BRUTTO PERIODO PER I LADRI D'APPARTAMENTO (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Eccolo qui un giornalaio con un bel articolo sul corriere.
Chissà che ritorno avranno ?


Ancora una volta la Banca centrale europea salva l’Italia dalla minaccia dell’asfissia finanziaria,
quindi di un programma eterodiretto in stile Troika, e l’euro dal rischio di finire in frantumi.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Sapete che l’Italia ha il dubbio onore di avere un proprio ex viceministro, Sandro Gozi,
che prima è passato armi e bagagli a fare il viceministro per la Francia,
poi è diventato deputato europeo (ripescato) del partito di Macron.

Del resto quando si riceve la Legion d’Onore ci si può permettere di servire tre padroni:
la Francia, la Commissione europea ed il grande capitale.

Insomma si può servire chiunque, tranne il proprio paese.

Gozi oggi ha fatto la sua dichiarazione relativa alla crisi economica derivante dal Coronavirus.
La sua idea è comune a quella di tutti coloro che presentano due caratteristiche:

  • non capire un beneamato tubo di economia;
  • voler umiliare l’Italia con lunghissime contrattazioni e quindi con assurdi ed intollerabili vincoli esterni.
Infatti il nostro, accompagnandosi a luminari quali Cottarelli, Galli e Stefano Feltri,
vogliono l’intervento del MES vecchia o nuova maniera, quello che manda in default il debito pubblico
e poi, nell’ambito di una trattativa, impone ai vecchietti di fare la fame per rimborsare il prestito,
come disse il presidente del MES Klaus Regling.

Perchè questo “Fondo Salvastati” fa proprio questo di mestiere, affama i vecchietti per farsi rendere i soldi, come gli strozzini.

Come abbiamo scritto si tratta di una richiesta inutile ed umiliante:

inutile perchè di fondi proprio il MES ha solo 65 miliardi, che, nella situazione attuale, non servono a nulla.
Se vuole più soldi li chiede agli stati, con il risultato di indebitarli ancora di più, o ai mercati o alla BCE,
nel qual caso potrebbero fare meglio i singoli stati stessi SENZA il MES.

Umiliante perchè obbligherebbe a MESI E MESI di trattative fra stati senza giungere a nulla.

La richiesta di ottenere fondi dal MES in modo incondizionato è credibile sono per uno sprovveduto.

Tra l’altro, se dobbiamo far delle trattative, tanto vale farle fuori dal MES e nell’ambito dell’art 122 del TFUE che Gozi dimostra di ignorare.

In realtà il suo obiettivo è chiaro: caricare l’Italia di un debito non solo insostenibile nei confronti del MES,
ma anche non convertibile in caso di Euroexit. Vuole l’Italia in catene in eterno.


Il buon Sandro, come sempre, cerca di piegare l’Italia agli interessi altrui, ma, per fortuna, non gli riesce neanche bene.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Questa notte si è riunito, in teleconferenza, il Board della BCE dopo l’ennesima gaffe del governatore austriaco ieri,
ed ha preso le prime decisioni per la sopravvivenza dell’Euro.

Vediamole rapidamente:

1) Avvio di un nuovo programma di acquisto di attività temporanee di titoli del settore pubblico e privato
per contrastare i gravi rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria
e le prospettive per l’area dell’euro rappresentate dall’epidemia e dalla crescente diffusione del coronavirus, COVID-19.
Questo nuovo programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP) avrà una dotazione complessiva di 750 miliardi di euro.
Gli acquisti saranno condotti fino alla fine del 2020 e includeranno tutte le categorie di attività ammissibili
nell’ambito del programma di acquisto di attività (APP) esistente.
Per gli acquisti di titoli del settore pubblico, l’allocazione di riferimento tra le giurisdizioni continuerà ad essere
la Capital Key delle banche centrali nazionali, cioè si compra in proporzione alla partecipazione delle BC al capitale della BCE.

2) Ampliare la gamma di attività idonee nell’ambito del programma di acquisto del settore aziendale (CSPP) a carte commerciali non finanziarie,
rendendo tutti gli articoli commerciali di qualità creditizia sufficiente idonei all’acquisto nell’ambito di CSPP.
Questo permetterà alle banche di scontare anche le ricevute di pagamento delle aziende, come avviene negli USA con la FED.

3) Per facilitare gli standard delle garanzie regolando i principali parametri di rischio del quadro delle garanzie.
In particolare, amplieremo il campo di applicazione dei crediti aggiuntivi (ACC) per includere i reclami relativi al finanziamento del settore aziendale.
Ciò garantirà che le controparti possano continuare a sfruttare appieno le operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema.
Il Consiglio direttivo della BCE è impegnato a svolgere il proprio ruolo nel supportare tutti i cittadini dell’area dell’euro in questo periodo estremamente impegnativo.
A tal fine, la BCE garantirà che tutti i settori dell’economia possano beneficiare di condizioni di finanziamento di sostegno
che consentano loro di assorbire questo shock. Questo vale anche per famiglie, aziende, banche e governi.
Il consiglio direttivo farà tutto il necessario nel suo mandato.
Il Consiglio direttivo è pienamente preparato ad aumentare le dimensioni dei suoi programmi di acquisto di attivi
e ad adeguarne la composizione, per quanto necessario e per tutto il tempo necessario.
Esplorerà tutte le opzioni e tutte le contingenze per sostenere l’economia attraverso questo shock.

Le regole legate al Capital Key potranno fortemente vincolare l’intervento della BCE,
soprattutto a favore dell’Italia, ma il Board afferma che potrebbero essere riviste.

Per ora non lo sono e questo è segno che alcune BC (Austria, Olanda in primis) sono contrarie ad una mossa del genere.

COSA FUNZIONA: La BCE si sveglia dal sonno mortale degli ultimi giorni e dalle gaffe
dei vari presidenti e governatori pasticcioni e manda un segnale , con la volontà di intervenire fattivamente.
Buona la possibilità di scontare le carte commerciali, cosa che aiuterà le aziende,
anche se i limiti restano più stretti rispetto agli USA, dove si comparano ricevute bancarie di tutte le aziende.
Anche a Francoforte si sono resi conto che la situazione è grave e che potrebbe saltare tutto.
Inoltre, nonostante le spinte italiane , non interviene nè il MES nè altre cose esotiche come gli Eurobond,
che avrebbero chiesto tempo, che non c’è, per essere emessi.


COSA NON FUNZIONA: rimane la Capital Key che vincola gli acquisti in titoli italiani ad una frazione del totale
ed ad una frazione di quelli tedeschi e francesi. Anche se la BCE assicura “Flessibilità” in materia,
comunque la regola c’è e questo ne vincola l’efficacia nei confronti dell’Italia.
L’azione monetaria rischia di essere spuntata perchè non legata alle vere necessità degli stati,
e questo farà scricchiolare tutto il costrutto europeo.
Solo il superamento del Capital Key può assicurare una vera efficacia della sua azione, ma per ora non se ne parla.


SARANNO ABBASTANZA? La dimensione dell’intervento sarà sufficiente?
Se il calo del PIL dell’area euro arrivasse al 10% (1300 miliardi di euro) non sarebbe neanche vagamente sufficiente.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Dei 750 Mrd. all'Italia, in base alle regole del Capital Key, andrebbero circa 103 Mrd.

Come sempre, in queste situazioni, a chi andranno effettivamente, queste risorse?

Chi e come le utilizzerà?

Su base media annua, il nostro PIL equivale a 150 Mrd al mese.

Considerando che alcuni settori ne usciranno totalmente distrutti: turismo, ristorazione, alberghi e servizi collaterali, negozi al dettaglio non alimentari.
Sapendo che altri comparti saranno pesantemente penalizzati. Se ci va bene, ma molto bene, il nostro PIL 2020 non arriverà a 1.500 Mrd. - 20% rispetto al 2019.

Il nostro DP arriverà a superare il 170%.

Passata la bufera, come potremo rilanciare la nostra economia, rimanendo ingabbiati in certe regole UE e vincolati a una valuta a cambio fisso come l’€.?

Se questo periodo sarà ricordato come per il virus, quello che accadrà dopo, come lo ricorderemo ?

Ovviamente questi sono calcoli di massima, ma molto vicini alla realtà.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Chiedo conferma.
Ho saputo che DB l'altro giorno non è riuscita a rimborsare un'emissione di obbligazioni
ed ha dovuto spostare la scadenza di un mese. Sta per saltare ?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Di fronte all’espansione della pandemia il governo si prepara a varare misure sempre più rigide
che potrebbero instaurare nel Paese una forma di coprifuoco sanitario in tutto simile a quello dell’ormai lontana guerra mondiale.

Difficile stabilire in partenza l’efficacia effettiva di una misura del genere.

In un momento d’incertezza come quello attuale, in cui ogni previsione sui tempi di esaurimento della pandemia
appare priva di qualsiasi fondamento scientifico appena attendibile, non si può fare altro che nutrire la speranza
di ottenere un risultato concreto da un nuovo salto in avanti nei provvedimenti di stampo draconiano.

Ma non ci si può affidare totalmente al coprifuoco senza rilevare come sia sufficiente solo la minaccia
di un nuovo giro di vite sul tipo di esistenza a cui sono abituati gli italiani da provocare un danno collaterale di estrema gravità.

Questo danno è il clima di linciaggio che si sta creando nella società nazionale per giustificare provvedimenti resi necessari
dall’emergenza sanitaria ma che potrebbero essere realizzati anche senza ricorrere al terrorismo psicologico
a cui vengono sottoposti ormai da settimane gli italiani.


Nelle strade e nelle piazze del nostro Paese, infatti, non va in scena quotidianamente la sceneggiata dei canti consolatori e liberatori.

È in atto anche una sorta di paranoia di massa diretta a criminalizzare ed a linciare moralmente
chiunque appaia riottoso nei confronti delle disposizioni draconiane varate dal governo.

Passeggiare nei parchi o in altri luoghi aperti appare agli occhi dei paranoici un atto di ribellione eversiva compiuto da chi,
con il proprio comportamento, diventa oggettivamente un untore consapevole e dichiarato del coronavirus.

Per il momento la paranoia produce solo insulti nei confronti dei ribelli.
Ma dietro questi insulti c’è una forma di intolleranza che rappresenta l’aspetto più grave e pericoloso della battaglia
contro la pandemia condotta in nome della salute pubblica.

Finita l’emergenza il coprifuoco si potrà togliere ma l’intolleranza liberticida introdotta a piene mani
da un governo di illiberali irresponsabili rimarrà nel tessuto societario del Paese.

Ed il ritorno ad una normalità rappresentata da un modello di vita ispirato ai principi di libertà
elaborati in tremila anni di storia sarà estremamente difficile.

Al punto da far temere che l’emergenza sanitaria connessa alla paranoia possa provocare quella deriva
di stampo autoritario della democrazia italiana che sembrava essere stata scongiurata per sempre dalla Carta costituzionale.

Chi pensa che il rigore sia incompatibile con la libertà e la democrazia costituisce un pericolo maggiore del coronavirus.

È bene non dimenticarlo mai.

Perché una volta liberati dalla pandemia bisognerà liberarsi nel minore tempo possibile dei neo-giacobini
che in nome della virtù ci vorrebbero tutti servi. Per la ricostruzione sarà necessaria una nuova liberazione!
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il virus ha attaccato le vie respiratorie ma non è arrivato ancora ad aggredire mortalmente le tasche degli italiani.

Quando accadrà, come reagiremo?

Quando sui conti correnti resteranno pochi spiccioli che perfino il Bancomat si rifiuterà per imbarazzo di erogare,
si manterrà lo stesso self control dei giorni del virus oppure si darà di matto, prendendosela con l’universo mondo?

E se dovesse accadere che gli italiani perdano la pazienza, saranno per questo da condannare?

Scoprirsi deboli e disarmati nel fare fronte alla scia di miseria che il morbo avrà lasciato dietro di sé,
sarà il crimine al quale inchiodare un popolo indifeso?

La tempesta imprevista non è colpa del timoniere, ma come se ne esce
per portare barca ed equipaggio salvi in porto è responsabilità di chi sta in plancia.

Purtroppo, è nostra opinione, l’Italia non avrebbe potuto ritrovarsi, in quest’ora buia e tempestosa, con un timoniere più inaffidabile.

Il Governo Conte, che verrà ricordato negli annali di Storia patria per aver ispirato
la creazione di un nuovo neologismo, riguardo a sé: l’indecisionismo.

Grillini e “dem”, dal principio della catastrofe Coronavirus hanno sbagliato tutto.

L’hanno presa sottogamba per rimarcare la differenza dalla destra che, al contrario, lanciava preoccupati allarmi.

Quando la situazione è precipitata hanno preso provvedimenti contraddittori, quando non inefficaci.

Quel che di buono è stato fatto lo si deve all’impegno dei governatori delle regioni che,
vivendo in prima persona il dramma del contagio, si sono mossi con pragmatismo e intelligenza
anticipando misure severe per bloccare il diffondersi del virus.

Dai palazzi del Governo, invece, tante chiacchiere, tantissima retorica, scarsa determinazione
e nessuna umiltà nel riconoscere anche la minima responsabilità nella confusione creata con comportamenti pericolosamente ondivaghi.

Figurarsi cosa accadrà ora che è in ballo la sopravvivenza economica del Paese.

Il Governo ha varato il Decreto “Cura Italia” col quale si vorrebbe stendere un cordone di sicurezza intorno al reddito delle famiglie e delle imprese.

Ma viste le cifre messe in campo – 25 miliardi di euro – più che un cordone sembra un nastrino colorato.

I denari stanziati non bastano a superare il quasi totale azzeramento della capacità produttiva del Paese.

È come curare un moribondo con una minestrina riscaldata.

C’è l’estensione della cassa Integrazione in deroga.
Ma poco o niente per le partite Iva, per i professionisti co.co.co. e per gli autonomi. Un bonus una tantum da 600 euro.
Gli enti di carità avrebbero fatto meglio.

Niente sul rilancio shock degli investimenti.
C’è bisogno di liquidità che non può essere filtrata dai meccanismi del sistema bancario ancorati a regole
che ne problematizzano l’accesso per molte famiglie e imprese, in particolare micro e piccole.

Che serve rafforzare i Fondi di garanzia se buona parte dei potenziali destinatari
non passa i criteri di merito fissati in sede europea per accedere al credito?

Sono state rinviate, di poche settimane le scadenze fiscali.
Ma dov’è il vantaggio se poi ne verranno richiesti i pagamenti tutti assieme in un futuro ravvicinatissimo?

Si risparmierà sulle bollette. Ma è un raggiro.

I costi delle forniture primarie: acqua, gas, energia elettrica, subiranno un’impennata a causa della presenza forzata
in casa della maggioranza degli italiani per effetto dei divieti di circolazione imposti per contrastare il contagio.

Il Governo si fa bello rinunciando a una parte del surplus d’introiti che riceverà dall’incremento inevitabile dei consumi.

Poi, è prevista la sospensione di mutui e di altri finanziamenti a rimborso rateale in scadenza fino al 30 settembre 2020.

Successivamente la restituzione dello scaduto potrà essere dilazionata senza oneri aggiuntivi.

Ma anche qui c’è la fregatura.

Potranno accedere al beneficio del cosiddetto Fondo Gasparrini sui mutui “prima casa”
i lavoratori autonomi e i liberi professionisti che potranno certificare di aver avuto
in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 un calo di almeno il 33 per cento del fatturato
rispetto al IV trimestre del 2019, in conseguenza della chiusura o della riduzione delle attività a
causa dei provvedimenti restrittivi adottati dalle competenti autorità per contrastare l’epidemia.

Ora, anche un paracarro comprende che gli effetti di una crisi devastante come quella che stiamo attraversando
possono spalmarsi su un periodo molto superiore a quello a ridosso del suo scoppio.

Quante aziende hanno in pancia ordinativi di forniture ricevuti prima del Coronavirus
che sono stati o saranno evasi nel periodo in corso ma che per effetto del calo della domanda non saranno rinnovati nei prossimi mesi?

Occorrerebbe all’Italia uno sforzo da tempo di guerra.

Il pensiero va al Piano Marshall, grazie al quale dal 1947 l’Europa avviò con i denari statunitensi la ricostruzione post Seconda Guerra mondiale.

La pandemia in atto per i danni che causerà all’economia globale meriterebbe un nuovo Piano Marshall.

Il guaio è che non esiste un Piano e, soprattutto, non c’è da nessuna parte un George Marshall in grado di concepirlo e realizzarlo.
Salvo una pericolosa eccezione. Non c’è a Washington e men che mai c’è a Bruxelles o a Berlino, o a Parigi.

Ognuno pensa a se stesso e nessuno guarda di là dal proprio naso se non per fare sfoggio di arroganza
neo-imperialista nei riguardi di un’Italia che mai come adesso si presenta vulnerabile,
a causa della debolezza strutturale della sua odierna classe dirigente.

Quale migliore occasione per farne terra di conquista allo scopo di strapparle gli asset strategici?

Non aspettiamoci nessun aiuto sostanziale dall’Unione europea che, come hanno dimostrato le non-scelte di questi giorni perigliosi,
non è che un contenitore svuotato di sostanza. E, purtroppo, non aspettiamoci alcun miracolo dall’altra parte dell’Atlantico.
Con una campagna in corso per le presidenziali Donald Trump deve pensare ai suoi connazionali.

E noi, sebbene alleati, non possiamo pretendere che non lo faccia per venire a tirarci fuori dai guai.

Ciò che deve preoccupare è l’eccezione che si chiama Cina.

Il colosso orientale ha tutto ciò che occorre all’Italia per ricominciare a produrre: ha la domanda e ha l’offerta.
Tuttavia, nessuno al mondo fa niente per niente. E se dovesse essere Pechino la nostra sola ancora di salvezza,
il prezzo da pagare non solo sul piano commerciale ma, soprattutto, su quello geopolitico sarà altissimo.

Siamo pronti a un tale passo?

Per avere una risposta sincera chiedetelo all’amico, al conoscente che sommerso dai debiti
e senza un euro in tasca è sul punto d’incontrare uno strozzino.

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Val

Torniamo alla LIRA
La distanza sociale causata dal coronavirus è piena di rischi.

Al di là dei numeri che quotidianamente ci vengono forniti dall’apparato mass-mediatico,
sulla vicenda Coronavirus o Covid-19, ci appare indispensabile fornite alcune riflessioni anche se non propriamente tranquillizzanti.

Innanzitutto, la preoccupazione dei cittadini, rivolta per lo più al martellamento quotidiano di aggiornamenti sulla situazione sanitaria,
riguarda, in seconda battuta, le “faccende pratiche”.
A Roma, la raccolta rifiuti, da tempo frutto di innumerevoli polemiche e proteste che va avanti a rilento,
con montagne di sacchi ammassati in prossimità di cassonetti strapieni.

Ma andiamo oltre. L’apertura di nuovi ospedali, chiusi per volontà ‘ignote’, pare essere un argomento di grande interesse
per i nostri compatrioti, per tutela personale e familiare e, quanto più, se messo in relazione con il numero di clandestini
che quotidianamente stanno sbarcando, incontrollati, nel sud del nostro Paese senza essere sottoposti ad alcun controllo preventivo.

Tale problematica è strettamente connessa con quella, ad oggi irrisolta,
dell’impiego e dell’equipaggiamento delle nostre Forze di polizia che, se nel caso della Polizia di Stato,
sono fortemente sostenute dai sindacati di settore, per i Carabinieri il discorso è completamente diverso, antistorico e anacronistico.
Costretti, da ordini sussurrati, a fornire lauti numeri sui controlli sulla popolazione e sulle denunce quotidiane.
Una realtà triste che, oltre che mettere a serio rischio l’incolumità degli operatori, pone dei seri dubbi anche sui loro nuclei familiari.

Ma queste sono solamente poche tra le argomentazioni frutto delle innumerevoli segnalazioni che ci pervengono quotidianamente.

Il Paese, a nostro parere nelle mani di incompetenti, attraversa un periodo di profonda crisi a fronte del quale
i cittadini stanno comunque dimostrando un grande senso di responsabilità.

Così per noi, ma anche per realtà come Israele o la Spagna, coinvolti in modo travolgente dall’epidemia del virus.

Tutto ciò a fronte del fattore “tempo”. Infatti, nel lungo periodo, quanti di noi saranno pronti a sopportare
le lunghe code ai supermercati, alle farmacie o alle chiusure di innumerevoli esercizi pubblici?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Manca sempre 30 a far 31.

ATTENZIONE.

Stop alle bollette come aiuto economico per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, ma non per tutti.

La sospensione del pagamento delle utenze e del canone Rai è valida, fino al 30 aprile,
solo per i primi 11 comuni nelle zone rosse individuate. Non per tutta Italia.
 

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