VENDO PLASMA DELLA REGINA ELISABETTA. TRATTATIVA RISERVATA.

Venghino signori, venghino, ci sono ampi spazi per tutti,
ma ricordarsi che un positivo non è un malato, no, vero ?
E curare quelli che eventualmente si ammalano, no, vero ?
E prevedere invece di giocare un terno al lotto
oppure 6 numeri al superenalotto, non sarebbe meglio ?



Secondo i bollettini degli ultimi giorni, l’Italia ha un migliaio di nuovi casi di coronavirus al giorno
ma la tendenza potrebbe cambiare presto e i contagi potrebbero diventare
“oltre 30mila al giorno” entro la fine di agosto.

La previsione è di Sergio Abrignani, immunologo dell’Università di Milano e membro del Cts,
che tira in ballo la variante Delta, i contagi dopo i festeggiamenti per gli Europei e la situazione in Gran Bretagna.


I numeri pronosticati da Abrignani, trentamila casi di Covid al giorno, sono da considerare “al netto dei festeggiamenti per la Nazionale“.

Per vedere il loro impatto sulla curva dei contagi, a detta dell’esperto, bisognerà attendere “da 4 a 7 giorni”.

“Nessuno sa ancora quanto incideranno – ha aggiunto – possiamo però dire che si è trattato di un comportamento a rischio.
Comunque, anche quando l’Inter ha vinto lo scudetto e ci sono stati casi di assembramento impressionanti,
ma non si sono poi osservati picchi, anche se erano i tempi in cui si stava diffondendo la variante inglese, non la Delta”.


L’immunologo Abrignani ha proposto di osservare la Gran Bretagna
per capire cosa succederà nelle prossime settimane nel nostro Paese.

“Non stiamo mollando tutto come gli inglesi e poi abbiamo molti meno casi di loro,
cioè in media un migliaio contro oltre 30mila al giorno. Comunque, in un mese e mezzo arriveremo ai loro stessi numeri“.


“Loro aprono tutto. Hanno declassato la malattia che ora considerano come un’influenza.
In Italia la patologia stagionale ogni anno provoca tra i 4 e gli 8 milioni di casi lievi e 4-10mila decessi di persone fragili”
, ha spiegato.


L’idea di Abrignani è questa:

“Se vediamo che arrivano a 70 o 80 mila infezioni al giorno
e non hanno un aumento importante di occupazione delle terapie intensive o di morti,
la politica del nostro Paese deciderà cosa fare".


 
Si può essere onesti e al contempo malvagi e senza scrupoli?

È il dilemma dei nostri tempi.

E la risposta purtroppo è affermativa.

Basta fare l’esempio dei politici che invocano manette e carcere per tutti e per tutto
– magari inventandosi ogni giorno nuovi reati da punire, anzi di cui la società viene invitata a vendicarsi – per rendersene conto.


E pazienza se nelle carceri da loro invocate si muore per vari motivi,
suicidio, promiscuità, sovraffollamento, scarsa igiene, malattie, persino pestaggi organizzati.

A questi politici vanno affiancati quei pubblici ministeri – o persino ex tali –
che con la complicità di giornalisti corrispondono filologicamente in una sorta di idem sentire e di idem propagandare.


Il loro Stato (la loro società) è tendenzialmente “etico”.

Proprio come quello dei nazisti o dei maoisti.

E per raggiungere questo Stato etico si passa sopra i cadaveri che la giustizia italiana con la sua appendice carceraria,
cioè la discarica sociale in cui finisce quella che questa gente considera “mondezza umana”, si lascia dietro.

Così tanta gente si ostina a urlare “onestà… onestà” persino in Parlamento.
Ma il vero slogan sarebbe un altro: “Crudeltà… crudeltà”. O anche “vendetta, tremenda vendetta”.


Chi li segue e li vota potrà forse dirsi onesto, almeno fino a prova contraria,
ma al contempo dovrà anche fregiarsi di un’altra etichetta meno comoda da esibire: quella della malvagità d’animo.

Onesti (forse) ma malvagi (sicuramente): sono i forcaioli di casa nostra. E se ne vantano pure.
 
Continuerò a credere che l’impiego di aggettivi qualificativi in un testo di legge sia sconsigliabile,
siccome potenzialmente idoneo a incidere sulla corretta definizione dei concetti utilizzati.

Diversamente da quando accade per i sostantivi, ontologicamente neutri,
gli aggettivi innestano sui primi, non sempre opportunamente, una valutazione che può alterarne il significato.



Il testo riprodotto in calce è un esempio dei rischi di cui parlo.

Probabilmente ispirandosi alla regola di giudizio prevista per l’affermazione di responsabilità all’esito del processo
e – altrettanto probabilmente – perseguendo lo scopo di affermare un principio di coerenza sistematica,
gli autori del progetto di riforma hanno inteso dettare una sorta di linea guida valida per chi sollecita e per chi dispone il rinvio a giudizio dell’imputato;
hanno introdotto il criterio della ragionevolezza della probabilità di condanna, in altri termini.


Penso si tratti di un errore, quantomeno per due ordini di ragioni.

In primo luogo,
probabilità e dubbio (che si vorrebbero connotati da ragionevolezza)
non soltanto non sono simmetrici, ma esprimono concetti neppure comparabili:
prognosi nel primo caso,
diagnosi, invece, nel secondo.

La ragionevolezza della probabilità afferisce ad una ipotesi, mentre quella del dubbio investe la consistenza di una confutazione.


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In secondo luogo,
il progetto di riforma sposta in avanti (anticipa, in verità), una valutazione complessa,
imponendola in una fase nella quale il quadro di fatto della valutazione medesima è del tutto incompleto,
causa la mancanza degli apporti difensivi e del confronto in contraddittorio.


Il dubbio ragionevole
è il risultato di un percorso valutativo compiuto sulla completezza degli elementi da giudicare;

la probabilità ragionevole, al contrario, è una prospettiva sulla ipotesi di fondatezza del contributo di una sola parte del processo.


Il rischio, più che concreto, è che la nuova norma (che equipara le valutazioni del pm e del gip)
possa incidere, oltre che sulla regola di giudizio finale (non a caso, monopolio del Giudice),
anche sullo svolgimento del dibattimento, a cominciare dalla ammissione delle prove.


Il pregiudizio in un aggettivo inutile, addirittura pleonastico.

E, com’è noto, il pleonasmo normativo è sempre pericoloso.
 
Io mi chiederei, perchè un giorno in rianimazione costa 2500 euro ?

La recente impennata di contagi legata alla variante Delta,
nonostante la pressione sugli ospedali sia fortunatamente ancora lieve,
ha subito scatenato la rabbia di virologi ed esperti del Comitato tecnico-scientifico,
al solito sul piede di guerra contro gli italiani.

Con proposte che spaziano dall’obbligo indiscriminato per categorie come medici e insegnanti
allo stop alla copertura sanitaria per chi non si sottoporrà alla somministrazione.


Purtroppo, non è nemmeno finita qui.


Andrea Crisanti, uno dei virologi più onnipresenti sui nostri schermi dall’inizio della pandemia,
trasformato in una vera e propria star della televisione, ha infatti incarato la dose
durante l’ultima puntata del programma In Onda, su La7.


Ribadendo, innanzitutto, la sua linea già esplicitata nei giorni scorsi: “Non ti vaccini? Molto bene, se ti ammali paghi tutto”.


La proposta del virologo è infatti quella di far pagare le eventuali cure ospedaliere ai no vax
che rifiutano il vaccino contro il coronavirus a causa di pregiudizi.

Frasi che hanno scatenato notevoli polemiche, ovviamente, portando lo stesso Crisanti a tornare sulla questione:

“Il problema delle persone che non si vogliono vaccinare è complesso.
Ci sono persone che non si vaccinano per motivi religiosi e lì non ci si può fare nulla.
Ci sono tante persone che hanno paura, in quei casi si può fare molto.
Ci sono persone che non si vogliono vaccinare per pregiudizio.
In quel caso, penso che il miglior deterrente che ci sia è togliere la copertura sanitaria se si prendono il covid:
un giorno in rianimazione costa 2500 euro, non capisco perché lo debba pagare il servizio sanitario, visto che è una decisione loro”.



Nonostante i vaccini abbiano dato ampiamente prova della loro inefficenza e, purtroppo, di una certa pericolosità.
 
Lotta senza quartiere agli “irriducibili” del vaccino.

Con ogni mezzo possibile, senza però dire mai esplicitamente che si sta andando verso l’obbligatorietà vaccinale per tutti.

E così, anche in Italia si guarda con favore alla scelta di Macron di introdurre in Francia
il Green pass obbligatorio per accedere a ristoranti, bar, cinema, musei, palestre
e per utilizzare sistemi di trasporto come aerei, pullman e treni.

In poche parole:

non sei vaccinato?

Per te è impossibile vivere.


In diretta tv dall’Eliseo, Macron ha annunciato ai francesi che le nuove misure verranno introdotte a partire dal 21 luglio e andranno a regime dal 1° agosto.


E in Italia?
Per il momento il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo si limita a promuovere le misure introdotte oltralpe.

Ma – come riporta Il Tempo – se i contagi dovessero continuare a crescere,
la strategia francese potrebbe diventare realtà anche da noi.

AHAHAHAHAH ma se il vaccino è una ciofeca. C'hai la pippa al kulo, vero ?

“La vaccinazione è una delle chiavi per il ritorno alla normalità

– ha detto il commissario Figliuolo a Tg2 Post, commentando la notizia dell’introduzione in Francia del green pass per accedere a ristoranti e trasporti –
Per quello che mi riguarda, specie per convincere quelli che possono essere gli ultimi irriducibili,
utilizzare il green pass per l’accesso a una serie di servizi potrebbe essere una buona soluzione”.


Macron ha anche annunciato in tv l’introduzione dell’obbligo vaccinale per medici e infermieri.


“Con la variante Delta vediamo un aumento dei contagi in tutto il mondo perché è una variante tre volte più contagiosa
– ha detto Macron nel suo discorso tv alla nazione – In Francia la situazione è al momento sotto controllo,
siamo sotto i 2.000 nuovi casi al giorno da settimane e i ricoveri e i decessi sono al livello più basso da un anno
ma se non agiamo subito ci sarà un incremento dei casi e dei ricoveri in agosto”.

“Sarà quindi un’estate di vaccinazioni, dobbiamo vaccinare il massimo di persone ovunque e in ogni momento.
Per proteggerci serve la vaccinazione di tutti i francesi e inizieremo con il personale sanitario,
per il quale introduciamo l’obbligo di vaccinarsi”.


E Figliuolo si sfrega le mani: pronto a copia-incollare la strategia francese anche in Italia.
 
E lo stesso è successo sulle automobili ......immaginate cosa potrebbe
succedere in un locale sotterraneo adibito a box.........


Altro che green!

A Bologna, mercoledì 7 luglio, si è alzata una enorme colonna di fumo nero
accompagnata da un forte odore di plastica bruciata.

Il rogo, scoppiato in un negozio di biciclette, è divampato a causa di un monopattino elettrico in riparazione.


“Improvvisamente è esplosa la batteria al litio e ha preso fuoco”
ha raccontato al Corriere di Bologna Enrico Turella, titolare di Extreme Bike, il quale ha anche aggiunto:

“Ho cercato di spegnere le fiamme con l’estintore, ho buttato fuori dal negozio il monopattino,
ma forse alcune parti del litio hanno attinto copertoni e cartoni”.




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Il propagarsi delle fiamme ha causato ingenti danni
e ha interessato anche i due appartamenti sopra il negozio situato invece al piano terra.

I due immobili sono stati dichiarati inagibili.


Poiché vi era il rischio che l’incendio si estendesse ulteriormente e aumentava la presenza di sostanze tossiche nell’aria,
i soccorritori hanno fatto evacuare l’intera palazzina che in quel momento ospitava una decina di residenti su 18 appartamenti.




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“Non vi sono stati feriti -riferisce Gazzetta Motori- al di là di una signora anziana che è stata medicata per aver inalato fumo”.

L’incendio ha richiesto sul posto, al civico 80 di via San Donato,
l’intervento di ben 13 operatori dei Vigili del Fuoco, giunti con sei automezzi, della polizia e degli agenti della Scientifica.

“Gli inquirenti stanno esaminando i resti del monopattino e setacciando eventuali indizi sulle specifiche cause del rogo”, conclude la Gazzetta.
 
Sempre attuale ricordare chi abbiamo al potere e cosa riesce a dichiarare.


È ammirabile, davvero, la convinzione con cui il ministro Speranza difende il suo operato
e utilizza “supercazzole” per mascherare errori e disastri inenarrabili.

“Visto che si sapeva che AstraZeneca non andava somministrato a chi aveva meno di 60 anni
perché il CTS e il suo Ministero non avete dato un’indicazione chiara anziché una semplice raccomandazione?”, chiede la conduttrice.


E qui il Ministro inizia la sua arrampicata.

“La raccomandazione c’è stata ed era di natura preferenziale
perché la circolazione del virus era molto alta,
ora che i contagi si sono abbassati
ed è cambiato il rapporto costo/benefici abbiamo detto che non si deve somministrare.


"Draghi ha creato confusione dicendo che faceva la vaccinazione eterologa?"

"I colleghi degli altri Paesi mi hanno detto che anche da loro il mix ha dato vita a una fase di discussione complicata.
Noi abbiamo dato un’indicazione forte a fare il richiamo con un altro vaccino sotto i 60 anni,
se però ci sono persone che per loro coscienza vogliono continuare con AstraZeneca
allora hanno questa possibilità però sono poche le persone che vogliono questa soluzione”
.


Bah.


“Le indicazioni vengono dalle autorità scientifiche, la situazione è cambiata con il passare delle settimane,
nei giovani ha causato eventi trombotici che non potevamo sottovalutare e cambiando il rapporto costi/benefici
gli scienziati hanno raccomandato di non somministrarlo sotto i 50 anni”.


Poi un’altra frase assurda:

“Io giro gli hub tutti i giorni e le dico che sono luoghi di festa, dove le persone sono contente”.
 
Un tifoso della Nazionale si è lasciato un po’ troppo prendere dall'euforia, a Roma.
E si è ritrovato un fucile puntato in faccia.

A Roma come in tutte le città, migliaia di tifosi si sono riversati nelle piazze e nelle strade del centro
per festeggiare la vittoria dell’Italia campione d’Europa contro l’Inghilterra.

Un tifoso un po’ troppo eccitato, con indosso una maglietta degli azzurri,
ha quindi deciso di scavalcare la recinzione che delimita l’Altare della Patria

in piazza Venezia avvicinandosi al monumento al milite ignoto.


Mal gliene incolse, però, perché dopo una manciata di secondi
uno dei due miltiari che da sempre presidiano monumento al milite ignoto
si è avvicinato con il mitra in spalla al tifoso incauto intimandogli di indietreggiare.

Il cadetto della Marina Militare ha infatti abbandonato momentaneamente la postazione per allontanare il tifoso scalmanato.


Come si evince dal video, reso virale dal profilo Instagram di Welcome to favelas,
il tifoso ha alzato le mani e terrorizzato si è dato a gambe.
Una volta uscito dall’area delimitata dalla cancellata che circonda l’Altare della Patria
è stato però raggiunto da alcuni agenti di polizia e, secondo Il Messaggero,
sarebbe stato fermato e tradotto in commissariato dove è stato identificato e denunciato.
 

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