Bonus bebè da restituire per ottomila famiglie
  di Valentina MelisCronologia articolo22 luglio 2011
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  Bonus bebè da restituire per ottomila famiglie 
 
 
 Ottomila famiglie sono chiamate dal ministero dell'Economia a  restituire il bonus bebè da mille euro ottenuto in seguito alla  Finanziaria 2006. Stanno arrivando in questi giorni, infatti, le lettere  dell'amministrazione che contestano l'incasso dell'assegno per aver  autocertificato in maniera sbagliata il proprio reddito: «Si contesta  alla Signoria Vostra - si legge nella missiva - di avere riscosso  illecitamente il bonus bebè per avere sottoscritto e utilizzato  un'autocertificazione mendace al fine di percepire la suddetta somma  (...). Si comunica che di quanto sopra esposto, sarà fatta apposita  segnalazione alla Procura della Repubblica».
 Il bonus era stato introdotto dalla Finanziaria 2006 (legge 266/2005,  articolo 1, commi 331-334) per ogni figlio nato o adottato nel 2005 o  per ogni secondo o ulteriore figlio nato o adottato nel 2006. Un bonus  annunciato da una lettera del presidente del Consiglio, 
Silvio Berlusconi,  inviata ai nuovi nati del 2005, con l'indicazione dell'ufficio postale  presso cui i genitori avrebbero potuto riscuotere la somma.
	 		 	 	 		 			 			 				 				 					 					 							
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 La contestazione arriva dopo le verifiche dell'agenzia delle Entrate  sul reddito del nucleo familiare indicato al momento della richiesta  dell'assegno, cinque anni fa: la norma prevedeva, infatti, che per  beneficiare dell'agevolazione, la famiglia del nuovo nato dovesse avere  «un reddito complessivo» non superiore a 50mila euro.
 Molte famiglie hanno commesso errori nell'autocertificazione dei  requisiti (non era prevista alcuna mediazione dei professionisti o dei  Caf per compilare il documento): alcuni hanno indicato il reddito  "netto"; altri hanno segnalato il reddito da lavoro dipendente senza  considerare l'abitazione principale; altri ancora hanno incluso fra i  componenti del nucleo anche familiari non a carico, che non rientrano  nella composizione del nucleo fiscale (composto da familiari a carico e  coniuge – non separato – del dichiarante). Così, l'amministrazione  chiede ora la restituzione entro 30 giorni del bonus da mille euro  ingiustamente incassato, e, nei casi in cui il giudice penale accerterà  che c'è stata falsa autocertificazione, il versamento di 3mila euro (il  triplo del beneficio ottenuto) come sanzione amministrativa.
 Secondo Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presisdenza del  Consiglio con delega alla famiglia, «su 550mila bambini nati nel 2005,  le contestazioni sono 8mila». Intervistato da Radio 24, durante il  programma «Salvadanaio», Giovanardi ha precisato che «chi ha ricevuto  questa lettera con la richiesta di restituzione, ma pensa di aver avuto  il diritto all'assegno, può farlo presente all'amministrazione. Se  invece le condizioni di legge non ci sono, basterà restituire i mille  euro ricevuti cinque anni fa, senza interessi». Quanto alla sanzione  amministrativa da 3mila euro, Giovanardi precisa che «se la mancata  restituzione e la contestazione sfociano a livello penale in una  condanna, allora la sanzione dei 3mila euro può arrivare, ma sono casi  limite».
 «Dopo cinque anni dall'incasso del bonus bebè – spiega l'avvocato  Maria Stella Anastasi della Lega consumatori – gli utenti potrebbero  invocare la prescrizione. In ogni caso, sarebbe necessaria una moratoria  per avere il tempo di esaminare ogni contestazione, soprattutto  nell'imminenza delle vacanze estive».