L’attentato di Sarajevo fu la scintilla che innescò la polveriera europea,
ma non fu la causa unica della Grande Guerra.
Dietro lo scoppio del conflitto c’erano infatti una serie di tensioni e rivalità tra le potenze europee,
che si erano formate in due blocchi contrapposti:
la Triplice Alleanza (Germania, Austria-Ungheria e Italia) e
la Triplice Intesa (Francia, Gran Bretagna e Russia).
La Russia aveva fornito garanzie alla Serbia, in nome della comune radice slava.
Tra le cause principali della guerra possiamo citare:
- La competizione economica e coloniale tra le potenze,
- in particolare tra la Germania e la Gran Bretagna,
- che si contendevano il primato industriale e navale e il controllo dei mercati extraeuropei.
- La questione nazionale, che riguardava i popoli oppressi dagli imperi multinazionali
- (austro-ungarico, ottomano e russo) e che alimentava il nazionalismo e l’irredentismo di alcune nazioni,
- come la Serbia, che voleva creare una Grande Serbia riunendo tutti gli slavi del sud.
- La questione balcanica, che era il teatro di frequenti crisi e guerre tra le nazioni emergenti
- (Serbia, Bulgaria, Grecia, Romania) e le potenze decadenti (Austria-Ungheria e Turchia),
- che si contendevano il controllo della penisola balcanica, considerata la “polveriera d’Europa”.
- Il sistema delle alleanze, che prevedeva l’intervento automatico dei paesi alleati
- in caso di aggressione da parte di un’altra potenza.
- Questo sistema rendeva difficile il dialogo diplomatico e favoriva l’escalation bellica.
- Un sistema di garanzie reciproche che legava i vari stati europei:
- la Russia garantiva la Serbia,
- il Regno Unito il Belgio.
- L’invasione di questi stati portò automaticamente all’escalation bellico;
- Una irrequietezza generale della gioventù, espressa da vari movimenti,
- che creava una tensione tipica della calma che precede la tempesta.
Dopo l’attentato di Sarajevo,
l’Austria-Ungheria decise di approfittare dell’occasione per eliminare la Serbia come rivale nei Balcani
e per rafforzare il proprio impero.
Il 23 luglio 1914 inviò a Belgrado un ultimatum con dieci richieste molto dure,
tra cui la partecipazione di funzionari austriaci alle indagini sull’attentato,
la soppressione di ogni propaganda anti-austriaca in Serbia
e la dissoluzione delle organizzazioni nazionaliste serbe.
La Serbia accettò quasi tutte le richieste, tranne quelle che ledevano la sua sovranità.
L’Austria-Ungheria rifiutò la risposta serba e il 28 luglio 1914 dichiarò guerra alla Serbia.
Il giorno dopo iniziò il bombardamento di Belgrado.
La Russia, in difesa della Serbia, ordinò la mobilitazione generale delle sue forze armate.
La Germania, alleata dell’Austria-Ungheria, chiese alla Russia di fermare la mobilitazione entro 48 ore.
Di fronte al rifiuto russo, la Germania dichiarò guerra alla Russia il 1° agosto 1914.
Tutto in automatico.
Solo l’Italia, in quella fase, riuscì a sganciarsi dalla Triplice, con la scusa che la guerra non era difensiva.
Guerra austro-serba, battaglia di Belgrado
La Francia, alleata della Russia, dichiarò a sua volta guerra alla Germania il 3 agosto 1914.
La Germania attuò il suo piano Schlieffen,
che prevedeva di attaccare prima la Francia attraverso il Belgio neutrale e poi la Russia.
Il Belgio si oppose all’invasione tedesca e chiese l’aiuto della Gran Bretagna,
che dichiarò guerra alla Germania il 4 agosto 1914.
Anche qui, tutto procedette con il pilota automatico.
In pochi giorni l’Europa si divise in due schieramenti:
da una parte gli Imperi Centrali (Germania e Austria-Ungheria),
dall’altra gli Alleati (Francia, Gran Bretagna, Russia e Serbia).
In seguito si aggiunsero altri paesi:
tra gli Imperi Centrali entrò l’Impero ottomano nel 1914 e la Bulgaria nel 1915;
tra gli Alleati entrarono il Belgio nel 1914,
l’Italia nel 1915 (che cambiò campo rompendo il patto con gli Imperi Centrali),
il Giappone nel 1914,
il Portogallo nel 1916,
gli Stati Uniti nel 1917 e
la Romania nel 1916.
La Grande Guerra era iniziata.
Costò la vita a 4.350.000 militari
e circa 3.500.000 civili.