Guai in casa Chrysler, nulla di fatto (per ora) tra Marchionne e i sindacati americani
(Reuters)
NEW YORK - Guai in casa Chrysler? Rottura coi sindacati? La notizia è che il contratto è scaduto con un nulla di fatto. Il pronostico è che la soluzione sia più vicina di quello che sembra dai dispacci di agenzia. Ci vuole solo un po' più di tempo. Resta il fatto che ieri e fino alla scadenza, Bob King, il capo della UAW, il sindacato dei lavoratori dell'auto in America, non si è presentato all'appuntamento per rinegoziare il contratto con
Sergio Marchionne. E alla mezzanotte il vecchio accordo con UAW è scaduto.
Ma non doveva esserci una luna di miele fra "azionisti"? La verità è che il business è business e fra azionisti di uno stesso gruppo, soprattutto quando gli azionisti sono management e sindacato, gli interessi sono ovviamente divergenti: UAW ha il 40% di Chrysler e 26.000 dipendenti Chrysler iscritti. Quando i rapporti sono doppiamente stretti le cose possono complicarsi. Sergio Marchionne era rientrato apposta dalla Germania per rinnovare l'accordo con UAW. I negoziati duravano da sette settimane e sembravano promettere bene.
Ma anche GM è in negoziato e in scadenza. E King ha preferito restare al tavolo della numero uno.
Intanto Marchionne, al suo primo negoziato sindacale americano diretto, ha scritto una letter a King: «Sapevamo di questa scadenza da tempo... fino ad ora avevamo segnali incoraggianti di un nuovo paradigma nella relazione fra noi....» Il pronostico è che i due accordi, quello con GM e quello con Chrysler, si chiuderanno in simultanea. Quando? Fra poche ore o fra pochi giorni. Che sia imperativo chiudere presto è elementare: Ford, l'unica fra le tre grandi a non aver ricevuto aiuti dallo stato durante la crisi ha già rinnovato il vecchio contratto. Prima della classe. E' pensabile che il sindacato rompa del tutto? Che figura ci farebbe
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