Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 2

è l'opinione tratta da un saggio sull'america di Pierre Chaunu, di certo non l'ultimo arrivato, lo storico se ben ricordo sosteneva che alcuni popoli più di altri sono soggetti alle angherie dei propri simili e che questo è dovuto il fatto della maggiore disponibilità di risorse naturali, nel caso specifico l'alimentazione base pressochè esclusiva dei popoli amerindi del centro sud era rappresnetata dal mais e dalla manioca, tuberi ecc..., colture dall'elevata produttività e con basso dispendio di tempo da dedicare, mi pare nell'ordine di un centinaio ma forse meno di giornate l'anno...su questa grande disponibilità di tempo libero i grandi imperi amerindi, ben prima della colonizzazione bianca, hanno costruito le loro fortune potendo contare su manodopera abbondante per la maggiore parte dell'anno e su uno sfuttamento sistematico della popolazione indigena ...quando arrivarono gli spagnoli trovarono popolazioni sottomesse e una cultura ampiamente sulla via del declino...il genocidio successivo perpetrato dagli spagnoli non è in discussione e resta comunque una delle pagine più nere della storia europea
Non lo conosco, sospendo il giudizio in attesa di leggere...
 
Metti molta carne al fuoco, ci vorrebbe un forum a sé non dico per esaurire ma perlomeno affrontare degnamente l'insieme di argomenti che hai lanciato. ;)
A macchia di leopardo:

Sono d'accordo che l'enorme successo di Chavez ha radici ben precise e diffido delle presunte "epoche d'oro".
Se è vero che non ho esperienza diretta né della situazione ante-Chavez, né di quella attuale, è vero anche che i ricordi a volte isolano alcuni fatti specifici per trarne conclusioni generali piuttosto forzate.
Se mi si consente un paragone irriverente: nel ventennio i treni arrivavano in orario, le paludi venivano bonificate, si costruivano le autostrade e i delinquenti li mettevano al muro invece che lasciarli per strada (ditemi che non avete mai sentito argomentare qualcuno così?) o_O
Oppure più recentemente: mi è capitato di parlare giorni fa con un ragazzo filippino, genio informatico, che cercava di convincermi come il periodo migliore per la sua nazione fosse stato quello sotto Marcos, che faceva "funzionare le cose". :eek:

Sono d'accordo anche che la lotta intrapresa sotto Chavez contro la povertà, l'arretratezza e l'analfabetismo ha ridato dignità ad un'ampia fetta della popolazione. Tutto ciò non può che meritare plauso, d'altra parte se si persegue una strada non sostenibile anche questi traguardi risultano alla fine effimeri e velleitari.
Dici: gli States facevano e fanno loro la guerra.
Sarà, a me non pare che fino ai tempi più recenti il conflitto abbia raggiunto un'intensità elevata.
Figurativamente: quando è caduto, il Venezuela è stato preso a calci, ma è caduto essenzialmente da solo, perché drogato da troppo petrodollari ha disimparato a camminare autonomamente.
Rendersi dipendente da chi ti vuole morto (e si sa quali reazioni suscitino i concetti di comunismo / socialismo a Washington, soprattutto se scanditi davanti alla porta di casa) non è una strategia molto intelligente...

Trump: mi pare un sintomo più che una causa. Gli States sono in lento declino e attualmente c'è una forte divisione interna tra il vecchio paradigma globalista da primus inter pares e una nuova visione più concentrata sullo sfruttamento della propria superiorità per obiettivi di breve termine, con una visione di sé al contempo meno ambiziosa e più muscolare.

stai attento che adesso arriverà qualcuno a dire sì ma i bonds si possono comperare e se sì quali?
c'era un tale Fukujama che dopo il crollo dei regimi filosovietici proclamava in pompa magna la fine della storia, ne avrai sentito parlare, il mondo era arrivato, sosteneva, tutto era perfetto e d'ora in avanti sarebbe stato un progresso ineludibile, inarrestabile nel nome dello stile di vita occidentale, della democrazia imperante e via di cose regolarmente poi smentite...però io prendo l'abbrivio lo stesso per proclamare "la fine delle cedole venezuelane" per come erano state concepite, ammirate e concupite!
riguardo ai bonos pare proprio che l'avventura e quindi la storia di quelle emissioni originarie sia terminata, si aprono ora altri scenari sulla cui evoluzione non ho la più pallida idea, quindi è un proclama, il mio, post-ideologico
però la tua competenza in materia finanziaria e quella di carib, sandrino, vento, il poliziotto egiziano, le gole profonde quali junior iguanito e gli altri ecc. ci sosterranno, oltre le colonne d'ercole contro le quali troppi di noi hanno ahimè sbattutto e, forse proprio a causa del botto, sembrato di vedere ciò che in realtà sfugge ancora
 
è l'opinione tratta da un saggio sull'america di Pierre Chaunu, di certo non l'ultimo arrivato, lo storico se ben ricordo sosteneva che alcuni popoli più di altri sono soggetti alle angherie dei propri simili e che questo è dovuto il fatto della maggiore disponibilità di risorse naturali, nel caso specifico l'alimentazione base pressochè esclusiva dei popoli amerindi del centro sud era rappresnetata dal mais e dalla manioca, tuberi ecc..., colture dall'elevata produttività e con basso dispendio di tempo da dedicare, mi pare nell'ordine di un centinaio ma forse meno di giornate l'anno...su questa grande disponibilità di tempo libero i grandi imperi amerindi, ben prima della colonizzazione bianca, hanno costruito le loro fortune potendo contare su manodopera abbondante per la maggiore parte dell'anno e su uno sfuttamento sistematico della popolazione indigena ...quando arrivarono gli spagnoli trovarono popolazioni sottomesse e una cultura ampiamente sulla via del declino...il genocidio successivo perpetrato dagli spagnoli non è in discussione e resta comunque una delle pagine più nere della storia europea

sul punto nn sono d'accordo , ti consiglio una lettura illuminante :
Il nuovo mondo riscoperto. La scoperta, la conquista, l’evangelizzazione dell’America e la cultura occidentale (Ares, Milano 1992), di Alberto Caturelli , argentino , filosofo , storico e saggista insigne di ispirazione antiliberale e anticomunista , morto nel 2016
 

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