Azioni e indennizzi, nuovo intoppo
Calvetti diffida il governo: «Nessun bonifico da settimane». Replica il Fir: banche in difficoltà per il Covid
- Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
- 18 Nov 2020
- Gianni Favero
Gli indennizzi per i risparmiatori danneggiati dai default delle ex banche popolari venete, ma non solo, vanno a rilento, anzi, per alcune associazioni si sono fermati del tutto. I responsabili del Fir, dal canto loro, replicano che le operazioni si stanno svolgendo con la massima celerità possibile e che se qualcosa va a rilento, questo deve essere attribuito alle difficoltà degli istituti di credito, decimati nel personale dal Covid, nel trasmettere nei tempi indicati le integrazioni che vengono richieste dalla Commissione liquidatrice.
Nel sempre complicato scenario dei ristori destinati alle migliaia di soggetti che si sono contatto attraverso il portale Fir. È di ogni evidenza che tale silenzio manifesta un chiaro inadempimento di tutte le istituzioni deputate all’organizzazione e all’esecuzione del programma di liquidazione degli indennizzi, sancito da una legge dello Stato».
Un quadro simile è quello rilevato anche da «Noi che credevamo nella Bpvi», associazione guidata da Luigi Ugone il quale, attraverso il consueto videomessaggio, sollecita gli associati a inviare in massa proteste al ministero via e-mail, per generare «una pressione di fronte alla quale non si possa rimanere indifferenti». «Fino a una ventina di giorni fa arrivavano richieste di integrazione delle domande presentate – si accoda Matteo Moschini, avvocato di riferimento del Movimento per la difesa del consumatore – ma ora, da settimane, è come se gli interlocutori del Fir fossero spariti. Ho cercato di ottenere informazioni ma nessuna spiegazione accettabile, per giustificare questo apparente congelamento dell’attività, mi è stata fornita. Sto anch’io preparando una diffida da inviare al capo del governo e al sottosegretario al Mef, Alessio Villarosa».
Ma dal Fir, intanto, giungono rassicurazioni e spiegazioni. La commissione incaricata di valutare la documentazione per poter liquidare le spettanze, viene confermato, opera regolarmente, gestendo un numero quotidiano costante di pratiche. E se le richieste di integrazioni possono risultare rallentate, c’è una ragione tecnica precisa: la riposta che le banche devono fornire ai quesiti della commissione, infatti, non può pervenire oltre i 30 giorni, a pena di decadenza dell’intero dossier. Data la situazione di affanno di vari istituti di credito, a causa dello smart working indotto dalla pandemia, si è scelto perciò di inviare alle sedi bancarie le domande di ulteriore documentazione in modo mirato e con molta prudenza. Un po’ alla volta, dunque, in funzione delle capacità di risposta dell’istituto, proprio per non rischiare di azzerare l’iter fino compiuto dalle pratiche per l’ indennizzo.