ANALISI TECNICA
M.Clementi: Mercati in ipercomprato. Attenzione alla “Legge dei 3 Gap”
di redazione tl , 15.09.2004 18:0
Nei due mesi estivi di luglio ed agosto fare previsioni sulle borse è stata piuttosto facile se si credeva ciecamente alla correlazione tra mercati azionari e prezzo del petrolio. Trovare correlazioni tra diversi mercati facilita enormemente il lavoro degli analisti. Basti pensare al flight to quality (la relazione inversa tra bund e azioni) e alla debolezza del dollaro che per tutto il 2002 e buona parte del 2003 hanno depresso i mercati internazionali.
Poi, d'incanto, la correlazione è svanita. Il bund ha continuato a crescere fino a metà giugno, a braccetto degli indici azionari che toccarono i minimi a marzo ed il dollaro riuscì ad andare anche oltre, raggiungendo 1.30 sull' euro a metà febbraio 2004, quasi in coincidenza dei massimi del rimbalzo degli indici americani.
Sembra che anche l'ultima correlazione individuata non sia più valida. I mercati azionari hanno rimbalzato in agosto tre giorni prima che il petrolio toccasse i massimi storici sui 50 dollari al barile e nell'ultima settimana, dopo una violenta correzione ed un movimento di ritracciamento da manuale sui massimi precedenti, l'oro nero è tornato a crescere mentre gli indici azionari che dovevano a cavallo del week end toccare dei minimi prima della ripresa del rally hanno proseguito al rialzo con nuovi massimi di periodo.
Viene da credere che il caro petrolio non faccia più paura. Come ha rassicurato Alan Greenspan: il prezzo del greggio non sta surriscaldando i prezzi e generando inflazione. A conferma delle parole del presidente della Fed sono stati i dati macro di riferimento che dimostrano un calo piuttosto che un incremento dei prezzi. Il motivo è semplice. Le aziende si stanno facendo guerra sui prezzi, il rallentamento economico del secondo trimestre si riflette nelle scorte e nella concorrenza. Quindi, fintanto che non si riequilibra questa inefficienza, l'inflazione rimarrà sotto la cenere, ma è bene prendere coscienza che il caro petrolio, prima o poi, si riverserà sull'economia, se non si aumenterà o per lo meno si controllerà la produzione. (Irak, Venezuela, Yukos, Ivan).
Cercando nuove correlazione è con simpatia che vorrei proporre l'incrocio delle medie mobili a 20 e 50 (si può ottimizzare) come segnale contrarian.
A partire da marzo di quest'anno ci sono stati cinque incroci della media più veloce (20 periodi) su quellapiù lenta (50 periodi) ed in quattro occasioni l'incrocio ha dato un falso segnale.
Solamente a giugno l'incrocio si è dimostrato valido, ma ci sarebbe stato comunque il tempo perfare un bel gain. Ieri c'è stato il sesto segnale ed oggi il mercato non è riuscito a mantenere i guadagni della mattinata.
La mia riflessione è questa: siamo in una fase laterale i cui movimenti in trend sono compresi tra le 20 e le 40 sedute, per cui l'incrocio coincide spesso con i massimi del movimento. Proprio l'ultimo movimento conta dai minimi del 16 agosto poco più di venti sedute, in cui ci sono stati nel Mib30 due gap up ancora aperti; il primo alla rottura dei 27.000 punti ed il secondo lunedì a quota 27.750.
Se si verificasse un nuovo gap rialzista, sarebbe un chiaro segnale di vendita per la legge dei tre gap. Gli indicatori di momentum sono molto tirati e dimostrano sia la forza del mercato che la situazione di ipercomprato.
Oggi, la candela nera in chiusura, da un segnale di inversione e rompe il supporto coincidente con la trend line che ha accompagnato il rimbalzo di agosto.
Una pausa dell'indice offrirebbe l'occasione di entrata a tutti quelli che sono scettici sulle possibilità di performances dei mercati azionari da qui alla fine dell'anno, inoltre, un rifiatamento da prese di beneficio, innescherebbe quel volano essenziale dentro fuori dentro che accompagna il rally.