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Mi sciolgo (FI), non non mi sciolgo, massi' che mi sciolgo...anzio convergo (Fini) I miracoli metereopatici nei simboli
Dagli schiaffi alle carezze. Dagli insulti ai complimenti. E bastato vedere profilarsi la riconquista di Palazzo Chigi per far fare a Gianfranco Fini una spettacolare giravolta. Solo pochi mesi fa Berlusconi era un "populista" che creava un partito dal predellino di una macchina in mezzo alla folla festante. "Mai più insieme" tuonava il leader di An. Che oggi benedice festante la nascita "del nuovo grande soggetto politico" con Forza Italia.
Era novembre. I giorni dell'ira per Fini, sfottuto in tv da Striscia la notizia per la sua nuova fidanzata, sminuto da un Cavaliere che accusava lui e Casini di non essere stati capaci di fare opposizione. Giorni in cui la Cdl era "un ectoplasma", in cui Fini, garantiva il Cavaliere, puntava "a conservare privilegi e poteri". Giorni in cui il leader di An pensava "ad un competizione al centro" contro Silvio e, nei corridoi del Transatlantico, sbottava: "La favola della Cdl è finita. Berlusconi con me ha chiuso, non pensi di recuperarmi, io non cambio idea e posizione. E si ricordi che non è eterno..".
Era novembre quando quella che sembrava a tutti gli effetti una separazione sanguinosa andava in scena. Berlusconi da una parte, Fini (e Casini) dall'altra. Il 19 novembre An davanti all'ipotesi di un nuovo partito il presidente di An insisteva: "Non se ne parla proprio, An non si scioglierà per entrare nel nuovo partito di Berlusconi. Quella è un'iniziativa plebiscitaria e confusa".
Ciascuno per la sua strada, dunque. Nel frattempo il governo Prodi approvava la Finanziaria. E lo scontro interno alla Cdl andava avanti. Casini e Fini stringevano un'alleanza, suggellata da una nota che prendeva di mira il Cavaliere bollandolo come populista. Lui non si faceva pregare e li sbeffeggiava: "Loro due si tengano il progetto, io gli elettori". Ormai era rissa. A farne le spese il forzista Cicchitto sonoramente fischiato ad un convegno di An. Poi Fini affidava a Repubblica il suo sfogo: "Berlusconi sbaglia e lo sa benissimo. Un vero leader dovrebbe lavorare per unire, non per alimentare i frazionismi".
Nel frattempo se Berlusconi sembrava chiudere le porte ("Fini mi ha offeso"), il leader di An parlava di riforme con Veltroni e stringeva l'alleanza con Casini. Mostrandosi sospettoso anche davanti alle mezza frenata del Cavaliere sul Pdl: "Berlusconi faccia chireazza, servono programmi comuni".
Vista da fuori sembrava una situazione senza possibilità di recupero. Ma poi è arrivato Mastella, Dini e la caduta del governo. E, come per miracolo, i due nemici sono tornati a parlarsi e ad allearsi. "Non torno indietro, io non cambio idea" diceva Fini. Era novembre. Solo due mesi fa.
Dentro (CDL), fuori(AN), aridentro (PDL)... forse, boh, vedremo ! Il simbolo della coerenza di Salo'
Anche 'La Destra' di Francesco Storace starebbe per annunciare l'ingresso nel Partito del Popolo delle Libertà. Lo si apprende da fonti parlamentari. Nei giorni scorsi il segretario politico del movimento, Francesco Storace, aveva incontrato a Palazzo Grazioli il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, per definire i particolari dell'operazione.
Il leader del partito spiega però che prima di tutto si deve chiarire la posizione della Lega, perché non si capisce "per quale motivo ad alcuni venga garantito di preservare la propria identità e ad altri no".
"Prima di tutto infatti si deve chiarire perché uno può rivendicare la propria rappresentanza e un altro no...".
Me ne sono andato, mai piu', moh ritorno subito ...macche', mi distinguo ! Cuffaro (condannato) sposa Maroni , e il povero Mele (solo inquisito ?
(ANSA) - ROMA, 8 FEB - 'L'Udc intende rimanere nel centrodestra con una sua autonomia. Niente lista unica del Pdl' ma un accordo 'così come farà la Lega Nord'. Lo ha detto il segretario dei centristi Lorenzo Cesa che ha parlato di 'uno schema che prevede il collegamento elettorale e di programmà. 'Naturalmente - ha aggiunto - attendiamo l'esito dell'incontro tra Berlusconi e Fini per avere una idea precisa della situazionè.
La Sicilia e'mia, io la amo, non e' tua... se ci provi ti stendo !
Fumata nera al vertice siciliano della Casa delle libertà per trovare un nome condiviso per la candidatura alla presidenza della Regione Sicilia. I candidati sono sostanzialmente quattro: Gianfranco Miccichè per Forza Italia, Raffaele Lombardo per l'Mpa (Movimento popolare per l'autonomia), Pippo Scalia per An e Saverio Romano per l'Udc.
CUFFARO: «MAI MICCICHÈ» - «Farò di tutto per impedire l'elezione di Miccichè a presidente della Regione siciliana», ha detto l'ex governatore Salvatore Cuffaro, le cui dimissioni dopo la condanna a cinque anni per aver favorito un mafioso e l'interdizione dai pubblici uffici hanno causato la fine della legislatura regionale e imposto nuove elezioni (che non si terranno in corrispondenza con le politiche del 13-14 aprile). «Quando Miccichè mi ha chiesto di dimettermi perché altrimenti avrei danneggiato l'immagine della Sicilia, l'ho fatto», ha spiegato Cuffaro. «Ma proprio perché amo quest'isola, adesso farò di tutto per impedire che lui possa danneggiare la Sicilia con la sua elezione».
LOMBARDO - Intento l'Mpa e l'Udc avrebbero trovato un accordo per la candidatura di Lombardo.«Nella Casa delle libertà in Sicilia non c'è sintonia e qualcuno soffre di sindrome di onnipotenza», ha detto senatore Giovanni Pistorio (Mpa).
Roma e' governata male, da ectoplasmi, quindi candidiamo il meglio che abbiamo...(sic!)
SINDACO DI ROMA - Franco Frattini potrebbe essere il candidato della Partito della libertà alla poltrona di sindaco di Roma, lasciata libera appena Walter Veltroni si dimetterà la prossima settimana per candidarsi a premier. Secondo quanto apprende l'Agi da fonti parlamentari di Forza Italia, Gianfranco Fini si sarebbe espresso positivamente per la candidatura dell'attuale Commissario europeo alla sicurezza ed ex ministro degli Esteri. «Per contrastare l'effetto Veltroni a Roma e la candidatura di Francesco Rutelli, era necessario candidare un esponente autorevole».
Si', No, Boh, chissa'... maddai la notizia viene da Sky !
(da Murdoch il compeptitor di Mediaset)
L'ipotesi di un listone unico del centrodestra non ha però convinto l'Udc. Il segretario, Lorenzo Cesa, ha detto che l'Udc correrà sa sola, seppure sempre nell'ambito della coalizione: «L'Udc intende rimanere nel centrodestra con una sua autonomia. Niente lista unica del Pdl, dunque, ma uno schema che prevede il collegamento elettorale e di programma, così come farà la Lega Nord». Anche il leghista Roberto Maroni bolla il progetto come «un errore». Mentre sull'apertura del listone unico ai partiti più piccoli annunciata da Berlusconi.
Rocco Buttiglione distingue: «I fascisti no. Non ce l'ho con Storace che è stato ministro con me nel governo e ha fatto una sua revisione, ma dico no a liste di destra fascista» ha escluso perentorio il presidente dell'Udc a Sky Tg24. Che però ha aggiunto: «Sarei molto, molto perplesso a entrare in una lista unica. Anzi, non ci entrerei proprio. Magari alleati».
Dagli schiaffi alle carezze. Dagli insulti ai complimenti. E bastato vedere profilarsi la riconquista di Palazzo Chigi per far fare a Gianfranco Fini una spettacolare giravolta. Solo pochi mesi fa Berlusconi era un "populista" che creava un partito dal predellino di una macchina in mezzo alla folla festante. "Mai più insieme" tuonava il leader di An. Che oggi benedice festante la nascita "del nuovo grande soggetto politico" con Forza Italia.
Era novembre. I giorni dell'ira per Fini, sfottuto in tv da Striscia la notizia per la sua nuova fidanzata, sminuto da un Cavaliere che accusava lui e Casini di non essere stati capaci di fare opposizione. Giorni in cui la Cdl era "un ectoplasma", in cui Fini, garantiva il Cavaliere, puntava "a conservare privilegi e poteri". Giorni in cui il leader di An pensava "ad un competizione al centro" contro Silvio e, nei corridoi del Transatlantico, sbottava: "La favola della Cdl è finita. Berlusconi con me ha chiuso, non pensi di recuperarmi, io non cambio idea e posizione. E si ricordi che non è eterno..".
Era novembre quando quella che sembrava a tutti gli effetti una separazione sanguinosa andava in scena. Berlusconi da una parte, Fini (e Casini) dall'altra. Il 19 novembre An davanti all'ipotesi di un nuovo partito il presidente di An insisteva: "Non se ne parla proprio, An non si scioglierà per entrare nel nuovo partito di Berlusconi. Quella è un'iniziativa plebiscitaria e confusa".
Ciascuno per la sua strada, dunque. Nel frattempo il governo Prodi approvava la Finanziaria. E lo scontro interno alla Cdl andava avanti. Casini e Fini stringevano un'alleanza, suggellata da una nota che prendeva di mira il Cavaliere bollandolo come populista. Lui non si faceva pregare e li sbeffeggiava: "Loro due si tengano il progetto, io gli elettori". Ormai era rissa. A farne le spese il forzista Cicchitto sonoramente fischiato ad un convegno di An. Poi Fini affidava a Repubblica il suo sfogo: "Berlusconi sbaglia e lo sa benissimo. Un vero leader dovrebbe lavorare per unire, non per alimentare i frazionismi".
Nel frattempo se Berlusconi sembrava chiudere le porte ("Fini mi ha offeso"), il leader di An parlava di riforme con Veltroni e stringeva l'alleanza con Casini. Mostrandosi sospettoso anche davanti alle mezza frenata del Cavaliere sul Pdl: "Berlusconi faccia chireazza, servono programmi comuni".
Vista da fuori sembrava una situazione senza possibilità di recupero. Ma poi è arrivato Mastella, Dini e la caduta del governo. E, come per miracolo, i due nemici sono tornati a parlarsi e ad allearsi. "Non torno indietro, io non cambio idea" diceva Fini. Era novembre. Solo due mesi fa.
Dentro (CDL), fuori(AN), aridentro (PDL)... forse, boh, vedremo ! Il simbolo della coerenza di Salo'
Anche 'La Destra' di Francesco Storace starebbe per annunciare l'ingresso nel Partito del Popolo delle Libertà. Lo si apprende da fonti parlamentari. Nei giorni scorsi il segretario politico del movimento, Francesco Storace, aveva incontrato a Palazzo Grazioli il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, per definire i particolari dell'operazione.
Il leader del partito spiega però che prima di tutto si deve chiarire la posizione della Lega, perché non si capisce "per quale motivo ad alcuni venga garantito di preservare la propria identità e ad altri no".
"Prima di tutto infatti si deve chiarire perché uno può rivendicare la propria rappresentanza e un altro no...".
Me ne sono andato, mai piu', moh ritorno subito ...macche', mi distinguo ! Cuffaro (condannato) sposa Maroni , e il povero Mele (solo inquisito ?
(ANSA) - ROMA, 8 FEB - 'L'Udc intende rimanere nel centrodestra con una sua autonomia. Niente lista unica del Pdl' ma un accordo 'così come farà la Lega Nord'. Lo ha detto il segretario dei centristi Lorenzo Cesa che ha parlato di 'uno schema che prevede il collegamento elettorale e di programmà. 'Naturalmente - ha aggiunto - attendiamo l'esito dell'incontro tra Berlusconi e Fini per avere una idea precisa della situazionè.
La Sicilia e'mia, io la amo, non e' tua... se ci provi ti stendo !
Fumata nera al vertice siciliano della Casa delle libertà per trovare un nome condiviso per la candidatura alla presidenza della Regione Sicilia. I candidati sono sostanzialmente quattro: Gianfranco Miccichè per Forza Italia, Raffaele Lombardo per l'Mpa (Movimento popolare per l'autonomia), Pippo Scalia per An e Saverio Romano per l'Udc.
CUFFARO: «MAI MICCICHÈ» - «Farò di tutto per impedire l'elezione di Miccichè a presidente della Regione siciliana», ha detto l'ex governatore Salvatore Cuffaro, le cui dimissioni dopo la condanna a cinque anni per aver favorito un mafioso e l'interdizione dai pubblici uffici hanno causato la fine della legislatura regionale e imposto nuove elezioni (che non si terranno in corrispondenza con le politiche del 13-14 aprile). «Quando Miccichè mi ha chiesto di dimettermi perché altrimenti avrei danneggiato l'immagine della Sicilia, l'ho fatto», ha spiegato Cuffaro. «Ma proprio perché amo quest'isola, adesso farò di tutto per impedire che lui possa danneggiare la Sicilia con la sua elezione».
LOMBARDO - Intento l'Mpa e l'Udc avrebbero trovato un accordo per la candidatura di Lombardo.«Nella Casa delle libertà in Sicilia non c'è sintonia e qualcuno soffre di sindrome di onnipotenza», ha detto senatore Giovanni Pistorio (Mpa).
Roma e' governata male, da ectoplasmi, quindi candidiamo il meglio che abbiamo...(sic!)
SINDACO DI ROMA - Franco Frattini potrebbe essere il candidato della Partito della libertà alla poltrona di sindaco di Roma, lasciata libera appena Walter Veltroni si dimetterà la prossima settimana per candidarsi a premier. Secondo quanto apprende l'Agi da fonti parlamentari di Forza Italia, Gianfranco Fini si sarebbe espresso positivamente per la candidatura dell'attuale Commissario europeo alla sicurezza ed ex ministro degli Esteri. «Per contrastare l'effetto Veltroni a Roma e la candidatura di Francesco Rutelli, era necessario candidare un esponente autorevole».
Si', No, Boh, chissa'... maddai la notizia viene da Sky !
(da Murdoch il compeptitor di Mediaset)
L'ipotesi di un listone unico del centrodestra non ha però convinto l'Udc. Il segretario, Lorenzo Cesa, ha detto che l'Udc correrà sa sola, seppure sempre nell'ambito della coalizione: «L'Udc intende rimanere nel centrodestra con una sua autonomia. Niente lista unica del Pdl, dunque, ma uno schema che prevede il collegamento elettorale e di programma, così come farà la Lega Nord». Anche il leghista Roberto Maroni bolla il progetto come «un errore». Mentre sull'apertura del listone unico ai partiti più piccoli annunciata da Berlusconi.
Rocco Buttiglione distingue: «I fascisti no. Non ce l'ho con Storace che è stato ministro con me nel governo e ha fatto una sua revisione, ma dico no a liste di destra fascista» ha escluso perentorio il presidente dell'Udc a Sky Tg24. Che però ha aggiunto: «Sarei molto, molto perplesso a entrare in una lista unica. Anzi, non ci entrerei proprio. Magari alleati».