un paese "ben diretto" con enormi riserve petrolifere.. ha poca necessita' di indebitarsi, e nessuna di fare default.
Resta da vedere se il riconoscimento del fallimento del modello economico, da parte di Maduro, porterà' per la prima volta a riforme vere.
Tanta carne sul fuoco.
Il concetto di "intelligenza collettiva" del mercato (di gramsciana memoria) è da equiparare ai prezzi di mercato (senza la "h" del designato presidente RAI), dove a volte si possono verificare squilibri ma a lungo andare il prezzo è quello che indica la situazione.
Maduro fa bene a non pagare.
E, l'inetto, ha clamorosamente sbagliato a pagare sino al 2017 portando il paese ad un livello disastroso senza riceverne alcun beneficio.
Il sistema si regge sul "rollaggio" del debito: quando questo ti viene impedito devi, a tua volta, prenderne atto.
Non serve dissanguarsi e gettare il paese nel caos per servire il debito.
I bondholder sarebbero stati ben felici di ristrutturare la deuda nel 2015, certamente con una recovery ben più alta rispetto all'attuale attesa.
Un paese ben diretto, può benissimo affrontare il tema del "default" ... specie se continua a generare un notevole avanzo primario.
Al momento attuale ci sono ben poche possibilità di recuperare.
Maduro non ha ricevuto nessuna controindicazione negativa e le misure nei suoi confronti sono state lievi, inefficaci.
Direi che può proseguire su questa strada, lasciando cuocere a fuoco lento i detentori dei bond. Poi - tra qualche anno - si vedrà.
Resta una paese distrutto, un tessuto economico interamente da ricostruire ed una industria petrolifera che brillava per capacità progettuale.
Tutto da rifare.
La partecipazione bassa (circa 40%) si ebbe a causa di alcuni gestori di fondi venezuelani che non aderirono allo swap per silurare Del PinoChe dire, la vediamo in modo diverso, va benissimo, tutte le opinioni danno un contributo alla discussione,
Sottolineo solo questa perchè è provato che i bondholder non sarebbero ne stati felici ne avrebbero partecipato, tanto che lo swap che proposero nel 2016 ebbe bassa partecipazione
PDVSA Secures $2.8 Billion Bond Swap to Avert Default
e questo senza alcun taglio del capitale e delle cedole ma addirittura con premio.
Cioè fecero uno swap che avrebbe spostato il problema di un paio di anni, peggiorandolo ma la partecipazione fu solo tra il 40 e il 45% se non ricordo male, immagina la % di partecipazione se proponevano l'allungamento con un taglio cedole, se vuoi aggiungi pure il taglio capitale.
Sempre se non ricordo male, questo fallimento portò all'emissione del bond PDVSA secure 2020 per riuscire a coprire il bond in scadenza nel 2016 e non c'erano ancora le sanzioni.
Perdonami, fondi con in pancia bond Venezuela che remano contro al loro migliore alleato al fine di essere ripagati? La partecipazione fu bassa perché tutto fu gestito alla cazzo come sempre (ricordate le conference call e gli incontri con investitori istituzionali cancellate all’ultimo?). E visto che eravamo già sull orlo del precipizio la gente preferì ottenere 100 solo 6 mesi dopo invece che imbarcarsi in un avventura di altri 4 anni all epoca dei fattiLa partecipazione bassa (circa 40%) si ebbe a causa di alcuni gestori di fondi venezuelani che non aderirono allo swap per silurare Del Pino
Remanoro contro perché presero il rimborso per intero senza swappare. Cerco di trovarti gli articoli che spiegano quello che sto dicendo però ci fu un’intervista a un esponente pesante del PSUV di cui non ricordo il nome. Molti analisti ta cui Grisanti davano la partecipazione stimata al 70-80% ma poi venne a mancare proprio la quota endogenaPerdonami, fondi con in pancia bond Venezuela che remano contro al loro migliore alleato al fine di essere ripagati? La partecipazione fu bassa perché tutto fu gestito alla cazzo come sempre (ricordate le conference call e gli incontri con investitori istituzionali cancellate all’ultimo?). E visto che eravamo già sull orlo del precipizio la gente preferì ottenere 100 solo 6 mesi dopo invece che imbarcarsi in un avventura di altri 4 anni all epoca dei fatti