Disattendo la tua aspettativa e ti riquoto il post per due motivi: il primo, perchè mi hai cortesemente chiarito che non ero io ad aver causato il qui pro quo, ma se dovessi dire il motivo per il quale proprio oggi leggo una cosa ma ne capisco un'altra, non mi crederebbe nessuno. Ed il secondo perchè è un bel post.
Quattro considerazioni mi sembra che meritino nel tuo intervento.
La prima: non mi interessa la bega sotterranea, a cui hai dato più risalto di quanto ne meritasse, e che ha generato il malumore. Ho capito che c’è acredine con qualcuno, non mi riguarda, non entro nel merito proprio perché siamo sommersi di preoccupazioni nella vita che lasciare la porta aperta agli spifferi virtuali è a dir poco da sadici.
La seconda: chi più, chi meno, tutti spergiuriamo di avere una vita reale ben distinta da quella virtuale. Il fatto stesso di tenere a precisarlo in un post virtuale, dovrebbe far sorgere qualche dubbio in proposito. Nella misura in cui si scrivono 20/50/100 o più post al giorno, siamo sicuri che quelle vite non si confondano in una sola, nella quale il reale o il virtuale non siano altro che l’immagine speculare l’una dell’altra ? Ognuno può farsi, autonomamente, una propria implicita constatazione, del punto fin dove si spinge quel confine, questo sì, certamente virtuale. Nella misura in cui il virtuale riesce ad appagare certi bisogni, nel tuo caso, di evasione da questioni familiari, non lo denigrerei. Anzi, fosse anche solo l’unica ancora di salvezza, mi ci aggrapperei con tutte le forze, consapevole che è solo un’ancora provvisoria fin tanto che la corrente che mi circonda non cambia. Per tanto, così come prenderei, in senso generale, le distanze dal virtuale, cercherei di accorciarle nel caso particolare. Anche nel virtuale è possibile fare distinzioni. Non farle è sintomo di superficialità.
Terza: si commette sempre un errore di valutazione nella misura in cui, nei post pubblici, si mescola serietà ed ironia in misura diseguale ma volutamente. Se la maggior parte dei post sono ironici, ed in alcuni è evidente ma in altri no, non è opportuno abbinare le risposte ai soli post seri, che in quanto tali, sembrano quelli ai quali ci si tiene di più, e pertanto si è indotti a collegarli prioritariamente a risposte apparentemente provocatorie. O si è seri sempre o si è ironici sempre. Diversamente, prima o poi, ci si fraintende, anche in modo irreparabile.
Quarta ed ultima: la conoscenza, la preparazione ed il confronto con gli altri. Non posso credere che tu pensi veramente che tutto il mondo sia allo stesso livello di capacità. Le differenze spesso sono inconciliabili. Dici bene quando affermi che la borsa è un’altra cosa. Condivido, è così anche per me. Ma bisogna tornare alla terza considerazione: o si è seri o si fa ironia e passatempo. Secondo me tu scrivi troppi post ironici o con un lessico che tale li fa apparire e supporre. Questo maschera, più o meno involontariamente, la tua conoscenza e preparazione, che, almeno a me, non appare certo elementare. Spiegare ad altri certi concetti, per principio, non è facile, se non impossibile allorquando non li si conosce, ma non è nemmeno troppo complicato: dipende dalla sensibilità delle persone e dalla profondità della materia. A volte ci vengono poste domande assurde. A volte volutamente provocatorie, a volte domande intelligenti. A volte non ci viene posta alcuna domanda. In quest’ultimo caso, c’è da preoccuparsi. In tutti i casi, saper rispondere è impegnativo quanto saper domandare.
Buona serata.
Ps: io e te dovremmo imparare ad accorciare i post. La sintesi è madre di chiarezza.