Fleursdumal
फूल की बुराई
CORSO DI EDUCAZIONE SESSUALE
PER I SEGAIOLI
L'acchito
Certuni inconcludenti manusessuali facenti parte dell’isterica falange politica degli N.T.E. (Non Trombanti Europei, periti in segóni elettorali nonché epidemici portatori sani d’afta epizootica) in preda al nervosismo più elettrico mi palesano di non riuscire a realizzare gl’insegnamenti delle mie brillanti pubblicazioni poiché in difetto del dattero peloso. In special modo, il tono dolorosamente patetico del baciapìle Nusco Reggio (detto non da tutti “Colpo Di Frusta” per le sue mesate di mutua dovute a un violentissimo tamponamento con un camion della Lego) m’intristisce in tal guisa che m’impone l’obbligo d’erudire lui e gli altri inconcludenti in merito all’acchito, ovvero l’approccio con l’altro sesso.
Ordunque, nella frenetica corsa quotidiana risulta essenziale cogliere l’attimo erotico con una battuta al fulmicotone che induca una qualsivoglia otaria porcellona ad ungere l’altrui virilità col suo grasso di fica. Val la pena quindi riportare a scopo pravamente didattico alcune perle d’approccio tratte dalle memorie “Tre lustri da zerbino” del marchese Arnaldo Adriani De Sade: un terrificante florilegio di trappole verbali improvvisate dall’autore durante l’infruttuoso corteggiamento della zarina Vanya Aspide Cercalafava (nota a menadito come Pearl Harbor, poiché sovente si faceva bombardare il culo da Torre Di Calafuria, nativo del Congo e servo del nobile suddetto).
Si sappia infatti che:
- Oh, celestiale trónco di pòtta! La tu’ bellezza viaggia a tutta gargàna; speriamo che ‘un inciàmpi mai…- esordiva, giocando la carta della poesia decadente, l’aristocratico pene dello scandalo.
- Semmai inciàmpa in una merda ‘ome te, vabbène? - si risentiva l’arrizzacàzzi Vania, mentre con le braccia a brocca dondolava il busto permeata da distinto sussiego popolare.
- Ascorta, mia divina tarpóna: se ‘na trombata media dura suppergiù cinque menuti, una donna pìpa all’incirca quattro vorte alla settimana, un uccello ‘he si rispetti è lungo diciotto centimentri, tre è ‘r numero perfetto e io svagóno stronzoli da du’ quintali l’uno, allora ti posso da’ un chilometro di fava all’anno! Siei ‘ontenta? - tentava d’ammaliarla il nobile De Sade cavalcando l’onda della scienza matematica, mentre scoreggiava della grossa (da cui il nomignolo Lòffa Di Laplace per le cosinusoidi smorzate con quadrupla variazione di tonalità).
- Te ne vai! Seddercàso un chilometro tutto ‘nzième! - rispondeva la zarina, trovandosi in sostanziale contrasto con le teorie del marchese. Il quale continuava imperterrito a farle la corte chiosando di letteratura: - Ma dimmi, leggiadra busta di piscio paglierino: hai letto “L’idiota” di Dostoevskij? - purtroppo accorgendosi tardivamente della clamorosa gaffe (anche se, a rigor di termini, Vanya non soltanto era idiota, ma perfino troia).
È fuori discussione che il baciapìle Nusco Reggio non ricalcherebbe questi eccezionali espedienti iniziatici se sapesse che la meretrice Vanya Aspide Cercalafava venne vivaddio incriminata per l’omicidio del marchese Arnaldo Adriani De Sade e condannata a vita a praticare necrofilia col corpo imbalsamato del defunto. Desolato, ma io non lo metterò al corrente dell’efferato epilogo. Perché se alla fine, con le mie ingegnose teorie (soffiate al sessuologo putrefatto Dr. Prepuzio Trombalemme, n.d.r.) tutti cominciano a trombare a mo’ di fanfara, io ci rimetto un sacco di soldi (del gioco del Monopoli).
Pablo Morelli
PER I SEGAIOLI
L'acchito
Certuni inconcludenti manusessuali facenti parte dell’isterica falange politica degli N.T.E. (Non Trombanti Europei, periti in segóni elettorali nonché epidemici portatori sani d’afta epizootica) in preda al nervosismo più elettrico mi palesano di non riuscire a realizzare gl’insegnamenti delle mie brillanti pubblicazioni poiché in difetto del dattero peloso. In special modo, il tono dolorosamente patetico del baciapìle Nusco Reggio (detto non da tutti “Colpo Di Frusta” per le sue mesate di mutua dovute a un violentissimo tamponamento con un camion della Lego) m’intristisce in tal guisa che m’impone l’obbligo d’erudire lui e gli altri inconcludenti in merito all’acchito, ovvero l’approccio con l’altro sesso.
Ordunque, nella frenetica corsa quotidiana risulta essenziale cogliere l’attimo erotico con una battuta al fulmicotone che induca una qualsivoglia otaria porcellona ad ungere l’altrui virilità col suo grasso di fica. Val la pena quindi riportare a scopo pravamente didattico alcune perle d’approccio tratte dalle memorie “Tre lustri da zerbino” del marchese Arnaldo Adriani De Sade: un terrificante florilegio di trappole verbali improvvisate dall’autore durante l’infruttuoso corteggiamento della zarina Vanya Aspide Cercalafava (nota a menadito come Pearl Harbor, poiché sovente si faceva bombardare il culo da Torre Di Calafuria, nativo del Congo e servo del nobile suddetto).
Si sappia infatti che:
- Oh, celestiale trónco di pòtta! La tu’ bellezza viaggia a tutta gargàna; speriamo che ‘un inciàmpi mai…- esordiva, giocando la carta della poesia decadente, l’aristocratico pene dello scandalo.
- Semmai inciàmpa in una merda ‘ome te, vabbène? - si risentiva l’arrizzacàzzi Vania, mentre con le braccia a brocca dondolava il busto permeata da distinto sussiego popolare.
- Ascorta, mia divina tarpóna: se ‘na trombata media dura suppergiù cinque menuti, una donna pìpa all’incirca quattro vorte alla settimana, un uccello ‘he si rispetti è lungo diciotto centimentri, tre è ‘r numero perfetto e io svagóno stronzoli da du’ quintali l’uno, allora ti posso da’ un chilometro di fava all’anno! Siei ‘ontenta? - tentava d’ammaliarla il nobile De Sade cavalcando l’onda della scienza matematica, mentre scoreggiava della grossa (da cui il nomignolo Lòffa Di Laplace per le cosinusoidi smorzate con quadrupla variazione di tonalità).
- Te ne vai! Seddercàso un chilometro tutto ‘nzième! - rispondeva la zarina, trovandosi in sostanziale contrasto con le teorie del marchese. Il quale continuava imperterrito a farle la corte chiosando di letteratura: - Ma dimmi, leggiadra busta di piscio paglierino: hai letto “L’idiota” di Dostoevskij? - purtroppo accorgendosi tardivamente della clamorosa gaffe (anche se, a rigor di termini, Vanya non soltanto era idiota, ma perfino troia).
È fuori discussione che il baciapìle Nusco Reggio non ricalcherebbe questi eccezionali espedienti iniziatici se sapesse che la meretrice Vanya Aspide Cercalafava venne vivaddio incriminata per l’omicidio del marchese Arnaldo Adriani De Sade e condannata a vita a praticare necrofilia col corpo imbalsamato del defunto. Desolato, ma io non lo metterò al corrente dell’efferato epilogo. Perché se alla fine, con le mie ingegnose teorie (soffiate al sessuologo putrefatto Dr. Prepuzio Trombalemme, n.d.r.) tutti cominciano a trombare a mo’ di fanfara, io ci rimetto un sacco di soldi (del gioco del Monopoli).
Pablo Morelli