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Aviaria, H5N1 è arrivato in Africa, caso in Nigeria
ABUJA/MILANO (Reuters) - L'influenza aviaria ha fatto la sua comparsa per la prima volta in Africa, dopo che un test di laboratorio realizzato in Italia ha mostrato che il virus presente in campioni di pollame morto in Nigeria è il ceppo dell'H5N1 che può uccidere anche essere umani.
Lo ha detto oggi l'Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie).
"Il laboratorio di riferimento dell'Oie/Fao per l'influenza aviaria a Padova ha identificato il virus come il H5N1, altamente patogeno", ha detto l'Oie in un comunicato. I sospetti sull'influenza aviaria erano sorti dopo la morte di migliaia di uccelli negli ultimi giorni nella Nigeria settentrionale.
Sono in corso ulteriori esami per stabilire quanto sia simile ai ceppi dell'H5N1 noti attualmente, aggiunge il comunicato dell'Oie, che ha sede a Parigi.
La Nigeria ucciderà tutti i polli sospettati di avere contratto il virus dell'H5N1 e metterà in quarantena gli allevamenti coinvolti, pagando compensazioni ai proprietari, ha detto oggi il ministro dell'Agricoltura Adamu Bello dopo avere appreso l'esito dei test.
"Il ceppo H5N1 individuato in Nigeria è altamente patogeno e simile a quelli già isolati in Mongolia e Siberia", ha detto Laura Pulici, portavoce dell'istituto zooprofilattico di Padova.
Un'epidemia potrebbe avere effetti devastanti in Nigeria, la nazione più popolosa dell'Africa, dove milioni di persone tengono il pollame nei loro cortili.
Il ceppo mortale dell'H5N1 non era ancora stato trovato in precedenza in Africa, nonostante il continente abbia altri ceppi.
L'epidemia ha colpito degli uccelli in gabbia nel villaggio di Jaji nello stato di Kaduna nel nord del paese, ha detto l'Oie.
Il ministro della Salute italiano Francesco Storace in un comunicato ha sottolineato il ruolo centrale del laboratorio italiano di Legnaro, in provincia di Padova, dove si sono svolti i test sui campioni nigeriani.
"E' significativo - ha detto il ministro nella nota - che il virus sia stato isolato dal Centro di referenza di Legnaro, al quale era stata chiesta una consulenza. E' la conferma dell'ottimo lavoro svolto dall'Istituto Zooprofilattico di Legnaro, che è anche centro di referenza per l'Oie che, soprattutto in tema di influenza aviaria, rappresenta un punto di riferimento non solo per il nostro Paese, ma anche per il resto del mondo".
ANSA) - ROMA, 8 feb - Il virus e' stato isolato in polli provenienti da un allevamento in Nigeria, a Kaduna . ''E' un allevamento intensivo - ha osservato Ilaria Capua - nel quale si era osservata una mortalita' significativa''.
I campioni sono stati inviati in Italia, nel laboratorio di Legnaro, grazie al progetto di collaborazione avviato tra il centro italiano e la FAO, il Training and cooperation programme, nato per sviluppare le tecniche per la diagnosi dell'influenza aviaria in Europa dell'Est, Medio Oriente e Africa.
''Grazie a questa collaborazione - ha rilevato la virologa - si e' creata l'opportunita' di andare piu' a fondo e quando ai nostri esperti sono stati descritti i sintomi osservati nell'allevamento nigeriano e' scattato il sospetto e ci sono stati spediti i campioni''.
Che cosa potrebbe succedere adesso che il virus si e' cosi' avvicinato ed ha raggiunto un continente nel quale non ci sono strutture adeguate come quelle dei Paesi industrializzati? ''Dobbiamo innanzitutto capire quanto il virus e' diffuso effettivamente'', ha detto Capua. ''Certamente - ha aggiunto - le condizioni dello sviluppo e delle infrastrutture veterinarie in Nigeria sono molto diverse da quelle europee. Ma prima di sbilanciarsi bisogna analizzare meglio la situazione, ci auguriamo di avere altri campioni provenienti dai Paesi confinanti con la Nigeria''.
Uno dei problemi, adesso, e' capire quali Paesi africani avranno i mezzi e le competenze per adottare contromisure efficaci. ''Da tempo la FAO ha cominciato a organizzare in Africa workshop nei quali ha portato esperti per diffondere conoscenze e fare attivita' di formazione per colleghi che non hanno a disposizione gli strumenti che abbiamo in Europa''. Naturalmente, ha detto ancora, ''non si puo' generalizzare. Alcuni Paesi africani sono piu' attrezzati di altri e la Nigeria e' uno di questi, tanto che nelle schede che accompagnavano i campioni era stato fatto un buon lavoro e i ricercatori che avevano analizzato i campioni sul posto erano quasi arrivati alla diagnosi''.
Nel frattempo, rende noto la rete internazionale della Societa' internazionale di malattie infettive, le fattorie del Nord della Nigeria hanno cominciato a bruciare migliaia di polli e si stima che siano fra 10.000 e 15.000 i polli distrutti finora.(ANSA).
ABUJA/MILANO (Reuters) - L'influenza aviaria ha fatto la sua comparsa per la prima volta in Africa, dopo che un test di laboratorio realizzato in Italia ha mostrato che il virus presente in campioni di pollame morto in Nigeria è il ceppo dell'H5N1 che può uccidere anche essere umani.
Lo ha detto oggi l'Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie).
"Il laboratorio di riferimento dell'Oie/Fao per l'influenza aviaria a Padova ha identificato il virus come il H5N1, altamente patogeno", ha detto l'Oie in un comunicato. I sospetti sull'influenza aviaria erano sorti dopo la morte di migliaia di uccelli negli ultimi giorni nella Nigeria settentrionale.
Sono in corso ulteriori esami per stabilire quanto sia simile ai ceppi dell'H5N1 noti attualmente, aggiunge il comunicato dell'Oie, che ha sede a Parigi.
La Nigeria ucciderà tutti i polli sospettati di avere contratto il virus dell'H5N1 e metterà in quarantena gli allevamenti coinvolti, pagando compensazioni ai proprietari, ha detto oggi il ministro dell'Agricoltura Adamu Bello dopo avere appreso l'esito dei test.
"Il ceppo H5N1 individuato in Nigeria è altamente patogeno e simile a quelli già isolati in Mongolia e Siberia", ha detto Laura Pulici, portavoce dell'istituto zooprofilattico di Padova.
Un'epidemia potrebbe avere effetti devastanti in Nigeria, la nazione più popolosa dell'Africa, dove milioni di persone tengono il pollame nei loro cortili.
Il ceppo mortale dell'H5N1 non era ancora stato trovato in precedenza in Africa, nonostante il continente abbia altri ceppi.
L'epidemia ha colpito degli uccelli in gabbia nel villaggio di Jaji nello stato di Kaduna nel nord del paese, ha detto l'Oie.
Il ministro della Salute italiano Francesco Storace in un comunicato ha sottolineato il ruolo centrale del laboratorio italiano di Legnaro, in provincia di Padova, dove si sono svolti i test sui campioni nigeriani.
"E' significativo - ha detto il ministro nella nota - che il virus sia stato isolato dal Centro di referenza di Legnaro, al quale era stata chiesta una consulenza. E' la conferma dell'ottimo lavoro svolto dall'Istituto Zooprofilattico di Legnaro, che è anche centro di referenza per l'Oie che, soprattutto in tema di influenza aviaria, rappresenta un punto di riferimento non solo per il nostro Paese, ma anche per il resto del mondo".
ANSA) - ROMA, 8 feb - Il virus e' stato isolato in polli provenienti da un allevamento in Nigeria, a Kaduna . ''E' un allevamento intensivo - ha osservato Ilaria Capua - nel quale si era osservata una mortalita' significativa''.
I campioni sono stati inviati in Italia, nel laboratorio di Legnaro, grazie al progetto di collaborazione avviato tra il centro italiano e la FAO, il Training and cooperation programme, nato per sviluppare le tecniche per la diagnosi dell'influenza aviaria in Europa dell'Est, Medio Oriente e Africa.
''Grazie a questa collaborazione - ha rilevato la virologa - si e' creata l'opportunita' di andare piu' a fondo e quando ai nostri esperti sono stati descritti i sintomi osservati nell'allevamento nigeriano e' scattato il sospetto e ci sono stati spediti i campioni''.
Che cosa potrebbe succedere adesso che il virus si e' cosi' avvicinato ed ha raggiunto un continente nel quale non ci sono strutture adeguate come quelle dei Paesi industrializzati? ''Dobbiamo innanzitutto capire quanto il virus e' diffuso effettivamente'', ha detto Capua. ''Certamente - ha aggiunto - le condizioni dello sviluppo e delle infrastrutture veterinarie in Nigeria sono molto diverse da quelle europee. Ma prima di sbilanciarsi bisogna analizzare meglio la situazione, ci auguriamo di avere altri campioni provenienti dai Paesi confinanti con la Nigeria''.
Uno dei problemi, adesso, e' capire quali Paesi africani avranno i mezzi e le competenze per adottare contromisure efficaci. ''Da tempo la FAO ha cominciato a organizzare in Africa workshop nei quali ha portato esperti per diffondere conoscenze e fare attivita' di formazione per colleghi che non hanno a disposizione gli strumenti che abbiamo in Europa''. Naturalmente, ha detto ancora, ''non si puo' generalizzare. Alcuni Paesi africani sono piu' attrezzati di altri e la Nigeria e' uno di questi, tanto che nelle schede che accompagnavano i campioni era stato fatto un buon lavoro e i ricercatori che avevano analizzato i campioni sul posto erano quasi arrivati alla diagnosi''.
Nel frattempo, rende noto la rete internazionale della Societa' internazionale di malattie infettive, le fattorie del Nord della Nigeria hanno cominciato a bruciare migliaia di polli e si stima che siano fra 10.000 e 15.000 i polli distrutti finora.(ANSA).