Fir, le domande evase salgono a 113 mila Via agli indennizzi sopra i 50 mila euro
Parte la valutazione delle richieste ordinarie. E tutti vogliono entrare nel Fir
- Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
- 14 Nov 2021
VENEZIA (g.f.) Ex popolari, Consap la società del Tesoro che gestisce il Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) da 1.575 milioni per i possessori di titoli delle banche liquidate, fra cui Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ha già evaso 113 mila istanze sulle 144 mila totali, per un importo superiore ai 700 milioni. Lo comunica il presidente della commissione Bilancio del Senato, Daniele Pesco (M5s), secondo cui «le 113 mila istanze sono il 90% degli indennizzi da regime forfettario e il 78% delle totali pervenute. Inoltre i primi bonifici superiori ai 50mila euro, per 70 milioni, sono già stati disposti da Consap: saranno effettuati la prossima settimana».
Ma nel balletto dei giudizi sull’efficienza della macchina, la segnalazione di un ritardo sul cronoprogramma indicato all’inizio della procedura giunge dalle associazioni «Noi che credevamo nella Bpvi» e «don Enrico Torta». Diversamente, una relativa soddisfazione per il lavoro svolto fino ad oggi prodi viene dal comitato «Ezzelino da Onara», guidato da Patrizio Miatello.
Sulla celerità dei rimborsi s’inserisce una criticità che pare tuttavia risolta nei giorni scorsi. La legge del Fir prevede che prima fossero liquidati i rimborsi forfettari sotto i 50 mila euro. Ma molte sono le domande con errori da sanare, che ha bloccato la coorte di richiedenti in attesa. Inciampo superato. La commissione Tecnica del ministero dell’Economia, la scorsa settimana, secondo quanto appreso, avrebbe dato il via ai bonifici superiori ai 50 mila euro. E in questi giorni poi paiono iniziate le valutazioni anche delle richieste «ordinarie», le circa 20 mila pratiche presentate da chi abbia redditi e patrimoni più alti rispetto ai tetti del forfettario, sulle quali siano necessari accertamenti puntuali. «Non mi stupirei – sostiene tuttavia Andrea Arman, del coordinamento ‘don Torta’ – se fra un anno non fossero ancora stati evasi tutti i dossier».
Sullo sfondo, si profila poi una minaccia per le risorse del Fir che pochi giorni fa ha preso la forma di una petizione alle Camere a firma M5s. Chiede che gli obbligazionisti della Deiulemar, compagnia di navigazione di Torre del Greco (Napoli), fallita nel 2012 e in cui quasi 13 mila persone avevano investito oltre 720 milioni possano attingere anch’essi al Fondo. «Sappiamo che nella ‘Milleproroghe’ può andar dentro tutto la sera prima – chiude Arman – e in questo dai parlamentari veneti, a parte rare eccezioni, giunge solo indifferenza». «Se vogliono, anche per Popolare di Bari, lo devono fare aumentando la cifra a disposizione del Fir, oltre i 1.575 milioni per i risparmiatori delle banche liquidate, che hanno solo questo - dice da Ferrara Milena Zaggia, del Movimento risparmiatori traditi -. Chiediamo ad alta voce il piano di riparto, suddividendo i residui per alzare la quota del 30% a chi ha avuto accesso al Fir».
A ritenere inaccettabile una simile ipotesi è il deputato vicentino Pierantonio Zanettin (Fi), che fa presente come i fondi Fir «sono stati appositamente stanziati nella legge di Bilancio 2019 solo per far fronte alle liquidazioni di Carife, Etruria, Banca delle Marche, Carichieti, Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Le risorse vengono dai conti dormienti delle banche; e Deiulemar, fino a prova contraria, era una società di navigazione».