Lo chiamavano Transessual, continuavano a chiamarlo Transessual, e poi lo chiamarono e lo trasferirono.
Quando però era tardi e il casino combinato.
Costui, o costei, o costoro, si percepiva donna donna donna e così l’han messo in una galera femminile del New Jersey,
solo che era un transgender ma appena appena, modello Luxuria:
deve avere avuto un attimino di resistenza e resilienza e così ne ha ingallate diverse, come direbbe il prof. Alceo Sassaroli, lasciandone due piene.
A casa mia va ancora di moda la "natura".
Se nasci con il pisello sei maschio. Con la patata sei femmina.
Sparecchiavano, o forse no, comunque vedi la maledetta mania neopostcomunista di trasferire la lotta di classe sul sesso:
è un gioco di carte, truccate, e alla fine la realtà chiede il conto.
I secondini avevano avvertito:
guardate che è pericoloso, non sarebbe neanche la prima volta,
non ha senso, questo resta maschio: per poco non li fanno fuori al grido maschi bianchi tossici omofobi razzisti black lives matter.
Eccaallà.
Ma trans de che, se ne ha impregnate due?
L’operazione, in effetti, ha più del criminale che del demenziale:
l’han preso, gli hanno tagliato la barba, messo le treccine e cambiato nome, da Demetrius a Demi;
hanno trascurato il dettaglio più grosso, e adesso è il solito fuggi fuggi dalle responsabilità.
Così vanno le cose, così devono andare nel mondo demente che scambia ciò che non è con ciò che è e viceversa.
Dopo, hai voglia a strolocare sui costrutti sociali e siamo quel che sentiamo di essere
e mettiamo gli asterischi e aboliamo i cessi e ognun la faccia dove si sente.
Che dobbiamo dire?
Che Demetrius Demi ha avuto una botta di controtransumanesimo,
si è sentito tornare ab ovo, trans del trans, e ha proceduto di conseguenza?
Che dire che uno è una, anzi “sono tutti”, e metterli nelle prigioni sbagliate, nelle piscine sbagliate, crea solo disastri?
Sì, ma tanto non servirà: la causa del woke, del cancel, del politicamente corretto ma mentalmente scombinato, lo esige.
Solo che non è più possibile raccontare roba del genere,
il cervello, se ancora funzionante, si rifiuta,
la regressione a livello prescolare agghiaccia:
prendo un maschio, lo metto a contatto con femmine, e, siccome io dico che è femmina pure lui, andrà tutto bene.
Magari lo piglio infante, gli metto il grembiulino giallo e lo smalto pure giallo, vedi che conquista dell’umanità.
Se a lungo andare va tutto male, e qualcuno si era permesso di prevederlo,
lo ammazziamo in fama di fobico, di sessista; dell’irrazionale, senti un po’.
La specialità del comunismo di ogni epoca e di ogni tendenza è la follia con annesso scaricabarile,
il fottersene delle conseguenze, l’autocritica è sempre alla sovietica: dove avete sbagliato, compagni?
O alla cinese: avete obbedito? E adesso la pagate.
Qui, le conseguenze sono lievemente atroci.
Perché delle due l’una: o le gravide semplicemente si percepiscono tali, e allora tutto va a posto, basta smettere di percepirsi;
oppure sono davvero gravide, puoi anche immaginare che no, puoi rifiutarlo fin che ti pare, tanto le pance crescono lo stesso,
perché la natura non si preoccupa delle Boldrini, delle Cathi Qualcosa, dei programmi eurogender, dei manichini fintorock in reggicalze, e allora sono cazzi.
E che ne facciamo di quei bambini in formazione?
Li raschiamo e li gettiamo nel cassonetto?
Per la gioia delle fanatiche che la mattina non si alzano senza un caffè e un aborto?
Per l’autodeterminazione non si sa di cosa?
L’unica verità è che è tutta una ipocrisia, stiamo affogando nell’ipocrisia.
Non esistono i sessi, esistono “i costrutti”, ma poi si procrea (più o meno) come sempre;
non esistono le donne, esistono “le persone umane”, ma, se per la Nazionale di calcio maschile ancora è lecito, vivaddio,
dare degli scarponi a venti calciatori viziati e incapaci di qualificarsi, per le supposte donne non azzardatevi:
hanno rimediato una figura imbarazzante agli europei,
non sono diverse dai colleghi presunti uomini quanto a spocchia e insofferenza da viziati,
ma appena fiutano una critica prendono a rotolarsi come le Baccanti di Euripide:
ah, come vi permettete, questo è sessismo, questa è violenza “dentro”,
coi maschi non vi sareste permessi, e poi noi prendiamo meno soldi.
Per i risultati che ottenete, dovreste rifondere voi il Paese.
Hanno trasferito Demetrius/Demi, che era transgender ma non troppo:
le tracce che lascia, presto non saranno più, una detenuta più o meno abusata in galera
non ci pensa a tenere il figlio che sta crescendo in lei.
È una tragedia minore, ma non tanto minore.
Non pagherà nessuno, non si vergognerà nessuno, non imparerà niente nessuno.
Anzi se ne vanteranno, perché nel pandemonio mentire su tutto, storia, clima, politica, religione, sesso, logica aristotelica,
ormai è l’unico gioco consentito e chi non lo pratica, è fuori.
Nessuno avrà il coraggio di dire che le parole sono importanti, che usarle per confondere la realtà crea la morte.