Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Sapete realmente cos’è il PNRR?

Di quali soldi si tratta,

se è un vero fondo perduto

o un prestito da dover ripagare con interessi e spese?

Come deve essere speso,

se possiamo scegliere liberamente dove investirli o se sono vincolati.

E cosa c’entra il Next Generation EU?


Lo sentite citare quasi tutti i giorni come la salvezza dell’Italia.
 
Sapete realmente cos’è il PNRR?

Di quali soldi si tratta,

se è un vero fondo perduto

o un prestito da dover ripagare con interessi e spese?

Come deve essere speso,

se possiamo scegliere liberamente dove investirli o se sono vincolati.

E cosa c’entra il Next Generation EU?


Lo sentite citare quasi tutti i giorni come la salvezza dell’Italia.
Basta la parola resilienza per avere sospetti
 
Con quel "se" e quel "dovreste"
la vedo dura per i beneficiari.

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Sono fatti così. Non li cambi.


"Al Pd non è passato per la testa neppure per un attimo di chiedere al comitato etico della Rai
di escludere Roberto Saviano dalla prossima stagione televisiva – è previsto un suo programma –
per aver detto su La7 che la presidente Giorgia Meloni "è una bastarda",
cosa assai più grave e sessista di un gioco di parole mal riuscito di cui non solo,
a differenza di Facci, non si è mai scusato ma addirittura vantato.

E la censura non è scattata per Fedez che ha addirittura simulato in diretta
un rapporto tra uomini sul palco di Sanremo, cioè in casa Rai".
 
Dobbiamo riconoscere che gli ambientalisti europei,
e l’estrema Sinistra in generale, hanno un’invidiabile capacità di comunicazione.


Mentre i movimenti conservatori sono ancora troppo spesso rappresentati
da quelle che sembrano caricature politiche disumanizzate,

gli ambientalisti europei, a parte un’isterica Greta Thunberg,
si sono dati volti freschi e simpatici di portavoce che parlano dei peggiori orrori in modo accattivante, pacato ed eloquente.



Prendiamo, ad esempio, la conferenza Beyond Growth 2023 da poco conclusasi a Bruxelles, in Belgio.

Beyond Growth è il raduno ideologico annuale degli ambientalisti europei
e delle loro innumerevoli staffette nel mondo delle organizzazioni teoricamente “non governative” (Ong),
finanziate dal governo.



Beyond Growth non si riunisce nei salotti di un albergo prestigioso
o di qualche dimora di campagna,
ma lo fa direttamente negli edifici del Parlamento Europeo.


Questo non accade per caso:
quando la stampa punta accuratamente l’attenzione sulla conferenza Beyond Growth,
diffonde le immagini di persone che parlano e che stanno sedute
nei confortevoli banchi dell’emiciclo del Parlamento Europeo.

Cosa viene in mente alla maggior parte della gente
quando esamina il report della conferenza Beyond Growth?

Il Parlamento Europeo.


La correlazione tra le proposte radicali della Beyond Growth
e il Parlamento Europeo si presenta come assolutamente naturale:

se il Parlamento Europeo vuole un ambientalismo radicale,
come potrebbe opporsi a ciò un piccolo elettore locale?


La protagonista dell’ultima conferenza
è stata l’attivista belga fiamminga Anuna De Wever,
una dei giovani leader ambientalisti.



Dovete leggere e ascoltare quello che dicono questi attivisti.

La maggior parte di loro annuncia cosa farà, se raggiungesse il potere.
 
Qui di seguito le “proposte“ dell’affascinante e sorridente De Wever:

  1. “Dobbiamo ridistribuire la ricchezza”, esordisce la De Wever.
  2. A chi e come? Nessun dettaglio.
  3. Questo è da un secolo il tema ricorrente di ogni stravagante discorso europeo che si rispetti.
  4. Sarebbe fuori luogo suggerire di avviare la ridistribuzione della ricchezza
  5. con gli stipendi e il patrimonio degli eurodeputati Verdi?
  6. “Cancellare il debito climatico”:
  7. nella mente degli attivisti ambientalisti, i Paesi del “Nord globale”,
  8. che hanno subito un notevole sviluppo,
  9. hanno un obbligo ecologico nei confronti del “Sud globale”.
  10. Anche se il capitalismo occidentale ha salvato il maggior numero di persone dalla povertà nella storia del mondo,
  11. l’Occidente ha anche creato verosimilmente le maggiori emissioni di gas serra.
  12. Inoltre, l’Europa e gli Stati Uniti continuano a “sfruttare” e “colonizzare” molte regioni del “Sud globale”
  13. attraverso le loro multinazionali, esaurendo sistematicamente le risorse naturali.
  14. Va quindi cancellato il “debito” nei confronti del “Sud”,
  15. anche se questo “debito” potrebbe non avere nulla a che fare con il clima.

  1. Introduciamo subito, anche domani, un “reddito universale di base”.
  2. Si può immaginare l’entusiasmo di Cina, Russia, Giappone, Stati Uniti e Cuba
  3. all’idea di introdurre un reddito universale comune,
  4. che ovviamente è probabilmente concepibile solo attraverso l’istituzione di un governo mondiale “universale”:
  5. una mera formalità.
  6. L’Occidente deve crollare.
  7. In effetti, l’Occidente è malvagio. La prova sta nel fatto che è “ricco”.
  8. Pertanto, l’Occidente deve essere punito, facendogli subire un crollo, una “decrescita”,
  9. mentre altri Paesi non occidentali continueranno ovviamente a crescere.
  10. I servizi pubblici universali devono essere incrementati (raddoppiati? Triplicati?)
  11. Come si provvederà a finanziare tutto questo, in un contesto di declino?
  12. Questi dettagli non sono specificati.
“Tutto questo”, continua la De Wever, ricevendo un grande applauso,
“sarà ovviamente possibile solo se distruggiamo (...) la supremazia bianca”.

La supremazia bianca?


Cosa c’entra la supremazia bianca con l’economia, ci si potrebbe chiedere?

Parrebbe che nella mente di molti ambientalisti crescita economica e supremazia bianca siano effettivamente sinonimi.

Dopotutto, il ragionamento sembra filare, fu l’Occidente che nel 1776 con Adam Smith ”inventò” la crescita economica,
e l’Occidente all’epoca era in gran parte bianco, quindi, distruggendo la supremazia bianca distruggiamo l’idea stessa di crescita economica.

Gli ambientalisti sembrano nutrire una sorta di pensiero magico, vedendo due realtà dello stesso insieme:

“bianchezza” e capitalismo, per poi postulare un nesso causale tra di loro.

Se, come affermava Adam Smith, la crescita economica per tutti è la chiave per uscire dalla povertà,

con l’obiettivo di rendere i poveri più ricchi e non i ricchi più poveri,

allora, distruggere la crescita non sembra essere un modello economico in grado di essere molto di aiuto.


Peggio ancora, ora ci si trova di fronte a quelle scelte fastidiose come, ad esempio,
incoraggiare la crescita consentendo alle persone che abitano nei Paesi poveri
di utilizzare combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale)
o trascinare queste persone ancora di più nella povertà, negando loro i combustibili fossili.

Questo strano gulasch di residui marxisti,
imperialismo, decolonizzazione e Teoria critica della razza mal digerita,


crea un programma che difficilmente unirà la maggioranza degli europei.

Al programma è anche stato dato un nome: Imminente Suicidio Europeo.
 
Se l’Europa si impegna nella “decrescita” economica, come vogliono i Verdi,
questa “decrescita” implica la distruzione di interi settori delle economie europee e occidentali.

“Decrescita” e distruzione economica sono sinonimi perfetti.

“Decrescita” significa limitare le attività economiche

o tassarle in modo talmente penalizzante da farle cessare di esistere.


Questi sostenitori dell’ambiente rappresentano il 10 per cento dei seggi nell’Europarlamento
e sembrano in procinto di essere sradicati in molti Paesi membri dell’UE.

Poco importa, perché l’Unione Europea
non democratica,
non eletta,
non trasparente e
non responsabile
offre loro una risorsa:


nelle istituzioni dell’UE, gli ambientalisti sono ovunque.


Ad esempio, la “Green 10“, è una coalizione delle dieci più grandi organizzazioni e reti ambientaliste attive a livello europeo.
Esse operano per garantire che l’Ue dia priorità al clima, all’ambiente locale, alla biodiversità e alla salute umana
all’interno e all’esterno dei suoi confini.
Per diffondere le loro idee, queste Ong non elette sono generosamente finanziate dalle stesse istituzioni dell’Unione Europea.


Il problema fondamentale di Beyond Growth è che la “decrescita”, ciò che accadrà dopo, non è mai definita.

Se i marxisti, e prima di loro i socialisti, tra cui i nazionalsocialisti tedeschi,
hanno sempre cercato di definire una teoria economica,
progetti concreti e la distruzione di ciò che esiste,
gli ambientalisti non si sono mai presi la briga di farlo.

Oppure spingere l’Europa nella morsa della dipendenza energetica russa è l’obiettivo principale degli ambientalisti?


È comprensibile questa riluttanza a parlare del “mondo come sarà dopo”.

Nel contesto di un’Europa indebitata fino al collo
e che già tassa i cittadini solo per pagare gli interessi sul debito,
ridurre la produzione economica
significa affrontare la questione di chi sarà lasciato a morire per primo.



L’assistenza sanitaria, ad esempio, è già stata razionata
e sembra incentrarsi sempre più sulla riduzione dei costi piuttosto che sull’erogazione di servizi,
come pure su un eccesso di burocrazia amministrativa
anziché essere finalizzata a investire nell’assunzione di un maggior numero di medici,
in cure migliori e in trattamenti terapeutici più tempestivi dei pazienti.


Cosa accadrebbe se ci fosse la “decrescita”?

Come, ad esempio, possiamo immaginare una diminuzione obbligatoria dell’attività economica
senza sottoporre alcuna innovazione tecnologica al controllo di una “agenzia amministrativa”?

L’Ue sognata dagli ambientalisti inizia a somigliare a una versione di Atlas Shrugged (La rivolta di Atlante, N.d.T.):
un Paese distopico in cui le imprese private patiscono, sotto leggi, normative e burocrazie sempre più ostiche.

Forse i Verdi dovrebbero riflettere sul messaggio del libro:

nonostante i tentativi dello Stato di schiavizzare le menti con la forza,

le persone emergono vittoriose nel loro impegno a favore della libertà.


La mente umana è la forza che muove il mondo, non la coercizione.
 
Ultima modifica:
Sta diventando sovradimensionata la richiesta di aiuto per eventi stupidi e marginali.
Sarebbe ora di far pagare gli interventi, sul modello Svizzero.

Perchè poi succede anche questo :

Chiedono aiuto in montagna, ma una volta raggiunti dicono che i soccorsi non servono più​


I responsabili del Cnsas:

"I nostri soccorritori sono volontari
e quando vengono attivati partono subito,
lasciando temporaneamente tutte le proprie attività quotidiane:

una valutazione scrupolosa, fatta con attenzione,
prima di allertare i soccorsi,
eviterebbe di distogliere persone e mezzi dal loro obiettivo principale,
che è quello di salvare chi ne ha davvero necessità"
 
Il mondo è mia rappresentazione”: così cominciava la sua nota opera magna Arthur Schopenhauer
compiendo la sacralizzazione massima del soggettivismo gnoseologico quale premessa ideale del relativismo etico.


A questo paradigma sembra essersi radicalmente conformato oramai il mondo occidentale,
cioè quel caotico ammasso di braci culturali in fase di spegnimento
che si trovano spiaggiate sulle due sponde dell’Oceano Atlantico.


Ogni aspetto della cultura occidentale è oramai profondamente fondato
sulla convinzione per cui la realtà non esiste in quanto una verità oggettiva,
data di per sé e per se stessa conoscibile, non sia possibile.


Tutto, tutto il mondo, tutta la vita, tutte le manifestazioni umane, dall’arte, alla scienza, dal diritto, alla religione
sono soltanto manifestazioni soggettive dell’essere umano.


Non è possibile accedere agli universali:
la sconfitta della metafisica ha oramai svelato l’illusione di chi pensa di poter scrutare all’interno di una presunta essenza della realtà.

La realtà, in sé e per sé considerata, non esiste, e, se esiste,
esiste soltanto nella misura e nella maniera
in cui ciascuno di noi la percepisce,
la rappresenta in adesione al proprio io, al proprio sentire, alla propria volontà
.


Così, può e deve leggersi la notizia della vittoria di Miss Olanda 2023
da parte di Rikkie Valerie Kollé che, però, è un transgender,
cioè, in poche parole, un uomo che ha vinto un concorso di bellezza per donne.


A questo punto le vie sono due:

o accettare il tutto ed essere assorbiti da un sistema culturale
che tutto fagocita per tutto annullare,


o provare a compiere qualche riflessione eretica
rispetto al suddetto compatto sistema di credenze e convinzioni
.
 
Ammettiamo e diamo per scontato che tutto ciò che segue dalla presente parola in poi
sia totalmente falso e sbagliato, ma per puro esercizio intellettuale
fingiamo di credere in una versione ampia della libertà di espressione del pensiero,
cioè in quella che si consente indipendentemente dalla condivisibilità del suo contenuto:

già questo è un atto di sovversione
in un mondo che obbedisce soltanto alle divinità del politicamente corretto
le quali pretendono non soltanto un pensiero uniforme,
ma per di più che possa esprimersi soltanto quello che esse reputano idoneo,
ma in un contesto così estesamente tollerante
si confida che si avrà tolleranza anche nei confronti di un povero errante come chi scrive.


Ciò premesso, si tenterà di adottare una prospettiva diversa da quella corrente,
pur sapendo che essa, proprio perché differente rispetto a quella del mondo,
è irrimediabilmente erronea, biasimevole, oscurantista, retrograda, cioè appunto rovesciata,
almeno rispetto a quella corretta, condivisibile, illuminata e progredita comunemente diffusa.


Da tutto ciò non possono che discendere alcune sintetiche considerazioni.

Certamente simili affermazioni suonano peregrine oggi,
poiché nel mondo attuale chi difende la logica e la natura viene inteso come un alieno,
ma nonostante l’omologazione del mondo contemporaneo
c’è ancora chi, pur a torto, ritiene ugualmente che sia conforme alla universale ragione
la cultura della natura che riconosce l’essere piuttosto che la natura della cultura
che vuole plasmarlo a propria immagine e somiglianza distorcendone l’essenza.

La vittoria di un uomo ad un concorso di bellezza per donne
altro non significa che si vive oramai in un mondo accecato da se stesso
invece di vivere in un mondo illuminato dalla verità
, e che, in definitiva,
l’Occidente è un mondo avviato alla sua fine in quanto senza più idee,

a cui si contrappone un’idea di mondo

– cioè quella della natura che riconosce l’uomo in quanto uomo
e la donna in quanto donna nella loro reciproca e inderogabile complementarietà –

che non potrà mai avere fine.


Dinnanzi all’umanità che premia un uomo come donna più bella
poiché agisce ritenendo che il mondo sia soltanto il frutto della propria volontà e della propria rappresentazione,
si staglia l’umanità rovesciata – senza dubbio minoritaria – che agisce ritenendo che il mondo sia razionalità e rivelazione.

Dinnanzi ad un mondo che plasma se stesso e distorce la realtà secondo la creatività del pensiero espressivo,
si trova il mondo che riconosce se stesso secondo la vocazione del pensiero rivelativo
.

All’autopoiesi di una civiltà così tanto progredita da essere giunta alla fine del suo essere
secondo una prospettiva storicistica che l’ha ingabbiata nella sua stessa ideologia
tanto da costringerla a vedere una donna in un uomo,

si contrappone l’ontopoiesi di quella civiltà residua che non potrà mai finire
in quanto in grado di riconoscere l’essere secondo la sua specifica prospettiva aletica
che la libera dalla prigione di qualunque ideologia.


Al pensiero orizzontale del mondo contemporaneo
che sterilizza l’essere nell’equiparazione assoluta di uomo e donna,

si contrappone il pensiero verticale di quel mondo che nella percezione della loro diversità
si apre alla fecondità dell’essere secondo il dover essere della natura e del creato.


Probabilmente questa sarà una prospettiva oramai vetusta e minoritaria,
ma essendo rovesciata, forse, è l’unica in grado di vedere ancora l’umanità dell’uomo
per come essa è davvero, nonostante il mondo contemporaneo tenti di ribaltarne la natura, il senso e i limiti.

La prospettiva rovesciata, in un mondo ribaltato,
allora è, forse, l’unica davvero giusta e veridica,
anche e soprattutto, se e quando,
nessuno o pochi sono in grado di vederla
:

e in ciò risiede la sua ordinata autenticità
dinnanzi alla sofisticazione di un mondo talmente sottosopra
da non sapere neanche più di esserlo.
 

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