Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 2

Sono dei benefattori che si preoccupano per il mio disturbo ossessivo compulsivo di guardare in faccia la realtà.

Leggetevi Dylan Dog dateme retta.

Ricordo quelli che (un paio d'anni fa sul FOL) dicevano che l'inflazione era inesistente, gonfiata da Dolartoday.
Organizzavano feste a base di pesce e prendevano di mira il sottoscritto.
Guadagnavano e riversavano le cedole incassate per comprare altri bonos.
Ma il mercato era fatto di sprovveduti e non si capacitavano del basso valore dei titoli (anzi, no, era colpa degli imperialisti).
Altre tigri del mercato guadagnavano 2 e poi perdevano 5, ma l'importante era non vendere ... solo perdite virtuali.
Le ultime "perle" famose: l'oro e il sottosuolo pieno di ricchezze mentre in terra il suolo non produce più nulla (in compenso ci sono gli orti sui balconi).
Ah, dimenticavo il "Petro" ... e qualche contabile a discettare sul mirabolante futuro.
 
A Maduro consiglierei di avviare un tavolo di trattativa all'IIF con una proposta di scambio con due varianti (tenendo presente l'impossibilità di procedere a causa sanzioni Trump):

a) Haircut del 75% e concambio con titolo trentennale al 2,5%
b) scambio contro cash a 12.

Vediamo poi le controposte di banche ed hedge fund.

Lo scopo non è lo scambio, ma quello di deprimere ulteriormente i valori dei titoli.
Poi quando partirà la trattativa "vera" o qualche tentativo di riacquisto a mercato, si partirà con più vantaggio (per Caracas).

Ma perchè dovrebbe avviarlo ?


I titoli , se nulla succede, non rimarranno fermi, ma scivoleranno.
 
Ricordo quelli che (un paio d'anni fa sul FOL) dicevano che l'inflazione era inesistente, gonfiata da Dolartoday.
Organizzavano feste a base di pesce e prendevano di mira il sottoscritto.
Guadagnavano e riversavano le cedole incassate per comprare altri bonos.
Ma il mercato era fatto di sprovveduti e non si capacitavano del basso valore dei titoli (anzi, no, era colpa degli imperialisti).
Altre tigri del mercato guadagnavano 2 e poi perdevano 5, ma l'importante era non vendere ... solo perdite virtuali.
Le ultime "perle" famose: l'oro e il sottosuolo pieno di ricchezze mentre in terra il suolo non produce più nulla (in compenso ci sono gli orti sui balconi).
Ah, dimenticavo il "Petro" ... e qualche contabile a discettare sul mirabolante futuro.

Ti dimentichi il famoso "appena rieletto ci paga" o i pacchi di miliardi di dollari promessi dall'autorevolissimo Zerpa che dovevano arrivare via bonifico da Pechino. Saranno intrappolati nelle depositarie ricattate da Trumpboia.

Ma in fondo, chettefrega.
 
Sono dei benefattori che si preoccupano per il mio disturbo ossessivo compulsivo di guardare in faccia la realtà.

Leggetevi Dylan Dog dateme retta.

Dylan Dog dice:
"God will take good care of you
Just do as I say, don't do as I do"
(o forse era Phil Collins? :band:)

Anch'io mi sono interrogato di tanto in tanto cosa ti facesse tenere le PDVSA...
 
A Maduro consiglierei di avviare un tavolo di trattativa all'IIF con una proposta di scambio con due varianti (tenendo presente l'impossibilità di procedere a causa sanzioni Trump):

a) Haircut del 75% e concambio con titolo trentennale al 2,5%
b) scambio contro cash a 12.

Vediamo poi le controposte di banche ed hedge fund.

Lo scopo non è lo scambio, ma quello di deprimere ulteriormente i valori dei titoli.
Poi quando partirà la trattativa "vera" o qualche tentativo di riacquisto a mercato, si partirà con più vantaggio (per Caracas).

Penso non sia in cima alle priorità maduriche se i titoli siano depressi, perplessi o euforici.
Perché ferrare il cavallo se poi lo cavalcherà qualcun altro?
Come dici tu stesso, rebus sic stantibus non si ristruttura, prima ci vuole non dico un regime change ma per lo meno un cambio al vertice.
 

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