La battaglia per il testamento di Leonardo Del Vecchio
agita ancora la dinastia del grande imprenditore veneto di Luxottica,
scomparso nel giugno 2022, "e c'è chi inizia a temere che questo confronto interno
possa mettere a rischio la solidità degli assetti di Delfin", la cassaforte di famiglia.
Gli equilibri sono delicati: il ramo di Luca e Clemente Del Vecchio conta sul 25% della finanziaria.
Dall'altra parte, il resto della famiglia e il capoazienda Francesco Milleri.
Quel pacchetto di minoranza, si legge,
"impedisce il raggiungimento di quell’88% che secondo lo statuto è una maggioranza imprescindibile in tema di decisioni straordinarie".
Delfin è un impero che controlla EssilorLuxottic, Covivio, Mediobanca e Generali
ed è facile dunque capire l'impatto devastante che una eventuale impasse potrebbe avere sui salotti-chiave della finanza italiana.
"La verifica interna dei nuovi equilibri costruiti in Delfin
è stata sollevata dai malumori dei figli più giovani del fondatore, Luca e Clemente,
nati nel 2001 e nel 2004 e avuti dalla ex-compagna Sabina Grossi".
Sotto accusa proprio Milleri,
a cui è andato un pacchetto di azioni da 340 milioni di euro
assegnato nei successivi tre testamenti olografi scritti di pugno dallo stesso Del Vecchio,
oltre a una parte delle proprietà immobiliari finite alla moglie Nicoletta Zampillo.
Del Vecchio, si ricorda, aveva diviso il suo enorme impero in 8 parti uguali,
tra il testamento pubblico registrato il 10 ottobre 2017 e tre brevi integrazioni successive.
E proprio queste ultime, con riferimenti a Milleri e alla moglie, sono quelle contestate dai due ultimogeniti di Del Vecchio.
" Claudio, Marisa e Paola nati dal primo matrimonio,
Leonardo Maria, figlio della seconda moglie Nicoletta Zampillo
(con cui l’imprenditore si è risposato ed è l’attuale moglie),
e i figli della terza unione, Luca e Clemente”