Una pandemia che il
resto d’Europa sta da tempo affrontando come una
comune influenza stagionale,
con la sostanziale eliminazione di ciò che restava delle assurde restrizioni imposte nel recente passato.
Questo è invece lo stato dell’arte nel
nostro Paese,
in cui notoriamente ciò che è provvisorio tende a restare impresso nella pietra vita natural durante:
Bollettino. Niente più comunicazione dei dati su base quotidiana ma settimanale, il
venerdì.
Green pass. Rimane in vigore per i visitatori delle strutture sanitarie fino al
31 dicembre 2022.
Isolamento domiciliare. Non c’è alcun cambiamento, ma il
ministro Orazio Schillaci sta valutando con gli esperti se
ridurre l’attuale periodo di 5 giorni.
Mascherine. Rimangono obbligatorie solo negli ospedali e nelle
Rsa, facoltative e a discrezione dei dirigenti sul posto di lavoro.
Multe ai no vax. Sospensione per 6 mesi delle sanzioni contro gli
over 50 che non avevano rispettato
l’obbligo vaccinale
(l’emendamento, seppur annunciato dal governo, per il momento è saltato, ma non si esclude che venga trattato in un provvedimento successivo).
Sanitari no vax
Reintegro in servizio del
personale sanitario soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all’obbligo vaccinale,
che contestualmente è caduto il 1° novembre. Oltre 4mila medici, infermieri e operatori socio-sanitari torneranno in servizio.
Ventilazione meccanica. È allo studio un piano del Governo per introdurre la ventilazione meccanica in scuole, uffici pubblici e mezzi di trasporto.
Come si vede, tranne l’anticipo di due mesi al reintegro dei sanitari renitenti al vaccino e all’abolizione del bollettino quotidiano
– che tuttavia viene divulgato a livello regionale – siamo in una
situazione di tipo gattopardesco.
Nulla a che vedere, tanto per fare un esempio nel
campo conservatore,
con la decisione presa da
Boris Johnson alla fine dello scorso inverno di togliere ogni restrizione nel
Regno Unito.
Tanto è vero che in merito alle demenziali quarantene dei
positivi al tampone, quasi tutti
asintomatici,
il ministro Schillaci starebbe valutando se ridurre di qualche giorno la durata dell’intero iter,
restando però col vincolo di poter uscire di casa solo dopo analogo
tampone negativo.
Una misura folle e autodistruttiva sotto tutti i punti di vista che, a quanto pare, siamo rimasti solo noi in
Europa a imporre.
Non ci siamo proprio.
Sappiate, pertanto, che su questo piano non abbiamo la benché minima intenzione di fare gli utili idioti
nel caso il cambiamento annunciato non si dovesse concretamente realizzare.