Per capirne di più abbiamo chiamato alcuni studiosi chiedendo loro un commento esteso a quanto letto.
La microbiologa clinica e virologa Maria Rita Gismondo:
“Come sempre i dati dell’ISS sono quelli più reali ma da tempo purtroppo non ascoltati.
Da quando si diceva che la polarità della malattia sono concentrate nelle ultime fasce di età,
gli ultra anziani e fragili sono esposti,
che i giovani non sono assolutamente, per fortuna, toccati se non in maniera molto molto lieve
ma il problema si presenta per i fragili.
Quindi: attenti alle vaccinazioni, sono da farsi solo ai fragili per quelle fasce di età.
Altri dati sempre dell’ISS ci hanno detto che in due anni e mezzo solamente una sessantina di giovani dai 5 ai 19 anni
purtroppo hanno avuto un esito nefasto, ma erano dei fragili che probabilmente con qualsiasi altra infezione avrebbero avuto il medesmo esito.
In questo senso i dati non supportano assolutamente l'utilità di dover vaccinare i bambini.
Così l'ultimo report ci dice che praticamente il ciclo completo di vaccinazione, le tre somministrazioni,
protegge dalla ospedalizzazione e dal decesso ma quando si fanno altre somministrazioni
questa efficienza del vaccino decade al punto tale che la curva nelle fasce più alte di età,
nella curva di decessi ospedalizzazione è purtroppo più alta in coloro che hanno fatto le dosi booster successive, la famosa quarta dose.
Questi dati hanno assolutamente il diritto di essere esaminati perché la scienza non è un dogma”.
Il microbiologo e virolo Francecsco Broccolo:
“È inutile commentare questo perché ci si scontra con la linea difensiva
(di chi sostiene continui booster e vaccinazioni persino sui bambini)
imperniata sull’effetto paradosso secondo cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi
può essere simile, se non maggiore, tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati.
La realtà è che il nuovo quadro epidemiologico con Omicron 5 e Bq1 continua a dimostrare scarsa virulenza
in una popolazione iperimmunizzata dalle vaccinazioni e dalle pregresse infezioni naturali sintomatiche e/o asintomatiche
(quindi non palesate) non giustificano più continui richiami a tutta la popolazione”.
Lapidario il professore Giulio Tarro:
“Gli inglesi hanno già dimostrato, con la pubblicazione dei loro dati,
che dopo 2 vaccinazioni complete di Covid-19 a mRNA si ha una riduzione dell'immunità verso tutte le infezioni”.