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Fleursdumal ha scritto:FED: L'AUMENTO DEI TASSI NON E' COSI' SCONTATO
NEW YORK (WSI) -- L'indice dei prezzi al consumo di novembre ha registrato una variazione mensile in linea con le attese. Ciò nonostante il dato presenta interessanti spunti di riflessione.
In termini tendenziali il dato generale ha raggiunto il livello massimo dalla metà del 2001. L'indice core a sua volta si è posizionato al 2,2%, il valore massimo dalla fine del 2002.
Gli indici generali evidenziano pertanto una graduale fase di ripresa delle spinte inflative, un elemento che gli operatori hanno interpretato come una conferma della possibilità che la Fed continui nel processo moderato di rialzo dei tassi: in concreto gli operatori si attendono rialzi da 25bps sia nel Fomc del 2 febbraio che del 22 marzo.
Il dato ha pertanto avuto un impatto negativo sui bond, soprattutto i Treasuries, avvantaggiando lievemente il Dollaro.
Vi sono interessanti elementi di attenzione con riferimento alle prospettive della spesa per consumi. In particolare sono stati piuttosto marcati i rialzi delle sottocomponenti energetiche relative al settore case: più in dettaglio il combustibile da riscaldamento e l'elettricità. Il gas naturale ad esempio ha segnato un rialzo del 5,4%, l'incremento più elevato dal mese di marzo 2003, con un tendenziale pari al 17,1%.
Non a caso, l'attenzione degli operatori si è recentemente spostata in modo più marcato sulle sottocomponenti del settore energetico, maggiormente consumer sensitive soprattutto nell'ambito della stagione invernale. Se si analizza ad esempio il diverso andamento delle tre principali sottocomponenti del settore energetico si osservano le seguenti variazioni da inizio anno calcolate sui rispettivi futures trattati al NYMEX: 1) benzina +20%; 2) petrolio +37%; 3) combustibile da riscaldamento +53%. E' soprattutto quest'ultima componente ad essere minacciosa per il potenziale effetto erosivo sui redditi reali.
I dati consuntivi stanno confermando tali timori: proprio oggi il dipartimento del lavoro Usa ha anche diffuso il dato inerente i redditi settimanali reali di novembre, in calo dell'1,6% in termini tendenziali, il livello più basso dagli inizi del '96 (si veda il grafico allegato).
Pertanto, il progressivo e graduale incremento delle pressioni inflative sta anche impattando in modo significativo sui redditi reali e potenzialmente in ultima analisi sulla spesa per consumi.
Queste considerazioni in prospettiva, qualora confermate da una spesa per consumi deboli, potrebbero spostare l'attenzione della Fed dall'andamento dei prezzi alla crescita, rimettendo in discussione i possibili rialzi dei tassi (ora atteso dagli operatori fino al raggiungimento del 3,25% a fine 2005) meno verosimili.
Per tale ragione riteniamo che rimane ancora in essere la possibilità di una fase di arresto del rialzo dei tassi da parte della Fed nel corso del primo semestre.
è una gran cagato tutto questo..possono anche farlo..ma rischiano di ciaparlo nel di dietro due volte...stagflazione...alla grande...e se non alzano e drenano denari dal mercato e diminuscono l'indebitamento son quazzi da pelare...in europa anche peggio....
secondo me ci sarà una riduzione tra rendimenti euro e usa....cioè bund scenderà e t-note al limite starà in laterale...e comunque nel 2005 la BCE deve alzare per forza almeno al 2,5....entro fine anno...se no vado a casa del tricheco e gli sparo un giallone (petardo classico di fine anno) nel deretano