Attenzione io ho fatto riferimento a grafica pubblicata, se sul catalogo ragionato c'è scritto x centimetri e tu hai un'altra dimensione può anche trattarsi di un falso ben fatto per quello collezionisticamente vale poco o nulla.
Cosi come edizioni che da catalogo prevedono il timbro a secco e su quella che ti propongono non c'è...qualche dubbio viene.
Discorso che vale per chi ha interesse collezionistico, a chi non interessa la prende cosi com'è e se la tiene...avevo scritto anche questo e a me va benissimo come ragionamento s eimpostato in quel modo.
Un conoscente ha un Pistoletto anni 70' completamente scolorito, mi dice "l'ho pagato solo 5k". Benissimo perchè media aste e gallerie quel soggetto si vende sugli 8-10K€ ma per me non vale nulla perchè se vai da Pistoletto per fartelo autenticare ti dice che lui una porcheria sbiadita cosi non l'ha mai fatta e te lo tira in testa. E questo caso specifico te lo posso mettere per iscritto. Un collezionista dovrebbe ragionare sempre su qualità e condizioni chiaramente facendo anche eccezioni se l'opera lo richiede (ad esempio un edizione di Severini del 1918 in 30 esemplari con un difettuccio...è rara, ok la si prende). Se poi lo si bolla come un modo "snob" di ragionare, può anche darsi ma funziona cosi che piaccia o meno. Ricordiamo però sempre che stiamo ragionando, valutando e magari acquistando degli oggetti che "si presume" abbiano un valore collezionistico quindi non un divano Ikea o un occhiale da sole.
Sul fatto che c'è troppa roba in giro ti dico: SI. Secondo me chi è attento si è anche stufato di sentire mille proposte mediocri tipo le aste con cataloghi chilometrici e vuole qualcosa bello e tenuto bene per cui è costretto a selezionare. Ce n'è tanta e chiaramente visto che sono opere multiple se uno può scegliere tra una ritagliata e macchiata ed una pulita prende quella pulita ma questo lo farebbe chiunque perchè è logico non perchè è un maniaco o un disturbato.
Qui però
@baleng inizierebbe un discorso infinito dove ideologicamente perdiamo (metaforicamente) tutti compresi io e te. Perchè a quel punto se è solo fruizione di immagine, prendiamo una bella foto di un quadro da internet la stampiamo in buona qualità, la incorniciamo e la appendiamo ma non è cosi. Quella però è una visione nichilistica che non regge.
Guarda, chiarisco per chi legge la mia stima nei tuoi confronti come mercante, di cui apprezzo onestà, buona fede e desiderio di migliorare. Pertanto escludo che la tua visione sia condizionata dal fatto che tu sei un mercante.
Però qui discutiamo di idee, e ognuno esprime un punto di vista. Quello che mi interessava di più era il discorso sui margini dalla carta. Lì, escludendo ovviamente il discorso del possibile falso (ma se uno vuol fare un falso, vuoi che sbagli proprio sul punto più facile, cioè non usare una carta delle dimensioni originali?)
occorre ammettere che per le stampe antiche un margine piccolo riduce il valore economico,
ma non lo distrugge. Chiaro che una stampa moderna ne risente di più, essendoci meno giustificazioni per la limitazione. Però qui siamo nel campo delle manie collezionistiche, che secondo me nascono da fissazioni individuali e vengono sapientemente coltivate dal mondo mercantile.
Se tu vai a vendere un Rembrandt a un negoziante, ti dirà "Eh, ma qui c'è una pieghetta sul bordo carta, così vale un quarto". Salvo poi descriverlo in questo modo nel suo catalogo: "Ottimo stato, tranne insignificante pieghetta nel bordo inferiore"
Quanto alla fruizione di immagine, se mi parli di riprodurre le opere mischi patate e bulloni. Io parlavo della stessa identica opera, esempio una acquaforte di Chagall per le Favole di La Fontaine, di cui esistono esemplari firmati a bordo largo e non firmati a bordo piccolo. Ma, ammetterai che la parte dell'immagine è la stessa, identica. Tutto il resto entra nel reparto "manie collezionistiche", di cui né io né te siamo scevri, per carità, mica mi tiro fuori. Però una parte di me non è d'accordo. E aggiungo che tra i pittori, gli artisti, questa maniacalità è oggetto di scherno, beffe e quant'altro.
Ricordo ancora una volta Munch, che stendeva i suoi quadri sotto la neve perché il tempo li segnasse.
Sono il primo che al tempo in cui vendevo rischiavo di perdere i clienti perché quando tenevano in mano una grafica come fosse un giornale, imprimendo così due profonde incancellabili pieghe, saltavo su come un cavallo imbizzarrito, strappando loro di mano il pezzo, per poi spiegare che anche la carta è un oggetto (da rispettare). Ma genuflettersi sull'altare delle "perfette condizioni" corrisponde al comprare i Monet e ficcarli in cassaforte.
Comunque, sul 3d Aste siamo OT