Ciao Heimat, è un piacere ri-sentirti...la penserei come te, se fossi un Collezionista, quello che mi infastidisce è il "finto stupore" dei sepolcri imbiancati e la, secondo me, malafede piuttosto evidente a fronte di scandali che si susseguono...ma com'è stato possibile arrivare a questo punto?...È un fenomeno principalmente Italiano o è diffuso nel mondo?...E, visto che un po' ci conosciamo, ...secondo te in percentuale quant'è sono, in Italia, le Gallerie serie?...e come fa ad orientarsi un neo Collezionista??
Fino a poco meno di 100 anni fa l'arte aveva un capitale: un capitale di credibilità e di valori.
Non che mancassero frodi, falsi e quant'altro. Ma tutto il sistema convergeva nel far capo alle gallerie più serie, nell'assumere responsabilità, nel promuovere valori. Questo, bene o male (ripeto. bene o
male) contribuiva a mantenere il detto capitale.
Come avviene nelle grandi famiglie, i discendenti si impegnarono ad erodere detto capitale: o promuovendo una pittura più o meno consciamente permeata di dadaismo, o tirando opere di grafica che di grafica originale avevano ormai quasi solo il nome; o moltiplicando queste tirature facili in modo inverosimile (qualcuno profetizzò 40 anni fa: si ritroveranno i magazzini pieni di roba invendibile) e speculando sull'ignoranza altrui; o ancora spingendo un mercato di pittori secondari che mai avrebbero dovuto uscire dai confini del loro paesello. Insomma, quello che era un mondo con dei valori, il capitale del mercato artistico, venne rosicchiato sino a divenire un ectoplasma moribondo.
Ed è logico: quello che piace lo si paga secondo un criterio di decoratività, al massimo aggiungici un po' la ricerca di uno specchio individuale. Tutto quello che si paga in più è legato al fattore "nome", cioè storia individuale, riconoscimento del mondo artistico, ecc ecc. Sul fattore
nome si basa il mercato dell'arte (quindi al di là della semplice funzione decorativa). Se i nomi vengono pompati, artefatti, resi falsificabili con nulla, moltiplicati per usufruire dell'ultimo capitale rimasto al valore artistico, che sarebbe pure legato alla cultura degli individui, ma alla cultura vera, quella che ti dà autonomia di giudizio, si ottiene il risultato finale di asfaltare il monumento. Allora i prezzi vagano come spersi nello spazio, l'unico orientamento possibile sta nell'astenersi (ovvero chiudere gli occhi e tuffarsi sperando che la piscina non sia vuota - quasi sempre lo è
) e sull'asfalto piatto del mercato residuale planano i televenditori con il loro paesano "cra-cra". Fine della parabola.
(Comunque tutto ciò non nacque affatto in Italia, ma questa è altra questione. In italia prese la particolare forma che conosciamo.)