Val
Torniamo alla LIRA
Prima la pecora campana che se ne va, ma non si dimette.
Ora l'altra pecora pugliese che scende dal carretto dopo tutte le castronerie fatte.
Fantastico direi.
15.00 Patuanelli non partecipa al voto sulla fiducia
Incredibile, o forse no: ma il ministro Patuanelli, che è anche senatore e capodelegazione del M5S al governo,
non si è presentato alla prima chiama in Senato per il voto di fiducia al governo Draghi.
Il governo di cui fa parte.
C’è ancora la seconda chiama, ma sembra difficile che a questo punto il ministro possa presentarsi.
Le opzioni sono due:
vota la fiducia, e resta ministro ma rompe col gruppo;
non vota la fiducia e, secondo quanto chiesto da altri membri della maggioranza, decide se dimettersi da ministro.
14.24 M5S in Senato: non votiamo, ma non è sfiducia al governo
Nel suo intervento al Senato in vista del voto di fiducia, la senatrice Domenica Castellone
ha annunciato che il Movimento uscirà dall’aula in occasione del voto sul dl Aiuti.
Ma sostiene che il gesto non intende dare uno scossone al governo.
“Confermo la non partecipazione al voto del mio gruppo”,
conclude la senatrice il suo lungo intervento
in cui ha accusato il governo di aver smantellato pezzo per pezzo le politiche dei governi Conte I e II.
13.53 Giorgetti: “Governo finito? Ci sono sempre i supplementari”
13.48 Malpezzi (Pd): sconcertati da scelta M5s
Nel suo intervento al Senato, il Pd invita tutti i partiti alla “responsabilità”
13.35 La Lega: “La crisi politica è aperta”
Per Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato della Lega,
“è chiaro che nel momento in cui una forza di maggioranza non vota un provvedimento così, par di capire che la crisi politica sia aperta”.
13.30 Renzi a Draghi: nulla giustifica fine dell’esecutivo
Raro affondo di Matteo Renzi a Mario Draghi. Una sorta di avviso.
“Io sono un estimatore del premier Draghi e con la stessa franchezza bisogna avere il coraggio di dire a Draghi che nulla giustifica oggi la fine del governo“.
E ancora:
“Sono momenti delicati per le democrazie in questo 2022, ci sono difficoltà enormi ed il premier
deve continuare a fare il presidente del Consiglio perché serve all’Italia.
Se oggi ci fosse una crisi, festeggeranno in capitali non democratiche”.
Renzi, parlando con i cronisti, poi è tornato a chiedere un “Draghi bis”, che però il premier aveva escluso.
13.20 Renzi: i ministri M5S si dimettano
Il leader di Italia Viva avverte il M5S, ricordando che durante la Rivoluzione francese molti di chi partì per ghigliottinare, poi fu ghigliottinato.
Un modo per dire che il Movimento rischia, aprendo la crisi, di rimetterci le penne (politicamente parlando).
“Legittimo aprire la crisi, così come non votare la fiducia – dice l’ex premier –
ma se si decide di non votare la fiducia si firma la lettera di dimissioni dei ministri e dei sottosegretari grillini”.
12.50 Il governo pone la fiducia sul dl Aiuti
Ora l'altra pecora pugliese che scende dal carretto dopo tutte le castronerie fatte.
Fantastico direi.
15.00 Patuanelli non partecipa al voto sulla fiducia
Incredibile, o forse no: ma il ministro Patuanelli, che è anche senatore e capodelegazione del M5S al governo,
non si è presentato alla prima chiama in Senato per il voto di fiducia al governo Draghi.
Il governo di cui fa parte.
C’è ancora la seconda chiama, ma sembra difficile che a questo punto il ministro possa presentarsi.
Le opzioni sono due:
vota la fiducia, e resta ministro ma rompe col gruppo;
non vota la fiducia e, secondo quanto chiesto da altri membri della maggioranza, decide se dimettersi da ministro.
14.24 M5S in Senato: non votiamo, ma non è sfiducia al governo
Nel suo intervento al Senato in vista del voto di fiducia, la senatrice Domenica Castellone
ha annunciato che il Movimento uscirà dall’aula in occasione del voto sul dl Aiuti.
Ma sostiene che il gesto non intende dare uno scossone al governo.
“Confermo la non partecipazione al voto del mio gruppo”,
conclude la senatrice il suo lungo intervento
in cui ha accusato il governo di aver smantellato pezzo per pezzo le politiche dei governi Conte I e II.
13.53 Giorgetti: “Governo finito? Ci sono sempre i supplementari”
13.48 Malpezzi (Pd): sconcertati da scelta M5s
Nel suo intervento al Senato, il Pd invita tutti i partiti alla “responsabilità”
13.35 La Lega: “La crisi politica è aperta”
Per Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato della Lega,
“è chiaro che nel momento in cui una forza di maggioranza non vota un provvedimento così, par di capire che la crisi politica sia aperta”.
13.30 Renzi a Draghi: nulla giustifica fine dell’esecutivo
Raro affondo di Matteo Renzi a Mario Draghi. Una sorta di avviso.
“Io sono un estimatore del premier Draghi e con la stessa franchezza bisogna avere il coraggio di dire a Draghi che nulla giustifica oggi la fine del governo“.
E ancora:
“Sono momenti delicati per le democrazie in questo 2022, ci sono difficoltà enormi ed il premier
deve continuare a fare il presidente del Consiglio perché serve all’Italia.
Se oggi ci fosse una crisi, festeggeranno in capitali non democratiche”.
Renzi, parlando con i cronisti, poi è tornato a chiedere un “Draghi bis”, che però il premier aveva escluso.
13.20 Renzi: i ministri M5S si dimettano
Il leader di Italia Viva avverte il M5S, ricordando che durante la Rivoluzione francese molti di chi partì per ghigliottinare, poi fu ghigliottinato.
Un modo per dire che il Movimento rischia, aprendo la crisi, di rimetterci le penne (politicamente parlando).
“Legittimo aprire la crisi, così come non votare la fiducia – dice l’ex premier –
ma se si decide di non votare la fiducia si firma la lettera di dimissioni dei ministri e dei sottosegretari grillini”.
12.50 Il governo pone la fiducia sul dl Aiuti