Vaccino

Ci dissero che prima di due anni non poteva esserci nessun tipo di vaccino. Erano i tempi del protocollo.
Poi ci dissero che sei mesi andavano benissimo.
Poi ci dissero che serviva solo agli anziani e a qualche adulto fragile ma non per i giovani e tantomeno per i bambini.
Poi ci dissero che non andavano mischiati, poi che potevano essere mischiati, poi che potevamo fare come ci pareva,.
Poi ci dissero che tutti andavano bene però Astrazeneca era meglio toglierlo dal mercato.
Poi ci dissero che non era assolutamente un vaccino sperimentale, poi che lo era solo un po' però nel dubbio ti facevano firmare la liberatoria.
Poi ci dissero che i vaccini servivano anche ai giovani e ai bambini per non diffondere il virus.
Poi ci dissero che col vaccino non ti ammalavi e non contagiavi.
Poi ci dissero che ti ammalavi in forma meno grave ma potevi comunque contagiare (in che forma non si sa).
Poi ci dissero che la terza dose, fatta per un tipo di virus già superato, era indispensabile.
Poi ci dissero che il vaccino non era obbligatorio ma a chi non si vaccinava era preclusa qualsiasi forma di vita sociale e il lavoro.
Poi ci dissero che il vaccino era l'unico modo per uscire dalla pandemia senza spiegarci come mai paesi con una bassa percentuale di vaccinati ne erano usciti esattamente come noi.
Poi ci dissero che la soglia dei vaccinati doveva essere del 70%, no dell'80%, anzi no dell'85%, vabbe' facciamo tutti e non se ne parla più.
Poi ci dissero che la protezione del vaccino era di di dodici mesi, anzi no sei mesi, però con proroga se stavi sotto le feste.
Poi non ci spiegarono perché i vaccinati dovevano continuare a portare la mascherina e a mantenere il distanziamento.
Poi non ci spiegarono perché, in alcuni casi, i vaccinati dovevano comunque farsi il tampone.
E si potrebbe andare avanti ancora per parecchio.
Nonostante tutto questo la proposta di annullare le multe per chi non si era vaccinato suscita ancora sdegno.
Quegli anni hanno totalmente lavato il cervello di milioni di persone.

RC
 
Pillole anti-Lorenzin. Antipolio

Per la vaccinazione antipolio vi sarebbero tante considerazioni storiche e mediche, ma l’assurdità di un obbligo vaccinale è talmente chiara che basta una pillola con tre punti.

1. La paura della poliomielite (paralisi flaccida) fa ancora parte dell’immaginario collettivo, ma la malattia in Italia NON ESISTE. Partendo dal principio che il virus polio colonizza l’intestino, all’inizio degli anni ’60 fu introdotto il vaccino orale tipo “Sabin” (OPV), con virus vivo attenuato, che produce un’eccellente immunità a livello intestinale. Grazie alla vaccinazione OPV in pochi anni la polio fu ridotta a casi sporadici e l’ultimo caso si è verificato nel 1982. Alla scomparsa della polio hanno contribuito anche le migliori condizioni igieniche, perché il virus colonizza l’intestino e si trasmette per via oro-fecale. Pertanto, il rischio di contrarre la polio per un bambino italiano non vaccinato è uguale a ZERO e non esiste in alcun modo la necessità di un obbligo di vaccinazione per i neonati e i bambini. Secondo la sentenza 5 del 2018 della corte Costituzionale l’obbligo andrebbe rivisto per TUTTI i 10 vaccini in base all’andamento epidemiologico. Mattarella dove sei?

2. L’unico Paese dove si registrano casi di polio dovuti al virus selvaggio è il Pakistan, mentre in Africa si segnalano casi di paralisi infantile dovuti al vaccino OPV, portatore di mutazioni che lo hanno reso patogeno. La capacità del vaccino OPV di mutare si è dimostrata in molti Paesi nel corso degli ultimi decenni. Recentemente sono stati identificati casi di polio da vaccino OPV in Siria e in Bosnia e 17 casi nella striscia di Gaza a causa delle disastrose condizioni igieniche e dell’importazione del virus vaccinico dall’Egitto. Anche in Italia si sono verificati, negli ultimi decenni del secolo XX, parecchi casi di paralisi flaccida in persone vaccinate con OPV, tanto che nel 2002 quel vaccino è stato sospeso e sostituito con il vaccino iniettivo (IPV), fatto con virus inattivato, che non presenta il rischio di riattivazione. Tuttavia, il vaccino IPV non è in grado di colonizzare l’intestino, non protegge le mucose e non può in alcun modo interrompere l’eventuale trasmissione di un virus vivo e patogeno da un malato alla collettività. Vaccinare per la polio oggi significa introdurre rischi di effetti avversi senza avere alcun beneficio per la collettività, fatto incompatibile ai sensi dell’art. 32 Costituzione.

3. La vaccinazione antipolio era stata resa obbligatoria per legge (4 febbraio 1966, n. 51), ma si trattava di un periodo in cui vi era ancora la malattia. Inoltre, al tempo in cui si approvò la legge che istituiva l’obbligo, si usava il vaccino tipo orale Sabin, che come già illustrato è dotato di un intrinseco potere di protezione della popolazione molto più alto del vaccino attualmente utilizzato. Quando è stato introdotto il “nuovo” vaccino IPV, in Europa la polio non esisteva più. Di conseguenza, non c’è alcuna prova che il vaccino attuale sia efficace “sul campo”. Vista la mancanza della malattia e la mancanza di prove di efficacia protettiva per il singolo e per la collettività l’obbligo è ingiustificato. Puramente ipotetici casi di poliomielite che insorgessero nei prossimi anni (probabilmente sarebbero da vaccino mutato e da importazione) sarebbero estremamente circoscritti e non causerebbero alcun pericolo a coloro che hanno scelto liberamente di vaccinarsi o far vaccinare i figli. Anche in base a tali semplici considerazioni, l’obbligo di vaccinazione non ha alcuna giustificazione tecnico-scientifica e si rivela, piuttosto, come un mostruoso residuo del passato o di scelte politiche ideologicamente aberranti.
 
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L'epatite B è una malattia infettiva, causata da un virus (HBV) della famiglia Hepadnaviridae, che colpisce il fegato. Il vaccino anti-epatite B è efficace per la prevenzione dell’epatite B NEI SOGGETTI ESPOSTI, ma le stime sulla efficacia della vaccinazione universale sono incerte. La figura dimostra che l’incidenza dell’epatite era in rapida discesa prima dell’introduzione dell’obbligo vaccinale imposto dal corrotto ministro De Lorenzo (1992), senza che tale obbligo abbia avuto visibili effetti sul trend generale. La riduzione di incidenza della epatite è dovuta probabilmente alle vaccinazioni (nei soggetti a rischio come lavoratori dei laboratori e omosessuali), ma soprattutto ai migliori controlli sulle trasfusioni di sangue nonché alle misure di prevenzione del contagio sessuale, molto più “stringenti” a seguito della diffusione del virus HIV negli stessi anni ’80 e ‘90. Men che meno si può osservare un effetto dell’obbligo lorenziniano sulla malattia in età pediatrica.
Pillole anti-Lorenzin. Anti-epatite B

1. Il vaccino anti-epatite B è efficace per la prevenzione dell’epatite B NEI SOGGETTI ESPOSTI, ma le stime sulla efficacia della vaccinazione universale sono incerte. L’incidenza dell’epatite era in rapida discesa prima dell’introduzione dell’obbligo vaccinale imposto dal corrotto ministro De Lorenzo (1992) , senza che tale obbligo abbia avuto visibili effetti sul trend generale. Men che meno si può osservare un effetto dell’obbligo lorenziniano sulla malattia in età pediatrica. In parole povere, il vaccino è stato imposto ai bambini dalla Lorenzin (con firma di Mattarella e dichiarato cedimento agli “obblighi internazionali”, fatto incredibile e inconcepibile) senza la minima prova che potesse funzionare.

2. La malattia è di carattere endemico (NON PROVOCA EPIDEMIE) e la trasmissione avviene tramite esposizione a sangue infetto (trasfusioni o tossicodipendenze) o a fluidi corporei come sperma e liquidi vaginali. Un bambino, anche nel rarissimo e praticamente inesistente caso si ammalasse di epatite B, non avrebbe alcun modo di trasmettere il virus agli altri bambini. Non potendo infettare gli altri, la vaccinazione obbligatoria di un bambino non ha alcuna rilevanza per la salute della collettività, unico argomento eventualmente considerabile ai sensi dell’articolo 32.

3. Escludendo gli studi fatti su soggetti a rischio di epatite B, il vaccino contro l'epatite B non ha mostrato un effetto sul rischio di sviluppare positività agli antigeni virali. In ogni caso, non esiste allo stato attuale un’emergenza di sanità pubblica che giustifichi il ricorso alla vaccinazione obbligatoria in età infantile.

4. Il vaccino anti-epatite B ha tutti i rischi dell’alluminio (trattati a parte) cui si aggiungono rischi particolari di malattie autoimmuni, molto maggiori rispetto agli altri vaccini. L’analisi del database VAERS (sorveglianza passiva USA) ha identificato 5 eventi avversi autoimmuni (sclerosi multipla, mielite, poliartrite, artrite reumatoide e lupus eritematoso sistemico) associati al vaccino anti-epatite Engerix-B. Il tasso di segnalazione proporzionale (PRR) calcola la proporzione di un evento avverso specifico per un vaccino di interesse in cui il comparatore è costituito da tutti gli altri vaccini presenti nel database VAERS. Per il vaccino anti-epatite B, la sclerosi multipla ha un PRR di 15,77 cioè il rischio di contrarre questa malattia è 15 volte maggiore che con gli altri vaccini. Per la psoriasi il PRR è 5,29, per l’artrite reumatoide 4,18, per il Lupus eritematoso 4,14.

5. La vaccinazione obbligatoria anti-epatite B di bambini sani di pochi mesi è un abominio perché impone un rischio di eventi avversi mentre i bambini non hanno alcun rischio di contrarre l’epatite B (a meno che in famiglia vi siano persone sieropositive, nel qual caso si potrebbe configurare una eventuale vaccinazione selettiva e volontaria). Inoltre la malattia oggi si cura con interferoni e antivirali.

6. E’ assurdo e ingiusto che sia ancora in vigore un obbligo voluto da un ministro della Repubblica nel 1991, sapendo benissimo che a “convincerlo”, nonostante l'assenza di sufficienti sperimentazioni, fu una tangente da 600 milioni di lire pagata dalla Glaxo SmithKline, unica azienda produttrice del vaccino. Un esempio di come la politica si è piegata agli affari e di come i moralizzatori che stanno nelle alte stanze del potere non abbiano fatto alcunché per sanare questa piaga inferta nella carne del popolo italiano.
 
La proteina Spike danneggia il cervello e provoca sintomi neurologici cronici.

Sia nell’infezione da virus SARS-CoV-2 (se curata tardi e male aggiungo io) che dopo l’inoculo di un prodotto biotecnologico che la fa produrre, chiamato “vaccino”.

Il fatto che il cosiddetto vaccino riduca il rischio di conseguenze del COVID o di morte (come qualcuno dice, ma senza distinguere per età e comunque molto dubbio secondo altri studi) NON HA ALCUNA IMPORTANZA per ciò che concerne il riconoscimento del DANNO VACCINALE ai singoli poveretti e alle singole poverette che inconsapevolmente (o costretti/e per ricatti e multe) si sono sottoposti al micidiale inoculo.

Dopo questo autorevole articolo NESSUNO potrà sostenere che il “vaccino” non c’entra. Si chiama Post-Acute Covid Vaccination Syndrome.

Queste persone sfortunate devono essere comprese, curate e indennizzate dallo Stato.

Frontiers | Unraveling the SARS-CoV-2 spike protein long-term effect on neuro-PASC
 

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