VENDO PLASMA DELLA REGINA ELISABETTA. TRATTATIVA RISERVATA.

Oggi come allora a qualcuno piacerebbe dipingere tutto ciò come fisiologico, normale, cose che capitano.

Tutto va bene, madama la marchesa, ed è sempre stato così.

Per carità, il problema non è stato solamente italiano: è stata una cosa europea.

Ma se ci sono due nazioni in cui il fenomeno ha colpito lasciando danni insanabili sono Italia e Spagna
(e in Italia, date le dimensioni del settore, sono stati assai peggiori).

Intendiamoci, UK era stata pesantemente colpita, e in anticipo rispetto all'Italia.

Le ristrutturazioni GSK avevano pesato anche lì, e soprattutto aveva pesato la chiusura del sito Pfizer di Sandwich (2007),
definita un grave colpo per tutto l'est Kent (Sandwich Pfizer research site closure a 'body blow'),
tanto da provocare un crollo nel mercato immobiliare locale e nel prezzo degli affitti.

Ma UK da circa 3-4 anni ha iniziato a reindustrializzare, una miriade di Contract Research Organization (CRO) è cresciuta,
guidando una ripresa occupazionale nel settore che Brexit non ha rallentato (per far calare il ritmo è servito COVID).

Addirittura Pfizer è tornata ad assumere a Sandwich.

Per quale motivo le cose vadano in questo modo oltremanica e in modo piuttosto diverso nel continente non saprei.

Sicuramente un diverso regime fiscale aiuta, ma forse aiuta più altro:

ovvero che la "testa" di due delle maggiori multinazionali del farmaco, GSK e Astrazeneca, sia rimasta in UK.


Si potrebbe dire che oltremanica il bosco era stato tagliato, una quindicina di anni fa, ma le radici erano ancora lì.

Mentre da noi viene da sospettare che dove si è tagliato il più delle volte è anche stato sparso sale.
 
Nicola Porro incontenibile sulle ultime notizie riguardanti il Covid
ed in particolare la variante delta arrivata dall’India e ormai più che diffusa in tutta Europa.

Il noto conduttore televisivo, in uno sfogo su Facebook, non ha dubbi
e anticipa quelle che saranno le strategie del ministro Roberto Speranza e degli altri chiusuristi:

“Ci vogliono richiudere, è chiaro? Non ci sono dubbi, lo vogliono fare. Li mor***ci loro, ci vogliono richiudere.
Abbiamo visto la finale a Wembley Italia-Inghilterra, lo stadio era stupendo con 70mila persone,
vedremo che ne pagheremo il prezzo. Già dicono che arriva la variante delta, la variante più diffusa in Italia.
E chi se ne frega della variante omega”.


“Come c***o si fa - prosegue Porro, letteralmente indiavolato - a fare un’informazione così allarmistica su questa variante delta,
che secondo la Cdc negli Usa e tutti gli esperti non ha nessuna pericolosità maggiore rispetto alle altre varianti.
Se prende i ragazzini non li porta in ospedale, non fa una min***a a chi ha avuto la doppia vaccinazione, non rompete le p***e.
E invece devono farlo. Ora devono tornare le mascherine all’aperto, come se prima fossero state la salvezza dai contagi.
Singapore e Inghilterra hanno derubricato il covid a una pandemia influenzale, manco contano più i contagi.
Noi siamo lì a gufarcela sui contagi. Avete rotto. Il giornale unico del virus ha rotto”.
 
Ma le manifestazioni non erano pacifiche ? .......forse no.

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Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha dispiegato l’esercito lunedì per ripristinare la legge e l’ordine
dopo giorni di violente proteste e saccheggi di massa in seguito all’arresto dell’ex leader Jacob Zuma.

L’ultima ondata di disordini sociali è una delle peggiori dalla metà degli anni ’90.


Il saccheggio diffuso e i disordini sociali sono stati innescati dall’incarcerazione della scorsa settimana dell’ex presidente Zuma.

Ramaphosa si è rivolto alla nazione lunedì sera, implorando la calma e chiedendo ai saccheggiatori di considerare le conseguenze delle loro azioni.


This is Letsoho shopping mall in #Katlehong about 30 Kms South East of #Johannesburg #SAPS shooting, trying to deter the looters#SouthAfrica #SouthAfricaIsBurning #JacobZuma #CyrilRamaphosa pic.twitter.com/Yjs1AiqHsO

— Manoj Gupta (@PassionForNews) July 12, 2021




“Stiamo quindi mobilitando tutte le risorse e le capacità disponibili per ristabilire l’ordine”, ha detto Ramaphosa alla nazione.

“Voglio essere chiaro: agiremo per proteggere ogni persona in questo Paese dalla minaccia di violenza, intimidazione, furto e saccheggio”.

“Quello a cui stiamo assistendo ora sono atti criminali opportunistici”, ha detto il presidente.
Ha anche avvertito che i disordini potrebbero minare gli sforzi per sedare la pandemia del virus.

“Il nostro programma di vaccinazione è stato gravemente interrotto proprio mentre sta guadagnando slancio.

Il presidente ha anche avvertito che nel giro di poche settimane “c’è un enorme rischio di insicurezza alimentare e insicurezza medica”.


I suoi commenti sulla televisione nazionale arrivano 24 ore dopo che i blocchi per COVID
sono stati estesi per altre due settimane, evidentemente anche con finalità di ordine pubblico.



Mams Mall in Mamelodi was gutted last night. Shops here have been fully looted. A shop owner tells me that police eventually left the mall as there was nothing they could do. No police visibility around the Mall this morning. (@AlexMitchley) pic.twitter.com/DkcgkUJUDu
— Team News24 (@TeamNews24) July 13, 2021




Il dispiegamento dell’esercito e di altre forze è stato inviato in diverse township
del KwaZulu-Natal, Gauteng, Mpumalanga e nel nord-ovest, poiché la polizia locale è stata travolta dalle violenze.

I disordini hanno già interrotto l’attività commerciale in alcune parti del paese
e potrebbero minare la ripresa economica e la fiducia nel paese da parte degli investitori stranieri.

“L’inquietudine per l’arresto di Zuma viene utilizzata come scusa per puro e opportunistico saccheggio”,
ha affermato Busisiwe Mavuso, amministratore delegato di Business Leadership South Africa,
che rappresenta alcune delle più grandi società del paese.


#DURBAN
Protesters clashed with police in several areas of South Africa and looters ransacked shopping malls on Tuesday as frustrations over poverty and inequality boiled over into the country's worst unrest in years.
30 people have been killed—@Reuters
pic.twitter.com/Rp4baVEEiL
— Kennedy Wandera (@VOA_Wandera) July 13, 2021







L’anarchia sul terreno mette un altro chiodo nella bara della nostra economia in difficoltà.

Nello stesso tempo queste azioni di violenza posso provocare delle reazioni forti da parte delle altre parti in gioco, che magari non aspettano altro che avere una rivalsa.
 
Ahahahahahahahah


Una vicenda bizzarra, ma che spiega molto bene come stanno andando le cose in America
e chi voglia seppellire definitivamente la Democrazia.


Le camere dello stato del Texas, come altri stati, sta predisponendo una legge che ha la finalità di rendere il voto più certo,
e fare in modo che solo chi sia identificato ed abbia il diritto di voto possa votare.

Una cosa normalissima in Europa, ma che negli USA dei Dem sembra incredibile e scandalosa.



Le camere legislative del Texas, che attualmente hnnno una maggioranza repubblicana
(18-13 nel suo Senato e 83-67 nella Camera) vogliono quindi approvare una legge che richieda di identificarsi per il voto.

Del resto la maggior parte degli americani supporta l’uso di documenti con ID fotografica.

Secondo un sondaggio di Monmouth, quando si tratta di ID foto,
il 62% dei democratici, l’87% degli indipendenti e il 91% dei repubblicani lo supportano.

Il Texas, con una forte maggioranza repubblicana, ha intenzione di passare un disegno di legge
che la stragrande maggioranza degli americani sarebbe disposta ad appoggiare.


Cosa fanno i Dem allora?

Affittano due aerei privati e, letteralmente, fuggono a Washington, a cercare appoggio da Biden
e , soprattutto, facendo mancare il quorum dei 2/3 e bloccando la legge.

Però non possono pensare di passarla liscia in questo modo.

Da un lato il presidente della Camera ha fissato un termine dopo il quale vi sarà una “sessione speciale”, senza quorum
e il governatore del Texas, Greg Abbott, ha dato ordine di arrestarli nel caso tornassero in Texas
e di riportarli in aula a votare , fino al momento in cui la procedura legale non sarà conclusa.



La fuga dei deputati fu un espediente già usato nel 2003 e non portò a nulla,
perché alla fine questo tipo di ostruzionismo fu superato.

Un obiettivo però i Dem texani lo hanno raggiunto: sono riusciti a far infuriare gli elettori apparendo un gruppo di vigliacchi.
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Il patto di cooperazione militare dell’Europa è stato chiamato
“La bella addormentata nel bosco” e un rapporto sui progressi dal giornale Politico indica come continui a esserlo.


Il programma, noto come Cooperazione strutturata permanente (PESCO), riunisce 25 paesi membri dell’UE,
che lavorano in gruppi più piccoli su un totale di 46 progetti congiunti.

I progetti coprono terra, mare, aria, spazio e cyberspazio e vanno dalla difesa con i i droni
alla sorveglianza marittima, alla formazione di intelligence.

Tanti, forse troppi progetti, che portano ad un impegno frazionato e confuso nella difesa.

Infatti dopo tre anni e mezzo dopo che la PESCO è stata lanciata in pompa magna dai leader dell’UE,
molti dei progetti sono ancora agli inizi e un numero significativo è in ritardo sul programma.


Il documento, che riunisce i rapporti sui progressi di tutti i 46 progetti PESCO in corpose 115 pagine,
ricorda che, nonostante i discorsi di alcuni leader e funzionari dell’UE sul raggiungimento di “autonomia strategica”,
gli sforzi del blocco nel settore militare hanno ancora molti ostacoli da superare.

15 progetti sono in forte ritardo, 6 a causa della pandemia, ma altri proprio non proseguono per loro natura.

In altri 14 casi non c’è ritardo solo perchè la consegna è stata postposta al futuro.

Un totale di 21 progetti sono ancora nella fase di “ideazione”, in altre parole, l’idea è ancora in fase di sviluppo.

Altre 17 sono in fase di “incubazione”, dove viene definito il perimetro del progetto.

Solo otto sono alla penultima fase, l’esecuzione.

Nessuno è nella fase finale di “chiusura”.
Nessun progetto è in anticipo sui tempi.

Insomma , siamo di fronte all’ennesimo disastro burocratico europeo : tanta aria fritta, nessun fatto concreto.



PESCO doveva essere l’alternativa alla NATO dal punto di vista della difesa
e avrebbe dovuto permettere alla UE di essere autonoma nel contenere la minaccia militare russa in occidente.

Peccato che, come qualsiasi cosa “Ambiziosa” (termine fra virgolette per il pessimo uso che ne fanno in sede UE)
si sia rivelato solo l’ennesimo, costosissimo, buco nell’acqua.


Invece che “Ambizione”, nelle sedi europee ci vorrebbe molto “Realismo”,
ma ormai i burocrati europei vivono in una bolla permanente.
 
Alcuni nostri politici devono essere fedeli seguaci di Socrate e Platone.

In particolare, sembrano aver ben metabolizzato il terzo libro de “La Repubblica
dedicato alla fondazione dello Stato ideale dove Platone, riportando un dialogo tra Socrate e il filosofo Glaucone,
si chiede quanto sia lecito mentire se ciò è mirato al bene della città.

Socrate pone dei paletti alla legittimità della menzogna e sostiene
che la bugia è come un farmaco e come tale può essere somministrata in specifiche dosi agli uomini
e, in più di un caso, esiste la delega di utilizzo per i governanti,
i quali possono proporre una menzogna ai propri concittadini per la salvaguardia della loro Patria.


Tale elaborazione della bugia è stata tramandata come mito della menzogna.


Sicuramente, ispirandosi a questo mito, Enrico Letta, Alessandro Zan e altri sostenitori del Disegno di legge contro l’omotransfobia
ritengono lecito mentire quando precisano che non è fatto obbligo per le scuole, siano esse pubbliche o private,
di inserire una giornata volta a promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione
nonché a contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze determinati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.


Quest’ultima in particolare è stata motivo di contrapposizione degli opposti schieramenti politici in merito all’opportunità di farne oggetto di insegnamento.

L’articolo 1 chiarisce che per identità di genere

si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso,
indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione
”.


È giusto, si chiedono coloro che si oppongono, che i ragazzini per la legge penale non imputabili sino a 14 anni siano maturi per affrontare temi così complessi?


I proponenti rispondono affermando che l’argomento di indottrinamento sarà discrezionale per le scuole di ogni genere,

mentre l’articolo 7 specifica senza margine di dubbio che “le scuole, nel rispetto… provvedono alle attività di cui al precedente periodo.


Essi ben sanno che nella tecnica di scrittura legislativa il presente indicativo viene usato quando si vuole indicare un obbligo o un dovere,

pertanto se non verrà variato il Disegno di legge tutte le scuole si dovranno attenere all’esplicita previsione.



Accantonando l’idea che politici di tale livello possano disconoscere le regole di scrittura,
le menzogne che ci vengono propinate probabilmente sono dettate unicamente da una presunta ragion di Stato (unilaterale!)
mutuata da quella ben più nobile declamata da Socrate.
 
Lo scorso cinque luglio Apollo Global Management ha annunciato che
“alcuni fondi gestiti da proprie affiliate (i “Fondi Apollo”) hanno sottoscritto i contratti definitivi
per l’acquisto di una partecipazione di maggioranza in Reno De Medici Spa”.

In pratica, il colosso del private equity vuole “comprare” il 67% della società italiana.

Attualmente il pacchetto azionario è suddiviso tra la Cascades Inc. con il 57,60 %,
la Caisse de dépot et placement du Québec con il 9,8%, mentre il “flottante libero” è pari al 32,92%.

L’obiettivo finale dei dirigenti statunitensi – come si evince dal comunicato stampa ufficiale
è lanciare “l’opa sulle azioni residue finalizzata al delisting”.

In pratica, l’azienda sarà rilevata completamente dagli americani.

Rimane comunque un dubbio: come mai un colosso della finanza è così interessato ad un’azienda di medie dimensioni?


Per comprenderlo dobbiamo conoscere meglio la Reno De Medici (Rdm).


Reno De Medici produce cartoncino patinato a base riciclata utilizzato principalmente
per imballaggi e astucci pieghevoli in tutti i principali settori merceologici.

È il secondo produttore in Europa, primo in Italia, Francia e nella Penisola Iberica.

Insomma, non stiamo parlando di una “fabbrichetta”.

L’azienda milanese non teme la competizione globale.

Anzi, il gruppo (con 1.729 dipendenti) può contare su una presenza strategica a livello internazionale:

6 stabilimenti produttivi, 2 centri di taglio. Senza scordare la rete commerciale attiva in 70 nazioni.


Siamo di fronte ad una realtà industriale solida con i conti in ordine
.


Il fatturato nel 2020 è stato pari a 679 milioni di euro,
mentre nel primo trimestre del 2021 i ricavi di vendita si sono attestati a 153 milioni di euro rispetto ai 151 del pari periodo 2020,
con un utile netto di 4,9 milioni di euro (9,4 milioni al 31 marzo 2020).

Inoltre, Rdm può giocare un ruolo importante nel giro d’affari legato all’economia circolare:
il 100% dei prodotti venduti sono composti da materiali riciclati.

In pratica è un veliero che può contare sul vento a favore.

Infatti, anche nei mercati finanziari le cose andavano bene:
quotazione sul segmento Star di Borsa Italiana e sulla Borsa di Madrid.


Ovviamente, il fondo Apollo non poteva non lasciarsi sfuggire l’affare.


Non dobbiamo trascurare il fatto che il gruppo newyorkese ha creato di recente Apollo Impact:
una piattaforma di private equity a supporto della green economy.

Non sorprende, dunque, l’interessamento nei confronti della società milanese: potrebbe essere il primo tassello di una strategia più ampia.


A confermarcelo è il manager più importante all’interno della nuova divisione “ecologica” Marc Becker (Senior Partner e Co-Lead di Apollo Impact).

Becker sottolinea che “quale primo investimento guidato dalla piattaforma Apollo Impact,
Rdm sposa appieno la nostra strategia di ricercare imprese valide in cui crediamo di poter orientare la redditività
e le prestazioni al fine di incrementare gli effetti positivi per la società e per il pianeta”.


Anche i contraenti italiani sono felici per l’accordo.

Michele Bianchi, amministratore delegato del gruppo Reno De Medici, non nasconde il suo entusiasmo:
“Guardando al futuro siamo altrettanto entusiasti dell’impegno, condiviso da Apollo, per l’economia circolare,
di cui siamo sia contributori che beneficiari. Non vediamo l’ora di cimentarci sui nostri ambiziosi obiettivi di sostenibilità,
così da contribuire ad un futuro migliore per tutti i nostri stakeholders”.

Anglicismi a parte, anche in questo caso l’offerta pubblica d’acquisto
è finalizzata
alla cancellazione del titolo azionario dai listini di Piazza Affari (delisting).


Purtroppo, ormai il problema è patologico.

I casi cominciano ad essere troppi: non solo Parmalat ma anche il Credito Valtellinese e a FriulAdria.

Non è solo un problema per addetti ai lavori.

I troppi “delisting post-Opa” hanno indebolito la piazza finanziaria,
già agli ultimi posti in Europa per capitalizzazione di mercato rispetto al Pil.


Anche se abbiamo messo Piazza Affari in mano agli stranieri, cerchiamo almeno di evitare che sia la Cenerentola d’Europa.
 
Essendo fondamentalmente "ignorante", ne ho un po' piene le palle di tutti gli anglicismi.


stakeholder

Tutti i soggetti, individui od organizzazioni, attivamente coinvolti in un’iniziativa economica (progetto, azienda),
il cui interesse è negativamente o positivamente influenzato dal risultato dell’esecuzione, o dall’andamento,
dell’iniziativa e la cui azione o reazione a sua volta influenza le fasi o il completamento di un progetto o il destino di un’organizzazione.

Nell’ambito di un progetto, sono s. i soggetti relativi al cliente, al fornitore, alle terze parti
(altre organizzazioni eventualmente coinvolte tra cliente e fornitore), i membri del team di progetto,
i fruitori dei risultati in uscita dal progetto, i finanziatori (come banche e azionisti),
i gruppi di interesse locali relativamente all’ambiente dove il progetto si sviluppa e l’azienda opera.

Tra gli s. vi sono i soggetti senza i quali l’impresa non sopravvive,
per cui il processo produttivo di un’azienda continua se sono soddisfatte soglie critiche,
di costo, servizio e qualità, al di sotto delle quali il cliente cambia fornitore e manager e dipendenti si dimettono.

Nell’ambito poi del cosiddetto filone etico, sono s. tutti i soggetti che influenzano o sono influenzati dall’impresa
e di cui essa deve tener conto, anche in assenza di potere diretto su processi e profitti,
poiché essi subiscono conseguenze a vari livelli, per es. un impatto ambientale negativo.

L’analisi degli s. identifica e classifica tutti gli s. di progetto e le loro esigenze informative rispetto alle varie aree di conoscenza del project management.

L’identificazione degli s. si ottiene mediante un elenco casuale e libero dei soggetti coinvolti nel progetto (tecniche di brainstorming)
oppure mediante liste di controllo descrittive dell’ambiente di progetto o di progetti precedenti (check list)
o infine mediante simulazioni dell’ambiente di progetto per rintracciare gli s. interni ed esterni (rappresentazione).

Per la gestione degli s., è di supporto al project management un modello di classificazione a matrice basato sulle variabili interesse e potere,
vale a dire sul livello di influenza che il progetto ha sugli obiettivi, le attività e i risultati dello s. e sul livello di influenza che lo s. ha su impostazione, esecuzione e risultati del progetto.


In base al valore assunto dalle variabili, lo s. si classifica come

s. marginale (basso interesse, basso potere),

s. istituzionale (basso interesse, alto potere),

s. operativo (alto interesse, basso potere),

s. chiave (alto interesse, alto potere)

ed è collocato in uno dei quattro quadranti della matrice, caratterizzati da diverse strategie di gestione.
 
Mah........


Qualcosa si muove al centro.

Ieri, a Roma, è stata ufficializzata la nascita del partito Coraggio Italia.


Il battesimo non è avvenuto nei palazzi della politica, ma in un luogo bucolico e assai suggestivo,
su un colle che sovrasta il Tevere e dal quale si scorge il Cupolone.
È probabile che la location sia stata scelta a ragion veduta: per rendere plastica l’idea che Luigi Brugnaro,
fondatore del partito, ha esposto nell’intervento conclusivo.

Questo partito, ha detto, non nasce contro qualcosa o qualcuno, non è erede di altri partiti
e non è neppure figlio di conventicole, di crocicchi e mele avvelenate.
Piuttosto, è uno slancio verso il futuro, per raccogliere la sfida che con Mario Draghi a Palazzo Chigi ha iniziato a prendere forma.
La sfida è quella di scongiurare la decrescita infelice e favorire la crescita felice, rivitalizzare i migliori e più autentici valori liberali,
insieme a quelli autenticamente solidaristici, e di raccogliere, insieme ai valori, persone competenti, lungimiranti, moderate, che quei valori sappiano farli lievitare.

Quello che proporrà il nuovo partito, ha proseguito Brugnaro, saranno cose concrete, con le radici ben piantate per terra:
creare spazi ulteriori e nuovi alla nostra imprenditoria, mettendo a sistema le capacità innovative, artigianali, manageriali, industriali,
così da portare la genialità italiana in giro per il mondo con un lavoro attivo dello Stato e dei suoi massimi rappresentanti;
dare al Paese le infrastrutture indispensabili per competere a livello globale e migliorare la qualità di vita dei cittadini, dalle autostrade ai termovalorizzatori;
tagliare il sottobosco della spesa pubblica, ripensare gli ammortizzatori sociali per farli diventare veri strumenti di realizzazione dei più bisognosi e dei più meritevoli.


Molte altre cose sono state dette anche negli interventi di Giovanni Toti,
Gaetano Quagliariello, Paolo Romani, Marco Marin e delle parlamentari fondatrici del gruppo alla Camera.

Ma vi è un aspetto, per così dire, scenografico che merita di essere posto in risalto.

Il rosa fucsia, scelto come colore del neonato partito, faceva da contorno a centinaia di uomini e donne,
giovani e meno giovani, che da tutte le regioni italiane hanno voluto festeggiare la nascita e la rinascita.

La creatura è ancora ai primi vagiti, ha la pelle aggrinzita e gli occhi semichiusi.
Eppure l’energia del fucsia potrebbe davvero scuotere lo stanco palcoscenico della politica nostrana.
Una scossa liberale, come promesso?

Se sarà così, anche in Italia potrà prendere avvio un percorso politico di normalizzazione che,
se non porterà necessariamente “a riveder le stelle”, avrà la capacità almeno di dischiudere una visuale alternativa
a chi cerca un polo centrale, a destra, ma non solo.
 

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