Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 2

Se ricordo bene la questione era assai complicata (dove si trova il cargo? che bandiera batte? dove è avvenuta la vendita dell'oil? qual è il piatto preferito del capitano?)
Nel caso il cargo batta bandiera venezuelana, si trovi in un paese terzo (non in acque internazionali) e la vendita dell'oil debba ancora avvenire allora il tutto si semplifica, ma è una combinazione di circostanze che non si presenta praticamente mai.

Esatto.
Sarà difficile intercettare una nave (ad esempio cinese) che carica l'oil in acque territoriali venezolane e poi si dirige a casa.

Diverso il discorso sui buques venezolani, ma sequestrare una bagnarola comporta poi costi di smaltimento non indifferenti :lol:.
 
Imho l'atteggiamento yankee al momento è "why nudge him if he is already falling?"
Inoltre tanti esempi recenti hanno dimostrato che detronizzare è più semplice che ricondurre nella propria sfera d'influenza: un Venezuela senza Maduro non è affatto detto che sarebbe un Venezuela filo-USA, anche perché manca un'opposizione coesa che potrebbe sostituirsi all'attuale apparato di potere.

Anche qui, esatto.
Per Trump l'America Latina non è una priorità, anzi è proprio da Washington che partono i siluri più importanti verso le relazioni bilaterali (come del resto sulla UE).
Vedasi questione Mexico (ma anche Canada, Brasile ecc.).

Quel che è certo, i cinesi sia pro o contro Maduro, manterranno relazioni stabili con il paese. Anche con il supporto dell'attuale opposizione. Ed i prestiti li vogliono indietro ...
Per quanto riguarda la Russia, l'interscambio è molto più limitato. Direi che non fa la differenza.

Personalmente, e lo abbiamo visto alle recenti elezioni, non credo ipotizzabile un percorso di ricambio che veda mettere a latere l'eredità di Chavez.
Il PSUV, vuoi per ruberia vuoi per concorso di potere, mantiene solidi agganci nella realtà del paese... sia nelle classi basse che in quelle alte.
Un dato certo, non si può andare avanti così ...
 
Ultima modifica:
Tanta carne sul fuoco.

Il concetto di "intelligenza collettiva" del mercato (di gramsciana memoria) è da equiparare ai prezzi di mercato (senza la "h" del designato presidente RAI), dove a volte si possono verificare squilibri ma a lungo andare il prezzo è quello che indica la situazione.

Maduro fa bene a non pagare.
E, l'inetto, ha clamorosamente sbagliato a pagare sino al 2017 portando il paese ad un livello disastroso senza riceverne alcun beneficio.
Il sistema si regge sul "rollaggio" del debito: quando questo ti viene impedito devi, a tua volta, prenderne atto.
Non serve dissanguarsi e gettare il paese nel caos per servire il debito.
I bondholder sarebbero stati ben felici di ristrutturare la deuda nel 2015, certamente con una recovery ben più alta rispetto all'attuale attesa.
Un paese ben diretto, può benissimo affrontare il tema del "default" ... specie se continua a generare un notevole avanzo primario.

Al momento attuale ci sono ben poche possibilità di recuperare.
Maduro non ha ricevuto nessuna controindicazione negativa e le misure nei suoi confronti sono state lievi, inefficaci.
Direi che può proseguire su questa strada, lasciando cuocere a fuoco lento i detentori dei bond. Poi - tra qualche anno - si vedrà.

Resta una paese distrutto, un tessuto economico interamente da ricostruire ed una industria petrolifera che brillava per capacità progettuale.
Tutto da rifare.
Altro che fuoco lento...vedrai che fiammata a settembre, ed a scottarsi sarà Maduro!
 
Altro che fuoco lento...vedrai che fiammata a settembre, ed a scottarsi sarà Maduro!

Da questa opposizione non ha niente da temere: non ha saputo capitalizzare il milione di persone portate in piazza ed alle elezioni ha espresso tutta la sua litigiosità interna.
Maduro, l'incapace, naviga in acque tranquille... dei bondholder non frega niente a nessuno :-o ... nel resto stiamo parlando di un buco di una sessantina di MLD, poca cosa.

Ritengo, inoltre, che un default non avrà neppure riflessi sull'area Latam essendo stata ampiamente digerita dai mercati.
Resta solo da ufficializzare lo stato delle cose e sedersi ad un tavolo.
Ma quello che non ha fretta è Zio Nicolas...
 
A settembre dirai dicembre
A dicembre al primo rimborso di capitale di pdvsa, a novembre 2019 entro un paio d’anni e cosi via passera un decennio. La speranza è che alla fine facendo holdout si possa fare un colpaccio. Ma una decina d’anni minimo incastrati non ce li cava nessuno. Basta gestire lo stress e non sperare nell impossibile (leggasi 100 più cedole da qui a un paio d’anni per intenderci....)
 
Aggiungo che gli USA - con l'amministrazione Trump - restano poco interessati e distanti alle questioni Latam.
Tutto quello fatto contro Maduro resta nell'ordinario obbligo quotidiano.

Probabilmente non c'è interesse a gestire un possibile focolaio di disordini che potrebbero poi estendersi ad altri paesi e chiedere successivamente il sostegno economico USA ... questioni che Trump rigetta.
Rammento la situazione che vive - parallelamente - il Nicaragua.

PetroCaribe svolgeva un utile sostegno a diversi paesi, ruolo ora parzialmente rientrato... per le note difficoltà di Caracas.
E non c'era (c'è) solo Cuba a goderne i frutti.

Se veramente si voleva mettere Maduro alle corde, bastava imporre sanzioni sull'oil.
Cosa mai fatta.
Zio Nick può tranquillamente non pagare i bondholder e continuare a ricevere $, senza alcuna ritorsione... e potrà tirare a campare.
Consiglio solamente di circondarsi di persone più abili nel gestire i temi economici: sarà difficile, ma qualche personaggio in giro si trova sempre.
Apra le carceri, liberi i prigionieri politici. Sarà il primo passo per un ritorno alla normalità.
La cosa che più mi fa rabbia è che le sanzioni usa hanno dato uno scudo a Maduro non indifferente. Senza sanzioni a sto punto eravamo già in causa e a breve magari avremmo avuto anche un money judgement. Poi è vero, se già il mercato non ti faceva rollare e tu vivi di accordicchi bilaterali e con un po di avanzo primario della tua deuda puoi pure scordartene...(cuba docet)
 
Giornata storica ... Maduro ha ammesso di aver fallito! - Inflazione del 1.000.000% e PIL del -18% solo nel 2018

Giovedì 02/08/2018 - 15:27

"Non voglio lamentarmi, voglio soluzioni, compagni!", Esclamò ai suoi meccanismi di partito





Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha fatto una dichiarazione senza precedenti ...
Ammise che il suo modello economico socialista "fallì" a causa della mancanza di cibo, medicine e infrastrutture scadenti.
E in tutti questi, il FMI stima che ci sarà ... l'iperinflazione del 1.000.000% entro la fine dell'anno, mentre il PIL scenderà del 18% quest'anno, poiché il governo continua a stampare denaro nella speranza di riempire il l'economia del paese.

"I modelli di produzione che abbiamo provato finora hanno fallito e la responsabilità è nostra, mia e tua", ha detto Maduro al partito al governo del PSUV.
"Basta ... dobbiamo produrre con o senza aggressività, con o senza esclusione.
Dobbiamo rendere al Venezuela un potere economico ".
"Non voglio lamentarmi, voglio soluzioni, compagni!"

Maduro, ovviamente, non ha fatto menzione del fatto che il suo paese sta morendo di fame a causa della "dieta Maduro" - una frase creata dopo la famigerata mancanza di cibo del Venezuela che ha causato la fame di massa in tutto il paese.
Il governo socialista venezuelano ha nazionalizzato una vasta gamma di industrie in tutto il paese negli ultimi anni, come gli stabilimenti siderurgici, l'industria alimentare, la distribuzione e altro ancora.

Per controllare l'inflazione, il paese ha prezzi fissi per vari beni, mentre applica severe normative in materia di cambi.
"Stimo che ci vorranno circa due anni per raggiungere un alto livello di stabilità e vedere i primi risultati della nuova prosperità economica senza compromettere per un secondo la nostra sicurezza sociale e protezione", ha aggiunto il presidente.
Maduro prevede di aumentare la produzione di petrolio a "sei milioni di barili al giorno entro il 2025".

Le vendite di petrolio greggio venezuelano rappresentano circa il 96% delle entrate del paese.
Maduro, che incolpa il Venezuela per la "guerra economica" condotta dagli Stati Uniti, ha invitato i sostenitori del PSUV ad aiutare l'avvio della produzione e resistere all'aggressione statunitense.

Washington, nel frattempo, ha imposto sanzioni finanziarie contro il governo di Maduro, insieme alla compagnia petrolifera statale PDVSA.
Nel frattempo, il settore industriale venezuelano opera con solo il 30% della capacità, come dimostrato dal settore agricolo, che oggi offre solo un quarto del consumo nazionale, dal 75% di pochi anni fa, secondo la National Farmers Federation .
 
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Tanta carne sul fuoco.

Il concetto di "intelligenza collettiva" del mercato (di gramsciana memoria) è da equiparare ai prezzi di mercato (senza la "h" del designato presidente RAI), dove a volte si possono verificare squilibri ma a lungo andare il prezzo è quello che indica la situazione.

Maduro fa bene a non pagare.
E, l'inetto, ha clamorosamente sbagliato a pagare sino al 2017 portando il paese ad un livello disastroso senza riceverne alcun beneficio.
Il sistema si regge sul "rollaggio" del debito: quando questo ti viene impedito devi, a tua volta, prenderne atto.
Non serve dissanguarsi e gettare il paese nel caos per servire il debito.
I bondholder sarebbero stati ben felici di ristrutturare la deuda nel 2015, certamente con una recovery ben più alta rispetto all'attuale attesa.
Un paese ben diretto, può benissimo affrontare il tema del "default" ... specie se continua a generare un notevole avanzo primario.

Al momento attuale ci sono ben poche possibilità di recuperare.
Maduro non ha ricevuto nessuna controindicazione negativa e le misure nei suoi confronti sono state lievi, inefficaci.
Direi che può proseguire su questa strada, lasciando cuocere a fuoco lento i detentori dei bond. Poi - tra qualche anno - si vedrà.

Resta una paese distrutto, un tessuto economico interamente da ricostruire ed una industria petrolifera che brillava per capacità progettuale.
Tutto da rifare.
un paese "ben diretto" con enormi riserve petrolifere.. ha poca necessita' di indebitarsi, e nessuna di fare default.
 

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