baleng
Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Caro Kiapp (versione tedesca ) nella vita pratica della maggioranza delle persone è come dici tu. Ma qui siamo su un discorso anche teorico, che dunque può riferirsi anche a chi intenda investire grossi capitali. Il cranio me lo spacco io, mi piaceGino, buon pomeriggio! ...a mio parere...TROPPE VARIABILI..e l'imprevisto, positivo o negativo, è sempre dietro l'angolo..io non mi spaccherei il cranio più di tanto, acquisterei qualcosa di mio gusto, al giusto prezzo..e poi chi vivrà,.. vedrà...il tutto ampiamente dentro le mie possibilità economiche.
Dunque, vediamo un momento l'aspetto feticcio. Io ho l'impressione che più di un autore famoso continui ad essere venduto caro anche per questo motivo. Naturalmente si vuole spiegare con "l'importanza storica", con "è un maestro" ecc, ma in realtà molto spesso questi sono sostegni ad una operazione un po' troppo feticistica, nel senso sopra detto.
Si pensi che perfino Bernard Buffet, con le sue ciofeche, gode di questo rango e viene ricercato in quanto tipico, riconoscibile, noto. Ma ciofeche restano, le sue, e certamente si tratta di investimenti destinati a finir male.
Se poi analizziamo, e senza pregiudizi, eh!, l'acquaforte di Fontana mostrata da Cris, scopriamo che 1) costa come e più dei lavori di maestri assoluti quali Kandinskij, Chagall, Severini. 2) quantità di lavoro no, magari si può sostenere vi sia qualità, ma allorché ci si sofferma troppo su particolari feticistici (strappi, buchi originali, non so) nasce il sospetto che tale aspetto venga a pesare assai. Tanto più che l'interesse verso tale tipo di opera è ristretto ad un numero proporzionalmente assai limitato di persone. Bastanti, tuttavia, per la passione e i denari che ci mettono, a far nascere una specie di moda. Il che significa anche prezzi più alti di quanto dovrebbero essere.
Di moda furono non molto tempo fa Maccari, Gentilini, Greco, Capogrossi e Marino. I primi tre erano certo tra i maestri provenienti dalla prima metà del secolo: ora sono in crollo quasi verticale (io ritengo che Gentilini un po' debba comunque riprendersi). Che cosa è venuto a mancare loro, a prescindere dalla qualità, sennò non la finiamo più? Diciamo che il loro appeal si è consumato: evidentemente non andava al di là del piacevole. Se qualcuno ricorda, ho posto altrove una divisione tra musica del piacere, del consueto, e musica dell'io, del nuovo, del vero. Dove una cosa è l'intento, altro è la riuscita, per cui si può creare una meravigliosa canzone "di consumo", che nel suo ambito è vincente, mentre si può fallire nell'ambito musica-seria e creare una cosa che vale ben poco, pur rivolgendosi alle parti più nobili dell'uomo. Pertanto Maccari ed Emilio Greco si sono appoggiati al fare pittura "piacevole", Gentilini, secondo me, ci ha messo anche un po' di ricerca, Marino ha lavorato come un fanatico su pochi temi privilegiando la ricerca e il dialogo con le verità più nobili, e infatti rimane un nome stimato e ricercato. Resta Capogrossi, che convince Cris ma non me, in quanto ritengo che l'aspetto feticcio legato alla nota riconoscibilità esalti un po' troppo le stime di mercato - che comunque non sono poi così elevate.
Insomma, persino la musica migliore con i secoli si consuma, e se noi ascoltiamo oggi ancora Bach e Beethoven non è certo per gli stessi elementi che colpirono i loro contemporanei, quelli che il ripetuto ascolto ha consumato ad esasperazione, bensì per altri aspetti, quelli che si rivolgevano e si rivolgono agli aspetti più nobili dello spirito di chi ode. In questo senso si usa dire che il tempo è galantuomo. Nell'arte visiva si aggiunge un aspetto di investimento che nella musica è raro e limitato. Per avere un mercato l'opera dovrebbe avere un appeal sempre attuale (come le incisioni di Rembrandt). Per valutarlo, e dico banalità, occorrerebbe sollevarsi ben al di sopra del quotidiano. E però noto come buona parte dell'arte d'oggi proprio al quotidiano, alla cronaca, faccia riferimento (Street Art, Pop Art ecc). Non mi sembra un buon viatico per le quotazioni future.