Fondo banche, c’è il primo decreto Niente modifiche dopo i rilievi Ue
Pronta la bozza su chi accederà e sui rimborsi. Osservazioni entro lunedì, poi il varo
Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)15 Feb 2019Federico Nicoletti
VENEZIA Fondo banche, il governo presenta il primo decreto attuativo per avviare gli indennizzi. Che non modifica lo schema di risarcimento generalizzato del 30% del valore d’acquisto, con tetto di centomila euro (il 95% per le obbligazioni subordinate estranee al Fondo di solidarietà), verso tutti gli azionisti-risparmiatori che hanno subito un «pregiudizio ingiusto» «in ragione delle violazioni massive degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza». Ma non mancano i dubbi sui problemi legati alla dimostrazione concreta della «violazione massiva».
Di certo c’è che, alla prima verifica dei fatti, il Fondo d’indennizzo risparmiatori, che riguarda i soci Bpvi e Veneto Banca e delle altre quattro banche risolte, fa un o passo avanti. Secondo la linea già tracciata. «Alla faccia di chi aveva detto che sabato a Vicenza c’era stata una passerella politica», gongola Luigi Ugone, leader di «Noi che credevamo nella Bpvi», che aveva portato all’assemblea al palasport i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Ieri al ministero dell’Economia il vertice tra i sottosegretari Alessio Villarosa e Massimo Bitonci e le associazioni dei risparmiatori. Sul tavolo le nove pagine e i dieci articoli del primo decreto attuativo, che disciplina chi ha diritto di accedere al fondo, i documenti da produrre e la formula di rimborso. Al primo decreto dovrà seguirne un secondo, entro 45 giorni, che istituirà la commissione dei nove che valuterà le domande di risarcimento. Scatteranno dalla pubblicazione di questo i sei mesi per presentare le domande per i rimborsi, che a questo punto, si dovrebbero vedere a settembre.
«L’incontro con i risparmiatori è andato molto bene», sostiene Bitonci. «Entro lunedì i risparmiatori ci invieranno ulteriori osservazioni; una volta acquisite potremo firmare il decreto», ha aggiunto Villarosa, che ha parlato di «incontro disteso, in cui la bozza ha incontrato nelle sue linee generali il favore dei presenti». Di certo il decreto ha confermato l’impianto del Fondo accolto nella Finanziaria. Mentre le richieste di chiarimento nella lettera del 29 gennaio giunta da Bruxelles non hanno prodotto modifiche. «Non c’è alcun blocco dell’Europa perché non c’è un atto formale. E la lettera di risposta che il governo invierà non incide sul processo», ha aggiunto Villarosa, sostenendo che non ci sono procedure formali aperte. Ma se poi arrivasse, una procedura d’infrazione bloccherebbe la legge di rimborso? No ha sostenuto deciso Villarosa.
Secondo il decreto, ammessi al risarcimento sono i risparmiatori, ovvero le persone fisiche, gli imprenditori individuali, anche agricoli e i coltivatori diretti, o i loro eredi, le organizzazioni di volontariato e le microimprese sotto i 10 addetti e i 2 milioni di ricavi. Esclusi controparti qualificate e clienti professionali e chi abbia avuto responsabilità di gestione nelle banche dal 1. gennaio 2007, come membro di cda, collegi sindacali e organi di controllo e revisione, amministratori delegati, direttori generali e vicedirettori generali e «i parenti e affini di primo e secondo grado». Nella domanda, prioritariamente per via informatica, si dovranno indicare tra l’altro la quantità dei titoli acquistati, data e copie degli atti d’acquisto. Le eventuali certificazioni Isee sotto i 35 mila euro nel 2018, visto che queste domande saranno liquidate in via prioritaria. E ancora se si sono già ricevuti indennizzi, come l’offerta di transazione delle due banche, che verranno detratte. Ancora da aggiungere, specifica la bozza di decreto, «copia di eventuale documentazione bancaria o amministrativa (Acf o autorità di vigilanza) o giudiziale idonea a comprovare violazioni massive del Tuf che hanno causato il danno ingiusto ai risparmiatori».
«In positivo la bozza riammette anche chi le azioni le aveva acquistate da altre banche. Noi vogliamo iniziare. Poi ci sarà tempo per migliorare, a partire dalla rivalutazione per i soci di vecchia data ma anche per la battaglia per avere il 100% di rimborso», sostiene Barbara Puschiasis, dell’associazione friulana Consumatori attivi. Ma non mancano ulteriori problemi. «Chi aveva acquistato obbligazioni subordinate poi trasformate in azioni sarà risarcito al 30% e non al 95%. E poi c’è la mancata rivalutazione dei prezzi per i risparmiatori storici. Ci è stato detto che la Finanziaria non lo prevede e che il decreto non può risolvere il nodo. In realtà si era usata questa soluzione con i decreti attuativi del fondo Baretta», sostiene Franco Conte del Codacons. «La domanda di accesso doveva essere semplice ma non è così. E resta il dubbio di come i risparmiatori, al di fuori degli aumenti di capitale 2012-’14, potranno dimostrare la violazione massiva», sostiene Patrizio Miatello dell’associazione Ezzelino. Tutte voci schierate in maniera critica sulla versione del Fondo accolta in Finanziaria. «Si tratta di risolvere alcune disarmonie nella legge - sostiene sul fronte opposto Andrea Arman, del Coordinamento don Torta che invece aveva ispirato la svolta -. A dimostrare la violazione massiva basteranno in generale i documenti di Consob e Bankitalia e della commissione parlamentare, che fanno evitare i giudizi singoli. Si tratta di lavorarci sopra».
Miatello Dubbi su come si dimostrano le violazioni
Arman Basteranno i documenti Consob e Bankitalia