Azione legale titoli Popolare di Vicenza e Veneto Banca (2 lettori)

Gallo Cedrone

Forumer storico
Scusatemi per la domanda banale, ma dovrei rileggermi mesi e mesi di discussione! Per il secondo binario il limite massimo è sempre 100K?
Grazie :bow:
 

Nadia73

Nuovo forumer
Buongiorno a tutti, a seguito della separazione mi sono ritrovata nel deposito titoli una obbligazione popolare Vicenza 2017 4,6% . Prezzo di carico 64 , importo nominale 1000 euro. Non chiedetemi come sia possibile , ma è intestata a me. Chiedo cortesemente consiglio su come muovermi e cosa poter fare.
 

sandrino

Forumer storico
Buongiorno a tutti, a seguito della separazione mi sono ritrovata nel deposito titoli una obbligazione popolare Vicenza 2017 4,6% . Prezzo di carico 64 , importo nominale 1000 euro. Non chiedetemi come sia possibile , ma è intestata a me. Chiedo cortesemente consiglio su come muovermi e cosa poter fare.

A Nadia pensa a divertirti e goderti la vita
Qui non puoi fare nulla
 

Fabrib

Forumer storico

Fir, i rimborsi salgonoal40% «Ai soci340milioni inpiù» È legge l’aumento del 10% entro ottobre. Ma la soluzione non piace a tutti

  • Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
  • 29 Jun 2023
  • Federico Nicoletti
Ex popolari, è legge l’aumento dal 30 al 40% dei rimborsi Fir. Con il voto di fiducia positivo (100 sì, 74 no), ieri in Senato, al decreto Enti locali, è diventato legge anche l’emendamento inserito e già approvato nel testo giunto blindato dalla Camera, che interessa gli ex soci azzerati delle banche venete. Quello che aumenta dal 30 al 40% del prezzo d’acquisto il rimborso per 120 mila (esclusi gli obbligazionisti e chi ha già avuto il massimo di centomila euro di rimborso) dei 144 mila risparmiatori delle banche liquidate (in Veneto, oltre a Bpvi e Veneto Banca, anche le Bcc Crediveneto e Banca Padovana), già rimborsati con il Fondo indennizzo risparmiatori.
In ballo la soluzione del riparto dei 500 milioni residui del Fir, dopo aver distribuito 1.030 milioni. Richiesta avanzata dai comitati dei risparmiatori, che temevano che i soldi venissero dirottati altrove. La soluzione è in linea con quanto dichiarato a Vicenza, a inizio maggio, dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: «Per gli azionisti potrebbe esserci un’ulteriore distribuzione dal 5 al 10% in più. Potranno essere distribuiti 300-340 milioni. Servirà una modifica normativa».
Quadro confermato con l’emendamento divenuto legge, che ha mandato avanti l’ulteriore distribuzione a 120 mila azionisti già ristorati, senza attendere per il riparto finale la soluzione delle seimila domande respinte e ancora bloccate dai contenziosi (tremila circa per le errate dichiarazioni di reddito, il resto per errori formali). Proprio qui stava il rischio che saltasse tutto, dopo la lettera, la scorsa settimana, delle maggiori associazioni dei consumatori riunite nel Cncu, che chiedevano invece di partire dalla sanatoria proprio per le domande bloccate.
«L’ammonotare è ingente, a spanne circa 340 milioni, non un piatto di lenticchie, con un aumento del 33% - ha ricordato ieri in aula il senatore vicentino Pierantonio Zanettin - se un’azionista ha ricevuto finora mille euro, ora ne riceverà altri 333». Zanettin spinge comunque per una soluzione, entro fine ottobre, quando scadrà la commissione tecnica del Mef, sulle domande al palo: «Si dovrà trovare un modo per consentire di ridiscutere le posizioni, permettendo a chi ne ha i requisiti - chi ha commesso errori più o meno colpevoli ma comunque ha i requisiti - di accedere al fondo, dove rimangono ancora 150 milioni. Qualche idea ce l’abbiamo: la presenteremo al governo. Ma non aveva senso far attendere chi poteva già ricevere l’integrazione».
Per intanto la procedura di ulteriore rimborso dovrebbe andare avanti in maniera più o meno automatica ai già indennizzati entro ottobre. «Dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, chi dovesse aver cambiato l’Iban della banca lo dovrà comunicare entro il 31 luglio: noi manderemo le istruzioni su come procedere - dice Patrizio Miatello, dell’associazione Ezzelino, tra i 17 comitati che hanno spinto per questa soluzione.
Che però non piace a tutti. «Siamo contenti per il 10% in più ai risparmiatori, ma non è l’emendamento che volevamo: così ci sono comunque 200 milioni sottratti al territorio - dice Luigi Ugone, di Noi che credevamo nella Bpvi, che l’8 luglio riunirà gli associati in assemblea al centro sportivo Palladio di Vicenza -. Abbiamo lavorato sette anni per portare a casa un Fir da 1,5 miliardi, qualcuno ci dovrà spiegare questa scelta, compiuta per anticipare i tempi di distribuzione entro ottobre».
Il tema sul tavolo è, insomma, perché fissare il 10% in più. «Non è stata un’indicazione nostra, è venuta dal Mef - dice Milena Zaggia, del Movimento risparmiatori traditi, riferimento nel caso Cariferrara, che a Vicenza aveva posto la domanda a Giorgetti da cui era uscita la risposta sull’ulteriore riparto -. Ma a fine anno torneremo alla carica sulle domande ferme. Di certo non saremo noi a bloccare la possibilità di riprendere in mano quelle scartate per errori formali».
"Zanettin L’ammonta re in più è ingente Per le domande rigettate troveremo una via: i fondi ci sono
 

Fabrib

Forumer storico

Fir, corsa per i ristori al 40% Dieci giorni per il nodo Iban. Riparto, primo ostacolo per chi ha l’cambiato. Zanettin chiede la proroga

  • Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
  • Federico Nicoletti
● Scade il 31 luglio il termine per presentare alla Consap gli estremi dell’Iban, per quei risparmiatori che abbiano già avuto il ristoro del 30% attraverso il Fir e che l’abbiano
Fir, corsa contro il tempo sugli Iban variati per ottenere il 10% in più di rimborso. A disposizione restano dieci giorni su un totale di venti. In ballo c’è la partita per una fetta dei 120 mila soci azzerati delle banche liquidate (in Veneto, oltre a Bpvi e Veneto Banca, anche le Bcc Crediveneto e Banca Padovana) che abbiano già ricevuto il risarcimento del 30% sul prezzo di acquisto delle azioni, e che possono vederlo crescere di un altro 10%, dopo la trasformazione in legge a fine giugno della norma, che attua l’ulteriore distribuzione di 340 milioni dei 500 rimasti nel Fir, dopo il primo miliardo distribuito. Operazione automatica, da chiudere entro ottobre. A meno che nel frattempo non siano cambiati gli estremi dell’Iban del conto corrente a cui appoggiare il secondo bonifico. Oppure che di mezzo non ci sia un beneficiario non censito da Consap, la società che ha gestito i rimborsi, in quanto subentrato a chi ha ricevuto il primo risarcimento per successione, o accordo giudiziale o contrattuale. Il nuovo Iban va comunicato entro il 31 luglio.
Ma come sempre, in questa mastodontica operazione di ristoro, le cose sono più complesse di quanto può apparire. «Abbiamo ricevuto 300 persone in sole due serate», dice Luigi Ugone, leader dell’associazione Noi che credevamo nella Bpvi. E il senatore vicentino di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, in prima linea sulla partita, ha chiesto in un’interrogazione al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di far slittare i termini: «L’aumento al 40% è stato un grande risultato - ha detto ieri - è nostro dovere far sì che quanti ne hanno diritto ne possano usufruire. E gli operatori ci segnalano che la scadenza del 31 luglio, è troppo stretta: la comunicazione è possibile solo dal 14 luglio».
Il diavolo poi si nasconde nei particolari. Ad esempio, secondo le istruzioni Consap, il modulo su cui compiere la comunicazione del nuovo
Iban, nel suo formato Pdf, va scaricato e compilato per via informatica e rispedito per mail; cosa magari non facile per tutti. E poi c’è la partita degli eredi. Già solo questo, con l’atavico timore di sbagliare la domanda, spiega da solo le persone che affollano i recapiti di comitati, associazioni consumatori e legali, per farsi gestire l’invio.
E poi non mancano i trabocchetti. Magari di chi crede di esser a posto e così non è. È il caso, come specificano le istruzioni Consap, di chi magari, dopo il primo pagamento, ha già comunicato il nuovo Iban via Pec; solo che la variazione va spedita via mail ordinaria: chi ha usato la Pec deve rimandare la comunicazione.
E poi c’è l’altro rischio vero: che a forza di fusioni bancarie o di filiali chiuse e conti trasferiti altrove gli estremi siano cambiati senza che il titolare se ne sia accorto. «Nel nostro caso, la questione cambio Iban tocca il 20% dei 600 risparmiatori che abbiamo seguito sul Fir - dice Patrizio Miatello dell’associazione Ezzelino -. Abbiamo riscontrato i casi di conti correnti appoggiati in banche di credito cooperativo che abbiano attuato fusioni, in cui gli estremi sono quasi gli stessi, ma cambia la parte del Cin. O, nel caso di altre banche che hanno accorpato sportelli, a iniziare da Intesa, l’Iban è cambiato, ma il correntista rischia di non accorgersene». La linea suggerita per togliersi i dubbi qui è chiara: « Farsi certificare l’Iban dalla propria banca e confrontarlo con quello usato per il primo rimborso».
E sul fronte dell’operazione Iban s’innesca anche una polemica, da parte di Ugone verso Zanettin: «Chi ha chiesto la modifica delle scadenze che avevamo indicato per tagliare i tempi della fase finale del Fir, dalla primavera 2024 all’ottobre 2023, ora chiede la proroga dei tempi. È il risultato di una politica che non ascolta le associazioni che hanno davvero gli iscritti; e i buchi di questo modo di fare li copriamo noi». La replica di Zanettin è a stretto giro di posta: «Il far presto riguardava il riparto, non i tempi di presentazione degli Iban variati. Su cui il problema dei tempi ristretti, con la richiesta di una proroga, è stata sollevata da tutti gli operatori, dalle associazioni agli avvocati. Ugone, che di associati ne ha tanti, non so come possa stare tranquillo». da allora cambiato. La comunicazione serve per attivare i pagamenti dell’ulteriore 10% stabilito ora per legge. I risparmiatori sono tornati a rivolgersi alle associazioni (nella foto la sede di Noi che credevamo nella Bpvi a Vicenza in questi giorni). E i tempi stretti stanno ora spingendo più parti richiedere una proroga dei termini
 

Fabrib

Forumer storico

Fir, ultimo giorno per comunicare gli Iban variati

Scade domani la possibilità per poter ricevere il 10% di rimborso in più: le trappole da evitare

  • Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
  • 30 Jul 2023
Fir, ultimo giorno per la partita dei nuovi codici Iban. Scade alla mezzanotte di domani, per i soci delle ex banche popolari finite in liquidazione(in Veneto, oltre a Bpvi e Veneto Banca, anche le Bcc Crediveneto e Banca Padovana), il limite per comunicare via mail a Consap, la società del Tesoro che ha gestito la partita dei rimborsi, le coordinate bancarie eventualmente cambiate, rispetto a quelle usate per ottenere il primo bonifico del 30%, e ricevere l’ulteriore 10% di ristoro del Fondo indennizzo risparmiatori. Se per i 120 mila soci azzerati che hanno già ricevuto il primo ristoro, il rimborso sarà automatico entro l’autunno per chi non ha cambiato gli estremi, gli altri dovranno tener ben presente la scadenza, che rischia di esser definitiva.
Nonostante i tempi ristretti - poco più di dieci giorni, visto che le istruzioni e la procedura per la comunicazione sono state attivate il 14 luglio - dopo la trasformazione in legge, a fine giugno, della norma, che attua l’ulteriore distribuzione di 340 milioni dei 500 rimasti nel Fir, all’orizzonte non si vede ancora la possibile proroga dei termini da più parti invocata.
E dunque vale ricordare che la scadenza di domani rigli guarda quanti abbiano cambiato gli estremi dell’Iban. Anche nel caso delle successioni, ovvero di un beneficiario cambiato rispetto al primo bonifico per decesso (qui eredi devono accordarsi su un unico indirizzo Iban da comunicare), o di accordo giudiziale o contrattuale.
Secondo le istruzioni nel sito del Fir, il modulo su cui compiere la comunicazione del nuovo Iban, nel suo formato Pdf, va scaricato dal sito Fir (fondoindennizzorisparmiatori.consap.it), compilato per via informatica e rispedito a l l a ma i l f i r - a z ioni - [email protected]. Lo dovrà fare anche chi avesse già comunicato in passato i nuovi estremi via Pec.
Le associazioni consigliano di non sottovalutare la questione Iban, perché, a forza di fusioni bancarie o filiali chiuse e conti trasferiti altrove, gli estremi possono esser cambiati, senza che per il titolare sia cambiato nulla.
«Meglio non fidarsi della prima risposta che è tutto a posto e farsi certificare l’Iban e confrontarlo con quello usato per il primo bonifico: l’abbiamo fatto per il migliaio di risparmiatori che abbiamo assistito e siamo tranquilli», dice Patrizio Miatello dell’associazione Ezzelino. E «Noi che credevamo nella Bpvi» ha ricevuto oltre 300 persone in due sere nella sede di Vicenza e oltre 400 mail per procedere alla verifica dell’Iban e alla sua comunicazione.
 

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