Buffoni

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
facciamo qualcosa...facciamoci sentire..scendiamo in piazza e chiediamo il taglio del 50% del numero di ladri...si perchè approfittarsi cosi è come rubare...solo che x loro è tutto dovuto....
okkio alle prossime votazioni se non cambiano la legge elettorale perchè prima del voto vi dicono che tagliano di qui che tagliano le tasse e poi una volta al governo ci rimangono x 5 anni e fanno solo i loro sporchi bisogni e delle promesse se ne fregano...okkio
i politici sono sempre stati tutti viscidi e corrotti....altri che meritocrazia solo se paghi un politico trovi un posto di lavoro...
basta tutti in prigione...
vogliamo 2 milioni di nuovi posti di lavoro....
1 milione di carabinieri e carcerieri x metterli dentro
1 milione di finanzieri x scovarli nelle loro truffe ed evasione fiscale....

come sarebbe dire e' come rubare?

ma se ci sono perfino condannati nel parlamento e quando ne mettono uno in galera sembra il finimondo :lol:

diciamo che e' strano che non rubino ;)
 
come sarebbe dire e' come rubare?

ma se ci sono perfino condannati nel parlamento e quando ne mettono uno in galera sembra il finimondo :lol:

diciamo che e' strano che non rubino ;)



:ciao:



:clap::clap::clap::DD::DD:



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Un dito medio contro il risparmio
Un dito medio contro il risparmio - Stefano Boeri, assessore alla Cultura - Il Sole 24 ORE





:ciao::ciao::ciao:
 
16 - PIAZZA AFFARI? VALE COME APPLE E GOOGLE...
Milano Finanza
- La capitalizzazione delle due blue chip Apple e Google vale il 94,1 per cento del valore totale dei titoli azionari di Milano. Ai prezzi correnti la borsa milanese si può acquistare per un controvalore pari a 404 miliardi di euro (569 miliardi di dollari), mentre i due titoli Usa capitalizzano insieme 381 miliardi di dollari (542 miliardi di dollari). :-o:-o:-o
ed in futuro sarà pure peggio

non è più conveniente detenere i titoli in portafoglio e dover pagare il superbollo

molto meglio utilizzare i derivati ....
 
Bonus bebè da restituire per ottomila famiglie

di Valentina MelisCronologia articolo22 luglio 2011Commenti (3)
In questo articolo




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Bonus bebè da restituire per ottomila famiglie


Ottomila famiglie sono chiamate dal ministero dell'Economia a restituire il bonus bebè da mille euro ottenuto in seguito alla Finanziaria 2006. Stanno arrivando in questi giorni, infatti, le lettere dell'amministrazione che contestano l'incasso dell'assegno per aver autocertificato in maniera sbagliata il proprio reddito: «Si contesta alla Signoria Vostra - si legge nella missiva - di avere riscosso illecitamente il bonus bebè per avere sottoscritto e utilizzato un'autocertificazione mendace al fine di percepire la suddetta somma (...). Si comunica che di quanto sopra esposto, sarà fatta apposita segnalazione alla Procura della Repubblica».
Il bonus era stato introdotto dalla Finanziaria 2006 (legge 266/2005, articolo 1, commi 331-334) per ogni figlio nato o adottato nel 2005 o per ogni secondo o ulteriore figlio nato o adottato nel 2006. Un bonus annunciato da una lettera del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, inviata ai nuovi nati del 2005, con l'indicazione dell'ufficio postale presso cui i genitori avrebbero potuto riscuotere la somma.
documenti





La contestazione arriva dopo le verifiche dell'agenzia delle Entrate sul reddito del nucleo familiare indicato al momento della richiesta dell'assegno, cinque anni fa: la norma prevedeva, infatti, che per beneficiare dell'agevolazione, la famiglia del nuovo nato dovesse avere «un reddito complessivo» non superiore a 50mila euro.
Molte famiglie hanno commesso errori nell'autocertificazione dei requisiti (non era prevista alcuna mediazione dei professionisti o dei Caf per compilare il documento): alcuni hanno indicato il reddito "netto"; altri hanno segnalato il reddito da lavoro dipendente senza considerare l'abitazione principale; altri ancora hanno incluso fra i componenti del nucleo anche familiari non a carico, che non rientrano nella composizione del nucleo fiscale (composto da familiari a carico e coniuge – non separato – del dichiarante). Così, l'amministrazione chiede ora la restituzione entro 30 giorni del bonus da mille euro ingiustamente incassato, e, nei casi in cui il giudice penale accerterà che c'è stata falsa autocertificazione, il versamento di 3mila euro (il triplo del beneficio ottenuto) come sanzione amministrativa.
Secondo Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presisdenza del Consiglio con delega alla famiglia, «su 550mila bambini nati nel 2005, le contestazioni sono 8mila». Intervistato da Radio 24, durante il programma «Salvadanaio», Giovanardi ha precisato che «chi ha ricevuto questa lettera con la richiesta di restituzione, ma pensa di aver avuto il diritto all'assegno, può farlo presente all'amministrazione. Se invece le condizioni di legge non ci sono, basterà restituire i mille euro ricevuti cinque anni fa, senza interessi». Quanto alla sanzione amministrativa da 3mila euro, Giovanardi precisa che «se la mancata restituzione e la contestazione sfociano a livello penale in una condanna, allora la sanzione dei 3mila euro può arrivare, ma sono casi limite».
«Dopo cinque anni dall'incasso del bonus bebè – spiega l'avvocato Maria Stella Anastasi della Lega consumatori – gli utenti potrebbero invocare la prescrizione. In ogni caso, sarebbe necessaria una moratoria per avere il tempo di esaminare ogni contestazione, soprattutto nell'imminenza delle vacanze estive».
 
Bonus bebè da restituire per ottomila famiglie
«Si contesta alla Signoria Vostra - si legge nella missiva - di avere riscosso illecitamente il bonus bebè per avere sottoscritto e utilizzato un'autocertificazione mendace al fine di percepire la suddetta somma (...). Si comunica che di quanto sopra esposto, sarà fatta apposita segnalazione alla Procura della Repubblica».

«Dopo cinque anni dall'incasso del bonus bebè – spiega l'avvocato Maria Stella Anastasi della Lega consumatori – gli utenti potrebbero invocare la prescrizione. In ogni caso, sarebbe necessaria una moratoria per avere il tempo di esaminare ogni contestazione, soprattutto nell'imminenza delle vacanze estive».

risposta:


[ame=http://www.youtube.com/watch?v=_ryjzuoL_Gw]‪aldo - mi hai rotto i coglioni‬‏ - YouTube[/ame]
 
troppe ruberie politico-mafiose-familiari
talemente tante che neppure la guerra alla Libia-all'Afganistan
riescono a sollevare le sorti economiche della società
da Il gioved nero di Finmeccanica crescita a rischio, il titolo crolla del 17% - Repubblica.it




Il giovedì nero di Finmeccanica
crescita a rischio, il titolo crolla del 17%


di LUCA PAGNI La società controllata dal Tesoro, leader nel settore dell'aeronautica civile e militare, con controllate di primo piano dal settore energia ai trasporti, ha conosciuto la sua giornata peggiore di sempre in Borsa. Il titolo del gruppo che vede il ministero del Tesoro primo azionista con il 34% delle quote è sprofondato perdendo il 17,3% dopo essere stato a lungo sospeso per eccesso di ribasso: in una sola seduta sono andati in fumo 680 milioni di capitalizzazione (alla chiusura di mercoledì sera la società valeva poco più di 4 miliardi di euro). Il che ha fatto precipitare il titolo ai minimi degli ultimi cinque anni: nel dicembre del 2006 le azioni avevano raggiunto i massimi a quota 21,32 euro. Alla chiusura di ieri hanno toccato 5,56.

Ma cosa ha scatenato l'ondata di vendite sul titolo Finmeccanica? Sostanzialmente i dati dei primi sei mesi dell'anno. E non tanto per la riduzione del fatturato, che si è limitato a un calo del 3% a 8.432 milioni rispetto a un anno fa. Quanto per le previsioni per l'intero 2011: i manager hanno stimato un taglio dei ricavi che sono ora compresi tra i 17,5 e i 18 miliardi di euro, in calo rispetto alla precedente indicazione che prevedeva una forchetta tra 18,3 e 19 miliardi.

Ma è il dato dell'utile che spiega bene la situazione e che ha spaventato il mercato: Finmeccanica ha dichiarato profitti per 456 milioni, ma sono quasi tutti frutto di una operazione straordinaria, la cessione del 45% di Ansaldo Energia che ha portato a incassare 443 milioni. Il che equivale a dire che la società non è più in grado di generare redditività, a meno di vendere altri gioielli di famiglia.

Finmeccanica, di fatto, paga la riduzione delle spese militari dei governi occidentali, i difficili rapporti dell'amministrazione Obama con il governo Berlusconi (tutto il contrario di quanto avveniva con l'amministrazione Bush), oltre a risentire dello stato di crisi dell'economia italiana con conseguente calo di ordini in tutte le sue controllate.

Non a caso il nuovo amministratore Giuseppe Orsi (vicino alla Lega Nord) oggi ha cercato di rassicurare il mercato, indicando un percorso per i prossimi anni. Ha detto che Finmeccanica dovrà espandersi il più possibile all'estero, che ci sarà una riorganizzazione dei settori aeronautica, elettronica per la difesa e la sicurezza e trasporti e che i manager a capo dei vari settori avranno vita difficile: "O portano risultati o se ne vanno". A Cominciare da Ansaldo Breda (settore ferroviario): "O riusciamo a ristrutturarla o la vendiamo", ha tagliato corto Orsi.

Ma la vicenda Finmeccanica oggi ha anche un risvolto politico-giudiziario. Il presidente Pier Francesco Guarguaglini ha replicato alle rivelazioni di Repubblica che ha pubblicato la testimonianza dell'imprenditore Di Lernia nell'inchiesta Enav. Guarguaglini ha sottolineato in una nota "l'infondatezza di qualsiasi ipotesi sull'esistenza di versamenti irregolari da parte di Finmeccanica" e ha ribadito "di non aver mai costituito fondi neri". Inoltre, in merito alle ricostruzioni sulla sua riconferma, secondo cui ci sarebbero state pressioni - al limite del ricatto - sul ministro Tremonti per impedire l'arrivo dell'ad di Terna Flavio Cattaneo al suo posto, ha sottolineato come "le interpretazioni appaiono a dir poco fantasiose. Già nel 2009 ho avuto indicazioni da parte dell'azionista che, nel valutare la successione alla guida del gruppo, si sarebbe assicurata l'opportuna continuità nella gestione attraverso la mia conferma nella carica di presidente e la ricerca di un amministratore delegato adeguato alle esigenze del gruppo".
(28 luglio 2011)
 
Stato
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