Facciamo un po’ di fantapolitica. 
Primavera 2025: Trump nuovo presidente degli Stati Uniti, ha chiuso la guerra con la Russia; 
Zelensky è esule nella sua villa a Forte dei Marmi; 
l’Ue, pur con una maggioranza di popolari e conservatori, è costretta ad assecondare l’Agenda 2030. 
Dopo tutto Davos è in Svizzera e la Svizzera è in Europa, quindi parte integrante e pulsante del Vecchio Continente.
Poiché non c’è più la guerra come distrazione e distruzione di massa, 
si riprende con una nuova pandemia, per altro già annunciata da Bill Gates, Klaus Schwab & soci.
Il che significa una nuova emergenza sanitaria, meglio organizzata della precedente, 
per creare problemi al nuovo inquilino della Casa Bianca, 
ma soprattutto per tenere sotto scacco la “rinnovata” Commissione Ue.
Cambiano i governi, ma i Davosiani sono sempre gli stessi. 
Della pandemia 2019-2022 hanno fatto tesoro e questa volta agiscono ancor più determinati. 
L’apparato di pedine, alfieri, cavalli e torri è ancora al suo posto per difendere re e regina, 
ma soprattutto non sono stati sradicati i paletti piantati, primo fra tutti il formidabile green pass.
E, sì, perché, zitto zitto, 
mentre gli italiani venivano distratti dall’Ucraina 
e da tutto ciò che da essa ne è derivato 
(compresa la missione navale Aspides), 
il Governo ha provveduto ad emanare il Decreto legge 2 Marzo 2024 n. 19, 
che al capo X, 
“Disposizioni urgenti in materia di investimenti del Ministero della Salute”, 
sottoscrive il green pass.