarcadero,
percorre il dehor di una gelateria e poi attraversa la strada, sempre utilizzando le strisce pedonali,
per poi dirigersi verso alcuni negozi del quartiere in cerca di qualcuno che le dia qualcosa da mettere sotto il becco.
Terminato lo spuntino compie il tragitto inverso, anche in questo caso attraversando sempre e solo sul passaggio pedonale.
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Lo si va ripetendo da tempo ormai.
Però nessuno muove un dito. Il "migliore" latita.
Ha paura di perdere il treno.
Come si fa a pagare il "reddito di cittadinanza" questo importo,
quando persino il "minimo" di pensione è più basso ?

4.000.000 di persone lo prendono.

E' costato 23 miliardi.

UTOPIA
 
Senza parole.


Le proteste in USA continuano all’indomani della decisione della Corte Suprema
di ribaltare la sentenza Roe v. Wade e restituire la questione dell’aborto al popolo americano.


Sabato, l’organizzazione femminista Women’s March ha marciato da un parco fino al recinto di fronte alla Casa Bianca.
I manifestanti hanno iniziato a radunarsi a Franklin Square a 10 minuti dalla Casa Bianca.


Hanno ascoltato una serie di discorsi dei leader della protesta prima di lasciare il parco.

I manifestanti si sono fatti strada per le strade di Washington DC, cantando e urlando tutto il tempo.


Un gruppo cristiano pro-vita li ha seguiti ai lati della strada.

Mentre il gruppo pro-aborto si è girato per dirigersi verso la Casa Bianca,
uno dei manifestanti ha bloccato un cartello pro-vita e ha urlato

“Adoriamo uccidere i bambini!”

Alla fine, la marcia ha raggiunto la Casa Bianca.


I manifestanti pro-aborto si sono lentamente fatti strada attraverso Lafayette Square fino alla recinzione fuori dall’ingresso nord della Casa Bianca.


Una volta giunti al recinto, hanno iniziato a legare bandane e se stessi alla recinzione
mentre la polizia e gli agenti dei servizi segreti stavano a guardare.

Dopo poco meno di un’ora, la folla é iniziata a diradarsi.


Alcuni hanno continuato a marciare verso il centro, altri se ne sono andati.

Alla fine della giornata, sembra che nessuno sia stato arrestato.

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Siamo in Italia ed oggi c'è povertà di cervelli fini ed arguti.

Ecco come si spendono i soldi

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A casa mia, 900.000 euro corrispondono ancora ad 1 miliardo e 750 milioni di lire circa.

Il costo di costruzione di una nuova casa è di 3.000.000 di vecchie lire al metro quadro.

Ci costruivo una casa NUOVA di 600 (SEICENTO metri quadrati). Almeno 6 appartamenti.



Del resto, la “Ca’ del diavol” è stata recuperata grazie a finanziamenti regionali.

L’intervento, costato 900mila euro, apre ai bellanesi e ai turisti un edificio del Quattrocento
che mai era stato reso accessibile al pubblico in precedenza.

In particolare, 650mila euro sono stati spesi per sistemare lo stabile molto ammalorato
all’interno del quale è stato anche rinvenuto un affresco secentesco
(e chissà che in futuro non si pensi anche al restauro delle pitture).

Altri 250mila sono andati all’allestimento del museo.
Multimediale, naturalmente, oggi va così:
si vogliono offrire “emozioni” e infatti “torre delle emozioni” è la definizione utilizzata.
 
Gli amici de “er Pupone” rilanciano il pallone, e le responsabilità della rottura,
nel campo della moglie-nemica, parlando di una relazione di Ilary con un aitante giovanotto,
per il quale la Blasi avrebbe perso la testa, e che avrebbe frequentato, lontano dai riflettori,
durante le sue trasferte milanesi per condurre L'isola dei famosi.


Nella separazione ha pesato la lontananza dal villone romano dell’ambiziosa soubrette
e il difficile adattamento di Totti alla vita extra-calcio, dopo il ritiro dal campo,
e la sua irritazione per le intromissioni dei familiari della moglie negli affari della coppia.


Dopo l'addio si passa a far di conto.

Totti e Ilary condividono un patrimonio di circa 100 milioni di euro tra società e case,
la domanda sorge spontanea: il "Pupone" quanti soldi dovrà versare all'ex letterina?


Mettendo in pratica la giurisprudenza, l'ex assegno di mantenimento rinominato in assegno divorzile
si ottiene dimostrando la disparità tra i redditi dei due coniugi
e con l'assenza di responsabilità per la crisi coniugale, il cosiddetto addebito.

Ora, l’assegno divorzile è concesso esclusivamente se il coniuge richiedente
dimostra di non essere in grado, non per colpa sua, di mantenersi in modo decoroso
.

Nel caso della conduttrice tutte le circostanze elencate sembrano non riguardarle.

In particolare, Ilary Blasi risulta essere tra le presentarici più pagate del momento nel mondo dello spettacolo
e l’assegno divorzile che riceverà potrebbe essere davvero modesto.
 
Poiché, come previsto,

la guerra in Ucraina non fa più notizia

e le prime pagine sono dedicate alla separazione dei coniugi Beckham de noantri,

pare appropriato il seguente argomento.

Quando ho visto spuntare nello scenario l’attore che veste da donna e si fa chiamare Drusilla sono rimasto ammirato.
Dal nome, ovvio.
Sì, è un nome raffinatissimo da antica romana.
Così, sono andato a scartabellare tra i libri che ho scritto sulla storia del cristianesimo ed ho trovato:
la Drusilla più famosa della storia antica
(di quella moderna aspettiamo a vedere) aveva sì, nome romano, ma era giudea.


Allora come oggi, i nomi dei dominatori attraevano,
così le Esther e le Maryam diventavano Priscilla e Paolina,
e abbondavano i Marco e i Filippo, come oggi dilagano le Samantha, Pamela, Jonathan, Melissa, Melania e via nomenclando.

Drusilla, dicevamo, era figlia del re Erode Agrippa (anche Erode era Eros-odis, nome romano)
e sorella del re Agrippa II (e di Berenice, altro nome greco-romano).

Donna bellissima, era adolescente, come usava, quando andò in sposa al re di Emesa, Aziz,
che pur di averla era diventato proselita (cioè, convertito al giudaismo) e si era pure fatto circoncidere.

Solo che sulla di lei avvenenza aveva messo gli occhi anche Antonio Felice,
dal 52 d.C. procuratore di Giudea
(in pratica governatore) e soprattutto fratello di quel Pallante
che era diventato il braccio sinistro dell’imperatore Nerone.

Ora, dal momento che il re di Emesa non contava granché
mentre il procuratore romano era quello che comandava davvero,
Drusilla non ci pensò due volte a piantare il marito per darsi a Felice.

Il fatto fece scandalo e provocò una crisi diplomatica, ma Felice aveva le spalle coperte dal fratello e Aziz dovette ingoiare il rospo.

Ora, dei due colombi poco o nulla sapremmo se non fossero finiti negli Atti degli Apostoli (At XXIV, 24ss.).

Saul (cioè Paolo, cittadino romano) dopo la conversione sulla via di Damasco aveva osato predicare la Via
(così era chiamato all’inizio il culto del Nazareno) a Gerusalemme e i farisei stavano per lapidarlo
quando il tribuno a capo della guarnigione romana era intervenuto a proteggerlo.

Ma non poteva stare per sempre chiuso nella Torre Antonia, la caserma romana a Gerusalemme, perché quelli lo aspettavano fuori.

Così, il tribuno decise di mandarlo sotto scorta a Cesarea, sede di Felice.


Drusilla, che, non dimentichiamolo, era giudea, aveva sentito parlare di quella nuova setta e di Paolo.
Così, curiosa, volle ascoltarlo.
Davanti a Felice e Drusilla l’Apostolo spiegò la nuova dottrina.
Ma quando le sue parole toccarono temi morali quali la castità e la fedeltà coniugale,
nonché il giudizio finale che attendeva i reprobi, Felice si spaventò e Drusilla si indispettì.

Paolo venne interrotto bruscamente e rimandato in cella.

Fu lasciato in catene per due anni e senza processo: un abuso, perché era cittadino romano.

Per questo a un certo punto l’Apostolo si appellò al giudizio dell’imperatore, come suo diritto.

Il fatto era che Paolo aveva detto all’inizio di essere andato a Gerusalemme per portare i soldi di una colletta
che i cristiani d’Asia avevano fatto a pro dei confratelli colpiti da una carestia.

E Felice sperava di metterci le mani, almeno su una parte.

Così, ogni tanto lo convocava, ma quello faceva orecchie da mercante e veniva rispedito in cella.


Secondo lo storico Giuseppe Flavio fu proprio il malgoverno di Felice la causa remota che scatenò la ribellione ebraica finita nel disastro del 70 d.C.

Per Paolo la situazione si sbloccò nel 60 d.C. col nuovo procuratore Porcio Festo, che lo mandò a Roma come da lui richiesto.


Piccola parentesi: un cittadino romano aveva il diritto di essere giudicato direttamente dell’imperatore;

oggi un cittadino italiano non arriva nemmeno a Mattarella, figurarsi a Biden.


Chiusa la parentesi. Felice e signora vennero richiamati a Roma. E non si sa altro.

Solo questo:
Drusilla e il figlio Agrippa avuto da Felice perirono nell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

Evidentemente, come tutti i Vip romani, aveva una villa a Pompei.

O a Ercolano o a Oplontis o a Stabia, le città seppellite dalla lava.


Se l’attuale Drusilla non sa niente di questa storia, girategli questo articolo. Magari gli fa piacere…
 
B U F F O N E . Non se ne può più.
Iniziative deliranti, per cosa ?
Per difendere dei nazisti che per anni hanno bombardato ed ucciso migliaia di abitanti.
E previsioni scritte da chi ??????? open ahahahahahahah


Chissà se Draghi varando il nuovo piano d’emergenza per una nuova austerity in Italia
abbia ripensato – almeno per un momento – alle dichiarazioni baldanzose che faceva fino a poco tempo fa,
mosso da Usa e Ue, contro la Russia e contro Putin.

Chissà se si sia almeno un po’ pentito, se abbia capito che la sua – e la loro – strategia era completamente sbagliata.


Si spera di sì, visto quello che dovranno (e già sta accadendo) patire gli italiani nei prossimi mesi (se non addirittura anni).


Sono previsti infatti interventi su riscaldamento, aria condizionata e illuminazione.

Ed il ritorno di una parola che al governo è tanto cara: il coprifuoco.

Ma sarà solo per negozi (alle 19) e locali (alle 23).

Ma anche tagli alle industre “energivore”.

Questo prevede la fase 2 dell’emergenza energia,
che può scattare in caso di tagli alle forniture del gas.
Mentre da subito partirà la campagna di sensibilizzazione per il risparmio.


Come spiega Open, secondo i calcoli
con il razionamento residenziale si può arrivare a risparmiare il 20% del gas che arriva dalla Russia.

“Che prevede anche i tagli al riscaldamento degli uffici pubblici.
Una serie di misure estreme che dovrebbe scattare soltanto in caso di emergenza.
E che andrebbe di pari passo con quello dell’Unione Europea.
Mentre sono in arrivo altri aiuti sulle bollette”.


Il piano d’emergenza del governo Draghi prevede quindi più step a seconda delle necessità e delle evenienze.
E si può sintetizzare in una serie di step, come spiega oggi Il Messaggero:

“Nelle case temperatura dei termosifoni ridotta di 2 gradi e paletti sugli orari;
coprifuoco sull’illuminazione in casi estremi;
taglio all’illuminazione dei lampioni nelle città e nei musei (fino al 40%);
chiusura anticipata degli uffici pubblici;
riduzione del riscaldamento a 19 gradi negli uffici pubblici”.


E ancora:

chiusura anticipata dei locali privati (alle 23);

chiusura anticipata dei negozi (alle 19);

riduzione del gas e delle elettricità alle imprese “interrompibili”.


Il piano prevede anche un maggiore utilizzo dell’energia derivata dal carbone.

E le estrazioni di gas dalle piattaforme con le trivellazioni.


La riduzione delle temperature nelle case riguarda il periodo invernale,
mentre in estate potrebbe arrivare un limite all’uso dell’aria condizionata in casa fino a 27 gradi.

Il taglio dell’illuminazione potrebbe toccare in primo luogo gli illuminamenti esterni delle case private e quelli condominiali.

Mentre la questione del coprifuoco dei locali pubblici è ancora aperta.


Secondo il piano città
il taglio dell’illuminazione pubblica arriverà al 40%.

Ovvero solo un lampione su due rimarrà acceso di notte.

In casi estremi si pensa di ridurre l’orario degli uffici pubblici alle 17,30.
 
Ma dai. Ci credo solo se lo vedo.
Ma la soluzione della propaganda c'è già.

Governo in carica sino al prossimo anno.


Draghi la sua decisione l'ha già presa.
Per Mattarella un problema in più


La crisi di governo è appena iniziata ma Draghi la sua decisione l'ha già presa.

Il premier chiederà al presidente della Repubblica Mattarella
di non essere rinviato alle Camere per valutare se c'è ancora una possibile maggioranza
.

Se il Movimento - si legge sul Corriere della Sera - darà seguito alla decisione di uscire dall’Aula
e non voterà insieme al resto della maggioranza il decreto Aiuti, il premier salirà al Quirinale e si dimetterà,
formalizzando la richiesta che aveva già annunciato a Mattarella: non essere rinviato alle Camere.

Draghi rifiuta l’idea di gestire un "non governo", di trasformarsi nel premier di un gabinetto balneare qualsiasi,
esposto negli ultimi mesi di mandato ad ulteriori agguati e nuovi ultimatum.

D’altronde è consapevole di essere vissuto dalla sua maggioranza come un intralcio.


Non è ancora chiaro - prosegue il Corriere - come terminerà la legislatura,
se il capo dello Stato chiederà a Draghi di restare a Palazzo Chigi per l’ordinaria amministrazione in vista delle urne.

La sua decisione avrà ripercussioni anche sullo scenario internazionale,
perché nel giro di pochi giorni — dopo il capo del governo inglese —
si vedrebbe uscire di scena anche il capo del governo italiano.
 
L’uomo sta diventando superfluo.

Purtroppo, tutto converge.

Tra qualche anno i sistemi produttivi non avranno bisogno dell’uomo:
innesteranno nelle macchine persino l’intelligenza che guida, organizza, stabilisce, rapporta mezzi e fini.

Renderanno l’uomo uno scarto.

Il corso della Scienza voleva questo risultato :


liberare l’uomo dal lavoro,

credendo che questa liberazione fosse tempo per la creatività, il riposo, il piacere, la vita,

dimenticando che se si vuole un profitto senza lavoratori poi insorgono i problemi, quelli veementi.


Un uomo che non lavora non consuma.


Il tempo libero non è necessariamente il tempo liberato dal lavoro

ma anche il tempo della noia, della violenza, del non saper che fare.


Molti si sono illusi sul tempo libero: no, non è per niente certo che sarà dedicato allo spirito.



Che dovremmo fare?

In una prospettiva non remota bisogna considerare, già oggi,
come riversare la produzione anche a chi non lavora o lavora poco.

Come rendere sociali i sistemi produttivi:
la produzione anche di chi lavora minimamente dovrebbe essere diffusa non dalla parte della domanda, ma dalla parte dell’offerta.

Tutti gli utopisti hanno ridotto l’orario di lavoro e accresciuto l’offerta di beni per l’aumentate produttività (specie i teorici a noi vicini, del XIX secolo).

In questo momento, vi sono problemi di energia che distorcono l’andamento.

In futuro spariranno.


Allora?

Se l’uomo diventerà sempre più superfluo, andrà eliminato.


Scherziamo?

No, sta già avvenendo: guerre, malattie, la prossima caduta economica devasteranno l’umanità.



Qualcuno farnetica addirittura una guerra esponenziale.

Per diminuire l’esuberante umanità?

Credo di sì.


Un progetto c’è?

Non so, di sicuro avverrà.


La guerra totale?

Ignoro, ma la diminuzione dell’umanità è certa.


Chi sopravviverà, avrà un lavoro?

Risolveremo in tal modo l’eccedenza umana?


Non so.


Intanto c’è il presente, che è tragico.

Si vuole invertire il processo della storia,
ossia i mezzi di produzione sono potentissimi, diffusi e non si possono limitare.


Abbiamo sistemi produttivi idonei a dilagare nell’intero pianeta,
che intende svilupparsi ovunque e qualcuno vuole impedirlo.


Ma è stato sempre così: mercati, concorrenza?

Non è stato mai “così”, giacché mai abbiamo avuto questa potenza produttiva e tanti Paesi che vogliono accrescersi.


Il mondo è un focolaio.

Popoli sotterrati e sottomessi risorgono, i mezzi produttivi ormai consentono a ogni comunità di ascendere.


La Cina eccola in prima fila,

l’India, la miserissima India, si presenta anch’essa.

La decaduta Russia sovietica, non è più la decaduta Russia né è più sovietica.

L’antichissimo Egitto cerca posto come la Turchia.

E l’Africa… non c’è un luogo inerte, perché?


Perché ci sono i mezzi, il grande scopo del capitalismo in questo ha ottenuto il suo risultato connaturato:

modernizzare il pianeta, industrializzarlo.



Possiamo frenarlo?

Mi pare impossibile.


Ma, se tutti producono, non vi sarà una esuberanza concorrenziale, un bisogno di mercati?

Occorre ampliare la domanda secondo l’accresciuta offerta.


Se produciamo tutti, maggiormente consumiamo tutti.


Se vi è concorrenza, tentare di impedirla sarebbe la guerra.

Ma anche la concorrenza può suscitare la guerra!

E se le macchine, l’intelligenza innestata nelle macchine,
l’energia inconsumabile renderanno lentamente l’uomo superfluo,

come acquisterà chi non ha lavoro?


Ridurremo il lavoro, inventeremo altri lavori ?


Non credo. Però possiamo tornare indietro.
 

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