Aste

Alla base se volete la compriamo in gruppo se c'è un po' di gente, non è propriamente una cosa che mi interessa troppo, ma un paio le posso pure prendere da regalare :D
Ti ringrazio ma declino. Personalmente Lanskoy non mi interessa abbastanza, l'avevo segnalato per Red perché so che a lui piace molto. Certo che 20 litografie sono tante....
Facciamo così, se siamo almeno in 5 a dividercele ci sto...
 
La vedo poco fattibile, andrebbe preso alla base (se non faccio male i conti sono 861 euro) e l'affare si farebbe in 6/7, che non ci arriviamo nemmeno se mettiamo insieme tutti i partecipanti del forum ;)
 
Comunque in questa asta ho visto lo zampino di qualche esponente del forum :fiu:


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Quanto scrivi nel post precedente tocca un tasto per me assai sensibile. Come è possibile che in Italia esistano decine di aste che propongono e vendono i vari - non faccio nomi - contemporanei legati, i più, a una trovatina, ad un effetto, al quasi nulla, e peraltro autentici grandi di cent'anni fa stentino in modo assoluto a trovare aste e mercato? Non parlo dei più noti Renoir, Cézanne Picasso ecc.Parlo dei grandi di "seconda-quasi-prima linea", artisti come Luce, Renouard, Lunois, lo stesso Denis, Steinlen, Villon e insomma tutti coloro che hanno fatto grande la Belle Epoque parigina, ma anche quella di Monaco e Vienna, se appunto non parliamo dei soliti 3 o 4 giganti. Che poi, anche questi ultimi, in quale caspita di asta italiana li puoi vendere decentemente?
Certo che la cosa mi tocca, ho raccolto centinaia di pezzi preziosi in tutti i sensi, compresi Goya, Dal Molin, Knopff, Bécat ecc., che hanno la sola colpa di appartenere ad un gusto non, intendiamoci, passato, perché chi li vede li apprezza e come, ma semplicemente non toccato da interessi mercantili secondari, tristi e subculturali: interessi di vendite televisive, gallerie che sarebbe meglio esplodessero perché, con tutto il rispetto, non distinguono Faccincani da Abel Pann, Klinger da Manaresi, ma vendono gli italiani recenti perché far conoscere gli altri è uno sforzo, specularci sopra un'impresa. E il mercato, di riflesso, li segue.
Così sto organizzando il "viaggio a Firenze da Gonnelli", che pare l'unica casa d'aste capace di raccogliere i frutti dorati di un passato anche relativamente recente e porgerli ad una clientela abbastanza vasta.
Questo non è un lamento. E' un'accusa.

(v. Anche post inserito nel 3d degli album Belle Epoque)

Quanto alle riviste francesi, ricordo che un motivo di pubblicare grafica in riviste o album era in quel paese la notevolmente minore tassazione rispetto all'edizione d'arte pura (litografie ecc.). Un po' come i mirabolanti gadgets allegati alle riviste in edicola oggi.

A proposito del disfarsi di grafiche ecc., io sono dell'opinione, un po' mercantile, che quando tutti vogliono e comprano qualcosa è bene dargliela. Nel contempo, si può comprare qualcosa di provvisoriamente trascurato. Può così succedere di scambiare, per dire, una lito di Omiccioli o Tamburi per 5/6 acqueforti di Renouard, o una di Denis, ecc. (questo ovviamente dovendo comunque considerare le preferenze personali)
Almeno, io mi diverto così: come diceva @mantegna, le occasioni ci sono sempre, e, io aggiungo, le occasioni inverse, di cedere bene la roba che si possiede, sono invece assai più rare :-x

In questo senso, avere interessi per più periodi, stili e tecniche può essere un grosso vantaggio.
 

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