Vaccino

Il nuovo foglietto illustrativo del vaccino Pfizer.

Ha due informazioni estremamente importanti:

"il triangolo nero e la scritta ‘farmaco che abbisogna di monitoraggio addizionale'”.

Cosa vuol dire?

“Nella dicitura dell’Aifa vuol dire che questo farmaco è sotto osservazione – come tanti altri –
perché potrebbe creare effetti collaterali a lungo termine.
La Pfizer aggiunge che nei giovani potrebbe dare pericardite e miocardite.
Anche questo lo avevamo lanciato come dubbio, ma come tutti siamo stati messi a tacere”.


E ora è nero su bianco, sul loro nuovo foglietto illustrativo.
 
Alcuni virologi, nelle scorse settimane, avevano usato toni decisamente allarmanti
di fronte alla possibilità di una nuova impennata nei contagi.

Smentiti, però, da chi sottolinea come il virus sia ormai poco pericoloso,
del tutto simile a un’influenza con la quale è necessario convivere.

Gli italiani hanno seguito questa seconda linea di pensiero,
come testimoniato dalla diminuzione delle vaccinazioni:

dal 17 al 23 novembre, sono state 178 mila contro le 183 mila della settimana precedente.


“Leggo di persone che ancora non perdono il vizio di spaventare,
mentre è il caso di spiegare, comprendere, senza nascondere assolutamente nulla”.
 

L'ambasciatore adombra le transazioni per giustificare da debacle. L'Arabia, avendo tanti soldi, ha pagato.
Guai a pansare che big pharma faccia ed abbia fatto altrettanto con oms, fda, Ema ecc.
Anche qua il complotto vale solo quando lo decidono loro.
Logica 4.0
 

Chi ha causato il danno non paga.
Paghiamo tutti. Seguendo il ragionamento di chi proponeva di lasciare a casa e non curare chi non si inoculava il liquame, si dovrebbe dire che dovrebbero pagare loro che sostenevano queste decisioni stolte...
Se fossero coerenti lo avrebbero già proposto, ma la coerenza dei codardi è solo quando sono in posizione dominante...
Sentenza a Firenze. Infermiera non vaccinata e sospesa per un anno. Il giudice riconosce la discriminazione e dispone il reintegro degli stipendi, condannando l'Asl a un risarcimento di 200 euro per ogni giorno senza lavoro. Decisivo il report Inail sui sanitari in malattia per covid che dimostra come il vaccino non abbia protetto dal virus.

Non ha protetto dalla diffusione, non ha protetto dal virus. Chi aveva ricevuto il liquame quindi girava liberamente infettando impunemente e dando la colpa a chi non lo aveva ricevuto, bollato con vari epiteti di irresponsabile, parassita, egoista ecc...


Poi c'erano quelli che mettevano il Like...
 
Ultima modifica:
ops....

Torna a casa dal lavoro e muore nel sonno.​

Il collega, appena saputa la notizia, ha un malore e muore pure lui​

 
Articolo scritto da un Medico il 23 luglio 2020


Voglio solo descrivere la realtà dei fatti e fare qualche riflessione su dati oggettivi rilevati durante la pandemia.

Un primo elemento certo è che il Covid 19 può colpire chiunque
ma non con la medesima intensità e soprattutto non uccide tutti indifferentemente.


Escludendo i casi delle persone più anziane, che sono le più fragili,
il virus Covid 19 è pericoloso essenzialmente per quei soggetti che già soffrono di malattie croniche
e comorbidità come ipertensione, obesità, diabete di tipo 2, vale a dire le patologie dell’età contemporanea.

Le misure di confinamento sarebbero state quindi necessarie anche 50 anni fa?

Il virus avrebbe ucciso tanto quanto oggi? (nonostante le apparecchiature moderne dei reparti di terapia intensiva)

Il sovrappeso e l’obesità hanno avuto grande diffusione negli ultimi decenni nei paesi più ricchi.
Il fatto più inquietante è che questo fenomeno comincia già in giovanissima età.
Dati Istat dicono che circa la metà (48,8%) dei bambini tra i 3 e i 5 anni fanno una vita troppo sedentaria.

Insomma la strada per il Covid, così come per altre pandemie simili, è decisamente spianata laddove vi è maggior ricchezza.

Una triste conferma viene dagli Stati Uniti:
persino Trump si è reso conto che gli Afroamericani sono stati i più colpiti dal Corona Virus
(33% dei ricoveri sebbene rappresentino solo il 13% della popolazione)…
Certo il dato può avere diverse spiegazioni: lavori più esposti ai contatti, con maggiori livelli di precarietà e stress,
un sistema sanitario interamente privatizzato.
Non può tuttavia ignorarsi che l’obesità nella popolazione afroamericana
rappresenta un problema di dimensioni sempre più preoccupanti.

Il sovrappeso e le patologie associate aumentano nello stesso modo in cui diminuisce Il livello di attività fisica.

Le cause sono ben conosciute: come (non) ci si muove, come (non) si gioca, come si lavora…
E anche queste sono abitudini che si imparano molto presto.
Pensiamo solo a quanti bambini andavano a scuola camminando o correndo 50 anni fa.

Quanti lo fanno oggi?

Certo viviamo in un’epoca in cui lo sport fa tendenza, siamo più sportivi,
ma siamo decisamente meno attivi rispetto a mezzo secolo fa.


Ne è risultato un drastico calo delle prestazioni ed un incremento delle patologie connesse alla sedentarietà..

Il confronto tra le performance dei genitori con quelle dei loro figli alla stessa età è impietoso per questi ultimi.

La capacità di consumo massimo ossigeno durante un minuto di esercizio intenso
( indice di performance sportiva ma anche e soprattutto di salute)
si è abbassata di circa lo 0,5% ogni anno tra il 1980 e il 2000.

E’ un dato sconvolgente e non c’è dubbio che continuerà a decrescere.
Anche in questo caso il sovrappeso gioco un ruolo importante.

Certamente, nello sport, continuiamo a battere record.
Ma non abbiamo mai avuto così tanta differenza
tra quella piccola percentuale di persone che fanno sport ad alto livello e le cui performance continuano a migliorare
ed il 50% di popolazione meno attiva il cui livello di attività fisica diminuisce di giorno in giorno.

Una disparità tra gli estremi, o forbice che si allarga, che ricorda molto qualcosa…

Durante il lockdown si è molto dibattuto sulla possibilità ed opportunità di praticare attività fisica all’aperto.
Laddove le istituzioni lo hanno permesso, le gravi restrizioni imposte
(nei duecento metri ad esempio e cercando di evitare sceriffi veri o finti),
si sono rivelate tali da non consentire una dose di esercizio sufficiente
per compensare i deleteri effetti del combinato telelavoro/ Netflix/ lezioni di cucina.

Il grave decondizionamento fisico che ne è derivato
avrà poi inevitabili ripercussioni sul sistema sanitario nazionale e sulla salute generale dei singoli.

Potrà accentuare quadri di dolore cronico e disturbi della sfera psichica.

Che, a loro volta, determineranno un incremento dell’assenteismo dal lavoro
(una volta passato l’entusiasmo di andare a ritrovare i colleghi) e una riduzione della produttività.

Una sorta di cascata continua di effetti negativi anche per il sistema economico, già provato dalle rigide misure di contenimento.

Non si tratta di fare un discorso moralizzatore a livello individuale
né di chiedere ai bambini di andare a scuola correndo invece che in auto.

Si tratta piuttosto di ribadire con forza la necessità di una nuova politica di promozione dell’attività fisica,
di finanziamento dei programmi di ricerca nella scienza del movimento,
di miglioramento delle ciclabili e dei trasporti attivi all’interno delle città,
di piani di aiuto per organizzazioni e associazioni di volontari che aiutano le persone a muoversi con consapevolezza.
Una politica che stimoli il movimento ad ogni età.

Oltre a battersi per il miglioramento del Sistema Sanitario (tra l’altro contrastando lo sfruttamento economico del dolore)
è necessaria una dura lotta contro la sedentarietà e l’inattività;
mezzo di grande efficacia per ridurre il numero delle persone che visitano gli ospedali ogni giorno.

No: il Covid 19 non avrebbe ucciso così tante persone 50 anni fa.
 

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