Prima del Paso ritenevo che almeno per quanto riguardava la posizione che avrebbe preso il mercato circa l'esito definitivo di questa tornata elettorale (tra i possibili risultati più probabili) una volta che avesse metabolizzato il risultato, noi come obbligazionisti eravamo in una condizione win-win di medio periodo, per almeno una legislatura, salvo catastrofi economiche e gravi accelerazioni della situazione di crisi finanziaria Argentina.
Non avevo preso come oro colato i pronostici che dopo aver costatato il sorprendente indice di gradimento di Milei (per essere un quasi outsider) tuttavia nell'imminenza del PASO sembravano dare previsioni più rassicuranti, sottostimando i voti di Milei e prospettando un esito migliore di quanto non sia stato nel PASO per liste e candidati apparentemente più presentabili e moderati.
Ormai mi è abbastanza chiaro che la tendenza dell'informazione mainstream (neanche per effettiva malafede o per una sorta di complotto, ma proprio per una specie di inconscio esorcismo di esiti più destabilizzanti e incendiari nei risultati elettorali) è sempre quella di sottostimare il risultato più "sovversivo" rispetto allo status quo in essere.
Lo abbiamo visto negli anni recenti nei pronostici sulla prima elezione di Trump e in quelli sulla Brexit.
Nello stesso precedente PASO argentino del 2019, nonostante la crisi già in atto e gli errori di Macrì, probabilmente molti settori dell'establishment economico argentino di sicuro non vedevano di buon occhio l'attuale compagine di governo, in parte Kirchnerista e assimilata a politiche populiste, di sinistra, dirigiste, redistributive e di controllo dei movimenti di capitale. E anche allora i pronostici avevano sottostimato da che parte pendeva ormai l'ago della bilancia del gradimento della maggioranza dell'elettorato.
A ulteriore discolpa per questo effetto di sottostima nei pronostici per i risultati del candidato "incendiario" di turno, quello dai toni più accesi, c'è anche il fatto che quando le posizioni più estreme prendono il sopravvento elettorale è perché riescono a conquistare una buona parte dell'elettorato moderato che magari è in un momento di grande disorientamento, incerto, forse esasperato e decide di dare una possibilità all'indignato di turno che inizia a far breccia anche sui moderati, con i suoi discorsi rivoluzionari. Tuttavia poi l'elettore tradizionalmente moderato sotto sotto un po' se ne vergogna di questo riorientamento, quando è sondato con le interviste all'exit poll e magari non è onesto nel dichiarare le sue intenzioni di voto. Questo già di per sé giustifica la fisiologica sottostima dei pronostici verso il risultato elettorale "scioccante".
Fatta questa premessa a me bastava che, visto lo scarto enorme che c'era nei pronostici, i movimenti più giacobini, quelli magari con argomenti da "esproprio proletario" facile, fossero in posizione trascurabile, come effettivamente è risultata al PASO (ad esempio il Frente de Izquierda assolutamente marginale)
E anche i guai giudiziari di Cristina mi facevano sperare in una corrente Kirchnerista molto indebolita nell'attuale compagine di governo, qualora la preferenza elettorale li avesse riconfermati.
Peraltro lo stesso candidato Massa era abbastanza rassicurante e appariva relativamente moderato.
Per cui ritenevo che se fossero stati confermati gli attuali, magari a trazione più moderata e con necessità di una coalizione di governo con appoggio di qualche forza di centro / centro-destra, poteva uscire dalle urne un governo necessariamente moderato, equilibrato, senza grossi strattoni.
Ma soprattutto, se fosse stato in continuità con l'attuale, con Massa da ministro delle finanze a presidente, di sicuro avrei sperato che dopo aver ristrutturato sempre loro nella legislatura che sta terminando, fosse anche solo per un fatto di pudore, una ristrutturazione a legislatura e in continuità, (senza nemmeno poter addossare colpe alla malagestione degli immediati predecessori) mi sembrerebbe improbabile o quantomeno un'eventualità da extrema ratio e in quel caso quanto meno sarebbe portata avanti in maniera ordinata e legale.
Tutto questo poteva far sperare di calciare la lattina 4 anni avanti nel caso di Massa presidente.
Poi a quel punto in una inevitabile logica di alternanza in sistemi bipolari e maggioritari, dopo ben due legislature in continuità e con le cose che vanno comunque male (quella resta una costante per tutti i paesi, in tutto il mondo squilibri, insostenibilità e malcontento della maggioranza delle persone è ormai il trend da almeno 15 anni) sarebbe stato il turno della destra con la probabile bolla nelle quotazioni frutto del clima market friendly che avrebbero instaurato.
Poi magari scassavano nuovamente i conti dello Stato stile Macrì (anche se ormai lo spazio di manovra è infinitamente minore perfino per far danni a quel modo) ma una simile dinamica ci avrebbe dato in teoria quasi due legislature di tempo, sempre a meno di disastri.
Tuttavia, come da premessa, ho detto che ero scettico circa i sondaggi più rassicuranti che prediligevano le forze più moderate e ho preso in seria considerazione, alla vigilia del PASO, che alla fine Milei confermasse i sondaggi più vecchi che ne avevano registrato l'ascesa e smentisse quel decantato ridimensionamento nell'imminenza del PASO . Così è stato a quanto pare e tuttavia anche in questo scenario immaginavo il classico esito dell'outsider, underdog, populista di destra, leone da tastiera su (il fu) Twitter, ora chiamato X, con i toni incendiari, le promesse fantasmagoriche e assolutamente irreali e irrealizzabili che poi una volta eletto diventa impeccabile ed equilibrato gestore del bilancio pubblico, a tenere i conti in ordine e assolutamente sdraiato sulle posizioni internazionali più allineate possibili con i soliti alleati di riferimento di sempre. In sintesi, umile bagno di realtà (ogni riferimento a situazioni domestiche che ben conosciamo lo lascio alla sensibilità del lettore
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).
Ora, con buona pace dell'orientamento pro mercato di Milei (forse persino troppo, temo) e del fatto che di conseguenza fa anche dichiarazioni rassicuranti circa la sua volontà assoluta di rispettare la proprietà privata e di onorare tassativamente il debito (e io ci credo che questo sia uno dei capisaldi della sua impostazione ideologica e sicuramente quello che mi dispiace meno
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) e nonostante voglia rassicurare le controparti internazionali di riferimento, FMI, i big boys di Wall Street, Washington, tuttavia mi sarei aspettato che apprestandosi a raccogliere lo scettro, avrebbe prevalso da subito una incipiente metamorfosi in garbato conservatore.
Al contrario, non so se magari per un ultimo bluff da rush finale, forse perché ha capito che agitare una motosega accesa nei comizi, elettoralmente pare lo stia ripagando, lui sembra andare comunque dritto per la sua strada con le dichiarazioni più estreme sulla rivoluzione economica che "minaccia" (rivoluzione reazionaria, per la verità, stando alle classiche categorie politiche
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.... la chiamo rivoluzione nella semplice accezione di profondo stravolgimento, quale senz'altro è la totale dollarizzazione dell'economia).
Il problema è che in questo caso, le sue dichiarazioni pesano e di conseguenza si trasformano di per sé in fatti.
Questo sta diventando un problema.
Lui stesso dice che la dollarizzazione è già di fatto, ma è proprio nel continuare a dirlo e nel dichiarare le sue intenzioni che la sta rendendo sempre più di fatto, innescando quasi l'equivalente del Bank Run in versione fuga dalla valuta domestica.
È una profezia autoavverante.
Non che non ci fosse strutturalmente ormai una totale sfiducia nella loro stessa moneta da parte degli argentini, pronti a sfruttare giustamente tutti i varchi possibili alle attuali restrizioni reintrodotte dal governo uscente quando entrò in carica, che consentano di allocare meno risparmio possibile in pesos o comunque di proteggerlo in qualche modo.
Ma le sue dichiarazioni indubbiamente materializzano qui e ora il vero panico e così siamo arrivati alla cifra record di un dollar blue per 1000 pesos.
![Depressione :depresso: :depresso:](/images/smilies/depressed.gif)
Ora qualcuno sta minacciando di procedere contro di lui per via giudiziaria rilevando quasi elementi di reato nel suo tipo di comunicazione.
Persino Goldman Sachs fa un report in cui richiama a principi di realismo e sconsiglia certe avventure.
Gli stessi imprenditori argentini che pur si augurano per l'economia una cura da cavallo (l'equino, non Domingo e i tristi ricordi che evoca
![Che stia per naufragare? :titanic: :titanic:](/images/smilies/titanic.gif)
) però rifiutano l'idea della dollarizzazione che tutto sommato temono anche loro.
Devo dire che tutto questo una leggera inquietudine la mette .
Speriamo che questa monti anche nell'elettorato al punto da togliergli un po' di forza a Milei nel risultato delle urne. Quanto basta magari per avere un governo dove lui faccia il presidente, imprimendogli almeno la direzione market friendly , ma che non abbia i numeri politici per attuare certe avventure, già non avendone soprattutto i numeri economici, i "presupposti" di cui parla GS, per avventurarsi in quel sentiero, con buona pace della contabilità fantasiosa e temeraria con cui lui crede di poterci rientrare, a quanto dice, entro il 2025.