ANCHE SE GIRIAMO IL MONDO IN CERCA DI CIO' CHE E' BELLO, O LO PORTIAMO GIA' IN NOI O NON LO TROVEREMO MAI.

Poveri dementi e derelitti.


“Ne usciremo migliori”, dicevano.

A quanto pare, ne stiamo uscendo tutti Alessandro Gassmann

Siamo a Cesano Boscone, vicino Milano.......ora Cesano Boscone Est.

Un dottore visita un bambino di 12 anni, affetto da sindrome di Tourette, che causa gravi disturbi neurologici.

E consiglia ai genitori di farlo partecipare a qualche evento sociale, che lo tenga attivo.



Insomma, la convivialità, per questo minore disabile, è una terapia.

E allora i genitori organizzano la festa di compleanno, invitando gli amichetti e i loro genitori.

Tutti con la mascherina: in fondo, i genitori di un dodicenne affetto da gravi disabilità non saranno dei pericolosi negazionisti, no?

Non avranno alcuna voglia di affrontare, oltre alla malattia del figlio, pure il Covid, no?


Ebbene:

i vicini di casa, quelli sì infettati dal virus della delazione, non hanno gradito il raduno.

Hanno chiamato i vigili.

E i vigili sono arrivati a multare tutti i presenti, per 400 euro a testa.

La scandalosa e ignobile vicenda è arrivata persino in Consiglio comunale
.

Ma il danno è fatto.

Il gesto disumano è compiuto.


Anche se qualche giudice annullasse le sanzioni.

Possibile che siamo caduti così in basso?

Possibile che la Berlino Est del Covid ci sia entrata così profondamente nell’animo,
da spingerci a spedire la psicopolizia in casa del vicino
?


E possibile che la psicopolizia, anziché capire la situazione,

sanzioni un gruppo di persone che sta letteralmente curando un bimbo malato?



“Andrà tutto bene”, dicevano.

Non hanno più il coraggio di dirlo.
 
Più tasse, meno libertà.

Il menù indigesto è presentato da Joe Biden:
il presidente degli Stati Uniti, nel corso del suo primo discorso al Congresso
ha messo sul tavolo pietanze per nulla digeribili.

Tra spesa pubblica fuori controllo e tanta retorica,
il “moderato” Biden ha sostenuto che “il futuro dell’America è nelle nostre mani”.

“È ora che le grandi aziende americane e i più ricchi paghino la loro giusta quota.
Solo quello che è giusto. I dati mostrano come il 55 per cento delle aziende più grandi
ha pagato zero tasse federali sul reddito lo scorso anno su oltre 40 miliardi di utili”.

Con un gran finale (da film): “Ora bisogna voltare pagina, è il Paese che lo vuole”.


Consapevole di trovarsi con la strada in salita, Biden si è appellato a Democratici e Repubblicani:
a loro ha chiesto l’appoggio al suo piano da 2,3 miliardi di dollari per le infrastrutture
e quello da 1,8 miliardi di dollari per le famiglie, oltre a difendere la sua intenzione di alzare le tasse sull’un per cento della popolazione.
 
Il quotidiano economico Italiaoggi ci fornisce delle cifre socialmente impressionanti,
che dovrebbero far pensare la nostra classe dirigente ,
se avesse ancora un interesse minimo negli italiani e nella propria sopravvivenza politica.


Ecco i dati pubblicati dall’associazione dei consulenti del lavoro,
quindi gente che conosce bene il proprio lavoro e che si chiama
“Gli italiani ed il lavoro dopo la grande emergenza”, come se l’emergenza fosse finita.


Il Covid ha causato una riduzione del reddito per 7,5 milioni di lavoratori,

con la drammatica conseguenza che oltre la metà delle famiglie italiane ha dei problemi nelle spese quotidiane.

Abbiamo ancora 1,8 milioni d’italiani con le attività bloccate dai lockdown senza lavorare,

magari in cassa integrazione e più di un milione di persone è convinto di perdere la propria occupazione nei prossimi mesi.



Abbiamo 2,6 milioni di dipendenti che vedono a forte rischio il proprio futuro lavorativo sull’onda dello sblocco dei licenziamenti.

Di quelli che lavorano abbiamo 7,5 milioni di individui che ha registrato una riduzione dei propri redditi.

Entrando nel dettaglio, il 32,5% degli occupati ha infatti registrato una diminuzione delle entrate

che, nel 16,1% è stata tra il 10-30%,

per il 10,8% superiore al 30%,

mentre solo per il 5,6% si è fermata su valori più bassi.


«Il cedimento dei redditi», sottolineano dalla Fondazione, «ha determinato comportamenti molto diversificati nella spesa delle famiglie,
accrescendone per molti versi gli stessi effetti.

La maggioranza (56,1%) ha infatti incontrato problemi nel far fronte alle spese quotidiane:

problemi che, nel 44,2% dei casi hanno portato a tagliare consumi non di primaria necessità,

nel 16,7% alla riduzione di quelli essenziali (salute, alimentari),

mentre nel 4,4% a chiedere prestiti e indebitarsi
».


Naturalmente il taglio dei consumi non fa altro che acuire e diffondere ovunque la crisi.


L’Italia ha bisogno di una ripresa , di un “Fondo", ma questi soldi non devono essere impegnati in assurdi ed improduttivi piani “Verdi”,
ma subito in vero lavoro produttivo e in rilancio dei consumi per le famiglie che hanno subito dei tagli dei redditi molto forti.

Invece, come si legge dalle tabelle del PNRR, ci si attende che questo produca ancora una compressione ulteriore dei consumi.

Al contrario ci sarebbe bisogno di un piano di de-fiscalizzazione di massa, di tagli nei costi dei servizi pubblici,
d’investimenti diffusi anche a livello locale per far ripartire le economie a livello cittadino.

Invece ci si culla in paroloni come “Colmare il divario di genere”, ignorando che l’Italia questo valore è fra i più bassi nella UE.

Un piano che conduce ulteriormente a ridurre i consumi, come il PNRR è un piano che porta al limite della rivolta sociale.


Quindi finiamola con questi coprifuoco, che non hanno senso alcuno
e cerchiamo di spingere la gente a vivere con serenità, parole che non si accompagnano a quella di Speranza, il ministro.
 
Alla lunga lista di fatti tragicomici (più tragici che comici, ovviamente)
inanellata dall’ex governo e dall’ex supercommissario Arcuri se ne aggiunge un altro.

Parliamo ancora delle primule, ma stavolta concentrandoci sulla campagna di donazioni che Arcuri avviò per farle costruire.

Bene, con l’insediamento del nuovo governo e con l’arrivo del generale Figliuolo, la raccolta fondi è stata annullata.

I padiglioni temporanei per le vaccinazioni sono già stati cancellati un mese fa su ordine del premier Draghi,
che ha ritenuto il progetto inutile e troppo costoso.

Adesso – però – si scopre una cosa in più.

A rivelarla è Il Tempo, che snocciola le cifre di questa campagna di donazioni: “Il progetto «Adotta una Primula» è stato un flop clamoroso”


“Dalla struttura commissariale, infatti, ci fanno sapere che dal 25 gennaio scorso sul conto corrente dedicato è arrivato un solo bonifico. Importo: 50 euro.
Il gentile donatore sarà prontamente rimborsato”. 50 euro. Una persona su 60milioni.
Ecco quanto hanno creduto gli italiani sull’ennesima follia targata Arcuri

“L’idea di una raccolta fondi per finanziare il faraonico progetto (ogni padiglione costava 409mila euro) aveva subito attirato un mare di critiche.
Soprattutto perché i donatori sarebbero stati ricompensati con una «nota ufficiale di ringraziamento» da parte del commissario”

A patto di spendere almeno 400 euro.

I «sostenitori» più generosi, invece, disposti a sobbarcarsi l’intero costo dei padiglioni,
avrebbero potuto fregiarsi di una targa con il proprio nome esposta all’interno delle strutture.

“Il fatto che ci sia sia stato un solo italiano, o italiana, disposto a versare la modica cifra di 50 euro,
dimostra quanto le Primule di Arcuri, disegnate dall’archistar Stefano Boeri, avessero suscitato poco entusiasmo”

Il commissario Figliuolo, che è subentrato ad Arcuri il primo marzo scorso, non poteva fare altro che cancellare anche la raccolta di fondi.

“Nell’avviso di annullamento, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 23 aprile, si legge
che viene disposta anche «la restituzione delle eventuali donazioni effettuate sul conto corrente»
indicato nel provvedimento del 25 gennaio scorso. Il donatore dei 50 euro può stare tranquillo. I suoi soldi non sono andati sprecati”.
 
Sul caso delle Rsa, dove agli anziani soli sono negate le visite dei loro cari, si alza forte un grido.

Un assordante grido di dolore e indignazione: «Fateci entrare».

È l’urlo dei parenti dei degenti delle Rsa, tutt’altro che rassegnati all’allontanamento coatto
e decisi ad andare fino in fondo contro l’ostracizzazione inferta loro con la chiusura delle strutture alle visite
e l’isolamento forzato degli anziani, loro cari.

E allora, proprio da quelle stanze chiuse al resto del mondo.

E dalla voce dei familiari degli ospiti delle Rsa, arrivano le storie di solitudine e di separazione
che l’Adnkronos raccoglie in una drammatica antologia di racconti e testimonianze.


Come quella di Martina, che ha la nonna che «il prossimo 16 maggio compirà 100 anni», ed è ricoverata in una Rsa.
Lei vorrebbe «poterla almeno vedere in quella giornata in tutta sicurezza».
Ma per ora dalla struttura dove l’anziana è ricoverata nessuno le ha risposto.
È una delle storie raccolte dall’Adnkronos Salute attraverso le segnalazioni giunte a Orsan
Open Rsa Now, comitato di familiari dei degenti nelle residenze sanitarie assistite – presieduto da Dario Francolino.

«Le visite – spiega Martina – si tengono solo per un’ora dietro un vetro, ogni 2 settimane.
Nessuna stanza degli abbracci. Mia nonna mi manca tantissimo».


Così come a Giacomo, che vive a Milano, manca la mamma: ricoverata in una residenza sanitaria ligure.
«Non la vedo da fine gennaio 2020.
Mia madre – racconta – è completamente paralizzata dalla testa in giù e non vedente.
Essendo paralizzata non può telefonare a nessuno.
Per questo siamo riusciti ad organizzarci facendole mettere uno smartphone sul comodino,
configurato in modo che risponda automaticamente ad ogni chiamata in vivavoce.
Ma questa non è vita. Non si può andare avanti così».
Giacomo dice che sarebbe «pronto a partire anche per Belgrado domani stesso per vaccinarmi,
se solo avessi la certezza di poterla andare a trovare».
Ma non essendoci «direttive in merito», ogni struttura al momento impone le sue regole. E a volte appaiono incomprensibili.


«Mio padre, vaccinato con le due dosi – spiega Simona
non può visitare mia mamma vaccinata con le due dosi in una Rsa lombarda con enorme spazio all’aperto, in zona gialla.
Se non è possibile ora vedere di persona mia mamma – si chiede – quando mai lo sarà?
Mi pare che i direttori di Rsa tengano prigionieri gli ospiti ledendo i loro diritti di base, per evitare seccature e problemi.
È urgente agire presto – sollecita –.
Parliamo di persone molto anziane, non mi posso rassegnare a questa ingiustizia dopo le atrocità accadute».


Certo, diverse strutture consentono alcune forme di visita.
Ma non tutti i ricoverati sono uguali.

«Mio papà è in grado di comunicare empaticamente e non verbalmente,
solo con le persone in presenza: attraverso sorrisi, baci, carezze
», racconta Giovanni.
Ma i responsabili della Rsa di cui è ospite, «ottimi in tutti questi anni sotto il profilo dell’accompagnamento medico riabilitativo e assistenziale,
sebbene da oltre un mese tutti i 180 ospiti della struttura e tutto il personale interno siano pienamente immunizzati,
continuano a proporre come uniche forme di incontro con i familiari le videochiamate o l’incontro attraverso vetro».
Papà – ribadisce il figlio Giovanni – non può realmente fruire di nessuna delle due modalità proposte,
che non gli permettono di interagire con i propri cari.
Né di beneficiare della stimolazione affettiva-emotiva che nel suo caso è possibile solo nell’incontro in presenza.
Questa situazione di isolamento totale – denuncia il familiare – perdura da 6 mesi».
Un isolamento e una solitudine che fanno male.

«Mia mamma ha 96 anni, ha poco tempo – dice Alessandra –.
Quanto dobbiamo ancora aspettare?
Ho fatto una telefonata con lei adesso: piangeva e mi ha attaccato.
Sono qua in lacrime anch’io. Fate in fretta vi prego», è l’appello.


E la dolorosa e accorata richiesta, sempre la stessa: «Fateci entrare».
 
nel 16,7% alla riduzione di quelli essenziali (salute, alimentari),

questo dato è troppo generico val:
il lato salute specie per chi aveva reddito prima o risulta essere ancora in carico ergo non ha esenzione sanitaria codice E02 quindi è molto tragica la situazione ed andrebbe analizzata se i dati ti venissero forniti, sono certo che uscirebbe un disastro epocale;
il lato alimentare ovviamente per quanto patisce ha molti modi di risparmio per sopperire quindi lo guarderei per settori merceologici in particolare prodotti di nicchia che se non vanno all'estero marciscono.............visto non li compra nessno e senza ristoranti manca pure il canale indiretto.

bserata, saluti
 
Pensate a quanti Prefetti ci sono in Italia e quindi a quante "interpretazioni" ci possono essere.
C'è poco o nulla da dire. Siamo in Italia.



OGGETTO:
Chiarimenti su attività di ristorazione aperte dal 26 aprile 2021 (art. 4 d.l.n.52/2021).

Con riferimento alle attività di ristorazione aperte dal 26 aprile 2021 di cui all’art. 4 dl n.52/2021,
si ritiene di integrare quanto già rappresentato con l’atto di indirizzo del 24 aprile u.s.,
rassegnando, con la presente nota, alcuni aggiornati orientamenti che possono risultare
utili ai fini di un'esatta applicazione delle previsioni legislative in argomento.

Prefettura Lecco - PROTEZ-DIF CIVILE - Prot. Uscita N.0019856 del 29/04/2021

Comunicazioni ai sindaci\chiarimenti su ristorazione\chiarimenti su ristorazione.doc

Per “servizi di ristorazione” si intendono non solo ristoranti, pizzerie e trattorie
ma tutti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, ivi compresi bar, pub,
birrerie, pasticcerie, gelaterie, esercizi per asporto di pizze, piadine, ecc.

Si deve, infatti, far riferimento all’art. 27 del dPCM del 2 marzo 2021
(che, tra l’altro, continua a produrre i suoi effetti, così come richiamato dall’articolo 1 del DL n. 52/2021)
che, in continuità con tutti i precedenti dPCM,
nella definizione di attività dei servizi di ristorazione,
ricomprende, a titolo esemplificativo, bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie.

Si ritiene, pertanto, che nel concetto di attività dei servizi di ristorazione
debbano essere ricomprese tutte le attività di somministrazione di alimenti e bevande,
anche se svolte in forma secondaria, stagionale o temporanea.


Consumo di alimenti e bevande "all'aperto":

l’art. 4 del DL n.52/2021 stabilisce che la ristorazione possa svolgersi “all’aperto”;
pertanto, la stessa non deve, dal punto di vista urbanistico, essere svolta in un luogo chiuso.

Si ritiene,quindi, che l’attività all’aperto possa essere svolta anche sotto i portici o avere una tettoia,
una copertura (anche mediante utilizzo di ombrelloni o similari).

Inoltre, l’attività all’aperto può svolgersi mediante l’utilizzo di una veranda o di un dehors,
purché tali strutture siano aperte su almeno tre lati, in quanto diversamente si configurerebbe
come un luogo chiuso dove non è consentito svolgere l’attività di ristorazione.

Nel caso di dehors e altre strutture con chiusure laterali in plastica
o altro materiale amovibile e/o pieghevole, tali chiusure devono restare totalmente aperte.

Rientra nel concetto di esercizio all’aperto anche lo spazio con soffitto fisso
(es. muratura, legno, ecc.) ma con almeno tre lati completamente aperti,
fatto salvo l'ingombro dei sostegni senza funzione di chiusura laterale.


Consumazione al banco:

come stabilito dalla Circolare del Ministero dell’Interno del 24 aprile 2021,
il servizio al banco è possibile in presenza di strutture che consentano la consumazione all’aperto.

La consumazione al banco è quindi possibile solo se il banco è accessibile direttamente dall'esterno del locale
(es. sulla porta o finestra) o se è posto integralmente all'esterno;

la consumazione va effettuata nel rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro;

non è ammessa la consumazione al banco - e quindi in piedi - all’interno del locale o in spazi non definibili “all’aperto”
come da punto precedente.


Orari di apertura:

a.ristoranti, trattorie, ecc., dalle 5 alle 22, per consumazione sul posto e asporto;

b.bar, birrerie, pub ecc. (Codice Ateco 56.3):
dalle 5 alle 22 per consumazione all'aperto al banco o su tavoli;
dalle 5 alle 18 asporto (come da circolare del Ministero dell’Interno del 24 aprile 2021).


Servizio di mensa aziendale svolto, previa convenzione, da parte di pubblici esercizi

Nella relazione illustrativa del DDL di conversione in legge del DL n. 52/2021
si prevede esplicitamente che "resta fermo quanto previsto dal dPCM in merito alle attività delle mense
e del catering continuativo su base contrattuale, che continuano ad essere consentite anche al chiuso".


Si ritiene, pertanto, possibile la prosecuzione di tali attività anche da parte dei pubblici esercizi,
ivi comprese le attività di ristorazione svolte dagli agriturismi.

A riguardo, si segnala la necessità che gli esercenti esibiscano, in occasione dell'eventuale controllo,
il contratto stipulato con l'azienda e l'elenco dei dipendenti che fruiscono della mensa.

Il Prefetto
 
Primo dogma: il Covid è invincibile, o quasi.

Secondo dogma: il Covid è affrontabile solo in ospedale.

Terzo: è prevenibile in un solo modo, con il vaccino.

Tre falsità elevate a legge, scolpite in tutti i decreti che inchiodano la popolazione alla genuflessione penitenziale, alla condanna perpetua.

Non isperate mai veder lo cielo, anime prave: state tutti a distanza, rintanati e muti.


A voi penseremo noi, anzi lo stiamo già facendo:

santificando il terrore a reti unificate,

facendo in modo che arriviate all’ospedale troppo tardi,

dopo esser stati abbandonati nelle vostre case in preda all’aggravarsi delle vostre condizioni,

e infine sommergendovi di dosi vaccinali presentate come salvifiche, sicure, innocue, efficacissime.



“E dacci oggi la nostra paura quotidiana”, recita il mantra della nuova religione:

si prega tutti i giorni da oltre un anno, a reti unificate, perché dal male non si venga liberati mai,

se non con la vaccinazione universale permanente, da qui all’eternità, inflitta a popolazioni sottomesse,

disinformate, confuse e frastornate, ipnotizzate dal grande sortilegio e dai suoi riti untuosi,

dai suoi cerimonieri che sembrano imbecilli, sembrano superstiziosi, ma sono solo squallidi bugiardi.



La morte lenta procede come da programma, solo con qualche inevitabile variante:

una grandiosa sceneggiata planetaria, a cui nessuno – tra quelli che comandano – pare che osi opporsi.


Esistono, le cure:

e sono normalissime.


Dal Covid si guarisce stando a casa, se ben curati, e subito.



Perché ricorrere ai vaccini, per una malattia così poco preoccupante, se non viene trascurata?


E che vaccini, poi: sperimentali, non testati a sufficienza.


Senza le necessarie garanzie: né sulla loro innocuità, né tantomeno sulla loro efficacia.


Follia: il governo obbliga i medici a vaccinarsi, pur sapendo che un soggetto – benché vaccinato – può rimanere contagioso.


Eppure, la religione da quell’orecchio non ci sente: già prepara i pass vaccinali, onde costringere tutti quanti,
prima o poi – con le buone o le cattive, con l’arma del ricatto, con la discriminazione – a subire il cosiddetto inoculo,
l’anomala pozione “genica” che, a detta degli stessi fabbricanti, non si può dire ancora quali effetti avrà, sull’organismo, nel medio e lungo termine.


Eppure, prendere o lasciare: ti devi vaccinare, se non vuoi essere espulso dalla società, dai cinema, dai treni, dai concerti.



«Vi prego, giuratemi che non è vero», direbbe un paziente risvegliatosi dal coma, se fosse entrato in letargo nel 2019.
«Assicuratemi che è un sogno, un incubo terribile».


L’elenco delle nefandezze, l’inventario dell’abominio, sta già riempiendo libri, dossier, scartoffie giudiziarie.


L’inenarrabile: dalle autopsie vietate ai corpi inceneriti, dai medici radiati alle voci indipendenti censurate.


E in questa insopportabile sozzura, in questa galera a cielo aperto,
c’è chi continua a celebrare i riti democratici della politica, come se il regime religioso non esistesse neppure.


La Terra è piatta, ripete la nuova teocrazia: non avrete altro dio all’infuori del Covid.


E c’è un governo (perché un governo poi c’è sempre) che vara i suoi decreti,
disciplina la sceneggiatura del presente e tenta di plasmare un ipotetico futuro.


Ai morti parla come se fossero viventi: prefigura loro un avvenire nuovo, persino migliore del passato recente.


Nazioni intanto si fiutano tra loro, come se nulla fosse, minacciando guerre:
come avveniva prima, quando il pianeta ancora non era entrato nell’ombra cieca dell’impostura terminale,
amministrata con sapienza dalla nuova religione sanitaria.
 
Ci rivedremo ?

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Strano.....:fiu::fiu:.......:mmmm::mmmm::mmmm: mmmmmolto strano.


Pochi giorni fa Alessandro Cecchi Paone si è scontrato duramente con il leader di ItalExit Gianluigi Paragone.

I due erano ospiti insieme ad una puntata di “Non è l’Arena” di Massimo Giletti su La7.

Il tema del contendere erano i ristoranti vessati dal governo,
un governo che non è stato in grado né di dare ristori né di assicurare riaperture certe e in sicurezza.

Durante il suo intervento Cecchi Paone ha duramente attaccato i ristoratori dicendo loro di non capire nulla,
che devono ripensare il loro lavoro e puntare tutto sul delivery perché quello è il futuro.

Paragone gliene ha cantate quattro, e il video dello scontro ha girato su tutti i social.


Oggi Cecchi Paone torna protagonista di un altro video, stavolta estratto da “La Confessione” di Peter Gomez di venerdì 16 aprile alle 22.45 in onda su Nove.

Là ha confessato la sua appartenenza storica alla massoneria.

Cosa ha detto?

“Io sono nato massone. Sono maestro del terzo e ultimo grado della massoneria azzurra, quindi di più non posso crescere”.

Poi ha spiegato le origini della sua affiliazione al Grande Oriente d’Italia:

“I miei nonni si trovarono massoni”.


E cosa vorrebbe dire :

“Vuol dire che sei uno che è in grado di gestire una loggia, una tornata, di istruire gli apprendisti e i compagni d’arte”.

Inoltre, ha concluso :

“sono anche architetto del rito simbolico italiano che sono i gradi di perfezionamento per impegnarsi particolarmente sui diritti civili,
i diritti umani da cui dipende la Lega per i diritti dell’uomo e tutte cose del genere”
 

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