Nella grafica antica il problema dei margini non esiste, ne basta mezzo millimetro, l'incisione è buona e nessuno mette in dubbio la grandezza di Durer, Tiepolo o Piranesi per fare qualche esempio.
Autori che si nobilitavano da sè mentre gli autori contemporanei hanno bisogno di saggi critici, mostre, aste, altrimenti non ne conosceremmo la grandezza (un limite nostro, ne sono sicuro
).
Se aderissimo, come dovremmo, ad una visione radicale dell'arte dovremmo applicare lo stesso ragionamento anche ai nostri autori. Così non è.
Poichè però il mondo in cui viviamo è questo e non un altro allora dobbiamo sapere che la corrispondenza dei margini alle edizioni originali, e la loro integrità, è requisito imprescindibile per preservare il valore economico delle opere.
Magari la visione dell'arte in questione non è poi così radicale. Basta che sia ignota la dimensione originale del foglio in cui fu stampata la nostra grafica ... e con tutte le edizioni fatte in casa che ci sono, vattelapesca a sapere quali dimensioni avrebbe dovuto avere il nostro foglio.
In gennaio, mi pare, ho "salvato" un'incisione di Zorn. Incorniciata. Non posso sapere se conserva le dimensioni originali, ma vale quasi uguale se possiede, come si usa scrivere, "ampi margini". Questa non è una mia fantasia, è mercato. Zorn è autore di cent'anni fa, mica del 500. Senza contare che in tempi meno fighetti capitava di non poter utilizzare fogli della stessa dimensione per tutta un'edizione. La dimensione originale del foglio è certa e dogmatizzabile solo dal secondo dopoguerra. Che il mercato ne faccia un feticcio, non lo nego. Però il mercato non è un dio eterno e infallibile, è semplicemente un padrone capriccioso, volubile quanto arcigno, che talora impone comportamenti che lui stesso si premurerà in seguito di definire assurdi.
A metà Ottocento gli artisti stessi fecero in modo da impreziosire alcuni fogli delle loro edizioni, vuoi firmando a matita, vuoi con le remarques, vuoi con l'uso di carte più pregiate (come nelle numerazioni romane). Si creò una forma di collezionismo maniacale puntando sui lati più infantili della gente. Più che la bellezza contava la rarità, l'eccezionalità, che in qualche modo possono avere un valore storico, testimoniando di stadi diversi dell'opera. Il pregio di un bordo bianco di 15 cm rispetto a quello di 10 cm sta tutto nel fatto che, alla bisogna, il primo si può tagliare in maggior misura, una specie di assicurazione contro le disgrazie.
Mi pare che qui ci si renda conto del fatto che certi requisiti sono soprattutto una pretesa esagerata del mondo odierno e quasi nulla più. Io non è che intenda lanciare una crociata contro queste maniacalità, ma siccome non ho per nulla l'animo del collezionista ossessivo faccio notare che su questi punti si esagera. Cioè, se diventa più importante dell'opera la macchietta gialla a 7 cm dal disegno che il disegno stesso (la "lastra") significa che l'aspetto feticistico ha travolto quello artistico.. Significa che al bambino svantaggiato che a fatica riesce per la prima volta in vita sua a chiedere l'acqua dicendo stentatamente "A -- cqu -- a", io subito gli dò una pappina sui denti intimandogli "Si dice:
per piacere". Cioè, già di arte buona ce n'è poca, se poi la voglio solo in frac e fifì e mai in canottiera, sarà anche più elegante, ma questa esclusività va a solo vantaggio di chi i frac li produce. E' come se tu, che stai leggendo, se per caso non eri il primo della classe, allora dovevi andare a sudare in miniera, per quanto geniaccio pronto a ben altro tu potessi essere.
Poi, ora svelo una grande verità:: l'opera in perfette condizioni non esiste, tutte sono state (oddiosanto) maneggiate, persino quelle mai uscite dai magazzini. Palpeggiate durante la stampa, prese in mano per un controllo, anche se ben nascoste nelle capaci cartelle degli onnivori, le opere su carta cominciano presto a morire. Rispetto agli uomini sono solo un po' più longeve.
Quindi, ricetta (recipe): una settimana da passare negli atelier dove si stampa grafica, un'altra dove si tirano le tele sui telai, una terza in un laboratorio di restauro (per es. la famosa
Oficina delle teste dure - o erano
pietre?
Perché, il mercato siamo noi. Mica i telerivenditori.
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