Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Parlando davanti al Senato irlandese (Seanad) questa settimana,
la presidente del Partito Verde Pauline O’Reilly ha dichiarato:

“Se ci pensiamo bene, tutte le leggi e tutte le normative
riguardano la restrizione della libertà.
Questo è esattamente ciò che stiamo facendo qui.
Stiamo limitando la libertà, ma lo facciamo per il bene comune
.

Il classico pensiero di sinistra: se si è ristretto un po’ la libertà,
allora è lecito continuare a restringerla anche fino al punto di cancellarla completamente.

È lo stesso messaggio dei democratici di New York
che chiedono di limitare la libertà di parola per proteggere la democrazia.

L’ex segretario al Lavoro di Clinton, Robert Reich,
ha dichiarato che la libertà di parola è “tirannia”
.


O’Reilly ha assicurato ai cittadini che la rinuncia alla libertà non è nulla di nuovo o di minaccioso:

In tutta la nostra Costituzione si può vedere che i diritti sono limitati per il bene comune.
Tutto deve essere bilanciato”.


Ciò che è particolarmente agghiacciante
è quanto sia bassa la soglia per negare la libertà di parola, secondo O’Reilly.

Ora sembra che sia sufficiente un “profondo disagio”:

“Se le opinioni di una persona sulle identità altrui
rendono la sua vita insicura, e le causano un disagio
così profondo da non poter vivere in pace,
il nostro compito di legislatori è quello di limitare
queste libertà per il bene comune”
.

Vale di più un fastidio personale, una lieve irritazione,
piuttosto che la libertà di parola.


Ciò che è interessante è che O’Reilly ammette che non c’è nulla di nuovo nelle opinioni odiose,
ma è tempo di eliminare queste voci:

I social media hanno alimentato l’odio,
ma hanno anche messo in mostra per tutti noi il ventre sporco,
sudicio, dell’odio nella società irlandese. Quell’odio è sempre esistito
.


Naturalmente, sarà lei e la sua maggioranza a stabilire quali opinioni creano “profondo disagio“.



Sarà sicuramente imitata da altri paesi
e l’Unione Europea ha già emesso una legislazione online, il DSA,
che è tutto un richiamo a poteri speciali di censura,
a “Segnalatori” autorizzati a censurare,
alla corsa a mettere a tacere le parole non omogenee con il pensiero del potere.

Non una parola per la difesa della libertà di parola.


Però ci vantiamo di essere una “democrazia liberale”.

Liberale in cosa?
 
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Caprotti muore nel 2016.

Gruppo Esselunga: A Giuliana Albera Caprotti e Marina Sylvia Caprotti il controllo del 100% di Esselunga​

Sarà la stessa Marina Caprotti a ricoprire il ruolo dell’ormai ex ad.

È scattato così il reato di frode fiscale per avere messo in contabilità come voci di costo
le fatture relative a operazioni giuridicamente inesistenti
in quanto riferite a contratti di appalto con le cooperative
e non a contratti di somministrazione di manodopera:
un fondo nero da 221 milioni di euro più Iva superiore a 47 milioni.

Il periodo considerato inizia nel 2016 e arriva al 2 maggio 2023.

Sarà un caso, ma quando "alcune" donne vengono prese dal POTERE
si rimangiano tutto ciò che il Fondatore aveva detto e fatto.
E così si arriva a fare una granbellafiguradimmerda.
 
Che bella LA LIBERTA' del "mio mondo antico".
Nessun problema di immagine.
Nessun problema da twitter, instagran, facebook, tik tok.......

Ahahahahahah vivere in LIBERTA'.
Riflettete. Voi ce la fate ?


Come ha raccontato all’Associated Press Jonas Simmerlein,
il testo della messa è stato scritto al 98% dal chatbot di ChatGpt.
“Un’omelia solida”, ha commentato il teologo, ma per molti fedeli priva di “spiritualità”.
Altri, però, sono rimasti particolarmente colpiti dall’Intelligenza artificiale,
tanto da registrare l’intera messa con il proprio cellulare.


È questo il futuro che ci aspetta?

Maxi schermo nelle classi e pure nelle chiese,
dove non ci saranno più preti e insegnanti,
ma avatar che spiegano storia o tengono messa.


Poveri voi.
 
Da un po' la discesa era iniziata........ora si fa RIPIDA.
Ahahahahahahah

L'influencer ha deciso di bloccare i commenti sui social in merito al caso.

Ad essere oscurato, in particolare, è il termine "Balocco":
se qualcuno digita tale parola, il commento non sarà pubblicato.

C'è stato quindi un blocco social fatto per impedire ogni commento su Balocco e il pandoro
.

Così la polemica sui social è scoppiata inesorabilmente.

Un utente è riuscito comunque a raggiungerla sostituendo la "a" di Balocco
con una "@":

"Pensati libera bla bla… ma la libertà è solo tua però.

Non degli altri.

Oscuri i commenti B@locco?

Non ti scusi, non dai spiegazioni…

Più in basso di così non puoi andare".
 
Una ricercatrice del Cnr di 66 anni e uno studente di 25
hanno quasi perso la vita in seguito all’improvvisa esplosione della vettura green
su cui viaggiavano sulla tangenziale di Napoli.

I due si trovavano a bordo di una Volkswagen Polo Tdi di quinta generazione,
un prototipo convertito in ibrido-solare,
rientrante in un progetto europeo di ricerca sull’ibridizzazione dei motori da rottamare in fase di test su strada.

Prove che evidentemente non sono andate come previsto,
e adesso le due persone sono ricoverate in gravissime condizioni al reparto grandi ustionati del Cardarelli di Napoli,
con la donna che ha avuto la peggio riportando ustioni sul 90% del corpo.
 
Ma mandateli a cagare questi americani che tanto,
sono abituati a mangiaremerda.
Un bel forno elettrico e via, risolto il problema.

Tempi duri, questi, per i prodotti italiani a tavola.

Da sempre sinonimo di qualità assoluta, invidiati da tutto il mondo,
i cibi più iconici del Bel Paese sono da tempo nel mirino dell’Unione Europea,
che promuove il consumo di insetti e allo stesso tempo contrasta vini,
formaggi e salumi delle nostre aziende.

Non solo.

Ora, a quanto pare, ci si sono messi anche gli Stati Uniti, con l’amministrazione di New York
che ha messo nel mirino i forni a legna delle storiche pizzerie italiane.

Il motivo?

Secondo i politici della Grande Mela, sarebbero troppo inquinanti.

Il risultato è stata così una proposta di legge del dipartimento per la protezione ambientale della Grande Mela,
con la quale potrebbe presto essere imposto ai ristoratori di ridurre le proprie emissioni di carbonio fino al 75%.
A spaventare, al di qua dell’Oceano,
è il fatto che una simile norma potrebbe essere solo l’antipasto.

L’Europa, come detto, ha dichiarato guerra da tempo ai nostri prodotti.

E in nome dell’ennesima rivoluzione Green,
non è detto che presto possa a sua volta identificare un nuovo nemico da abbattere:

la cara vecchia pizza italiana.
 
Purtroppo sarà lì sino al 2027, ma un bel calcio nei cojones non starebbe male.

L’obiettivo è “salvaguardare la libertà, il pluralismo e l’indipendenza dei media nella Ue”,
e non poteva essere altrimenti: come già con la nuova ossessione “green”,
l’Unione europea ammanta sempre di nobili propositi le misure più inique, imponendole agli Stati.

Dietro quella formula apparentemente inoppugnabile, infatti,
si nasconde un progetto liberticida e di controllo sociale assai stringente.

Stiamo parlando dello European media freedom act
proposto dalla Commissione europea lo scorso settembre
e che, ora, sarà oggetto del negoziato tra Stati e Parlamento
.


Sono alcuni governi, in particolare quello francese, a portare avanti le istanze più controverse,
ad esempio proponendo di legalizzare i controlli sui giornalisti attraverso degli spyware,
per questioni di “sicurezza nazionale”
, ufficialmente.

Ma, si sa, la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.

In nome della sicurezza nazionale,
gli Stati europei potranno installare tali software-spia
su qualsiasi mezzo utilizzato da una redazione o dai singoli giornalisti,
al fine di monitorarne l’attività:

è questa la deroga chiesta dalla Francia,

laddove nella bozza originaria l’utilizzo degli spyware non era previsto affatto.

Praticamente, così, si metterebbe il bavaglio ai giornalisti
e li si spierebbero legalmente.


E tanti saluti alla libertà di stampa.
 
Negli Stati Uniti è stata approvata per la prima volta
la commercializzazione della carne coltivata in laboratorio.

L’Europa sta alla finestra, pronta a fare lo stesso.

Dopo averci imposto farina di grillo, latte green e cibo fabbricato con stampanti in 3D,
è la volta della carne coltivata in laboratorio.

Adesso, questo tipo di “alimento” potrà essere liberamente acquistato nei supermercati o consumato al ristorante.

Le autorità competenti lo hanno infatti ritenuto sicuro per il consumo umano.

Per autorità, in questo caso, si intendono la Food And Drug Administration (FDA)
– l’agenzia federale che si occupa di regolamentare farmaci, terapie e prodotti alimentari –
e il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA).

Il fatto che sia stata approvata la vendita della carne coltivata in laboratorio
è stato ovviamente ammantato con la solita lista dei buoni principi,
su tutti la salvaguardia degli animali e poi, naturalmente, la lotta al cambiamento climatico.

Che è la vera chiave di questo nostro tempo
per rivoluzionare ogni nostra abitudine, tradizione, uso e costume.


Anche quelli millenari.

Per ora il via libera per la messa in vendita della carne coltivata in laboratorio
sono solo due aziende: la Good Meat e la Upside Foods.
 
Nello specifico, commercializzeranno carne di “pollo”.

Ma come si ottengono questo tipo di prodotti?

La carne si ottiene a partire da campioni di cellule estratti da un animale
e fatti moltiplicare in laboratorio all’interno di un apposito bioreattore o fermentatore.

All’interno di questi bioreattori si fanno crescere e moltiplicare le cellule
a temperatura e ossigenazione controllate, col supporto di un liquido nutritivo che favorisce il processo biologico.

Gli strati di cellule vengono organizzati e stampati
per ottenere hamburger, bocconcini e altri formati di carne,
dal sapore e dalla consistenza “assimilabili” alle vera carne.

Le cellule vengono nutrite con un mix di amminoacidi, carboidrati e micronutrienti.

.........e qualsiasi cosa che non sapremo mai.
 

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