Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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La notizia sta passando in silenzio in Italia.
La trovo sui giornali svizzeri, con il filmato, pure.

Questa mattina un orso impaurito è stato visto e filmato
mentre scappava per le strade centrali di un comune (Arco) della provincia autonoma di Trento,
a poca distanza dal Lago di Garda (versante Nord).

Il video è diventato virale in rete nella giornata di oggi.

A dare l'allarme è stato il sindaco del paese che, a mezzo social, in mattinata ha reso noto l'avvistamento:

«Attenzione! Orso questa mattina a Vigne verso Varignano – già avvisata la forestale!
Si tratta di un animale in dispersione, non confidente e pur passando vicino ai rifiuti
è scappato fuggendo alla vista delle persone».

La Forestale sta cercando di trovare e repertare resti biologici del plantigrado p
er poterli analizzare e procedere all'identificazione.

Quanto all'animale, stando alle informazioni raccolte, s
arebbe fortunatamente riuscito a ritrovare la via della montagna e a sparire, salvo, nel bosco.

Inevitabile il riaccendersi, a livello di politica e opinione pubblica,
il dibattito e la polemica sulla presenza dell'orso in Trentino,
specialmente dopo la tragica fine del runner trovato morto nei boschi di Caldes a inizio aprile.


In rete è nuovamente scontro.

«Non siamo in alta montagna, non siamo nel bosco!
Forse qualche #animalista non si rende conto della situazione!»
 

Foggia – Lecco 1-2

Io penso, credo, che siamo contenti così.
Mai avremmo pensato di arrivare in finale.
Mai avremmo pensato di vincere a Foggia.

Bisogna essere realisti.
Chi sosterrebbe i costi di una Serie B ?

A Lecco ?
Depauperata da tutte le aziende metalmeccaniche.
Artigiani, piccole e persino medie costrette a chiudere
o ad andarsene altrove. Persino il cioccolato. (ICAM)
L'acciaieria, la vergella, i derivati, i chiodi, le catene,
le grandi costruzioni meccaniche.
Quasi tutto finito.
 
Facciamo una scommessa ....tanto non costa nulla.

60,9% berlusca
7,65% marina
7,65% psilvio
7,14% barbara
7,14% eleonora
7,14% luigi

A casa mia fa 97,62% . Dov'è l'altro 2,38% ????
Dovrei chiedere un certificato alla cciaa.
 
Ultima modifica:
Salta fuori che i due maggiori hanno il 15,30%
Mentre i 3 dell'altra parte, hanno insieme il 21,42%
= 36,72%

Il berlusca dovrebbe avere il 63,28% ma gli danno il 60,9%
Vedremo.

Il berlusca può però cambiare le quote di eredità.

Io favrei fatto :
Marina + 16,35% = 24%
P.silvio uguale 24%
Insieme arrivano al 48%

Di là. 3 parti uguali
da 8,19% = 24,57 che sommati al 21,42% fanno 46%

Poi darei il 2% a 3 persone di fiducia.

I primi 2 figli - per avere la maggioranza - devono dipendere da 2 persone esterne.

Gli altri 3 figli, li devono avere tutti e 3 dalla loro parte.


Però quel 2,38% di chi è ?
 
Trovato questo.
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Qui siamo a 99,99 cioè 100%

Il berlusca sale al 63,27%
 
"Vivere. Vivere. Vivere e amare la vita.
Vivere e desiderare una vita piena.
Vivere e desiderare che la vita sia buona, bella per sé e per le persone care.
Vivere e intendere la vita come una occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti.
Vivere e accettare le sfide della vita.
Vivere e attraversare i momenti difficili della vita.
Vivere e resistere e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e credere che c’è sempre una speranza di vittoria, di riscatto, di vita.
Vivere e desiderare una vita che non finisce e avere coraggio e avere fiducia
e credere che ci sia sempre una via d’uscita anche dalla valle più oscura.
Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti.
Vivere e sentire le forze esaurirsi, vivere e soffrire il declino e continuare a sorridere, a provare, a tentare una via per vivere ancora.

Ecco che cosa si può dire di un uomo: un desiderio di vita, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento.

Amare ed essere amato.
Amare e desiderare di essere amato.
Amare e cercare l’amore, come una promessa di vita, come una storia complicata, come una fedeltà compromessa.
Desiderare di essere amato e temere che l’amore possa essere solo una concessione, una accondiscendenza, una passione tempestosa e precaria. Amare e desiderare di essere amato per sempre e provare le delusioni dell’amore
e sperare che ci possa essere una via per un amore più alto, più forte, più grande.
Amare e percorrere le vie della dedizione.
Amare e sperare.
Amare e affidarsi.
Amare ed arrendersi.

Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di amore, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento.

Essere contento.
Essere contento e amare le feste.
Godere il bello della vita.
Essere contento senza troppi pensieri e senza troppe inquietudini.
Essere contento degli amici di una vita.
Essere contento delle imprese che danno soddisfazione.
Essere contento e desiderare che siano contenti anche gli altri.
Essere contento di sé e stupirsi che gli altri non siano contenti.
Essere contento delle cose buone, dei momenti belli, degli applausi della gente, degli elogi dei sostenitori. Godere della compagnia.
Essere contento delle cose minime che fanno sorridere, del gesto simpatico, del risultato gratificante.
Essere contento e sperimentare che la gioia è precaria.
Essere contento e sentire l’insinuarsi di una minaccia oscura che ricopre di grigiore le cose che rendono contenti.
Essere contento e sentirsi smarriti di fronte all’irrimediabile esaurirsi della gioia.

Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di gioia, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento

Cerco l’uomo.
Quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari.
Ha quindi clienti e concorrenti.
Ha momenti di successo e momenti di insuccesso.
Si arrischia in imprese spericolate.
Guarda ai numeri a non ai criteri.
Deve fare affari.
Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui.
È un uomo d’affari e deve fare affari.

Quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere.
Ha sostenitori e oppositori.
C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo.
Un uomo politico è sempre un uomo di parte.

Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena.
Ha ammiratori e detrattori.
Ha chi lo applaude e chi lo detesta.

Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico,
è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà.

Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi?

È stato un uomo:
un desiderio di vita,
un desiderio di amore,
un desiderio di gioia.

E ora celebriamo il mistero del compimento.

Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio"
 
Cambiamo argomento. Il nulla.

La questura ha ragione: eravamo in 50mila, non c’era nessun milione in piazza.

Le stesse facce che vedo ogni anno e l’età media è sempre troppo bassa.

Manca in generale tutto il mondo adulto.
Mancano persino molti omosessuali che la considerano una carnevalata niente affatto inclusiva.
Se il movimento Lgbtq+ reclama l’inclusività, siamo sicuri che la pratichi?

Nel corteo non c’era spazio per il dialogo: ci sono solo nemici.

Il Gay Pride è, infatti, sempre dichiaratamente “contro”.

La posta in gioco è la solita abbuffata di diritti senza responsabilità.

Le parole d’ordine sono quasi un rosario:
gender,
matrimonio ugualitario,
utero in affitto… di adozione alle coppie gay.

Il movimento Lgbtq+ è assolutista: una messa cantata con le piume di struzzo.

Le provocazioni sessuali sono ancora l’unico linguaggio utilizzato,
in spregio a quella rispettabilità borghese che gay e lesbiche sembrerebbero ricercare con le loro rivendicazioni.

Ma invece di recriminare, non sarebbe giusto anche dire “grazie” agli italiani ?

E basta con vittimismo e piagnistei: non c’è nessun mostro omofobo che vuole radere al suolo Sodoma.
Basta anche con le strumentalizzazioni di chi cerca tornaconti elettorali,
i cambiamenti sociali -quelli veri e duraturi- avvengono solo dal basso, senza accelerazioni forzate della politica.

......la leader del Pd – la lesbica Elly Schlein – era presente.
 
Dei rischi che corre la nostra libertà individuale
da uno stato d’eccezione permanente
si occupa un libro uscito di recente, “La tirannia dell’emergenza” (Liberilibri).

Il libro origina da una constatazione in apparenza banale
ma su cui mi sembra si sia sedimentato un eccessivo pudore
da parte di scienziati sociali, politici, opinionisti:

ovvero che l’emergenza, nel suo senso più generale,
sia divenuta una caratterizzazione strutturale delle società occidentali,
un dato irrinunciabile che da un lato, stabilizzandosi,
ha modificato radicalmente la stessa forma di governo
e dall’altro lato ha imposto una sorta di incantesimo,
una psicosi collettiva connessa alla paura generalizzata.



L’emergenza si rende tiranna ogni volta che polarizza e mobilita l’opinione pubblica,

radicalizzando la propria funzione di vettore della paura stessa,

utilizzata per azzerare le opinioni dissonanti

e per irreggimentare il senso comune e la cittadinanza.


È tiranna quando non accetta di essere discussa, analizzata, posta sotto la luce critica dei riflettori.

È tiranna come ogni dogma che non può tollerare spunti alternativi.
 

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