Ritengo utile per concludere riassumere il mio punto di vista su quanto esposto da Arkimede.
Prima di tutto una importante precisazione.
Tutte le banche con cui opero, ripeto tutte, mi mandano a cadenza regolare comunicazione di allarme per temermi edotto sulla intensa attività truffaldina condotta in danno dei clienti.
Soggetti particolarmente abili e privi di scrupoli escogitano strategie sempre più sofisticate e realistiche per rubare soldi ai correntisti: riescono a utilizzare i canali di contatto usati dagli istituti di credito, si spacciano per loro dipendenti, propongono situazioni molto verosimili e fanno leva sulla buonafede dei clienti per raggiungere il loro scopo disonesto.
Nel caso in esame sappiamo che Binck Milano ha da tempo chiuso e che non esiste più, i suoi dipendenti sono passati a BGSaxo ed ai recapiti di contatto nessuno più risponde, rimandando a BGSaxo. Eppure un sedicente dipendente di "Binck" ha contattato Arkimede proponendo una situazione credibile e sollecitandolo a fare un versamento su un Iban olandese (!!) non si sa con certezza a chi intestato, e che potrebbe anche essere il suo personale del truffatore.
Per rendere ancor più realistica la situazione, gli hanno inviato pure una mail a nome Binck Banca - Succursale Italiana con la classica minaccia circa le conseguenze di un immediato mancato pagamento, al fine di spaventare l'incauto destinatario.
Per altro Arkimede, con scarsa prontitudine, non ha registrato la chiamata, non ha nemmeno chiesto le generalità personali dell'interlocutore e soprattutto non ha effettuato alcun controllo sulla veridicità della situazione! Eppure lo sappiamo: come noto Binck è defunta.
E peggio ancora, qualcuno quì su Forum tiene bordone alla richiesta di "restituzione" avanzata, come lo abbiamo visto.
Avendo preso paura, lo sventurato intenderebbe ora procedere subito al pagamento come gli è stato ordinato: serve aggiungere altro??
Allora:
Binck Banca, quella vera, deve fornire tutti i riscontri indispensabili, in modo inequivocabile, a giustificare la richiesta così come formulata ed a documentare parimenti l'avvenuto accredito della cedola a suo dire non dovuto effettuato all'altra banca.
Ma questo non basta: anche se così fosse andata, non basta aver trasferito erroneamente la cedola all'altra banca, ma occorre dimostrare che la stessa sia affluita effettivamente sul conto corrente di Arkimede (se infatti l'altra banca se la fosse tenuta per un qualsiasi motivo è chiaro che nulla potrebbe essere chiesto al cliente, quindi l'accredito materiale deve essere documentato, circostanze che vedo molto ardua per Binck!)
Per ultimo, posto tutto quanto precede ed esaminato il tenore della comunicazione di Binck con una esplicita "minaccia" indirizzata ad Arkimede, a mio avviso si apre anche la possibilità, per quanto qui ho illustrato, di una controdenuncia per tentata estorsione art 629 CP a carico della stessa qualora non provveda a fornire le più esaustive prove documentali in ordine alla sua asserita pretesa ( Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni)
E adesso aspetto proprio di leggere cos'altro avrebbero il coraggio di ribattermi!!