Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Questa è la base di quella che chiamano "autovettura del futuro".

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Personalmente, ne farò a meno.
Ho rispolverato la mia Alfetta 2.0 Quadrifoglio Oro, motore 2000 Alfa dell'82.
Un gioiello. Un suono meraviglioso da quel motore. Un "vero" motore Alfa.
 
Oggi si commemora il 109° anniversario
dell’assassinio dell’arciduca Ferdinando d’Austria e della sua moglie Sofia a Sarajevo,
l’attentato che diede il via alla Grande Guerra.

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Il 28 giugno 1914, giorno di San Vito e festa nazionale serba,
l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’impero austro-ungarico,
e la sua moglie Sofia, duchessa di Hohenberg, si trovavano in visita ufficiale a Sarajevo,
la capitale della Bosnia-Erzegovina, una provincia annessa dall’Austria-Ungheria nel 1908.

La visita aveva lo scopo di rafforzare il legame tra l’impero e la regione,
ma era vista con ostilità dai nazionalisti serbi e bosniaci,
che aspiravano a liberarsi dal dominio asburgico e a unirsi al Regno di Serbia.

Curiosamente anche Ferdinando non era un entusiasta dell’annessione,
avvenuta alcuni anni prima, della Bosnia Erzegovina,
che riteneva un territorio problematico di cui non si sentiva la necessità,
oltre che un pericolo per la pace europea.

Ferdinando non era un pacifista, ma da militare si rendeva conto dei rischi di una guerra per l’Impero.


Fra il pubblico presente alla visita c’era Gavrilo Princip, un giovane studente di 19 anni,
membro della Mlada Bosna (Giovane Bosnia),
un gruppo paramilitare che riceveva appoggio e armi dalla Crna ruka (Mano nera),
un’organizzazione segreta ultranazionalista serba.

Princip e altri sei complici si erano posizionati lungo il percorso
che l’arciduca avrebbe dovuto seguire in automobile per raggiungere il municipio di Sarajevo.

Alle 10:10 del mattino, la comitiva reale partì dalla stazione ferroviaria a bordo di sei auto scoperte.

La prima bomba fu lanciata da Nedeljko Čabrinović, uno dei cospiratori,
ma mancò il bersaglio e finì sotto la terza auto, ferendo due ufficiali.

Čabrinović tentò di suicidarsi ingoiando una capsula di cianuro e gettandosi nel fiume Miljacka,
ma il veleno era inefficace e il fiume era basso. Fu quindi arrestato dalla polizia.


Francesco Ferdinando e Sofia scamparono all’attentato e continuarono la loro visita al municipio,
dove l’arciduca pronunciò un discorso in cui esprimeva il suo dispiacere per l’accaduto.

Dopo aver visitato i feriti in ospedale,
la coppia reale decise di cambiare il percorso del ritorno per evitare ulteriori rischi.

Tuttavia, a causa di un errore di percorso e di confusione tra i conducenti,
l’auto dell’arciduca si fermò davanti a una bottega di alimentari dove si trovava Gavrilo Princip,
che non aveva rinunciato al suo piano ed era armato.

Princip approfittò dell’occasione e sparò due colpi di pistola alla coppia reale da una distanza di pochi metri.

Il primo colpo colpì Sofia al fianco sinistro, perforandole il ventre e l’aorta.

Il secondo colpì Francesco Ferdinando al collo, recidendogli la vena giugulare.

I due morirono entro pochi minuti tra le braccia l’uno dell’altra.

Princip fu subito arrestato dalla folla inferocita e dalla polizia.

L’assassinio dell’arciduca scosse profondamente l’opinione pubblica europea e mondiale.

Il governo austriaco accusò la Serbia di aver fomentato e sostenuto il complotto terroristico
e chiese il sostegno della Germania per una possibile azione militare contro il piccolo regno balcanico.

La Serbia negò ogni coinvolgimento nell’attentato e chiese l’appoggio della Russia zarista, sua alleata tradizionale.
 
L’attentato di Sarajevo fu la scintilla che innescò la polveriera europea,
ma non fu la causa unica della Grande Guerra.

Dietro lo scoppio del conflitto c’erano infatti una serie di tensioni e rivalità tra le potenze europee,
che si erano formate in due blocchi contrapposti:

la Triplice Alleanza (Germania, Austria-Ungheria e Italia) e

la Triplice Intesa (Francia, Gran Bretagna e Russia).

La Russia aveva fornito garanzie alla Serbia, in nome della comune radice slava.

Tra le cause principali della guerra possiamo citare:

  • La competizione economica e coloniale tra le potenze,
  • in particolare tra la Germania e la Gran Bretagna,
  • che si contendevano il primato industriale e navale e il controllo dei mercati extraeuropei.

  • La questione nazionale, che riguardava i popoli oppressi dagli imperi multinazionali
  • (austro-ungarico, ottomano e russo) e che alimentava il nazionalismo e l’irredentismo di alcune nazioni,
  • come la Serbia, che voleva creare una Grande Serbia riunendo tutti gli slavi del sud.

  • La questione balcanica, che era il teatro di frequenti crisi e guerre tra le nazioni emergenti
  • (Serbia, Bulgaria, Grecia, Romania) e le potenze decadenti (Austria-Ungheria e Turchia),
  • che si contendevano il controllo della penisola balcanica, considerata la “polveriera d’Europa”.

  • Il sistema delle alleanze, che prevedeva l’intervento automatico dei paesi alleati
  • in caso di aggressione da parte di un’altra potenza.
  • Questo sistema rendeva difficile il dialogo diplomatico e favoriva l’escalation bellica.

  • Un sistema di garanzie reciproche che legava i vari stati europei:
  • la Russia garantiva la Serbia,
  • il Regno Unito il Belgio.
  • L’invasione di questi stati portò automaticamente all’escalation bellico;

  • Una irrequietezza generale della gioventù, espressa da vari movimenti,
  • che creava una tensione tipica della calma che precede la tempesta.
Dopo l’attentato di Sarajevo,
l’Austria-Ungheria decise di approfittare dell’occasione per eliminare la Serbia come rivale nei Balcani
e per rafforzare il proprio impero.

Il 23 luglio 1914 inviò a Belgrado un ultimatum con dieci richieste molto dure,
tra cui la partecipazione di funzionari austriaci alle indagini sull’attentato,
la soppressione di ogni propaganda anti-austriaca in Serbia
e la dissoluzione delle organizzazioni nazionaliste serbe.

La Serbia accettò quasi tutte le richieste, tranne quelle che ledevano la sua sovranità.

L’Austria-Ungheria rifiutò la risposta serba e il 28 luglio 1914 dichiarò guerra alla Serbia.

Il giorno dopo iniziò il bombardamento di Belgrado.

La Russia, in difesa della Serbia, ordinò la mobilitazione generale delle sue forze armate.

La Germania, alleata dell’Austria-Ungheria, chiese alla Russia di fermare la mobilitazione entro 48 ore.

Di fronte al rifiuto russo, la Germania dichiarò guerra alla Russia il 1° agosto 1914.

Tutto in automatico.


Solo l’Italia, in quella fase, riuscì a sganciarsi dalla Triplice, con la scusa che la guerra non era difensiva.


Guerra austro-serba, battaglia di Belgrado

La Francia, alleata della Russia, dichiarò a sua volta guerra alla Germania il 3 agosto 1914.

La Germania attuò il suo piano Schlieffen,
che prevedeva di attaccare prima la Francia attraverso il Belgio neutrale e poi la Russia.

Il Belgio si oppose all’invasione tedesca e chiese l’aiuto della Gran Bretagna,
che dichiarò guerra alla Germania il 4 agosto 1914.

Anche qui, tutto procedette con il pilota automatico.


In pochi giorni l’Europa si divise in due schieramenti:

da una parte gli Imperi Centrali (Germania e Austria-Ungheria),

dall’altra gli Alleati (Francia, Gran Bretagna, Russia e Serbia).

In seguito si aggiunsero altri paesi:

tra gli Imperi Centrali entrò l’Impero ottomano nel 1914 e la Bulgaria nel 1915;

tra gli Alleati entrarono il Belgio nel 1914,
l’Italia nel 1915 (che cambiò campo rompendo il patto con gli Imperi Centrali),
il Giappone nel 1914,
il Portogallo nel 1916,
gli Stati Uniti nel 1917 e
la Romania nel 1916.

La Grande Guerra era iniziata.

Costò la vita a 4.350.000 militari

e circa 3.500.000 civili.
 
Dementi ce ne sono tanti, tantissimi, ma certe volte si supera tutto.

Il mondo del calcio francese è sotto choc per quanto accaduto in queste ore a Parigi.

L’allenatore della squadra più importante della capitale, Christophe Galtier del Paris Saint-Germain,
è infatti finito in manette con l’accusa di
“discriminazione basata su una presunta razza o affiliazione religiosa”.

Oltre al mister è stato arrestato anche il figlio John Valovic-Galtier.

Il motivo di questo durissimo provvedimento?

Un’inchiesta nata dopo una particolare frase pronunciata al termine di una partita di campionato.

“Non dovremmo avere così tanti giocatori di colore
e musulmani in squadra. Il Nizza è una squadra di neri”


aveva detto in quell’occasione Galtier.

A partire da quell’episodio diversi tesserati del Nizza, tra giocatori e dirigenti,
sono stati sentiti dagli inquirenti nei mesi scorsi, compreso il presidente Jean-Pierre Rivere.
 
I fatti di cui è accusato risalgono a quando Galtier sedeva sulla panchina del Nizza nella stagione 2021-22
ed era stato accusato con una email scritta dal direttore generale del club, Julien Fournier, indirizzata alla dirigenza del Nizza.

“Galtier è venuto nel mio ufficio e mi ha detto che dovevo tenere conto della realtà della città
– aveva scritto in quell’occasione il dg – Mi ha detto che non avremmo dovuto avere tanti giocatori di colore e musulmani in squadra.
Mi ha detto che era andato al ristorante e che tanti gli avevano fatto notare che il Nizza è una squadra di neri”.
 
Se li conosci ....li eviti

Alla fine del 2024 è previsto che Microsoft rilascerà il suo prossimo sistema operativo
presentando una più stretta integrazione con il Cloud PC,
una maggiore attenzione basata sull’intelligenza artificiale di OpenAI
e un’enfasi sulla modularità, ovvero vari componenti che possono essere sviluppati e mantenuti separatamente.

In futuro, al posto di rilasciare una nuova versione di Windows ogni pochi anni,
Microsoft si concentrerà su una strategia di aggiornamento continuo
per garantire che gli utenti dispongano sempre dell’ultima tecnologia e dei più recenti miglioramenti di sicurezza.

Dopo quasi otto anni di sviluppo e supporto attivo su Windows 10,
che doveva essere l’ultima versione del sistema “Windows”,
Microsoft ha annunciato giovedì che la versione attuale 22H2,
distribuito a novembre 2022, sarà la versione finale.

Tutte le edizioni rimarranno supportate con aggiornamenti di sicurezza mensili fino alla data del 14.10.2025,
quando Microsoft terminerà il supporto, e dunque la fine del servizio, per tutte le edizioni,
come Home, Pro, Entreprise, Education, Pro Education, Pro for Workstations e Iot Enterprise.

Nel frattempo l’aggiornamento di Windows 11 è una raccolta di nuove funzionalità
che affrontano molte cose che molte persone non usano regolarmente, comprese le funzionalità di accessibilità.

Microsoft con questo annuncio sta incoraggiando gli utenti a passare alla versione di Windows 11
perché Windows 10, lanciato per la prima volta nel 2015,
non otterrà ulteriori aggiornamenti sulle nuove funzionalità di Microsoft.

Jason Leznek, Direttore del Marketing Prodotti per Windows Commercial presso Microsoft,
ha postato su Linkedin una chiara roadmap del client Windows in modo che i consumatori e le aziende possano prepararsi.

Secondo un sondaggio lanciato a marzo 2023,
si stima che oltre il 73% di tutti i computer basati sul sistema operativo Windows, esegue ancora la versione 10.

Ma per avere tutti i principali miglioramenti si dovrà ottenere Windows 11.

Una notizia che potrebbe infastidire chi utilizza ancora la versione 10 di Windows.

La versione 11 può essere installata ufficialmente soltanto sui computer rilasciati negli ultimi sei anni
a causa della decisione di Microsoft di imporre determinati requisiti di sistema.
 
Meno male che ogni tot si può ancora ridere.

Breve riassunto: qualche giorno fa, il direttore del Maxxi Alessandro Giuli
invita Sgarbi e Morgan per aprire l’Estate al Museo del XXI Secolo.

Il critico d’arte e il cantante discutono, scherzano, fanno qualche battuta sul pene e la prostata,
oltre che sul numero di donne avute dal sottosegretario.

In platea si ride e si scherza, come dimostrano i video.

Ma le proteste di alcuni dipendenti e la successiva attenzione giornalistica
fanno esplodere la polemica:
le opposizioni chiedono a Sgarbi di dimettersi e al ministro Sangiuliano di spiegare.


“Come mai se ne vengono fuori 10 giorni dopo?”.

Poiché il presidente della Fondazione Maxxi è Alessandro Giuli,
“di destra, questi signori radical chic ne hanno approfittato per strumentalizzare questa cosa”.

Intervistato dal Corriere della sera, in merito alle sue dimissioni invocate da più parti, ha replicato:

“Era uno spettacolo. C’era goliardia.
Allora censuriamo anche Mozart, Lorenzo Da Ponte, Lucio Battisti, Franco Califano… “
.

In quanto alle proteste dei politici, ne ha per tutti,
a partire da Carlo Calenda:

“Perché la sua politica non è pornografia?

Prima ha fatto un accordo con il Pd e Letta dandosi bacini e abbracci.

Poi è andato da Renzi, da cui è poi stato ripudiato.

Poi con chi mi devo scusare? Con Bonelli dei Verdi?
Quello che sostiene la devastazione dell’Italia con tutte queste c… di pale eoliche.

E c’è pure il Pd: si fo***** pure loro”.
 

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