Vaccino

 
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Un team di importanti ricercatori scientifici in Germania ha appena emesso un avvertimento al pubblico dopo aver trovato collegamenti diretti tra i colpi di mRNA Covid e danni agli organi vitali tra i bambini.

In particolare, i ricercatori hanno scoperto che l'iniezione di mRNA di Pfizer è responsabile dell'impennata dei casi di malattia correlata all'immunoglobulina G4 (IgG4-RD) nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni.

IgG4-RD è una condizione che causa infiammazione all'interno del corpo e danneggia gli organi interni, secondo l'Università di Oxford.

Può colpire molti organi diversi, il che significa che le persone possono avere sintomi di ampio raggio.

Il pancreas è più comunemente colpito, seguito dai dotti biliari nel fegato, dalle ghiandole salivari e dai reni.

È difficile da diagnosticare in quanto non esiste un singolo test, quindi spesso può non essere registrato.

Guidato dal medico-investigatore Dr. Robin Kobbe dell'University Medical Center Hamburg, lo studio ha cercato di identificare la causa di un'impennata di IgG4-RD nei bambini.

Lo studio, pubblicato sul Pediatric Infectious Disease Journal, ha scoperto che l'iniezione di mRNA Covid di Pfizer ha causato un picco del rischio di IgG4-RD un anno dopo la seconda dose dell'iniezione.

Kobbe e il suo team avvertono che l'intervallo di tempo tra l'iniezione e le diagnosi potrebbe aver precedentemente reso difficile per i medici collegare l'iniezione ai casi di IgG4-RD.

Il team tedesco sta ora lanciando l'allarme sull'importanza di comprendere meglio le risposte IgG4 specifiche del vaccino mRNA in tutte le fasce di età.

Notano che la crescita prevista dei vaccini mRNA diretti verso la licenza è motivo di grave preoccupazione.

Mentre questo studio tedesco trova un picco di danni agli organi nei bambini 1 anno dopo essere stati iniettati con un vaccino Covid, sono stati riportati risultati comparabili negli adulti.

I ricercatori avvertono che devono essere condotte ulteriori indagini per analizzare i rischi a livello di popolazione.
 
TUTTO IL CUCUZZARO!
WHO European Respiratory Surveillance Network pubblica su The Lancet Respiratory Medicine, ennesimo titolo del prestigioso The Lancet, uno studio secondo cui i vaccini covid in Europa avrebbero ridotto i decessi covid del 59% salvando oltre 1,6 milioni di persone. I numeri sono in realtà il risultato di stime fondate su modelli teorici, a loro volta costruiti su evidenze epidemiologiche osservazionali. In particolare, gli autori hanno selezionato alcuni studi che secondo loro meglio rappresentavano l'efficacia dei vaccini finendo per fissare a priori la riduzione del richio relativo di morte tra il 71% e il 95% a seconda delle varianti virali. Peccato che tra gli studi autorizzativi (unici ad avere un disegno controllato e randomizzato) nessuno suggerisca alcuna riduzione anche minima della mortalità covid. Nello studio Pfizer anzi il numero di decessi è addirittura maggiore tra i vaccinati rispetto al gruppo placebo (Forensic Analysis of the 38 Subject Deaths in the 6-Month Interim Report of the Pfizer/BioNTech BNT162b2 mRNA Vaccine Clinical Trial). Inoltre, gli unici dati che potrebbero consentire un'analisi della mortalità per stato vaccinale, quelli per un certo periodo pubblicati da ONS UK, analizzati da un gruppo di lavoro CMSi hanno rivelato di ... non essere in grado di rivelare nulla (All-cause mortality according to COVID-19... | F1000Research e Marco Cosentino). Così, lo studio di WHO European Respiratory Surveillance Network è al più un esercizio di estetica matematica, e vien da chiedersi per quale motivo non abbiano puntato più in alto, magari ipotizzando due o anche tre milioni di vite salvate. La pubblica opinione sarebbe stata ancor più confortata e grata ai vaccini e a chi li ha prodotti, proposti e spesso imposti. Perché la gente troppe volte non capisce e deve essere costretta a forza per il suo bene da chi davvero sa cos'è meglio.
 
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WHO European Respiratory Surveillance Network pubblica su The Lancet Respiratory Medicine, ennesimo titolo del prestigioso The Lancet, uno studio secondo cui i vaccini covid in Europa avrebbero ridotto i decessi covid del 59% salvando oltre 1,6 milioni di persone. I numeri sono in realtà il risultato di stime fondate su modelli teorici, a loro volta costruiti su evidenze epidemiologiche osservazionali. In particolare, gli autori hanno selezionato alcuni studi che secondo loro meglio rappresentavano l'efficacia dei vaccini finendo per fissare a priori la riduzione del richio relativo di morte tra il 71% e il 95% a seconda delle varianti virali. Peccato che tra gli studi autorizzativi (unici ad avere un disegno controllato e randomizzato) nessuno suggerisca alcuna riduzione anche minima della mortalità covid. Nello studio Pfizer anzi il numero di decessi è addirittura maggiore tra i vaccinati rispetto al gruppo placebo (Forensic Analysis of the 38 Subject Deaths in the 6-Month Interim Report of the Pfizer/BioNTech BNT162b2 mRNA Vaccine Clinical Trial). Inoltre, gli unici dati che potrebbero consentire un'analisi della mortalità per stato vaccinale, quelli per un certo periodo pubblicati da ONS UK, analizzati da un gruppo di lavoro CMSi hanno rivelato di ... non essere in grado di rivelare nulla (All-cause mortality according to COVID-19... | F1000Research e Marco Cosentino). Così, lo studio di WHO European Respiratory Surveillance Network è al più un esercizio di estetica matematica, e vien da chiedersi per quale motivo non abbiano puntato più in alto, magari ipotizzando due o anche tre milioni di vite salvate. La pubblica opinione sarebbe stata ancor più confortata e grata ai vaccini e a chi li ha prodotti, proposti e spesso imposti. Perché la gente troppe volte non capisce e deve essere costretta a forza per il suo bene da chi davvero sa cos'è meglio.
 
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WHO European Respiratory Surveillance Network pubblica su The Lancet Respiratory Medicine, ennesimo titolo del prestigioso The Lancet, uno studio secondo cui i vaccini covid in Europa avrebbero ridotto i decessi covid del 59% salvando oltre 1,6 milioni di persone. I numeri sono in realtà il risultato di stime fondate su modelli teorici, a loro volta costruiti su evidenze epidemiologiche osservazionali. In particolare, gli autori hanno selezionato alcuni studi che secondo loro meglio rappresentavano l'efficacia dei vaccini finendo per fissare a priori la riduzione del richio relativo di morte tra il 71% e il 95% a seconda delle varianti virali. Peccato che tra gli studi autorizzativi (unici ad avere un disegno controllato e randomizzato) nessuno suggerisca alcuna riduzione anche minima della mortalità covid. Nello studio Pfizer anzi il numero di decessi è addirittura maggiore tra i vaccinati rispetto al gruppo placebo (Forensic Analysis of the 38 Subject Deaths in the 6-Month Interim Report of the Pfizer/BioNTech BNT162b2 mRNA Vaccine Clinical Trial). Inoltre, gli unici dati che potrebbero consentire un'analisi della mortalità per stato vaccinale, quelli per un certo periodo pubblicati da ONS UK, analizzati da un gruppo di lavoro CMSi hanno rivelato di ... non essere in grado di rivelare nulla (All-cause mortality according to COVID-19... | F1000Research e Marco Cosentino). Così, lo studio di WHO European Respiratory Surveillance Network è al più un esercizio di estetica matematica, e vien da chiedersi per quale motivo non abbiano puntato più in alto, magari ipotizzando due o anche tre milioni di vite salvate. La pubblica opinione sarebbe stata ancor più confortata e grata ai vaccini e a chi li ha prodotti, proposti e spesso imposti. Perché la gente troppe volte non capisce e deve essere costretta a forza per il suo bene da chi davvero sa cos'è meglio.
 
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se il vaccino non immunizzava, come ricordato da AIFA in questi gg, almeno doveva servire, teoricamente, per ridurre il numero dei malati. perché non usare questo metodo? Forse costava anche meno...
 

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